Il pranzo della domenica: una brutta commedia italiana

Buonasera! Oggi torno a parlare di cinema italiano con un fuoriprogramma, che mi sono convinto a scrivere perché c’è un tarlo che mi perseguita da ieri sera: ma quanto è problematica la commedia Il pranzo della domenica?

Forse questo è più piacevole

Il film in questione è di vent’anni fa precisi (2003) ed è diretto da Carlo Vanzina, il padre dei Cinepanettoni. L’ho visto su Raiplay, per cui devono averlo trasmesso in televisione di recente.
A me il regista nemmeno dispiace, di suo ho visto qualche commedia e i primi cinepanettoni erano pure bellini (Vacanze di Natale 2000 grande classico nella mia famiglia) ma questa storia presenta problematiche importanti. Si potrebbe contestualizzare Il pranzo della domenica parlando di come il cinema italiano sia sempre stato estremamente conservatore su più livelli, che è un film relativamente vecchio e che il regista non voleva senz’altro dirigere un film impegnato. Ma no, voglio discuterne.

Problema n.1:
Sembra un film per la televisione, mentre in realtà è stato distribuito dalla 01 Distribution. La qualità della resa visiva è veramente bassa e il budget per me è andato tutto sugli attori, che sono di primo piano nella commedia italiana (Giovanna Ralli, Elena Sofia Ricci e Rocco Papaleo solo per citare qualche nome). E anche la regia è brutta, con alcuni stacchi che non hanno proprio senso di esistere.

Problema n2:
Elena Sofia Ricci, una delle protagoniste, interpreta la moglie di uno di sinistra mostrato come un idealista che si fa licenziare per i suoi valori (già qua, film di destra a km di distanza). Lei è la tipica casalinga: quattro figli, poco tempo libero, alcolismo e disperazione per i debiti che accumula con il marito. Grande crisi di coppia, lei sparisce prendendosi una vacanza a casa di un’amica in montagna; e qui avviene la catastrofe: il marito è costretto a fare quello che fa lei (mentre è pure disoccupato) ed è mostrato come il martire. La morale è che lei lo deve supportare in ogni caso e supportarne la carriera.

Problema n3:
Massimo Ghini, in teoria personaggio secondario ma nei fatti coprotagonista, interpreta il marito fedifrago e cognato della Ricci. Diciamo che se fosse una donna il film lo avrebbe additato come troia, per cui vi faccio capire quante volte tradisce. In pratica la moglie lo coglie sul fatto e lo caccia di casa. Anche qui, la morale del film è che la moglie lo deve perdonare per non sfasciare la famiglia, mandando a monte una possibile nuova relazione mooolto meno tossica. Perfino la madre di lei parteggia per il genero fedifrago.

Problema n4:
Il personaggio della madre di famiglia, della nonna, è interpretato da Giovanna Ralli. Mamma mia, è una delle cose più fastidiose del film. Veramente. Non so se fosse voluto, in ogni caso il risultato è evitabile.

Problema n5:
Come al solito, donne fighe e uomini con la panza. Tette al vento e uomini col cappotto nella stessa inquadratura. Mercificazione del corpo femminile, nudi evitabilissimi.

Problema n6:
Recitazione pessima, si salvano solo i 3 attori importanti: la dea Elena Sofia Ricci, Rocco Papaleo, Massimo Ghini e se vogliamo pure Maurizio Mattioli (l’unico personaggio positivo).

E nulla, una delle poche volte in cui scelgo un film e non lo metto tra le nomination della Top5 del mese. E dire che spesso ci metto pure i guilty-pleasure! E voi? Avete visto Il pranzo della domenica?

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Pubblicato da

Austin Dove

Mi chiamo Antonio, sono un appassionato di cinema. Pur avendo studiato materie legate all'ambiente, la mia passione è l'arte e quindi qui provo a condividere ciò che apprezzo e le mie riflessioni! Ciao!^^

33 pensieri su “Il pranzo della domenica: una brutta commedia italiana”

  1. Mai visto Il pranzo della domenica, ma da come lo descrivi, lo guarderei solo se l’alternativa fosse vivere, in prima persona, quell’immagine agghiacciante che hai messo 😅
    Oppure farei finta di guardarlo e cazzeggerei col furbofono.
    Per essere del 2003, lo avrei immaginato più del 1960, viste le tematiche.

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  2. I Vanzina in generale non mi sono mai piaciuti, ma almeno in passato un minimo si impegnavano per portare qualcosa di abbastanza interessante su schermo. Per dire, provarono perfino a imbarcare la strada del genere thriller a un certo punto (di loro ricordo Sotto il vestito niente), anche se con risultati altalenanti.

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  3. Non conoscevo il film e se non avessi letto il nome del regista probabilmente me lo sarei visto perché dal titolo mi dava un che di “Parenti Serpenti”. Ma vedo che non c’entra un accidente.

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  4. Eh i Vanzina secondo me sapevano fare solo la comicità volgare e ora che i tempi sono cambiati giustamente si dovrebbero ritirare in pensione e smettere di fare film ridicoli (non hai visto Caccia al Tesoro dove il camorrista diventava buono alla fine del film e salvava la situazione)

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