Narciso, figlio della ninfa Liriope e del dio-fiume Cefiso, rappresenta il narcisismo che comunque non si concentra solo su se stesso ma che attraverso l’idealizzazione aiuta a collegarci con l’universo intero portando il nostro ego a combaciare con la natura.
Narciso è un giovane così bello e dannato che l’indovino Tiresia al momento della sua nascita gli aveva profetizzato che sarebbe vissuto a lungo se non avesse conosciuto se stesso e cresciuto era famoso per la sua bellezza sovrumana e la sua tendenza a rifiutarsi sia a donne sia a uomini, rendendosi inavvicinabile.

I problemi per il ragazzo iniziano quando una respinta con il cuore infranto e ricolmo di vendetta si rivolge alla dea Nemesi chiedendo una punizione per il belloccio; e ovviamente viene accontentata. Infatti, quando Narciso un giorno si china sull’acqua forse per farsi un bagno e purificarsi o forse solo per bere, egli vede la propria immagine riflessa sulla pozza e avendo conosciuto se stesso se ne innamora perdutamente così tanto che si consuma morendo sul posto, incapace anche solo di spostare lo sguardo.
Morto, le Naiadi ne piangono il cadavere e in segno di lutto si tagliano i capelli, disperandosi; poi, giunto il momento di bruciare la salma, scoprono che il corpo è scomparso! Al suo posto, un bellissimo fiore «giallo nel mezzo e circondato di petali bianchi» (Ovidio, Metamorfosi) si materializza.
Questa è la storia di Narciso, una storia eziologica che tratta del narcisismo, intendibile sia in senso positivo sia negativo. Molte versioni narrano questo mito, in alcune la dea che si vendica è Afrodite, in altre l’immagine riflessa è quella della sorella gemella morta da tempo (come quella di Pausania).
Inoltre, è da sapere che i narcisi esistevano già prima della morte di Narciso: infatti, erano quelli i fiori raccolti da Persefone quando Ade la rapì. Secondo me questo è molto interessante perché sminuisce profondamente un giovane sì bellissimo ma incapace di intraprendere rapporti umano e destinato secondo la mentalità greca a essere dimenticato non avendo mai avuto figli a differenza di altre bellezze della mitologia.
Interessante, vero?^^
Fonte:
-Biondetti, L., Dizionario di mitologia classica: Dei, eroi, feste, Milano, Baldini&Castoldi s.r.l., 1999
-Chevalier, J e Gheerbrant, Dizionario dei simboli: Miti, sogni costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri, Trebaseleghe, BUR_Rizzoli, 2015
