I videogiochi di oggi sono inutilmente complessi

Buonasera! Oggi torno a parlare di videogiochi con una riflessione che ogni tanto cito nei commenti: la complessità dei videogiochi di oggi, che comporta spesso alla legnosità dei comandi.

PREMESSA

Io sono cresciuto in una famiglia che non ha mai speso particolarmente per il lato videoludico della vita, la PlayStation era una possibilità a cui avevo accesso solo a casa di amici. Per anni ho sempre avuto dei bei videogiochi semplici, credo mai coetanei della generazione di console dell’epoca.

Prima un CD per colorare disegni Disney, poi un altro con una serie di minigiochi. Nel vecchio computer mi ricordo che avevamo installato 3 videogiochi: una serie di Flipper (di cui mia mamma era una fiera fan), Ken’s Labyrinth (un clone di Doom ma più cruelty-free) e il primo Prince of Persia; per farvi capire di quale PC sto parlando, per farli andare dovevo copiare i codici su quelle schermate criptiche di codici.

Con il passare degli anni ci siamo trasferiti al PC sotto alle scale (l’altro ha resistito per qualche altro anno) e là ho passato l’infanzia a guardare mio papà giocare Doom2, mentre io provavo principalmente i giochi Harry Potter.
La mia prima console è stata un NintendoDS, per cui potete capire quanto fosse semplice nelle interazioni. Anche anni dopo, con il mio PC personale, ho sempre scelto titoli belli da vedere ma senza troppe cose complicate.

Potete capire quanto io sia legato alle cose immediate, senza legnosità varie anche a costo di una grafica e una giocabilità più semplice.

RIFLESSIONE

Con la mia PS4 sto provando tutte quelle saghe di cui ho tanto sentito parlare: l’ultimo capitolo di Batman: Arkham, Doom, Marvel’s Spider-Man, God of War, One Piece: Pirate Warriors e ora Assassin’s Creed: Origins.

Ma una domanda spesso mi viene spontanea: se non lo sai fare, perché me lo proponi?

Peter che si blocca sotto a un porticato non capendo cosa sia aria e cosa sia muro. Peter che non schiva i colpi perché alcuni sono troppi per il gioco da segnalare. Kratos che non capisce la direzione verso cui saltare. Kratos che viene colpito anche se schivo. Bayek che sale sul cammello al posto di frugare nelle giare. I nemici che vedono la Batmobile anche quando dovrebbe essere coperta. La telecamera che va a farsi benedire, questo in molti titoli. E molto altro.

Sulla mia fidata PS4 i titoli che rigioco più spesso sono quelli di Doom. Perché? Semplicemente perché nella loro semplicità sono meno legnosi, non si irrigidiscono in azioni superflue, non hanno sette azioni diverse per lo stesso tasto! The Ultimate Doom è un bel gioco in pixel art, Doom2016 ha come unica interazione il tasto R3 del joystick.

Per anni gli utenti hanno comprato i videogiochi più semplici e per i tempi odierni obsoleti. Io stesso trovavo lo Snake nel Nokia di mia mamma una delle cose più divertenti (e manco ci giocavo spesso, mia mamma era contraria). E ora? Escono titoli che occupano un fottio di memoria, hanno mille features diverse e la metà delle volte diventano snervanti.
Io non credo che rigiocherò God of War, mentre Pokémon Platino l’ho rigiocato numerose volte!

CONCLUSIONI E SALUTI

Non capisco. E’ veramente necessario avere mille cose diverse per un videogioco? Sono io all’antica? Sono il primo a dire “Wow, sembra di vedere un quadro o un film!” ma se poi muoio perché non mi prende i comandi… Che senso ha?
Boh, ditemi la vostra se siete videogiocatori di qualsiasi tipo (va bene pure il Solitario eh). Un saluto e a dopodomani.^^

God of War: l’elaborazione di un lutto o la riscoperta dei legami familiari?

Buongiorno!
Oggi parlo di God of War, il capitolo del 2018, il soft reboot della saga che sposta le vicende dall’antica Grecia alle terre del Nord. E sì, questo vuol dire Odino, Thor e compagnia bella! Questo è un videogioco che ho comprato a metà prezzo usato, mi ha accompagnato per due mesi buoni, giocato a difficoltà Esperienza equilibrata che equivale al Normale: combattimenti impegnativi ma non impossibili.
E sono qui a raccontarvi della mia esperienza dopo aver platinato il gioco!

Trama:

Kratos vive nelle terre del Nord da diversi anni, dopo essersi congiunto con una donna del posto ed essere diventato padre del piccolo Atreus. Quando la moglie muore, le fanno il funerale e iniziano un viaggio verso la vetta più alta dei 9 mondi della mitologia nordica per spargerne le ceneri. A contrastarli, c’è una divinità nordica a loro sconosciuta che dà loro la caccia.
In un viaggio lungo diversi mesi tra mondi diversi, situazioni pericolosi e nemici divini, il legame tra padre e figlio, finora sempre molto sfilacciato, inizierà ad approfondirsi.

Gameplay e il mondo circostante:

Giochiamo controllando solo Kratos in terza persona in un mondo abbastanza aperto e vasto, esistono tre tipi di combattimenti: a mani nude, con il Leviatano e con le Lame del Caos; inoltre, Atreus prende parte alle lotte meno pericolose attaccando i nemici con le sue frecce.
La telecamera è posta dietro alle spalle di Kratos e quindi pur essendo mobile segue le torsioni naturali del collo.
Il mondo circostante è molto elaborato e colmo di dettagli, dalla storia e dai collezionabili è possibile ricevere una bella infarinatura della cultura nordica (ho controllato con il mio dizionario a tema, le informazioni sono affidabili) e durante la storia principale è molto difficile bloccarsi sempre con lo stesso nemico. E se ciò succedesse, è sempre possibile cambiare la difficoltà di gioco.
I personaggi tra alleati e nemici sono tanti, ma sono sempre funzionali alla trama: pur essendoci sempre accampamenti con il fuoco acceso e animali pronti per essere cucinati, i soli personaggi randomici che si incontrano sono nemici sovrannaturali e gli spiriti dei caduti. Ecco, più procediamo con il gameplay e più vuote si rivelano le mappe.
Ogni tanto per andare avanti con il cammino dobbiamo risolvere alcuni enigmi ambientali. Ecco, se perdiamo troppo tempo, Atreus fornisce grossi indizi per la risoluzione; il figlio non deve avere un’altissima opinione dell’intelligenza paterna. E ciononostante, con alcuni io non sono riuscito ad avere successo, dovendo ricorrere ai video su YouTube.

