BATMAN: IL MONDO

Buongiorno a tutti, oggi torno a parlare di fumetti con la mia ultima lettura, Batman: il Mondo! Questo è un albo molto speciale perché, pubblicato nel 2021, esso festeggia il secondo Batman Day con il Pipistrello sotto al marchio Panini! In esso sono contenute 14 storie ognuna da un diverso Stato nel mondo che offrono al lettore una variegata rilettura del personaggio e del suo universo narrativo.

Città globale (Stati uniti d’America). Splendida storia introduttiva con disegni favolosi che riflette sulle avventure di Batman a Gotham. E piccola chicca: la Poison Ivy presentata nel racconto è disegnata identica a come me la sono immaginata nella mia fanfiction!!!! Sono rimasto supereccitatissimo per 20 minuti, ho mandato la foto della vignetta a tutti quelli che avevano letto il racconto!

Parigi (Francia). Storiella per San Valentino, e già questo è un grosso spoiler. Certo, questi disegni dai tratti così duri e semplici sono un pugno dopo quelli della prima storia, ma almeno qui la trama c’è anche se stupidella. Nota positiva: è la prima volta che vedo Batman interagire con qualche eroe fuori di Gotham che non sia Superman.

Chiuso per ferie (Spagna). Prima storia d’autore della raccolta, è molto interessante: Bruce Wayne va in vacanza in Spagna per rilassarsi. Ingrassa, esce a pub, scopa, si gode la vita. Ma quanto durerà la sua astinenza dal mantello, soprattutto quando sappiamo che Alfred è convinto che Padron Bruce se lo sia portato in valigia?

Ianus (Italia). Triste da dire, ma la storia nostrana è quella che mi è piaciuta di meno; facendola breve e senza spoiler, non ci ho capito un cazzo, inutilmente complessa e complicata per le poche pagine a disposizione. Tuttavia da evidenziare per chi li ama i disegni di Nicola Mari, storico disegnatore di Dylan Dog (mai apprezzato i numeri disegnati da lui, preferisco figure più sfumate).

Un futuro migliore (Germania). Questa storia, con protagonisti Batman e Joker, riflette su un interrogativo molto interessante: che cosa rende il Joker tale? E’ un male innato o possono essere le circostanze a spingere una persona in questa direzione? Una storia con bei disegni per una discesa nella follia in nome di un bene superiore.

Messa rossa (Repubblica Ceca). Chiaramente tra i più sci-fi della raccolta, chiaramente racconto politico ambientato durante la Guerra Fredda. Carina l’idea.

Il mio Bat-Man (Russia). Si parla sempre di Batman, ma si pensa come lo recepiscano i suoi protetti? E i fan del resto del mondo? Ci credono o credono sia finzione? Qui un russo fin da piccolo cresce con il suo mito e da anziano finalmente lo incontra (un Batman prossimo alla pensione presumo); niente trama rilevante ma molto dolce.

La culla (Turchia). Finalmente il primo Bruce Wayne giovane e fascinoso, con bei disegni delicati e una storia che promette da come finisce un bellissimo sequel; nota positiva: già così la storia è autoconclusiva, chissà se il sequel è uscito in Turchia o in America!

Difendere la città (Polonia). Bei disegni con le ombre trattate con linee di penna, qui è uno scontro di ideologia; e gli orrori di Gotham sono messi a nudo. Molto interessante da leggere.

Funerale (Messico). Con questa iniziano le storie che si ispirano alle proprie tradizioni nazionali, creando narrazioni capaci di portarci veramente negli Nazioni non solo per i disegni ma pure per i temi. Questa qui di questo filone è la peggiore, solo la cover è bella.

Dove sono gli eroi? (Brasile). Questo è un bellissimo biglietto da visita per il Brasile: ci sono le bellezze paesaggistiche e le problematiche politiche, una riflessione da parte di qualcuno che ama la sua gente e che vorrebbe spingere il lettore e i suoi concittadini a fare qualcosa, perché chiunque è un eroe.

Muninn (Corea del Sud). Tecnologie avanzatissime, storie di vendetta e un pericoloso criminale da catturare; e poi vendetta e plot points! Una storia molto bella penalizzata tantissimo dal poco spazio a disposizione; Bat-tuta figherrima e combattimenti molto belli.

Batman e Panda Girl (Cina). Queste vignette hanno colori stupendi, adoro le sfumature che sono riusciti a creare! La trama e i disegni carini, ma qui il piatto forte sono i colori. Stupendi.

Batman senza limiti (Giappone). Batman giapponese, nel passato, inizio carriera. Già qua ha vinto tutto. Storia d’autore con una Bat-tuta SPETTACOLARE che riutilizza l’immaginario giapponese per darci un Batman potente e spettacolare, narrato come eroe dai giornali locali che ne dipingono le gesta, una guerra ideologica tra l’esercito che vuole arrestare qualunque giornalaio ne parli e un artista che va perfino contro la volontà del suo eroe per celebrarlo. Incredibile!

E siamo arrivati alla fine, queste sono le 14 storie contenute nell’albo a fumetti di Batman. Quando parlavo di storie d’autore usavo il termine come al cinema: sono storie scritte, disegnate e colorate da un solo artista, che creava pure la cover.

La particolarità di questo albo è che non solo ogni storia è proveniente da una differente Nazione ma pure gli artisti!

E voi, lo avete mai letto? E fate gli auguri ad Anne Hathaway, che compie gli anni. Ciao!

Batman Returns: i freak invadono Gotham + Buon compleanno Tim Burton!

Il 25 Agosto 1958 nasceva Tim Burton, uno dei più grandi artisti eclettici e sognatori del cinema.
Batman Returns uscì nei cinema nel 1992, quest’anno festeggia il trentesimo anniversario.


