
Tanto tempo, in una terra lontana lontana, in un giorno soleggiato nasceva dentro a una casupola di pastori il piccolo Doriano, chiamato così perché il buon Dio nel momento della sua nascita aveva mandato gli angeli a disegnare un arcobaleno nel cielo azzurro. Così, Doriano crebbe forte e sano e più cresceva e più mostrava quante virtù avesse in corpo e in mente: folti capelli neri come il più duro zoccolo di capriolo, due occhioni verdi come il pino più rigoglioso e un sorriso splendente come la cima più innevata colpita dal sole impreziosivano un animo gentile e laborioso, che mai si tirò indietro dall’aiutare i genitori con il gregge. Già, povero di nascita ma ricco di spirito il ragazzo era una gioia per i suoi genitori e giorno dopo giorno riusciva a trovare un nuovo modo per allietar loro le tristi giornate di lavoro, aiutandoli e facendoli sorridere. Tanto Doriano lavorava come pastore che ormai tutti i giorni da quando aveva sedici anni si svegliava all’alba per portare le sue greggi sulla più splendida e rigogliosa altura cosicché esse si potessero rinvigorire e produrre la lana più soffice e resistente, mai vista altrove nella contea; e se una di loro si faceva male, il buon Doriano senza pensieri se la metteva sulle spalle per permetterle di muoversi e sopravvivere in agiatezza e senza ulteriori malanni. E quando il buon pastorello stava fuori con il suo gregge, mai una goccia di pioggia o una raffica di vento o un fulmine avevano neppure provato a sfiorarne la sua bella figura, nemmeno un tronco caduto, un terreno poco agevole o una fiera feroce: chiunque nella natura apprezzava quel dono che il buon Dio aveva elargito alla povera famiglia di pastori.
Un giorno, però, tra le alte alture presso cui il buon Doriano portava a pascolare con amore e dedizione il suo gregge apparve un giovane principe al trotto del suo stallone bianco. Quando i due si videro, si incontrarono e dalle prime parole che si scambiarono entrambi capirono che avevano trovato l’anima gemella. Così, segretamente, ogni settimana per parecchi mesi il principe cavalcava fino a quelle montagne in sella al suo destriero per rivedere quel Doriano che tanto amava per passare insieme la giornata, sempre cullati dalla più piacevole brezza glaciale.
Tuttavia, un giorno il principe non andò più a trovare il buon Doriano e lui, sconvolto dalla solitudine, pianse senza smettere mai: piangeva quando si svegliava, piangeva quando usciva con le greggi e piangeva quando tornava. I suoi genitori, che non sapevano nulla del principe, lo guardavano con il cuore in frantumi e anche il resto del mondo sembrava che lo compatisse, con una sfumatura di grigia tristezza che lo avvolse nel silenzio. Fu solo quando un’aquila lo raggiunse presso le rigogliose alture dove il buon Doriano stava con il suo gregge che egli poté riacquisire il suo sorriso e così sollevato proruppe in una risata più simile al suono di una cascata cristallina che ad una risata prodotta da un uomo. L’aquila all’orecchio gli aveva sussurrato:
Su non piangere mio buon Doriano,
il principe non ti ha dimenticato
ma il re lo costringe a palazzo per vederlo presto sposato.
Vai a corte, mio buon Doriano,
e in nome del vostro amore reclama la sua mano.
Il buon Doriano rincuorato da tali parole aspettò che venne sera per riportare a casa al sicuro le sue pecorelle e poi, avvisati i genitori, partì per la grande corte del suo principe. Lungo di notte fu il viaggio e stanche le sue membra divennero quando perfino la luna andò a dormire, così, il buon Doriano trovò una piccola casupola abbandonata e ivi si abbandonò al più profondo dei sonni. Ma mentre era addormentato una compagnia di loschi figuri comparve proprio in quella casetta e vedendo un povero pastore addormentato ne ebbero compassione e lo lasciarono in pace partendosene nella notte. Ma mentre era addormentato una dama dalle vesti canute e un velo celeste sul capo entrò in quella casetta e vedendo un così caro ragazzo esausto nel cuore e nella mente, ne ebbe compassione e gli infilò all’anulare un anello d’oro che avrebbe esaudito un suo desiderio e se ne andò. Ma mentre era addormentato un lupo dalle possenti zampe e dalle larghe fauci entrò in quella casetta e vedendo un ragazzo tanto buono e sereno, si addormentò rannicchiato ai suoi piedi.