Difficoltà e boss:
Le difficoltà che il gioco propone sono 4, solo le ultime due per i giocatori più esperti. Durante la trama principale i nemici sono fattibili, il gioco con le sfide minori ci prepara per quelle più difficili allenandoci con determinati nemici a certe meccaniche di combattimento.
Invece, i boss del postgame sono tra i più difficili. E sto parlando delle Valchirie, esseri imprigionati in stanze nascoste: per affrontarle bisogna aver completate tutte le missioni precedenti in modo da avere un’armatura e abilità in grado di competere con i loro attacchi. Boss finale del gioco è la Regina delle Valchirie e… e nulla, un nemico rotto per cui ho dovuto abbassare la difficoltà per batterla (morendoci una volta pure nella difficoltà più semplice).
Un altro punto negativo è Niflheim: è un mondo ricoperto da una nebbia tossica per cui bisogna attraversare un labirinto prima che la nebbia ci ammazzi (c’è un timer) per recuperare oggetti. Questi oggetti servono sia a potenziare l’armatura in modo da aumentare il timer della nebbia sia per sbloccare le sfide di quel posto. L’ho trovato un posto snervante e inutilmente punitivo, forse il punto peggiore del titolo.

Collezionabili e trofei:
Prima ho detto che ho platinato God of war. E’ vero, ma non sono riuscito a ottenere il 100% da ogni mappa per una pecca ingiustificabile: un collezionabile è reperibile solo in un punto preciso della trama principale, se non lo prendiamo in quel punto bisogna rifare tutto daccapo!
Per fortuna i trofei che servono a platinare il gioco (cioè sbloccare tutti i trofei del videogioco, soddisfacendo alcune richieste) non erano legati a quel collezionabile in particolare, ma per uno che vuole il 100% prima di passare ad altro è un dettaglio veramente evitabile.
Gli altri collezionabili sono fattibili, e perlopiù si sbloccano a fine gioco. Sì, alcuni sono cattivi, ma con tanta pazienza e al massimo una guida si fa tutto.

Top5 best features:
– mondo vastissimo
– Vethurgard
– trama capibile anche per chi non ha giocato i titoli precedenti
– bella evoluzione del rapporto padre-figlio
– musiche stupende e veramente trascinanti

Top5 worst features:
– Atreus non cambia i dialoghi a seconda del gameplay, diventa fastidioso esplorare
– la Regina delle Valchirie
– salvataggio manuale, solo dopo aver completato tutto il percorso o la lotta
– le Redivive sono nemici un po’ troppo OP
– pessima gestione dei dialoghi durante la barca, si passa dal lungo silenzio a conversazioni subito interrotte

Il rapporto tra Kratos e Atreus:
Sfoga pure il tuo dolore ma lascia a me il mio.”
Kratos è presentato come un uomo molto aggressivo e protettivo, che preferisce assicurarsi che il figlio non muoia piuttosto che fornirgli un supporto emotivo. Kratos ha un passato che vuole dimenticare, che ha taciuto ad Atreus. Ha taciuto al figlio pure di essere un dio greco, dettaglio che porterà a situazioni abbastanza tragiche.
All’inizio tra i due c’è un muro di silenzio e imbarazzo. Non sappiamo prima della morte della moglie quanto lui stesse con il figlio, ma dalle prime linee di dialogo e dalle conversazioni sulla barca possiamo capire che i due fossero quasi sconosciuti.
Man mano che il bambino scopre chi è e chi è destinato a essere, il rapporto si incrina maggiormente: Atreus vuole la libertà e il padre che forse non ha mai veramente avuto, Kratos è spaventato e in lutto e cerca solo di proteggerlo e di formarlo. Sarà quando Kratos lo salva che finalmente tra i due inizierà a esserci un rapporto crescente, uniti anche dalle nuove informazioni che scoprono sul passato della defunta madre di Atreus.
Un rapporto molto toccante, fatto di silenzi iniziali e un climax di reciproca comprensione.

E così sono arrivato alla fine dell’articolo. E’ una piccola riflessione sul videogioco per chi stesse pensando se comprarlo o meno. A me è piaciuto, tutto sommato, anche se soprattutto verso la fine mi ha lasciato un leggero senso di fastidio e irritazione; infatti, non ho subito ricominciato la Nuova Partita Plus ma mi sono dedicato a finire Doom2.
E voi? Conoscevate la saga? Ciao!

Ho completato One Piece: Pirate Warriors 4

Buongiorno! Concludo Febbraio con un post riguardante il gaming, argomento che è molto apprezzato dai miei lettori! Con più di 150h di gioco, ho platinato il gioco e maxato tutti i personaggi, il tutto a difficoltà normale.

One Piece: Pirate Warriors 4 è veramente carino anche se ha diverse problematicità che tra poco vi elencherò. Come feci con il videogioco One Piece: Pirate Warriors 3, ho deciso di pubblicare alcune liste per descrivere velocemente i punti di forza e di debolezza del titolo, e per condividere la mia esperienza di gioco!