Buongiorno! Oggi torno con uno speciale burtoniano per due grandi anniversari molto importanti!
Sono molto felice di parlare di questa perla dei cinefumetti, anche se devo ammettere che da piccolo non capivo cosa ci fosse di tanto straordinario in essa: pochi combattimenti stratosferici ma più risse da strada, tanta politica e una riflessione sull’eroe e i freak. Sono felice di apprezzarlo ora.

Trama:
Batman riemerge dalle tenebre e dal mistero della notte per un’altra avventura a Gotham City. Questa volta deve combattere il malvagio, folle e pericolosissimo Pinguino oltre a doversi occupare anche di una seconda minaccia: la subdola e seducente Catwoman.

Temi:
– decostruzione dell’eroe
– solitudine
– dualità
– maschere pirandelliane

Introduzione:

Batman Returns è un film molto intenso che in due ore racconta della lotta politica dell’alta borghesia di Gotham che è costretta a vedersi rinfacciata ogni sua ipocrisia: uomini emergono da metaforiche fogne, donne rivendicano la loro libertà fin troppo a lungo repressa, politici corrodono le risorse in nome della propria autorità e forse una figura archetipica e fissa come Batman non è più adatta ai tempi!

Tim Burton riesce a costruire una fiaba dove sono i freak a regnare e dove, ancora una volta, il Cavaliere Oscuro risulta il personaggio meno intenso della partita. A regnare nell’immaginario di questa fiaba dai toni scuri sono due personaggi: il viscido Pinguino e l’ambigua Catwoman.

Catwoman:

Catwoman per Burton era sempre stata fonte di attrattiva, assieme al Joker. Vederla poi interpretata da Michelle Pfeiffer è stata la perla al lavoro: lei è perfetta per il ruolo. L’attrice si era allenata nell’uso della frusta per poter recitare tutte le scene con essa, e le sue incredibili espressioni che fa quando per esempio viene rianimata dai gatti sono genuine!

Personalmente trovo che le si addica molto il trucco burtoniano e insieme i due hanno creato una delle antieroine più iconiche della storia, non mi sorprende che poi si siano rincontrati per Dark Shadows. Una donna affascinante e carismatica, dotata di un talento genuino in grado di portare sullo schermo un personaggio afflitto dalla dualità tra la ricerca dell’amore e della vendetta, tra la remissiva e affettuosa Selina e la graffiante e selvaggia Gatta Ladra.

Da notare come Selina Kyle nelle prime scene sia vestita come la tipica cessa: occhiali, capelli raccolti, vestito coprente e dal colore smorto; e sia caratterizzata dalla tristezza grazie a un carattere remissivo e un appartamento femminile ma volutamente desolante. Con la trasformazione invece scopre il trucco, distrugge quella che era la sua tana sicura per approcciarsi al mondo e indossa un costume chiaramente sadomaso.

Due sono le citazioni da ricordare del personaggio:
“I don’t know about you, Miss Kitty, but I feel much yummier!”
“Always waiting for some Batman to save you!”

Il Pinguino:

Il Pinguino, invece, non esercitava molta attrattiva su Tim Burton e quindi, per renderlo più tragico e interessante, ha preso a piene mani dalla storia di Killer Croc aggiungendo il tema del circo per maggiore varietà.
Per Tim Burton i veri villain hanno sempre una tragedia alle spalle: infatti nel prologo ci viene presentato Oswald Coblepot non come un bel bambino ma come una bestia feroce e orrorifica; e bisogna attendere la prima scena dopo i titoli di testa per la presentazione fisica.

Girare le scene del Pinguino per Tim Burton è stato molto difficile: essendo Los Angeles la città ospitante dovevano raffreddare gli studios per il benessere dei pinguini e le location erano sempre molto strette.
Ma almeno la morte del Pinguino, così lunga e straziante, è piaciuta a Tim Burton: non apprezzava particolarmente il personaggio, ha avuto difficoltà a gestire gli studios, ma almeno con il Pinguino ha potuto mettere in scena la tragica e fondamentale lenta morte del mostro! Come nei monster movies di una volta, quelli che apprezza tanto.

Danny DeVito per molti è troppo caricaturale ma secondo me è molto buono per il ruolo dell’incel voluto nemmeno dalla società. Curiosità: più si arrabbia e più la sua bocca si scurisce e gronda schifezze.
In lui il ruolo dell’outsider, del freak genuino, che cerca di imporsi sulla società che lo ha rifiutato, è chiaro ed evidente. Anzi, nel film il Pinguino si autodefinisce colui che riporta a galla i segreti, scava nella menzogna e in quanto custode delle menzogne di Gotham si ritiene in grado di sconfiggere non solo la borghesia ipocrita ma perfino Batman. Un pelino arrogante.

DeVito un grande attore, se il film non fosse stato così dialogico le sue scene potevano essere mute e si capiva lo stesso tutto.

Gotham e i personaggi secondari:

Gotham qui è sempre più cupa, straordinariamente abitata (se ci fate caso, i film burtoniani non sono mai molto popolati) e realizzata molto spesso tramite modellini. E qui torniamo al suo amore per i modellini e la stop-motion, di cui avevo già discusso tempo fa in questo articolo.
Per esempio, lo zoo è interamente filmato su un modellino per permettere quelle bellissime riprese aree e la costruzione di quei fantastici edifici dalle forme strane e peculiari.

Gotham è grande, un labirinto di grattaceli fondati sul duro lavoro operaio, come indicano le enormi statue in piazza. Certo, quando vengono rapiti i bambini mi aspettavo diverse cose: che il trenino fosse più lungo per contenere ben più bambini; che si fermasse in una zona residenziale leggermente più di alto rango; che la scena fosse più lunga e non solo funzionale alla trama.
Sembra quasi che Tim Burton abbia pensato Gotham come basata sugli operai e il loro lavoro senza mai mostrarli veramente perché alle feste pubbliche o private ci stanno solo gli uomini ricchi.