Il giorno dopo, il buon Doriano aprì gli occhi e notò come prima cosa la belva feroce che dormiva ai suoi piedi. Senza scadere nel terrore, riuscendo a scorgere l’opera del santo Padre perfino in quelle enormi fauci sporche di sangue, lentamente aprì il fagottino che si portava dietro e donò alla creatura l’unico pasto che i suoi poveri genitori avevano potuto offrirgli per il viaggio. La fiera feroce mangiò tutto con grande soddisfazione e poi si lasciò pure accarezzare, per poi sparire nel bosco. Il buon Doriano rimasto solo riprese il cammino e finalmente entro sera arrivò alla corte del suo amato principe il quale, finalmente ritrovato il suo amore, non poté contenere di fronte al re suo padre e a tutti i cortigiani la contentezza di rivederlo e di amarlo. Il re, davanti a tale visione si arrabbiò moltissimo e minacciò il buon Doriano di impiccarlo per l’oltraggio ricevuto e, quando in risposta il pastorello gli disse che voleva sposare il figlio e che il figlio voleva sposare lui, le minacce si fecero quasi concrete; fu solo la compassione per un animo tanto gentile e una presenza così virtuosa che gli fece cambiare idea. Quindi, lo mandò a dormire nelle gattabuie, dove però il principe non gli fece mancare il pasto e un pagliericcio per dormire meglio dopo il lungo viaggio. Il mattino seguente, il re convocò i due amanti e fece un proclama: avrebbe concesso di sposare il figlio, ritroso di natura al matrimonio, a chiunque che fosse uomo o donna gli avesse portato il seme dell’albero della vita; sennò il principe sarebbe diventato re celibe per la vita.
Il buon Doriano, per niente scoraggiato da tali parole, partì subito alla ricerca del seme dell’albero della vita, anche se il suo principe lo supplicò in ginocchio di non cercare un oggetto che probabilmente nemmeno esisteva. Ma il pastorello partì.
Camminò per numerosi mesi, dai ghiacci delle foreste innevate fino ai miraggi delle dune del deserto, si fece marinaio per cercare nell’oceano e scavò nelle miniere delle montagne che tanto aveva amato sperando di trovare una grotta nascosta. Ma fu tutto invano, anche se il mondo cercava di aiutarlo fornendogli cibo e conforto, nessuno poteva indicargli la posizione di quell’albero tanto misterioso. Così, il buon Doriano dovette tornare a palazzo e dare la triste notizia al suo principe. Il principe sconsolato gli propose di restare alla corte come amico e consigliere ma il buon pastorello gli rispose che lui teneva una famiglia che amava un gregge da accudire e che era quello il suo posto. Si abbracciarono e il buon Doriano si apprestò a lasciare la corte, a tornare a casa.
Tuttavia, proprio quando stava per lasciare le ultime gradinate per uscire dal palazzo, una fiera feroce e veloce lo raggiunse tra le urla e i gemiti delle persone presenti: se il buon Doriano riusciva a vedere in chiunque la maestosità del Padre, gli altri notavano solo un animale feroce, una bestia, che era riuscita a penetrare nella corte per le sue malefatte! Ma il pastorello riconobbe nella bestia il lupo che aveva accudito, patendo la fame per lui, e senza timore si chinò accarezzarlo. Il lupo, allora spalancò le sue fauci e gli pose sulla mano un piccolo seme che fino a quel momento aveva tenuto al sicuro sulla propria lunga lingua e disse:
Mio buon Doriano, mio buon amico,
dopo che tu mi salvasti io sono scappato
ma quando tu partisti per la tua ricerca un messaggio mi è giunto.
Subito corsi dove l’uomo non può arrivare,
Ho trovato il seme dell’albero della vita. Eccolo qui, mio buon Doriano,
fanne buon uso ora che lo tieni in mano.