I 5 personaggi più belli con cui giocare:
Luffy, con il suo enorme palco mosse
Ace, Rogia molto veloce e potente
Katakuri, il più OP tra i personaggi giocabili
Big Mom, anche lei offre molta varietà
Kaido, lui è semplicemente un carro armato

I 5 nemici più fastidiosi da affrontare:
Ace, i Rogia se attivano la loro invulnerabilità hanno uno scudo da abbattere; e lui lo attiva troppo spesso
Aokiji, Rogia e pure congela; dulcis in fundo, congela ogni volta che attacca quando è Rogia
Brook, veloce a muoversi e congela, una bella spina nel fianco
Bellamy, veloce a muoversi, difficile colpirlo perché schiva
Sanji, quando inizia a muoversi in aria è difficile colpirlo

I 5 livelli più belli da giocare:
– C’è un livello nella storia principale ambientato a Dressrosa, in cui bisogna affrontare una marea di nemici potenti; molto divertente!
– Questo livello non ha un setting preciso ma il tema: tu scegli il personaggio e il gioco che te dà casualmente altri 3 e insieme dovete sconfiggere nemici potenti per far salire la taglia fino a 5 miliardi di Berry!
Cake Island ha la quantità maggiore di livelli belli da giocare, molte mappe del capitolo le rigioco spesso.
Wano, capitolo conclusivo e con i migliori livelli del titolo!
– Il livello Il quinto imperatore, dove bisogna battere i Mugiwara più forti!

Le Top5 migliori caratteristiche di One Piece: Pirate Warriors 4:
– La colonna sonora è stupenda e trasmette moltissima adrenalina
Colori sgargianti e che riescono a caratterizzare ogni ambiente
I look dei personaggi, molto cartooneschi ma altrettanto dettagliati
L’albero della crescita, con cui migliorare le stats e sbloccare i poteri
La telecamera mobile, che è possibile manovrare per osservare i dettagli ambientali e la battaglia

Le Top5 peggiori caratteristiche di One Piece: Pirate Warriors 4:
Quando fissi la telecamera su un personaggio per combatterlo, spesso essa impazzisce perché le dimensioni dei personaggi cambiano, impazzisce in presenza di angoli, impazzisce con più personaggi alternando il focus a seconda del nemico più vicino
Gli scudi, come dicevo per i Rogia, sono rotti; e se con i Rogia ciò è accettabile, non capisco perché uno possa rimanere con 1 ps se lo colpisco, solo perché ha ancora lo scudo alto! Lo scudo protegge solo i Rogia, per gli altri diminuisce solo il danno!
– Gli alleati hanno una pessima IA, spesso si impiantano ed è come non averli.
– Pessima gestione delle statistiche, ho affrontato uno dei primi livelli con un personaggio maxato: prendeva gli stessi danni di prima!
– La modalità storia offre ottimi livelli e momenti narrativi, ma spesso le cutscene si impongono sul gameplay e interrompono gli attacchi.

E siamo giunti alla fine! Articolo interessante, vero? 😂😂😂 Comunque, domani esce la Top5 dei film di Febbraio e poi posterò la mia partecipazione a una challenge letteraria! Ciaone e a domani!

One Piece: Pirate Warriors 4 è un gioco deludente

Buongiorno, oggi torno a parlare di videogiochi e One Piece con l’ultimo acquisto per la mia PS4: parlo infatti di One Piece: Pirate Warriors 4!
Per chi mi segue da molto tempo è nota la mia passione per il capitolo precedente della saga videoludica (One Piece: Pirate Warriors 3), che mi ha portato a parlare positivamente di quel titolo in diverse occasioni.

Oggi invece parlo del suo sequel e di come abbia fallito a ricreare la stessa magia. Ne parlo prima elencando gli elementi negativi e poi concludo con un commento generale in cui spiego l’intera esperienza di gioco.

Iniziamo.

Una schermata da One Piece: Pirate Warriors 4

Le mappe sono corridoi. Se c’era un dettaglio di level design che mi piaceva del predecessore erano i territori: tante stanzette da conquistare tenute insieme da una matrice di corridoi; ecco, qui ci sono solo i corridoi. Possono anche essere molto più ampi ma alla fine i nemici non sono aumentati in proporzione ma sono sempre raccolti in alcuni punti, rendendo a prima vista le mappe un po’ vuote.

Molti personaggi e abilità sono stati nerfati. Se in questo titolo vengono introdotti necessariamente nuovi personaggi e nuove abilità, com’è possibile far convivere questi nuovi personaggi con quelli già forti prima? Ma ovviamente rendendo più deboli quelli presi dal capitolo precedente!

La telecamera va a farsi benedire. Non mi ricordo se in Pirate Warriors 3 potessi puntare la telecamera su un nemico, ma qua posso farlo. Se c’è un solo nemico è una meccanica pure comoda, ma se i nemici aumentano iniziano i dolori: sui nemici di grosse dimensioni la telecamera nemmeno si fissa e se sono presenti più nemici importanti si fissa automaticamente su quello più vicino a me (anche fuori dal mio schermo di gioco). Il mar di mare è dietro l’angolo.

Non c’è possibilità di scegliersi gli NPC alleati. Per platinare il gioco non devo portare al massimo il livello ciurma tutti i personaggi presenti nel titolo, ma comunque se si volesse farlo sarebbe impossibile da realizzare. Il livello ciurma è una meccanica per cui se un NPC gioca con te riceve dei punti e con quei punti sale di livello; così ottieni premi utili per l’avventura. Oltre al fatto che non ho ancora capito come calcoli questi punti, è impossibile portare al massimo il livello ciurma: alcuni personaggi NPC non li ottengo mai come alleati! Nel precedente titolo almeno c’erano missioni tematiche e se sceglievi un personaggio come alleato ti metteva qualcuno della sua ciurma; qui, no, i personaggi alleati sono totalmente randomici e ho la netto sensazione che il gioco metta sempre quelli più popolari.