Il castello Wayne invece è lontano dalla città, per permettere a Bruce Wayne di godere della solitudine e della privacy che tanto ricerca; anche se alla fine del castello ci sono rivelate solo la Batcaverna e la sala col camino.

Shreck, che è interpretato da Christopher Walken, è forse il vero villain della storia. Viene ricattato dal Pinguino per i suoi affari sporchi e si vede costretto ad aiutarlo; cerca di convincere Bruce Wayne a perora la sua truffa; cerca di uccidere più volte la povera Selina Kyle.
Oswald non ha tutti i torti a chiamarlo un mostro.
Walken interpreta questo personaggio viscido e ambiguo splendidamente. Ha un’espressività assurda, Tim Burton adora lavorare con lui e non mi sorprende che anni dopo i due tornino a lavorare insieme in Il mistero di Sleepy Hollow!

E per concludere, Michael Gough ci regala un sobrio e scaltro Alfred. Qui aiuta Batman dalla Batcaverna e, cosa ben più importante, stimola la relazione tra Bruce Wayne e Selina Kyle.
Interessante curiosità: c’è lui nella prima scena dopo i titoli di testa!

Batman Returns è un grande film, grande film che Tim Burton all’inizio non voleva nemmeno fare. Ma alla fine lo ha girato, anzi lo ha costruito, a mano con amore. Qui si riflette sulla figura del freak e dell’eroe, sulla società perbenista e sul ruolo sociale delle persone.

Unico neo la sceneggiatura, che presenta alcuni buchi di trama. Un esempio piuttosto semplice da notare è quando in una scena Bruce Wayne sembra empatizzare con il Pinguino perché il villain proclama in televisione la sua intensione di ritrovare i propri genitori, salvo poi nella scena successiva Bruce Wayne è nella Batcaverna a indagare perché trova tutto ciò sospetto.

Grazie Tim Burton e buon compleanno!

PS: non mi sono dimenticato di Michael Keaton come Batman/Bruce Wayne, ma ne ho già parlato per il prequel. Ciao!

PPS: avete capito qual è il mio personaggio del film? 🙂

5 film da recuperare: giugno

Buongiorno! Oggi inizia luglio, il che vuol dire che è il terzo mese di lavoro presso la mia azienda come allestitore; e ne sono felice! Inoltre, con il mio contratto part-time sono anche riuscito a guardare qualche film, riuscendo a stilare una bella cinquina! Bei costumi e atmosfere, ecco le parole-chiave!

Colette. Film biografico sulla famosa autrice e attrice francese, interpretato da Keira Knightley. Il film parte dal matrimonio che lei fece in giovane età con un critico e prestanome dell’epoca, diventandone presto una ghostwriter; poi la narrazione procede nel tempo mostrando come la disillusione la rende meno ingenua e scopre se stessa e le sue pulsioni, arrivando a mollarlo per una relazione con un’altra artista e rivendicando la paternità delle proprie opere. Il film è molto bello, la descrive senza giudicare o evidenziare inutilmente la sua sessualità: lei è se stessa e si batte per la propria libertà.

Batman returns. Secondo capitolo diretto da Tim Burton, qui a regnare secondo me è Michelle Pfeiffer: bella, con doppia personalità e immensa nel tipico trucco burtoniano. Un po’ mi è dispiaciuto che per il Pinguino abbiano scelto di prendere in prestito la biografia di Killer Croc, anche se il personaggio diventa in questo modo ancora di più uno degli outsiders tanto cari al regista; bravissimo Danny De Vito. Keaton con la maschera continua a starci malissimo, ma il suo Batman tormentato e quasi martirizzato dalla comunità funziona e regala emozioni.

Judy. Trucco, costumi, scenografie e musiche da sballo. Si tratta di un biopic sulle ultime esibizioni londinesi di Judy Garland poco prima di morire, interpretata da Renée Zellweger. Renée è bravissima, si vede che è lei sotto la maschera ma riesce a emozionare e a trasporre i patimenti di una donna lacerata nello spirito, che ama il suo pubblico ma che non è più in grado di gestire lo stress di una vita intera. Funzionali e significativi sono i flashbacks dei suoi tempi de Il mago di Oz, dove capiamo che allora smise di lottare per l’indipendenza a favore del signore Cinema. Perdendo così l’anima.

Suspiria. Mi sono rivisto il film di Guadagnino e a livello di sceneggiatura è veramente immenso, sopra di molte spanne rispetto al lavoro puramente visivo di Argento. Il film è lungo ma non pesa per niente, anzi. La storia procede lentamente spiegando i personaggi e creando un velo di mistero attorno alla scuola; sappiamo che sono streghe fin dalla prima metà ma non è possibile capire quello che voglio fare. Bravissime Tilda Swinton e la protagonista Dakota, qui in un percorso di formazione che la libererà prima dall’ingombrante figura materna (e dalle ristrettezze del mondo campagnolo) e poi artisticamente, con una metaforica scena finale. Poi la danza è sempre in parallelo con la sofferenza, lo dice Tilda nel film: danzare è soffrire!

La vita straordinaria di David Copperfield. Prima trasposizione del romanzo che riesco a guardare, è la meno attendibile. Non credo sia una trasposizione: credo abbiano inteso il film come se il libro fosse un’autobiografia scritta da Copperfield e il film narrasse i veri eventi che l’hanno ispirata; con questa lettura tutte le imprecisioni storiche non si fanno sentire (prima tra tutte la commistione delle ‘razze’) e lo spettatore può godersi una sceneggiatura scoppiettante e ricca di colpi di scena, con gli ambienti dei palazzi veramente bellissimi. Consigliatissimo!

Ecco, siamo arrivati alla fine. Vi lascio un piccolo teaser: ritroverete uno dei seguenti film in un piccolo progetto più avanti nel tempo, volete provare a indovinare quale? Ciaoo!^^

La vera vittima di Batman returns

Batman: Arkham Knight, prime impressioni

Buongiorno! Oggi torno a parlare della serie videoludica Batman: Arkham, con l’ultimo capitolo finora uscito: Batman: Arkham Knight. Queste sono solo le prime impressioni, ho deciso che darò al titolo il beneficio del dubbio ancora per un po’. Diciamo che per ora sono più stizzito che entusiasta.