E così, con i primi fiocchi di neve che scendevano dal cielo, il buon Doriano consegnò il seme dell’albero della vita al re che con fastidio e sdegno si ritrasse al tocco; ma acconsentì alle nozze. Così, il giorno di Natale meravigliose nozze si celebrarono in quella corte e se la felicità dei due e della famiglia di pastori riempiva il mondo intero fino ad arrivare al buon Dio, il cuore del re era ancora freddo. Fu solo quando il buon Doriano desiderò che anche il re trovasse la felicità per sé e il figlio che la gioia proruppe in quel vecchio arido cuore! Così, tutti insieme vissero felici e contenti, sotto alle mirabili fronde dell’albero della vita che con il passare degli anni divenne una delle meraviglie concesse all’uomo grazie all’amore di un povero pastorello.
Fine.

Molto bello il racconto. Un plauso sincero. Ieri ho scoperto di questa bella iniziativa nel blog di Sara Tricoli. Bel modo di arrivare al Natale. Complimenti a voi che portate avanti questa iniziativa e ai promotori.
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grazie ❤
ero insicuro per la foto: non volendo caricare una nuova foto la scelta ricadeva tra neve o albero della vita
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A me è piaciuta anche la foto. Si collega bene al racconto, almeno per me. La trovo piu’ coerente.
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perfetto^^
si ho pensato la stessa cosa anche io, sinceramente stavo cercando tra i miei media più un albero che la neve 😛
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Grazie, sono felice di sapere che l’idea ti è piaciuta. 💙
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Certo. Lo scorso anno, causa reclusione in casa da pandemia, ebbi l’opportunità di leggere post legati ad iniziative simili e vidi che ce ne furono diverse qui su WP. Questo anno sentivo un po’ la mancanza. Brava sia te, sia i partecipanti.
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Davvero? 😲 E io che pensavo di aver avuto un colpo di genio! 😂
Scherzi a parte, grazie davvero per i complimenti e seguirci, spero non ti deluderemo. 😊
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mi fa molto piacere 🥰😘
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Grazie, iniziavo a preoccuparmi… ♥
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ma io pubblico sempre alle 12
purtroppo chi lo segue dopo 3 anni non lo ha ancora capito 🤣
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hahahah è colpa mia che leggo sempre tutto insieme quando ho tempo e non guardo l’orario, perdonami! x°D
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ti perdono
piaciuto il racconto? 🙂
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Io l’avevo letto in anteprima e non l’ho riletto, e già l’avevo trovato caruccissimo al tempo. O nel mentre mi hai aggiunto sederini e cosine strane? <.<
Scherzi a parte, ora sono di fretta perché sto cucinando, me lo leggerò con calma più tanti. ^_^
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buon pranzo allora ^^
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Grazie ^_^
Anche a te.
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Che bello mi è piaciuto ribloggo dopo pranzo
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grazie ^^
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Una fiaba di quelle che piacciono a me: a lieto fine.
Mai arrendersi, mai scoraggiarsi.
Ci ho trovato la fierezza dell’aquila, il coraggio del lupo, e anche la delicatezza della Colomba.
GRAZIE!
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grazie^^
adoro ” la delicatezza della Colomba”, rispecchia perfettamente il mio nick 💙
sono stato molto influenzato dai fratelli Grimm (che ho letto negli ultimi mesi) e li ho usati anche per una fiaba horror a fine tragica 🙂
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Ah interessante questa tua ispirazione!
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mi ha aiutato molto ad ampliare il mio stile^^
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Molto bella la tua favola, moderna ma con il sapore delle favole classiche.
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grazie mille^^
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Bello stile da fiaba, bravo! Ora reblogghiamo…😉
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grazie^^
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Bellissimo racconto! Mi è piaciuto tantissimo! Faccio il reblog da me! 😊
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grazie^^
dopo passo 🙂
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Molto carina questa fiaba. Bell’idea 😊
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ciao^^
grazie, contento ti sia piaciuta 🙂
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Che storia carina! *.*
Si vede che la lettura del libro dei Grimm è stata messa a frutto!
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sì mi sono piaciute molto^^
ho scritto per un contest anche un fiaba horror, se vuoi te la linkerò
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Certo, la leggo volentieri!
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Sorprendente!! L’ho detto che dovresti scrivere più spesso.