Sono presenti molti meno capitoli narrativi e i livelli sono tutti simili. Se Pirate Warriors 3 offriva una panoramica narrativa molto ampia, Pirate Warriors 4 sceglie di prendere solo due saghe del Mare Orientale (Alabasta e Enies Lobby) per concentrarsi invece sul Nuovo Mondo (dalle Sabaody fino alla storia originale di Wano). I capitoli narrativi sono meno di dieci, anche se ognuno ha all’interno più di cinque livelli; il problema è che molti di questi livelli sono o boss battles oppure terribilmente simili! Credo che il capitolo narrativo meglio riuscito sia quello Verso il nuovo mondo. E pure il Diaro dei Sogni soffre della stessa piattezza, quando c’è qualche livello diverso dal solito si cade nella noia e nel fastidio per le meccaniche di quel livello non riuscitissime (es: aumentare la taglia generale oppure la conquista dei territori).

Il sistema degli scudi è rotto. I Rogia sono personaggi che attivano uno scudo, scudo che devi abbattere se vuoi colpirli e sconfiggerli. Il problema è che tutti gli altri personaggi dovrebbero avere questo scudo non come protezione ma come percentuale di protezione dai colpi: tu li colpisci e la vita va giù in proporzione a quanto scudo hanno (un po’ come i vecchi Doom); ecco, allora perché se praticamente i non-Rogia non hanno più vita, devo distruggere il loro scudo per sconfiggerli definitivamente? Non dovrebbero crepare più facilmente???

Alla vittoria sono gli alleati a parlare. Concludo con una piccolezza, che sinceramente mi secca parecchio: quando finisco il livello appena giocato, non è il mio personaggio a celebrare la vittoria ma uno degli NPC alleati. Ma se ho scelto il mio personaggio vorrò sentire parlare lui, no???

Commento generale:

Giocare a One Piece: Pirate Warriors 4 è un’esperienza divertente e adrenalinica, con facilità ho superato le 100 ore di gioco e ci giocherò volentieri ancora a lungo almeno fino a che non avrò maxato tutti i personaggi. Ho platinato il videogioco su Ps4, il secondo della mia libreria ludica che ha raggiunto il traguardo. Ma mi sono pure arrabbiato parecchio.
Ovviamente anche con One Piece: Pirate Warriors 3 mi ero arrabbiato parecchio ma almeno là veramente l’esperienza era complessa e aveva delle parti più elaborate e di precisione.

In One Piece: Pirate Warriors 4 raramente ho sentito la necessità di fare le cose di fretta, il tutto rispetta i miei comodi; anzi, a volte i level design sono disperdenti e fanno perdere parecchio tempo: tante cose da fare, solo alcune sono necessarie per l’ottimo risultato della partita.

Con una grafica stupenda e un comparto musiche e narrativo all’altezza, One Piece: Pirate Warriors 4 funziona.
Più che sui livelli, hanno preferito concentrarsi sulla strategia: i personaggi crescono con l’albero delle statistiche, con cui il giocatore sceglie la statistiche da migliorare e può sbloccare un ramo della stessa, e il giocatore può scegliere anche quali attacchi speciali conferire al proprio personaggio. Questo sistema più strategico, assieme alla scelta delle abilità (già presente nel terzo), rende il gameplay potenzialmente variegato; potenzialmente, perché bisogna aggiungere questo dettaglio alla critica al level design dei paragrafi soprastanti.

Una schermata da One Piece: Pirate Warriors 3

Quindi, One Piece: Pirate Warriors 4 è un bel gioco? Sì, diverte e ci potrei passare altre cento ore. Ma One Piece: Pirate Warriors 3 era meglio, meglio pensato e più immersivo. Quando avrò maxato i personaggi venderò il quarto per ricomprarmi per PS4 il terzo con lo sconto.

Pokémon Bianco Tag

Buongiorno! Per celebrare la mia ultima vittoria alla Nuzlocke di Pokémon Bianco, ho ideato questa piccola tag solo in parte legata al mondo dei videogiochi! Così chiunque o quasi può provare a rispondere alle domande!

Iniziamo, se volete partecipare basta che mi avvertite.

1) Pokémon: Un franchise che vi accompagna da diversi anni
Non potendo citare i Pokémon, ovviamente, scelgo Batman: per anni l’ho portato sul blog, potrebbe essere perfino nel primo anno di vita e quindi sono veramente appassionato seppur superficialmente. Pian piano mi sto recuperando i cult, prediligo le storie con le femme fatales (ciao Pamela).

2) Pokémon Bianco: Un titolo non recepito benissimo al lancio ma rivalutato nel tempo è diventato un cult
Beh, potrei citare metà della filmografia di Carpenter ma rimango fedele ai miei lidi: Harley’s in Hawaii di Katy Perry, che grazie a Tik Tok ha avuto recentemente un boom di ascolti superando i 100M di ascolti su Spotify!

3) Alpha: Un personaggio secondario che ha acquisito più carisma del protagonista
Beh, Paperino! Topolino è uno dei personaggi più antipatici dei fumetti, tanto che all’epoca quando venne introdotto Eta Beta quest’ultimo dovette essere lasciato da parte perché era diventato più popolare del topo! Paperino è un personaggio fallace ma con un cuore grande, con una sfortuna leggendaria e una serie di doppie vite!

4) Pensione Pokémon: Un’opera ambientata in una pensione o un ostello
Potrei farla facile citando Hostel che non ho nemmeno visto, ma mi faccio male e cito Miranda. Miranda è il film che ha reso famosa la Grandi, anche se io in quel film l’ho sempre trovata bruttissima: non è maggiorata, è tonda, non è formosa ma grassa! In un’inquadratura ha il posteriore quadrato da quanto è piena! No, mai capita la sua popolarità: la Fenech la batte in tutto!

5) Ghecis: Un personaggio la cui vera natura si rivela alla fine
Con un twist non per noi ma per i personaggi di Star Wars, cito l’Imperatore Palpatine dalla trilogia di Star Wars. E sì, è spoiler, ma siete ignoranti se vi arrabbiate perché questa trilogia è un prequel di una saga celebre!