Batman: Arkham Knight si presenta come il sequel diretto di Batman: Arkham City, ambientato qualche tempo dopo nella città di Gotham presa d’assalto dalle tossine dello Spaventapasseri.
Titolo d’azione, Batman si muove nella città evacuata dai cittadini per fermare le scorribande dei criminali muovendosi nella sua Batmobile. In pratica, la storia principale si basa sugli alleati del Cavaliere Oscuro che devono fermare lo Spaventapasseri aiutato dal misterioso Cavaliere di Arkham; il tutto fermando gli altri supercriminali.

1) Che figata la Batmobile! Aggiunta in questo titolo, è un carro armato che corre per le strade falciando via qualsiasi pedone e oggetto che gli si pari davanti. Ottima per le battaglie adrenaliniche contro altri carri armati e per distruggere le macchine dei ladri che incontra lungo la strada. Poi ha una linea veramente cool.

2) Che grafica incredibile! La saga si è sempre distinta per una bella grafica ma qui si va sul realismo e su una cura dei dettagli veramente notevole! Basta osservare le due immagini che ho caricato, questo gioco è una vera visione per gli occhi.

3) La colonna sonora non delude mai. I suoni sono sempre stati importanti e anche qui alcune missioni sono rese più facili con un uso attento delle cuffie (ManBat per esempio). Ma il punto più bello è quando si entra nell’orfanotrofio e si sentono le tre note che ormai sono il ritornello della saga!

4) Un cast di personaggi veramente nutrito. Qui ci sono tutti quelli più famosi. Anche quelli morti. Anche le vedove e le gatte ladre! Poi ormai avrete capito che a me Poison Ivy piace molto e qui ha un ruolo principale nella trama, avendo uno dei migliori cicli di redenzione (anche se egoistica?) del franchise di Batman. Il peggiore? L’Enigmista, qui a differenza degli altri capitoli ha rotto troppo.

5) Il gameplay del Predatore nell’ombra è figo, ci sono molte stanze e molti spazi aperti in cui Batman può predare i criminali seminando il terrore. Tuttavia ho notato che i criminali ora rispondono molto più in fretta, con una IA molto migliore, anche se ciò pur rendendo difficile il gameplay secondo me lo snatura leggermente: dov’è finita l’aura di terrore che avvolge il Cavaliere Oscuro?

6) Non tutti gli strumenti sono indispensabili. Ho finito la storia principale senza trovare uno strumento, che se non avessi guardato una guida su Internet manco avrei notato durante la run Partita+. Questo è un dettaglio molto importante: è il primo videogioco della saga in cui non tutti i gears sono essenziali per finire la trama; anzi, lo strumento che mi mancava mi sembra più un’aggiunta inutile e overpowered a dirla tutta.

7) Le missioni secondarie. Il gameplay prevede un semi-openworld per cui le missioni sono sbloccabili con il proseguire della storia e si possono scegliere attraverso il menu. Molto bella. La mia preferita è senz’altro sbloccare le bombe perché ti permette di fare nuovamente guerriglia, solo con situazioni più difficili e con nemici più pericolosi.

8) DUE COGLIONI QUELLA FOTTUTA BATMOBILE! Secondo me hanno snaturato il titolo: la Batmobile è troppo presente! Va bene in alcune prove dell’Enigmista e per combattere stile guerriglia ma qui si va oltre! La prima e l’ultima prova dell’Enigmista è una car-race, e c’è un boss armato di trivella gigante che, se ti tocca, la macchina esplode. I comandi della Batmobile non sono così precisi, ci sono evidenti problemi con la telecamera che va letteralmente fanculo quando fai una curva e durante la fuga dalla trivella la telecamera si gira automaticamente verso di essa e non verso la strada da percorrere! E per condire il tutto, a parte quelle tre parti (almeno l’Enigmista è extra, mentre la trivella non è skippabile) non ci sono altre sessioni di gameplay con la car-race, rendendo il tutto frustrante perché non ci si può allenare per superarle.

9) La difficoltà è inadeguata. Ho giocato il titolo in difficoltà normale, quindi la base per sapere com’è. Ecco, a parte qualche punto tutto bene; a parte quella fottuta trivella: non è un problema di difficoltà, i comandi non rispondevano sia in difficoltà normale sia difficoltà facile. E la Partita+ a difficoltà normale è troppo difficile; perché non è una partita normale più difficile, ma ha la difficoltà ‘Nightmare of qualcosa’; vuol dire che se faccio Partita+ a difficoltà difficile è direttamente l’Apocalisse? Troppo difficile.

Ecco, queste sono le mie prime impressioni di Batman: Arkham Knight. Non so se farò mai una ‘recensione’ approfondita ma questo titolo pur avendo dei picchi positivi assoluti e delle idee molto interessanti, mi ha frustrato come solo altri pochi titoli sono riusciti a fare. Non credo lo finirò completo mai più. La parte della trivella è troppo frustrante e soprattutto obbligatoria.
A essere sincero Batman: Arkham Knight è stata una delusione, il peggiore della saga. Mi aspettavo così tanto, per poi ritrovarmi con un openworld che ricostruisce gli oggetti che la Batmobile distrugge, comandi da rivisitare e il nuovo arcinememico dimenticabile.

Voi lo avete giocato?

La mia recensione di Batman: Arkham Asylum: clicca qui.

La mia recensione di Batman: Arkham City: clicca qui.

La mia recensione di Batman: Arkham Origins: clicca qui.

