Caro Alexander,
ti scrivo sempre da Venezia, con la mia bellissima penna di pavone intinta nel rosso inchiostro del calamaio. Io e Virginia stiamo bene, volevo informarti di ciò subito. So quanto foste in pensiero per noi, ma siamo sopravvissuti. Non sai quanto io fossi spaventato dalla sua minaccia! Ha passato la vita a rintracciarmi, ossessionato a cacciarmi. Sapevo avrebbe ucciso senza rimorsi Virginia, la mia amata Virginia, e avevo timori che mio padre avrebbe ucciso anche me! Me, suo figlio! Mi aveva lasciato morire quella sera d’inverno e mi avrebbe ucciso ora. Che uomo bestiale. Ma se anche mi avesse risparmiato, se mi avesse costretto in catene con una museruola al viso, che vita sarebbe stata senza Virginia? Lei mi ha concesso di vivere quando io stesso avevo rigettato la vita! Ti ho già raccontato come ci siamo incontrati? In pratica, avevo litigato con mio padre e avendo fallito gli studi, solo come un cane, ero scappato nei boschi ubriacandomi con una bottiglia di vino rosso corretto al cianuro. È stato allora che la vidi: leggiadra figura eterea ergersi dalle ombre del bosco avvicinandosi a me, con i suoi stupendi occhi verdi che si posavano su di me; ormai non potevo nemmeno più parlare: mancava poco; ma lei si chinò su di me, mi baciò sulle labbra e sentendo la mia morte me le morse, andandosene nella notte. La ritrovai il giorno dopo seduta su una panchina al limitare della foresta, mi sorrise sotto a quel suo ombrellino che usa per riparare la pelle immacolata dai raggi solari e mi fece segno di sedermi con lei. Da quel giorno non ci siamo più separati per grandi intervalli di tempo. La sola idea di perderla mi è estranea, inconcepibile, mi sembra più che realtà l’irrealizzabile realizzazione di un destino crudele, non potrei mai sopravviverle. Lei non ha mai fatto nulla, lei è la mia dea, la mia Venere. Per lei uccido, per lei svuoto i contenitori di carne per raccogliere il sangue e porgerglielo: quel piccolo bicchiere di vita da sorseggiare in ringraziamento della vita meravigliosa che mi ha concesso! E non devo nemmeno cacciare: è lei che passeggiando per le vie o i sentieri, imbattendosi in sconosciuti viaggiatori, si fa seguire fino alla nostra casa. Prima Lussemburgo, la mia prima casa, poi Parigi, Amsterdam, Roma, Torino, infine la nostra villetta ottocentesca nascosta tra le calli di Venezia. Adoro Venezia, anche a lei piace. È sempre ricolma di gente, di vita, soprattutto a Carnevale, quando ci travestiamo e ci facciamo fotografare dai turisti; è buffo, alcuni di quei turisti diventano parte della nostra salute, della nostra vita, del nostro essere. Ogni tanto passeggiamo di notte, o prima dell’alba, quando la nebbia ovatta la vista e sembra che Venezia sia vuota se non per noi. Ogni tanto, poi, le compro anche dei vestiti a Burano, lei adora il pizzo, il tessuto lavorato, adora vestire di bianco, un colore così candido e innocente in confronto alla malizia dei suoi lunghi riccioli ramati. Occhi verdi, riccioli ramati, pelle bianca. Alexander, non potrei mai separarmi da lei, morirei se le succedesse qualcosa! E allora pensa la mia paura quando scoprii che Esteban era stato decapitato fuori dalla discoteca dove andava! E tre mesi dopo anche Lilliana a Brasilia! Tu stesso gli sei sfuggito per caso! Il cuore mi si riempì di puro terrore quando Viriginia mi avvisò che aveva percepito la sua presenza a Venezia: era venuto per noi, alla fine ci aveva trovato! Io volevo chiudermi in casa fino alla sua partenza, ma la mia dolce Virginia aveva detto di non preoccuparmi: ci avrebbe pensato lei, sai, ha un’esperienza millenaria a differenza di noi due. E così ha fatto. Come al solito, è uscita a fare una passeggiata e guardare le vetrine. Io l’ho aspettata dentro, avevo del lavoro da fare, anche per non pensare più del dovuto e rovinarmi i denti a furia di digrignarli. Così, mentre lei era fuori letteralmente a rischiare il collo, io mi stavo spogliando, preparandomi a dissanguare i corpi e poi a tagliarli a pezzi, per i cani. Mi ricordo che stavo appendendo al gancio una donna molto, molto grassa, quando sentii Virginia rientrare, stava canticchiando. Mi si avvicinò e mi disse: «Tesoro, abbiamo ospiti, preparati». Io mi sentii morire! Gli ospiti, o per meglio dire, l’ospite era entrato in casa, era mio padre! Ancora seminudo e ricoperto di sangue e lordure varie, presi il coltello più grande e corsi dietro alla porta della nostra camera da letto: per attaccarlo appena fosse entrato. Perché lei fa così, è un pochino vanitosa: si denuda e lascia che sia la sua inarrivabile bellezza a rendere impotenti di reazione le prede! E funziona anche con lui! Non posso descriverti la contentezza quando lo uccisi! L’ho ucciso, dopo tanti anni di terrore e fughe! Finalmente siamo liberi! Ma non possiamo più stare a Venezia. Ci ospitereste nella vostra tenuta in Russia?