6) Komor: Il tipico personaggio che ti sta sulle palle
E io ho un’intera categoria: i bambini nei film horror; la maggior parte delle volte, due schiaffi risolverebbero la trama. Sei andata in quel posto buio tutta sola? Uno schiaffo. Hai un amico immaginario che dice che ti odio? Uno schiaffo. Ti arrabbi e corri via da sola mentre l’Apocalisse arriva? Un altro schiaffo. So ez!

7) Timburr & Zebstrika: Un videogioco o gioco da tavolo semplice di per sé ma con meccaniche che lo complicano
Shrek Terzo, il videogioco. Di per sé era semplice, rappresenta la mia infanzia, un regalo da parte dei miei genitori; all’epoca lo completai e lo amai. Poi qualche anno fa l’ho provato di nuovo e… comandi osceni, legnosi, un tasto per fare tutto e un mondo veramente difficile da esplorare per le angolazioni della telecamera e i colori non proprio sgargianti. Un peccato.

8) Zekrom: Un personaggio celebrato nella narrazione che si rivela deludente
E come non citare Gilderoy Allock?

9) Quinta generazione: Un sequel modesto di un capolavoro
A istinto (preveggenza?) potrei citare Avatar 2 ma scelgo i musical. E tra i film musicali Mamma mia 2 si staglia come una stella nella notte: bello, musiche carine (Angel eyes su tutte) ma pur essendo su due piani narrativi diversi, non riesce minimamente a raggiungere la freschezza e l’iconicità del predecessore!

10) I 21 caduti durante la mia Nuzlocke: Un film con un alto numero di vittime
E ovviamente Star Wars che, tra pianeti e la Morte Nera, con le sue esplosioni nello spazio ha narrato di intere stragi!

11) Nuzlocke: La vostra ultima challenge videoludica o letteraria o cinematografica.
Nei videgiochi la challenge è una sfida per rendere più difficoltosa la partita, mentre per i libri e i film sono pure semplici liste di opere da guardare o leggere entro un limite di tempo. La mia challenge? Ovviamente la Nuzlocke di Pokémon Platino!

E siamo giunti alla fine. Vorrete partecipare o condividere qualche risposta nei commenti? Vi è piaciuta l’idea? 😛

Ho vinto la Nuzlocke di Pokémon Bianco!

Buongiorno! Oggi torno vittorioso dalla mia ultima challenge Pokémon, che è durata per molti mesi nella durata complessiva di 80 ore e 40 minuti: ho vinto la Nuzlocke di Pokémon Bianco!

Per chi se lo stesse chiedendo, condivido la definizione di Nuzlocke fornita da mamma Pokémon Central Wiki:
Con Nuzlocke Challenge si intende una partita di un gioco della serie principale in cui il giocatore inserisce un insieme di regole volte a creare un livello superiore di difficoltà. Molti sfidanti ritengono che le regole abbiano anche lo scopo di incoraggiare il giocatore ad usare Pokémon che normalmente non userebbe e avere legami più stretti con tutti quelli che cattura. Le regole non sono all’interno del gioco, ma sono auto-imposte dal giocatore stesso, e quindi soggette a variazioni.

Queste sono le regole che mi sono scelto:

  • Ogni Pokémon che sviene è considerato morto.
  • Un incontro perso (anche se rimangono Pokémon nel PC) viene considerato “game over”.
  • Il giocatore può catturare solo il primo Pokémon selvatico incontrato in un’area e nessun altro. Se il primo Pokémon finisce KO o fugge, non è possibile catturarne un altro. Se il primo incontro è una Lotta in Doppio (per esempio nell’Erba scura), il giocatore può scegliere quale dei due Pokémon catturare.
  • Anche se non è una regola fissa, il consenso generale è di assegnare un soprannome ai propri Pokémon per formare dei legami affettivi.
  • Altra regola sottintesa è il divieto di utilizzare Pokémon che il giocatore non ha catturato di persona, escludendo quindi scambi (in-game e non), doni segreti o altro. Esiste la possibilità di utilizzare i Pokémon che vengono regalati al giocatore dai personaggi non giocanti del videogioco.
  • Ultima regola sottintesa è il divieto assoluto di riavviare il gioco senza salvare quando qualcosa va storto.
  • Personalmente, ho scelto di utilizzare la Pensione Pokémon, che accudisce i Pokémon mentre potevo livellare il resto della squadra.

La mia esperienza:

Giocare alla Nuzlocke di Pokémon Bianco è stata un’esperienza molto dura e a tratti frustrante non perché il titolo fosse difficile ma perché era scorretto: ho dovuto subire ben 21 morti, molte delle quali dovute a colpi critici (che raddoppiano il danno), mosse mancate e Pokémon nemici troppo potenti. Oltre al Pokémon Leggendario più inutile della storia.

Pokémon Bianco è un videogioco bastardo, cattivo, che perdona veramente pochi errori al giocatore.
Se dovessi cercare un lato positivo di Pokémon Bianco citerei l’Erba scura: sono tratti di mappa in cui è possibile trovare Pokémon nemici più forti o sfidarli in lotte doppie, ottimi per livellare ma anche per farsi ammazzare i Pokémon.

Un altro punto che non mi è piaciuto di Pokémon Bianco è che Komor, uno degli NPC, dopo le lotte con lui ben 2 volte mi ha obbligatoriamente curato la squadra. E ciò, ai fini di una Nuzlocke è demenziale perché mi revitalizza Pokémon teoricamente morti! Quindi, li ho considerati resuscitati dalla plot armor del videogioco.

Ma tornando alla Nuzlocke in sé, anche questa volta ho puntato all’iperlivellaggio dei miei Pokémon, puntando ad avere una squadra molto più forte e difficilmente battibile. Considerando i pochi punti esperienza offerti dal gioco, è stata una partita moolto lenta.

La mia squadra Pokémon dopo aver sconfitto i vari boss:

PRIMA PALESTRA: Shere Khan(Purrloin), Yungg (Oshawatt) e Alpha (Lillipup).