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È che scrivo cose horror raramente pubblico su questo blog
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L’ha ripubblicato su Centoquarantaduee ha commentato:
La seconda finestrella del Calendario dell’Avvento di Shioren è una bellissima favola di Austin Dove. Vi rimando direttamente al suo blog.
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Merci^^
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Che racconto incredibile!
Tanta fantasia, amore, dolcezza e verità umana.
Mi piace questo mix di figure tanto diverse una dall’altra ma che alla fine si uniscono per un solo scopo: l’Amore. In tutte le sue forme.
Perchè credo sempre che non può essere che l’Amore a cambiare il mondo.
Grazie.
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Che bel commento grazie a te 💙
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Complimenti, davvero una bella fiaba vecchio stile ma con un tocco moderno e personale. Ho particolarmente apprezzato la presenza simbolica degli animali. Bravo!
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Grazie ^^
In questo periodo ho letto le fiabe popolari raccolte dai fratelli Grimm e ho pensato che la loro struttura fosse perfetta per un racconto natalizio 🙂
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L’ha ripubblicato su Lividi e Musicae ha commentato:
Per la sua seconda giornata, The Xmas Carols ci propone questa volta un racconto scritto da Austin Dove, autore del blog Il Blog di Tony.
Una storia semplice ed efficace, una fiaba vecchio stile ma che rivela al suo interno una sensibilità tutta contemporanea che attinge sia dalla religione che dalle ambientazioni e i simbolismi classici.
Buona lettura!
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Stupendo 😍 Una bella storia che rievoca le belle fiabe di una volta, ma con un tocco di particolarità. Complimenti ^_^
Ho iniziato a seguirti e ora ti riblocco
a presto 👋
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Grazie mille ^^
Questa collaborazione sta portando alla scoperta di tanti nuovi blog
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Sì infatti ^_^ Io prima ero molto più assidua frequentatrice, ma da maggio ho intrapreso un nuovo, molto coinvolgente, lavoro che mi lascia pochissimo tempo… Però piano piano sono sicura che riuscirò a riorganizzarmi ed essere più presente. Per il momento grazie alla cara amica Anna, eccomi di nuovo in pista 😅
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Partecipi anche tu? 🙂
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Sì, il 18, tocca a me ^_^
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Ah ben^^
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L’ha ripubblicato su PENSIERIALLAFINESTRAe ha commentato:
Seconda puntata con questa fantastica iniziativa.. racconto bellissimo, ve lo condivido 🌹
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Una bella fiaba dal gusto classico che rielabora tutti i vecchi elementi della tradizione! Particolare anche il nome di Doriano 🙂
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Ciao^^
Sono fresco delle fiabe dei Grimm 🙂
Quindi mi fa piacere che la rielaborazione è riuscita
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L’ha ripubblicato su Alice Jane Raynore ha commentato:
Ed ecco il secondo appuntamento del calendario dell’avvento organizzata da Shioren! Buona lettura ☺️
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Sicuramente natalizia. Bravo.
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Grazie ^^
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L’ha ripubblicato su Inchiostronoir.
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Concordo in pieno con la mia amica Raffa! 🙂
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💙 grazie
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Grazie a te per la risposta, e buon fine settimana! 🙂
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Grazie, altrettanto!%^
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Ciao!
Bel racconto nel più puro stile dei Grimm, ma c’era un qualcosa che mi ha rammentato Andersen: era voluto?
Bella idea di vedere un re che non si fa tanto problemi con un figlio omossessuale!
L’ho condiviso sul mio blog
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Ciao ^^
In verità Andersen non era per niente voluto:non lo ho mai letto e l’unico approccio diretto è stato il cartone Disney 😝
Sono contento di avere rispettato i canoni della fiaba, grazie ^^
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Prego! Lo sai “Frozen” non c’entra quasi niente con la vera fiaba di Andersen!
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Io pensavo alla sirenetta, anche quella addolcita^^
Da piccolo devo aver letto una riduzione ma mi ricordo fossero eterne
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Complimenti per il racconto, 👏👏👏. È davvero molto molto bello, 👍👍.
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grazie^^
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☺️🤗
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Proprio un bel racconto di Natale!
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Grazie ^^
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Bello!!
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Grazie^^
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