Con affetto, Bernhard.

PS: il soggetto è rielaborato da un racconto scritto in precedenza. Ciao!
Complimenti!
Sanguigno ….
Non stancarti mai di scrivere racconti.
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Ciao e grazie ^^
Ora ho altri WIP ma non credo diverrò mai uno scrittore
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Che bello mi è piaciuto
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Grazie, sono contento ^^
Se vuoi apri il link a fine post w trovi il racconto originale sempre mio
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D’accordo
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Wow, complimenti! Sbaglio o continui a migliorare?
Stai andando alla grande! 💙
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Grazie 💙
Beh spero che tutti questi corsi diano i loro frutti eh! Almeno con nuovi stimoli ^^
Se apriil link trovi anche ul racconto originale sempre mio 🙂
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Grazie, appena posso ci darò un’occhiata. 😊
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💙💙
Quest’anno farai altre iniziative stile xmas carols?
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Non saprei, sinceramente mi ha portato tante rogne il Xmas carols, per cui ci devo pensare bene.
Ti stai già prenotando? 😂
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Beh mi ha portato a uno dei racconti più letti sul blog e molta visibilità. Ed era anche fonte di ispirazione sia pel mio racconto sia leggendo gli altri
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Anche oggi mi è uscito in ritardo il tuo pezzo.. Bel racconto, con una bella definizione dei personaggi. Ora leggo anche l’altro, se non l’ho già letto.
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Grazie mille!
Beh io invece col tempo che ho fatto la rollata mattutina e chi s’è visto s’è visto 😬
Al massimo se un blog nn lo noto da tempo ci vado manualmente
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Ricorda un po’ “Intervista col vampiro”, complimenti! 😉
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Grazie 💙
In verità quel film l’ho visto una volta sola qualche anno fa, nn me lo ricordo 🤣
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Bravo, gotico e sanguigno il giusto. E poi Venezia, dai tempi di Klaus Kinksi, coi vampiri ci sta sempre bene!
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Grazieee
Ma sai che l’artista (?) che citi credo di non conoscerlo? 😜
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Non ci credo manco se lo giuri
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Giuro che lo recupero
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Attore feticcio di Herzog (“Fitzcarraldo” “Aguirre” e “Nosferatu” sono imperdibili) ha pure fatto parecchi western, squilibrato mentale, personalità eccentrica…e chi ne ha ne metta… 😁 Ma sono sicuro che se vedi il volto sai benissimo chi è
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È un attore ok
Nosferatu lo ho visto, l’ho pure portato sul blog allora 😜
Sorry coi nomi faccio sempre schifo
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In Russia li vedo bene
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Già, chissà che tra le prede nn scelgano il presidente
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Ho letto sia questo che il racconto di partenza che hai rielaborato. Molto bello, bravo. È scritto bene ed è interessante nelle sue tinte molto forti.
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Grazie 💙
Ho scritto la costola per ilun corso di scrittura a cui ho partecipato, dovevamo scrivere un racconto di una facciata ^^
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Carino, mi piace il cambio di prospettiva quando si capisce che colui che scrive è un vampiro e quindi è lui il mostro (pur se capace di amare), e non chi vuole farlo fuori! :–)
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Beh, per me è lui la preda ed il vero mostro per me non sarà mai lui
se vuoi leggi anche l’originale a cui mi sono ispirato^^
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