SECONDA PALESTRA: Shere Khan (Liepard), Yungg (Dewott), Alpha (Herdier), Tommaso (Timburr) e Mina (Woobat).

TERZA PALESTRA: Shere Khan (Liepard), Yungg (Dewott), Alpha (Herdier), Tommaso (Gurdurr) e Shaggy (Scraggy).

QUARTA PALESTRA: Shere Khan (Liepard), Yungg (Dewott), Alpha (Stoutland), Casper (Litwick) e Star ( Solosis).

QUINTA PALESTRA: Shere Khan (Liepard), Yungg (Dewott), Alpha (Stoutland), Eracle (Audino), Atlantis (Ducklett) e Forbici (Karrablast).

SESTA PALESTRA: Alpha (Stoutland), Eracle (Audino), Forbici (Karrablast), Ulisse (Carracosta) e Dehl (Pansear).

SETTIMA PALESTRA: Alpha (Stoutland), Ulisse (Carracosta), Dehl (Pansear) e Kraken (Jellicent).

OTTAVA PALESTRA: Alpha (Stoutland), Ulisse (Carracosta), Gaha (Lilligant), Adriana (Bisharp), e ChuckLee (Mienshao).

SUPERQUATTRO: Alpha (Stoutland), Ulisse (Carracosta), Gaha (Lilligant), Adriana (Bisharp), ChuckLee (Mienshao) e Arianna (Durant).

N: Alpha (Stoutland), Ulisse (Carracosta), Gaha (Lilligant), Adriana (Bisharp), ChuckLee (Mienshao) e Zeus (Zekrom).

GHECIS: Alpha (Stoutland), Ulisse (Carracosta), Gaha (Lilligant), Adriana (Bisharp) e ChuckLee (Mienshao)

Per farvi capire la difficoltà, il polpo sono i Super4, i mostri sotto sono Ghecis

E quindi, faticosamente ce l’ho fatta! Ho vinto la Nuzlocke di Pokémon Bianco! Dallo schema dei nomi in squadra potete facilmente notare anche se non vi intendete di Pokémon che c’è stato un turnover molto potente in squadra. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta!
Ironicamente, tra l’altro, le sfide in palestra (che dovrebbero i veri boss di Pokémon Bianco) non hanno mai visto nessuno dei miei Pokémon sconfitti: quasi tutti i morti venivano da Pokémon selvatici pompati abbestia!

Assurdo vero?

E per concludere, vorrei far notare anche che con la regola della prima cattura per percorso ho sempre avuto molta sfortuna: ogni volta beccavo il Pokémon con il tipo meno interessante del percorso, il più debole o con le mosse più limitate. Infatti, ho fatto fatica ad allenarli certi Pokémon in vista delle lotte!

E voi? Avete mai giocato a Pokémon Bianco? Se ve la siete persa, vi segnalo qui anche la Nuzlocke di Pokémon Platino. Ciao!

Electric, Katy Perry

Buongiorno! Questo è il mio penultimo articolo prima dello speciale di Halloween e ho deciso di proporre un argomento molto leggero: una canzone della grande Katy Perry! Mi sono ispirato al blog Politix, che ha condiviso l’ultima canzone di Ed Sheeran in collaborazione con il brand Pokémon ma… Katy Perry lo aveva già fatto mesi prima! Ecco qui la sua, di collaborazione.^^

Testo della canzone

In the dark when you feel lost
Wanna be the best but at what cost?
If you’re gonna stay here
Nothing’s ever changing, no
Big world, gotta see it all
Gotta get up even when you fall
There’s no point in waiting, no

they’ll try to bring you down
(Oh) but you’ve got the power now

I know you feel it (feel it)
If you believe it then you can
There’s no reason that this life can’t be (electric)
Oh, I can see it, see it
If you believe it then you can
There’s no reason that this life can’t be (electric)

long road, gotta ways to go
Take a big step, but you’re not alone
‘Cause we got each other
There’s so much you’ll discover
Head strong, but your heart is stronger
Stay calm walking through the fire
I know you’re gonna make it out

they’ll try to bring you down
(Oh) but you’ve got the power now

I know you feel it, feel it
If you believe it then you can
There’s no reason that this life can’t be (electric)
Oh, I can see it, see it
If you believe it then you can
There’s no reason that this life can’t be (electric)

they’ll try to bring you down
(Oh) you’re electric right now (electric)
(Oh) but you’ve got the power now
(Oh) you’ve got the power now

You’ve got the power now
Oh, yeah, yeah

I know you feel it, feel it
If you believe it then you can
There’s no reason that this life can’t be (electric)
Oh, I can see it, see it (oh, I can see it)
If you believe it then you can
There’s no reason that this life can’t be (electric)

they’ll try to bring you down
(Oh) you’re electric right now
(Electric)
(Oh) but you’ve got the power now
(Oh) you’ve got the power now

You’ve got the power now

Commento:

Katy Perry ci regala l’ennesima canzone di incoraggiamento, come fece con Roar, Part of me e Rise, solo per citare le più famose.
Come riesce a coniugare l’empowerment con il tema dei Pokémon (essere elettrici e pieni di vita come il topo elettrico Pikachu, che infatti nel video la accompagna) è brillante e semplice al tempo stesso, ottimo per trasmettere un messaggio per ogni età.

Il video invece è molto dolce. Katy Perry rimane bionda, lo era dall’era Witness, ma lascia crescere i capelli rendendoli una bellissima cornice per il suo viso; mora o bionda, sono i capelli lunghi la sua forza.
Nel video Katy Perry idealmente ripercorre la carriera, rivedendosi da giovane nelle prime scelte e opportunità. Il suo Pokémon partner è una Pikachu (lo si nota dalla coda che finisce a cuore) ed è molto apprezzabile che, come vediamo la versione giovane di Katy, pure Pikachu è nella sua versione più piccina: la sua preevoluzione Pichu!