Batman: Il lungo Halloween

Batman: Il lungo Halloween (Batman: The Long Halloween) è una miniserie a fumetti di tredici numeri dedicata all’omonimo personaggio, scritta da Jeph Loeb, disegnata da Tim Sale e pubblicata dalla DC Comics tra l’ottobre del 1996 e l’ottobre del 1997.

Trama:
Ambientata durante il primo anno di attività del supereroe, La lunga notte di Halloween narra la ricerca del misterioso assassino Festa, così chiamato per la particolarità di uccidere soltanto durante le festività, da parte di Batman, James Gordon e Harvey Dent. La storia affronta anche gli eventi che hanno portato alla nascita di Due Facce e la lotta di Batman contro il crimine organizzato che attanaglia la città di Gotham City.

Commento:
Leggere questa graphic novel è stata una bellissima esperienza, pian piano mi sto recuperando tutti i classici. Caratterizzata da disegni dinamici e molto duri, e da una trama complessa ma scorrevole, Il lungo Halloween porta lo spettatore in un mondo dove la mafia si scontra con la vendetta e la spietatezza dei mostri di Gotham.
Inizialmente avevo comprato il volume per la sicura presenza di Poison Ivy (mi piace molto come personaggio) e poi sono stato incentivato dall’uscita del film The Batman, che cita quest’opera tra le ispirazioni. Inoltre, essendo un giocatore della serie Batman Arkham mi ero sempre chiesto come fosse un fumetto con delle rappresentazioni dei personaggi così iconiche (il vestito da gatto di Catwoman).
Mi è piaciuto, ha delle tavole che sono opere d’arte e la storia mette su un mistero molto ambiguo, in cui tutti sono sospettabili. Qui Batman non è solo il vigilante potente e invincibile ma anche un uomo fallace, che cade per esempio sotto al controllo di Poison Ivy. Ho adorato Selina Kyle, una vera vamp col trucco fittissimo, e Poison Ivy, qui una femme fatale che manovra con facilità gli altri. Inoltre, è interessante Harvey Dent, non avevo mai visto su carta il suo arco trasformativo a Due Facce. Sottotono invece il maggiordomo.
Il lato gangster dell’opera condisce con buona misura il mistero, rendendo il serial killer un fattore scatenante per la guerra tra bande.

Commento con spoiler:
La storia è veramente bella da leggere e volutamente ambigua: infatti, non è possibile capire con esattezza chi fosse Holiday. Io all’inizio pensavo fosse Catwoman, in questa versione sembra indipendente a livello familiare dalla figura di Falcone, per sfoltire le fila di chi la vuole morta. Secondo me alla fine Harvey non è mai stato il killer e il figlio di Falcone lo ha solo finto per uccidere il rivale del padre e prendersi la gloria.
Inoltre mi sarebbe piaciuto leggere la versione originale della sceneggiatura perché vorrei sapere la parola inglese per ‘mostri’, riferendosi a tutti i criminali che hanno sfumature psicopatiche o fantasy: dicono freaks o monsters? E poi personalmente ho trovato leggermente over the top figure come Poison Ivy e Solomon Grundy in un contesto così realistico e gangster.
Anche l’arco trasformativo da Harvey Dent l’ho trovato molto frettoloso: lui scompare e ricompare un serial killer vendicativo, che fa strage dei suoi traditori. Avrei preferito una trasformazione più estesa, non solo alla fine. Anche perché così non si spiega la sua ossessione per il doppio; sembra più attaccatura alla tradizione che reale sceneggiatura.

A me la graphic novel è piaciuta parecchio. Dopo aver letto Batman Vampire, aver giocato alla serie di Batman Arkham e visto i film, questo è un altro tassello per conoscere meglio questo mondo così gotico e prolifico!

Rigiocando Batman Arkham: City e Asylum

Buongiorno! Come ben saprete sono un accanito videogiocatore, prima su PC e ora su PS4, senza dimenticare mai il Nintendo. Una serie che ha caratterizzato le prime due console è sicuramente Batman Arkham, che ho sia su Steam sia nella PS4. Oggi quindi torno a parlare di videogiochi, condividendo com’è stato riprendere i due titoli in una nuova versione.

Come feci alcuni anni fa al computer, la prima versione che ho provato sulla playstation è stato Batman Arkham City per poi dedicarmi ad Asylum in seguito.

Entrambi i videogiochi basano la propria trama su una missione da compiere, con un villain principale e tutti gli altri criminali che si ergono nello sfondo sia come antagonisti sia come pura lore. City è ambientato in una parte murata di Gotham mentre Asylum come dice il titolo nel celebre manicomio; entrambi luoghi circoscritti, entrambi ricolmi di segreti da svelare e piani da sventare. I protagonisti dei due videogiochi sono Batman e Joker, con ulteriori apparizioni di altre tre villains importanti: Poison Ivy, Harley Quinn e l’Enigmista! E i loro sgherri.

Batman Arkham City dal punto di vista grafico è sempre fenomenale e la trama è molto bella e accattivante, anche se in alcuni punti rallenta troppo (la malattia di Batman). I boss sono ben bilanciati con varie sezioni che si alternano per rendere equilibrato il gameplay: boss da sconfiggere con armi specifiche, sezioni da Cacciatore nell’ombra, scontri alle armi bianche e infine l’inquietante parte di Mr Freeze. Inoltre, il gioco vanta pure la trama di Catwoman, con boss e nemici tutti suoi, che si intreccia con quella di Batman.

Giocare al titolo è stato molto bello anche se ci sono dei ‘ma’. Il primo è il volo, che per colpa del joystick troppo sensibile, rendeva difficile fare manovre di fino. Il secondo era la lotta: non so perché la telecamera non seguiva il combattimento e Batman si bloccava a metà attacco, rendendo impossibile fare una qualsiasi combo. Per il resto tutto molto bello, con particolare apprezzamento per i boss e le sezioni da Cacciatore dove potevo sbizzarrirmi su come mietere i nemici.

