VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Drive

Per chi mi legge da diverso tempo ormai è ormai nota la mia bassa tolleranza verso il cinema puramente d’azione, per cui potete immaginare la mia gioia quando ho notato prima il titolo nella lista dei film da recuperare e poi anche su Netflix. Mi sono detto: vabbeh, guardiamolo e vediamo cosa ne esce fuori.

Drive è un film del 2011 diretto da Nicolas Winding Refn e con protagonista Ryan Gosling, basato sul romanzo di James Sallis.

Sarò sincero, questo non è un film d’azione ma un thriller. Certo, ce ne sono molti di film con un protagonista bello e dannato, apatico ma con grandi sorprese. Tuttavia, questo film ha un ritmo molto interessante con una messa in scena che cattura lo sguardo.


A proposito di sguardi: Drive potrebbe benissimo essere un film muto, tutto si gioca sulle interiezioni visive dei personaggi e sulla guida del protagonista. Sono pochi i dialoghi veramente incisivi, sono più frequenti le scene dove sono i corpi a dialogare e le parole sono puramente di contorno.
E la macchina è il luogo dove il protagonista esprime al meglio le proprie emozioni, dove si sfoga e anche dove avviene la morte: la rapina mentre la vittima si dirigeva alla macchina, l’ascensore verso il parcheggio interno, la macchina stessa usata come arma o un accoltellamento reciproco vicino alla stessa. Ma poi sono lunghe le sequenze in cui lui guida, osserva la strada, ne è padrone.

La sceneggiatura, scritta da Hossein Amini, è molto intelligente nel descrivere i personaggi. Alla fine del protagonista conosciamo solo quello che vediamo; per esempio, solo alla fine si capisce perché indossa quel giubbotto con lo scorpione e del suo significato. E che è molto psicopatico.
Poi la prima scena descrive perfettamente il protagonista: sappiamo che è un ottimo guidatore, sentiamo che ha un tono senza emozioni, vediamo che studia le mappe della città e che come lavoro fa l’autista per criminali.

In pratica per tutto il film l’arco del personaggio riguarda proprio il suo percorso emotivo. Un bel film, alla fine. Montaggio assurdo.

Pubblicato da

Austin Dove

Mi chiamo Antonio, sono un appassionato di cinema. Pur avendo studiato materie legate all'ambiente, la mia passione è l'arte e quindi qui provo a condividere ciò che apprezzo e le mie riflessioni! Ciao!^^

18 pensieri su “VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Drive”

  1. La prima volta che ho visto questo film mi è anche piaciuto, in fondo Ryan Reynolds è nato per fissare il vuoto e stare in silenzio 😀
    Poi però ho rivisto “Driver – L’imprendibile” e ho seriamente squalificato questo suo erede moderno: preferisco l’eroe silenzioso di Walter Hill, per resa scenica e potenza visiva 😉

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      1. La vedo più come una reinterpretazione: ha usato gli stessi strumenti di Hill (protagonista semi-muto, identificato esclusivamente mediante la propria attività, storia raccontata per immagini, con protagoniste assolute le auto) per raccontare una storia diversa ma alla fin fine simile, visto che comunque ciò che conta è mostrare un protagonista negativo (visto che ruba) ma che alla fin fine è il più buono di tutti.
        Se “John Wick” ha sdoganato il Gun Fu al grande pubblico, “Driver” ha creato il Car Fu, visto che tutte le scene d’azione di Hill vedono macchine che si affrontano 😛
        Refn ha una geniale visione di cinema, per me sa costruire inquadrature e scene di raro splendore, ma la mia sensazione è che crede sia tutto lì il cinema, scene belle. Per questo io lo chiamo “creatore di screensaver” 😀

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