Electric è una canzone che ci fa sognare e che ci ricorda di non smettere mai di lottare, che ci sarà sempre qualcosa che può rendere la nostra vita elettrica e degna di essere vissuta!
E voi? Conoscevate la canzone?^^

T come TAG- Austindoveblog

Buongiorno! Oggi torno con una tag ideata da Shio76 dal blog Il mondo di Shioren; l’idea è molto carina: seguendo le lettere dell’alfabeto italiano devo nominare la prima cosa o persona od opera che mi viene in mente! Il tutto potrebbe rivelarsi complicatino dovendo usare l’alfabeto inglese, ma vedremo!

Iniziamo.

A come: Antonio, ovviamente. Come potrebbe il mondo sopravvivere alla scomparsa della mia splendida persona? ✨

B come: Britney Spears, che ora finalmente sta ritornando più forte di prima e libera! Con lei ho imparato l’inglese e mi ricordo che mi guardavo il videoclip di Work bitch! con grande divertimento, alle medie!

D come: Dracula. Lessi il libro anni fa e da allora mi accompagna anche sul blog. Poi c’è il capolavoro di Coppola, la cui Lucy è uno dei capisaldi per le immagini di contorno dei post.

C come: Charmed, ovviamente. Loro sono state le streghe del mio liceo, passavo i pomeriggi a guardarmi i loro episodi e pure con loro ho imparato l’inglese. A furia di guardare gli episodi in italiano ho pensato di provare in inglese sub ita e poi sub madrelingua! Ho 6 cofanetti su 8.^^

E come: Elena la Troia. L’ho chiamata così perché per molto tempo se la cercavate con quelle parole su Google compariva la trattazione del personaggio sul mio blog! E a parte un anno, l’approfondimento su Elena di Troia compare sempre nella Top5 degli articoli più cliccati durante l’anno!

F come: Freddy Krueger, uno dei serial killer più iconici e che può vantare una saga che, pur con una qualità altalenante, è riuscita a stare a galla per decenni senza remake, reboot o nuove linee temporali.

G come: Goku. Uno degli anime che ho guardato meglio è stato DragonballZ, nel periodo delle medie e nella prima parte delle superiori. Non conosco bene né i primi archi antecedenti né le serie successive. Solo quando Goku è già adulto e sconfigge Freezer, Cell, Majin Bu ecc ecc.

H come: Halloween, di cui non ho visto al cinema l’ultima uscita e non lo farò, dopo la delusione di Halloween kills.

I come: Iulia, la mamma è sempre la mamma.

J come: Janice, l’insopportabile ex di Chandler in Friends!

K come: Katy Perry, ma che domande sono?

L come: Luigi, il Re delle scimmie il quale dimostra che la Disney del libro ha letto solo i capitoli.

M come: Madonna, una delle cantanti più iconiche e importanti del nostro tempo.

N come: Nutella, sempre e comunque.

O come: One Piece, altro franchise a cui sono legato seppur in maniera più superficiale rispetto a Pokémon. Tra l’altro ora sto giocando a One Piece: Pirate Warriors 4.

P come: Poison Ivy, personaggio misterioso e ricco di riletture. Vi è piaciuta la mia?^^

Q come: Quentin Tarantino, un regista che apprezzo molto. Tempo fa sono pure riuscito ad andare a vedere Once upon a time in Hollywood al cinema, per cui sono molto soddisfatto; finora credo sia il suo film che preferisco.

R come: Rihanna, che sembra il prossimo anno sarà la star del Super Bowl, senza essersi mai esibita prima live per anni. Speremo ben.

S come: soldi, quelli che ora mi stanno mancando. Non trovo lavoro a Roma!

T come: Tifeo, la disgrazia degli dei.

U come: Unima, la regione Pokémon che mi sta facendo dannare nella mia ultima Nuzlocke! Ma credo che in settimana o la va o la spacca!

V come: Via col vento, citando uno dei titoli letterari e cinematografici apprezzati da mia mamma.^^

W come: What we do in the shadows, esilarante commedia horror in stile mockumentary. La consiglio.

X come: X-Men, più che altro perché non mi veniva in mente altro. Invece, quanto è bello il primo film? Mi identifico sempre in Rogue, per come viene trattata, e il suo rapporto con Wolverine è stupendo, come lui la salva alla fine sacrificandosi.

Y come: Yveltal, un Pokémon leggendario, protagonista di Pokémon Y.

Z come: Z la formica, con le sue termiti da incubo.

E siamo alla fine! E’ stata dura! Comunque non nomino nessuno ma concedo a chiunque ne abbia voglia il diritto a rispondere alla tag. Ciao!^^

I punti di forza di Marvel Puzzle Quest e la difficoltà di trovare un bel moba

Buongiorno! Oggi a sorpresa torno a parlare di videogiochi, di videogiochi per mobile per la precisione.
In questo ultimo periodo ho smesso di giocare a DC Legends e ho installato e disinstallato in breve tempo numerosi titoli per Smartphone. Niente dell’offerta riesce a soddisfare le mie voglie come Marvel Puzzle Quest.

Ma allora quali sono i punti di forza di Puzzle Marvel Quest?

Puzzle Marvel Quest, di cui avevo già parlato nel blog in questo articolo, è un gioco che combina la strategia e i puzzle: scegliendo un team di tre eroi Marvel bisogna abbinare le tessere colorate del tabellone per fare danno ed essere in grado di usare le abilità degli Eroi in battaglia.
Nel tempo il gioco si è ampliato tantissimo e racchiude all’interno una vasta collezione di eroi arricchita dalle varie versioni fumettistiche degli stessi e da una biografia per ciascuna.