Batman Arkham Asylum invece è un videogioco molto più breve e semplice (è il capostipite della saga dopotutto), ma ciononostante non so perché ma su PS4 gira meglio: i tratti di volo sono quasi inesistenti, i combattimenti girano bene e le sezioni Cacciatore grazie sono più impegnative. La grafica sempre figa, soprattutto per le piante di Poison Ivy e i mostri.

La trama ruota attorno all’evasione di Joker dal manicomio, evasione che si scopre architettata da fin troppo tempo per non nascondere secondi fini. Compatta ed effetto, per un’esperienza di gioco non dilungata ma significativa. I boss riprendono dinamiche spiegate durante la trama e differiscono l’uno dall’altro, con Killer Croc che ha un’unica apparizione come villain ma che non si scorda facilmente per il senso di claustrofobia che essa porta con sé. Ma il senso di claustrofobia è sentito in tutta l’isola su cui il manicomio sorge: Batman è sempre dentro ad edifici stretti e scuri e costantemente sotto attacco, con snodi narrativi veramente impensabili per la brevità della trama.

Insomma, questi due videogiochi riscoperti sono stati veramente una boccata di aria fresca. La colonna sonora che caratterizza il brand è veramente immersiva e il gameplay procede bene. Forse per adesso il mio preferito è Asylum anche se il titolo con la maggiore rigiocabilità è sicuramente City.

Ora sto ultimando Batman Arkham Knight, ma pur essendo un bel titolo possiede alcune caratteristiche che me lo fanno detestare, facendolo cadere a una delle peggiori versioni della saga. Piccolo spoiler? La Batmobile, per chi ci ha giocato. E qui vi saluto, per il futuro vi anticipo che prima o poi potreste trovarvi a leggere a una Fanfiction dedicata all’universo di Gotham! Ciao!

Link alla mia recensione di Batman Arkham Asylum: qui

Link alla mia recensione di Batman Arkham City: qui

Link all’evoluzione di Poison Ivy nei due titolo della saga: qui

Batman Vampire

batman vampire
Filosofico e violento, raffinato e potente!

Batman Vampire è una trilogia narrata in graphic novel e basata sui personaggi dell’universo DC di Batman in un mondo alternativo. Scritta da Moench e disegnata da Jones, la trilogia è composta da:
-Libro uno, Batman e Dracula, pioggia rossa
-LIbro due, Batman: tempesta di sangue
-Libro tre, Batman: nebbia cremisi

Commento al libro:
Non avevo mai letto sul serio e in cartaceo una storia di Batman ma sapevo che questo personaggio, il suo universo, potesse essere interpretato in chiavi estremamente dark; in questo caso, è stato riletto in chiave gotica come la corruzione dell’uomo giusto e del raziocinio umano.
Per tutta la storia possiamo leggere i pensieri di un Batman che si ritrova ad affrontare Dracula, il quale dall’Europa è arrivato a Gotham per reclamare un raccolto di sangue e nuovi adepti. Sono i pensieri del Cavaliere Oscuro, assieme ai disegni, che sanciscono il lento ma inesorabile declino psicofisico del nostro eroe, portando sulle pagine un dramma a tinte sempre più violente e tristi.
Molti personaggi, tutti i personaggi più famosi di Batman, si succedono tra le pagine di questo libro a disegni; molti vengono reinterpretati per dare una visione più drammatica degli avvenimenti pur mantenendo il contenuto essenziale della storia di quel personaggio: l’assassina di criminali Talya diventa una vampira che si sacrifica per uccidere Dracula e Selina nasce dal morso di un non morto divenendo una gatta mannara.
Parlare di questo capolavoro senza fare spoiler è veramente difficile, quindi dico solo: leggetelo e non ve ne pentirete!

~ Tratto da: https://ilblogditony.blogfree.net/?t=6161156

Commento generale sulla trasposizione di Dracula:

Batman Vampire ha le sue basi sulla figura di Dracula. La narrazione della trilogia si fonda su questa domanda: cosa sarebbe successo se, ai giorni nostri, Dracula non avesse chiamato nel suo castello Jonathan Harker ma si fosse diretto in una città protetta da un Oscuro Crociato? In questa visione, Dracula ha perso tutte le connotazioni romantiche del capolavoro Dracula by Bram Stoker e ritorna alle origini del romanzo: l’uomo è un dannato succhiasangue, una bestia con il cervello di un uomo ma senza la sua coscienza. Le atmosfere gotiche, le nottate piene di nebbia e le incursioni diurne per attaccare il Male che si annida in ricche ville sono tutti dettagli che vengono riproposti fedelmente; potrei dire di leggere il libro a fumetti come antipasto al romanzo vero e proprio perché Batman Vampire narra gli abomini partoriti dall’oscurità: come dice Goya, il sonno della ragione genera mostri; e questa trilogia ne è la dimostrazione perfetta. Come in Dracula, il lettore è partecipe del declino del protagonista, delle sue paure che diventano realtà, della consapevolezza di combattere qualcosa di malefico e antico; se nel romanzo i personaggi mostrano i loro pensieri attraverso il dialogo, nel fumetto ci sono le didascalie nelle quali Batman riversa le riflessioni e i timori che lo pervadono. I due media, Dracula e Batman Vampire possiedono due linguaggi differenti, uno la fantasia veicolata dalle descrizioni e l’altro un mondo scaturito da immagini raffinate e dialoghi filosofici; ma sono molto più vicini per tematiche e significato di molte altre trasposizioni del celebre romanzo.

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Se ti piacciono queste atmosfere, in Batman Vampire le troverai di sicuro

I videogiochi più belli a cui ho giocato finora!