Questi sono i suoi punti di forza:

  • TANTO COLORE. In un videogioco a me piacciono i colori sgargianti, che si notano a colpo d’occhio, e con il fatto che devo distruggere un tabellone di tessere di colore ce n’è veramente tanto. Inoltre, i personaggi sono caratterizzati da bei disegni che li ritraggono in una o due pose, per cui l’esperienza visiva è veramente bella.
  • SEMPRE NUOVI PERSONAGGI. Marvel Puzzle Quest ha festeggiato da poco i 9 anni e si è espanto molto: il roster dei personaggi è sempre molto vario, con due aggiunte ogni mese ed eventi per potenziare quelli già esistenti. Tutto ciò offre una grande varietà del gameplay e numerose strategie utilizzabili.
  • DIFFICOLTA’ A SCELTA. Nella modalità Storia è possibile scegliere il range entro il quale i nemici hanno le statistiche, scegliendo indirettamente le ricompense per l’evento (più è difficili più sono prestigiose). Questo per me è importante perché pur avendo un range limitato di scelta in base al mio livello giocatore, mi permette di puntare o sulla facilità (e quindi no stress) o sui bei premi.
  • PVP GESTITO BENE. Nel Player vs Player, le strategie da usare sono molto limitate perché esistono alcune sinergie cosiddette over-powered ma almeno il giocatore di alto livello si ritrova a giocare contro altri giocatori di alto livello. A parte la primissima battaglia, le squadre che si trovano sono difficili ma gestibili rispetto al proprio livello giocatore; e questo è importante per chi si approccia al gioco, cosicché possa sfidare gente con il suo stesso esercito e non squadre avanzate.
  • I SALVATAGGI SONO ESTERNI AL TELEFONO. Marvel Puzzle me lo porto dietro dal mio primo telefono a touchscreen, perché salvo i dati sia sul telefono sia su FB: ogni volta posso disinstallare e poi installare dopo mesi e recuperare i dati archiviati collegando il gioco a FB!
  • CONTINUI NUOVI EVENTI. Oltre ai nuovi personaggi ci sono nuovi eventi, con nuove linee di dialogo e nuovi NPC nemici. Alcuni sono noiosi, altri nemici sono infami, ma il gameplay presenta sempre novità e modifiche per ravvivare il tutto.

Ecco, questi sono i principali punti di forza di Marvel Puzzle Quest. Il videogioco negli anni è sopravvissuto a moltissimi concorrenti: DC Legends, Duel Links, Angry Birds, Pokémon Go, Fruit Ninja e molti altri di cui nemmeno ho ricordi.
Credo che i problemi principali siano due: ripetitività del gameplay e per chi lo offre un gameplay frustrante per cui le bestemmie sono frequenti.

Sono pochi i videogiochi per Smartphone o Iphone che riescano a catturare la mia attenzione per lungo tempo. Aggiungiamo i pop-up per le micro-transazioni e il fastidio aumenta a dismisura.
Anche Marvel Puzzle Quest sta iniziando a essere invasivo, ma la questione è ancora gestibile. Almeno su cell, l’account sul PC invece ha un muro di pop-up prima di arrivare alla partita, ma quello è un altro media e un altro discorso.

E voi? Quali sono i moba che avete nel cuore? Ricordo che per moba vanno bene pure il Solitario e lo Snake del Nokia! Ciao!

The Ultimate Doom: hey, not too rough!

Buongiorno a tutti, vi saluto dal mio letto di dolore con un mal di schiena incredibile: lunedì e mercoledì ho fatto due doppi turni che mi hanno stroncato; lunedì ho lavorato quasi 9 ore quando di contratto ne ho solo 4, ma almeno sono pagate come supplementari.

Oggi, dopo aver discusso di un episodio di Charmed a tema The Sandman, torno a parlare di horror e di videogiochi con The Ultimate Doom!
Questa volta, però, in una nuova ottica avendo provato la difficoltà Hey, not too rough. Un nuovo grado di difficoltà, per veri appassionati.

Introduzione mirabolante a parte (chi gioca a Doom si sarà fatto una grossa risata), Hey, not too rough è la seconda difficoltà più facile, quella che scegli quando inizi a prendere confidenza.
Ma il dettaglio interessante è che The Ultimate Doom, un po’ come Batman: Arkham City, è un videogioco che all’aumentare della difficoltà aumenta il numero di nemici presenti nei vari livelli; e quindi il gameplay è totalmente diverso ogni volta che si decide di cambiare.

Giocare a The Ultimate Doom con questo grado di difficoltà nei primi tre episodi (ricordo ai lettori che il videogioco in questione è suddiviso in 4 episodi contenenti ciascuno 9 livelli) non sono quasi mai morto, mentre le infamate sono arrivate con il quarto episodio. Livelli difficili e snervanti. Ma ce l’ho fatta.

Come gameplay non ho notato subito grandi diversità se non in due casi.
Nell’ultima mappa del primo episodio, dove vengono introdotti i Baroni dell’Inferno, nell’area di inizio ci sono i Pinky Demon.
E ile sfere di fuoco degli Imp sono più veloci, ma in generale i danni sono maggiorati e le munizioni che riforniscono risultano decisamente inferiori.

Tornando alle mie morti, posso affermare con soddisfazione di essere morto per la prima volta solo alla fine del secondo episodio, alla Torre di Babele contro il Cyberdemon. Quindi, durante il primo e il terzo episodio non sono mai morto.

Il discorso cambia con il quarto episodio, ritenuto da tutti il più infame per la presenza di lava in abbondanza e ondate cattivissime di nemici. Infatti, soprattutto durante la terza mappa (Sever the Wicked) e la sesta mappa (Against Thee Wickedly) sono morto svariate volte, anche a causa del Cyberdemon presente in entrambe le mappe.

Ecco, si potrebbe dire che il Cyberdemon sia la costante delle mie morti: è presente in tutte le mappe in cui sono schiattato più spesso!

E siamo giunti alla fine dell’articolo. Per quando uscirà spero di non fare il terzo doppio turno della settimana, ma non lo so. E voi? Cambiate spesso la difficoltà ai videogiochi? Preferite una sfida totalizzante o un passatempo molto tranquillo?
Io da quel che vedo sono più per il tranquillo, ma giocando sempre agli stessi titoli ogni tanto provo ad alzare il grado di difficoltà.

Ciaoo!^^