Ciaone a tutti! Tornato finalmente da un campeggio in Val Cajada, ho deciso di condividere con voi una lista che avevo compilato da tempo e che ho riscoperto rileggendo le mie annotazioni (perché sì: i miei post pur essendo sconclusionati hanno una base su cui poggiano!) e quindi ho voluto riportarla qui prima di dimenticarmene di nuovo. Qui troverai titoli abbastanza commerciali anche se alcuni pur essendo parte di franchise celebri non sono così conosciuti; in ogni caso, la maggior parte li puoi trovare nella mia categoria di post di genere.^^

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  1. Pokémon Mistery Dungeon: Esporatori del Cielo: non so se ne ho mai parlato qui, ma questo è stato il mio primo gioco del franchise Pokémon e lo adoro. Ci gioco tuttora e ho una partita da almeno due anni -dev’essere la quarta partita ma sicuramente la più longeva- ed è perfetto per una partitina rilassante davanti a un film accattivante o noioso che sia.
  2. Pokémon Platino: primo videogioco del franchise, lo adoro e secondo me è il migliore, è l’apice davanti al quale poi è iniziato il declino della saga in favore di una nuova generazione e quindi di una semplificazione estrema dopo Bianco/Nero. Ora lo sto rigiocando, tra un mesetto o due vedrete il commento o di questo o di Smeraldo, ma finora Platino rimane il migliore della saga principale assieme a Giallo tra quelli che ho provato.
  • One Piece Pirate Warriors 3: lo sto platinando, ormai mi mancano poche monete e soprattutto solo dieci personaggi secondari da portare al livello massimo della ciurma!!! Mi piace giocarci, non è mai uguale a se stesso e ultimamente osservando meglio i dettagli dei corridoi e delle piazze i quali i nostri eroi combattono ho notato che i dettagli degli edifici sono molto accurati e verosimili! Secondo me, le animazioni sono fantastiche e gli eroi con le giuste abilità e il giusto livello non danno mai problemi con le proprie caratteristiche.
  • Batman Arkham City: altro franchise di cui sono fan (questa volta solo superficiale) mi piace giocarci e su steam è uno dei due videogiochi con più ore di gioco. La trama è molto bella, offre ancora molti combattimenti finita la trama originale e la possibilità di giocare una snodata Gatta è fenomenale. Armi migliori di Batman? La mina gelante per fare le sorprese e il tiser in lontananza.
  • Harry Potter 5: vissuto al computer da piccino, ho ricordi favolosi e mi piacerebbe riprovarlo prima o poi. Un open world nei magici posti della saga, le magie erano tantissime e le dovevo creare io muovendo in determinate combinazioni il mouse anche se alla fine eseguivo sempre le stesse in battaglia perché la mia memoria è abbastanza limitata alla parte manuale. Mi ricordo che la trama era lunghissime e le missioni secondarie ancora di più, merita tantissimo.
  • Power Rangers: Super Legends: uno dei videogiochi che collego alle mie medie, è tuttora molto bello perché seppur le mosse usabili siano molto limitate, i nemici diventano sempre maggiori e più complicati per livello, così come gli ambienti e i segreti da scoprire (il secondo mondo devo ancora completarlo perché non riesco a trovare tutti i segreti in una sola partita xD). Se si è fan del franchise bisogna provarlo e farsi fregare dall’ottimo 3d che con le sue angolazioni vi farà saltare nel vuoto!
  • Spiderman: friend or foe: molto bello, altro videogioco per quando internet è troppo lontano o dispendioso da usare. Qui tutti i personaggi principali e non (Prouler non è famoso??) sono giocabili e le abilità del Ragnetto di quartiere sono molteplici, così come le combinazioni applicabili ad esse. Molto bello, sono molto belle anche le interazioni tra i vari personaggio secondari e il protagonista, mostrano veri e propri caratteri e aiutano a rendere i pg meno bidimensionali.
  • Ben e Ed: allora, mi sono ispirato per comprarlo guardando vari youtuber; solo che non pensavo che provandolo sarei stato io quello che porconava a ogni morte. Inutile dire che mi sono bloccato al primo livello della seconda facciata del menu di essi. Bello è bello ma dovete avere molta pazienza e abilità perché è leggermente impreciso; ciononostante, l’esperienza è bella e i primi livelli sono molto belli.
  • Pokémon Giallo: ci ho messo un casino di tempo a finirlo al PC, ma alla fine ce l’ho fatta. E’ molto difficile, estremamente strategico, non puoi permetterti di scegliere la squadra sbagliata e comunque le mosse devono essere quelle giuste o morirai nel tentativo di livellare la squadra. Molto bello, solo che era difficile!
  • Piante vs Zombie: finalmente concluso dopo alcuni anni di possesso e di partite mai finalizzate al completamento, è rilassante e si basa sulla strategia del giocatore di piazzare le piante giuste contro gli zombi giusti. Secondo me i livelli più difficili sono quelli con la nebbia, ma comunque tutto è fattibile e lo consiglio perché giocarlo col mouse è molto rilassante.

Ecco, questa è la mia lista. Ci ho messo molti mesi a compilarla ma alla fine è pronta; tu quali videogiochi conoscevi? E soprattutto, non conoscevi qualcuno di quelli proposti? Ciaone, alla prossima!

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La trilogia del Cavaliere Oscuro

Buongiorno^^

Oggi voglio parlare della trilogia di Nolan che mi ha appassionato tanto e che ho recentemente acquistato come cofanetto! Ecco le mie impressioni da latente fan del microuniverso di Gotham conosciuta grazie ai film più famosi, alla serie videoludica di Arkham e qualche sporadico fumetto oltre ovviamente da piccoli ai cartoni!

Impressioni generali:

Ciò che apprezzo di questa saga e che la contraddistingue da quella uccisa da George Clooney (di cui adoravo il film da piccolissimo grazie a tuuuutti quei colori) è la verosimiglianza dell’universo creato. Verosimiglianza che sfocia in una fantascienza sempre realistica, molto tecnologica e incredibilmente organizzata dal punto di vista dei personaggi. Qui Batman è un uomo potente che durante la sua vita ha subito profondi traumi e che durante la trilogia cresce moralmente venendo spesso posto davanti a scelte morali che lui deve fronteggiare come uomo prima di eroe: è giusto lasciare vivere un pluriomicida? E’ giusto salvare una città così corrotta che la mafia controlla la polizia e devi scappare per salvarla? La risposta è sì, perché l’altra caratteristica che ho notato è un forte messaggio di speranza anche se questo mondo crea sempre nuovi mostri!

Batman Begins:

Primo film della trilogia, narra le origini del Cavaliere Oscuro e di come egli scelga di diventare l’uomo pipistrello attraverso un percorso di addestramento presso la Setta delle Ombre e un miglioramento personale e morale fino al pensiero: la mia paura diventerà la paura dei criminali delle città quando penseranno di attaccare le persone innocenti, perché sapranno che qualcuno li fermerà, qualcuno di inarrestabile, un’ombra della notte. Film all’inizio lento, presenta tutti i personaggi e i nemici che governano l’intera saga, lo vediamo addentrarsi con noi in una casa che non gli appartiene più e creare la propria leggenda. I momenti più belli come Batman? La sua prima caccia al porto e il salvataggio di Rachel mediante la marea di pipistrelli!

The dark knight:

Un grande mostro, un grande fenomeno, può generarne un altro? E sarà capace di gestire la propria potenza? Su questo problema si basa il secondo film della trilogia: sul potere della giustizia e dei suoi volti e della sua antitesi, cioé il Caos, il volere spingere gli uomini non a seguire la Dike ma la Nemesis, la vendetta o giustizia privata che sia secondo valori non moralmente oggettivi ma soggettivi. La vera star di questo capitolo è il Joker, un essere quasi pirandelliano dai mille volti, che racconta una storia diversa su di sé per ciascuno che incontra; lui non ha uno scopo preciso, lui non ha grandi finanze o un grande esercito. Essendo l’antitesi di tutto quello per cui Batman lotta lo vedo come un cane rabbioso che attacca perché impazzito, ma attaccando con lucidità, per trasmettere la propria rabbia e infettare quanta più gente possibile per arrivare al Capobranco (Duefacce). I momenti più patetici? La morte di Rachel e quei maledetti traghetti! 

The dark knight rises:

Ultimo capitolo della trilogia, è un perfetto finale perché tutti i nemici, tutti i personaggi incontrati durante la saga, tutte le esperienze e i dolori di Batman, tutti i nodi vengono al pettine in questa emozionante fine di un mondo triste e corrotto verso un futuro migliore grazie agli sforzi dei giusti. Una vera e propria guerra è trasposte qui, una guerra che avrebbe dovuto abbattere le caste sociali che suppongo vivano nelle grandi città ma che alla fine inghiotte tutti e quindi si trasforma nella speranza di una morte di massa purificatrice, morte che ovviamente Batman deve evitare. Secondo me il Pozzo di Lazzaro proposto è una metafora per tutto l’impegno che il Cavaliere Oscuro ha immesso nelle sue imprese e che alla fine con il dolore di un salvatore si accavalla per sfuggire alla condanna di una morte atroce e agonizzante, una morte in prigione lontano dalle persone amate e dai legami, che a Gotham erano stati spazzati via dalla paura. Poi mi è piaciuta molto la Gatta perché non è un personaggio eroico in senso stretto, è una persona con grandi capacità che cerca solo di sopravvivere ma alla fine nel suo piccolo è colei che salva tutti utilizzando le proprie abilità di sopravvivenza. Un bel film nuovamente sulla giustizia in tutte le sue sfaccettature  e sulla speranza di un rinnovo.

 

Well. Questa è la trilogia del Cavaliere oscuro dal mio punto di vista. Se volete cercando nella sezione Batman O Film potete trovare un lungo commento del terzo capitolo proposto un annetto fa e sul mio altro blog ho i commenti dettagliati dal mio scarso punto di vista dei tre capitoli presi singolarmente . Grazie per la visita e ciaone!^^

Ecco le mie schede su Blogfree in cui parlo nel dettaglio: Batman Begins The Dark Knight The Dark Knight Rises

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Bellissima miscela dei poster, non mia purtroppo 😦

I 5 Boss più difficili di Batman Arkham

Batman Arkham è una saga videoludica che vede come protagonista Batman impegnato in ogni capitolo a fermare gli intrighi dei Supercriminali. Premesso che ho potuto giocare solo ai primi tre videogiochi e che Knight non è mai partito dopo averlo comprato e scaricato, ecco la mia lista dei boss più difficili o inquietanti da affrontare nella trilogia.^^

  1. Killer Croc, Asylum: inquietante, può attaccare da qualunque parte e la musica a palla ad ogni sua apparizione non aiuta. Ogni volta è traumatico e la corsa finale non aiuta, con una visuale che nasconde tutto!
  2. Doctor Freeze, City: una caccia all’uomo in cui non siamo noi i predatori. Nella modalità difficile o Più oltre che ansiogeno è praticamente impossibile: non solo se ci vede ci uccide all’istante ma anche tutti i ko silenziosi che proviamo devono andare a segno! :O
  3. Ra’s al Ghul, City: non fa paura ovviamente, beh, il suo piano sì ma lo scontro è solo una normale boss fight con una leggera rotazione della visuale e decine di lame magiche che ci vengono scagliate contro. Leggermente complicato.
  4. Bane, Origins: oltre al fatto che è uno dei boss più frequenti della trilogia, nel manicomio c’è la lotta finale in cui il gatto gioca col topo (volante); difficile, ansiogeno senza la vista detective, carica appena ci vede!
  5. Deadshot, Origins: uno dei boss addizionali non fondamentali per il proseguo della trama, secondo me è il più difficile, soprattutto nelle storie Più perché è una normale modalità Predatore ma con ostaggi e l’occhio che tutto vede!

Questa è la mia top 5, se avete giocato a Knight o ne avete altri, sentitevi liberi di scrivere^^

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