Brazil è un film del 1985 diretto da Terry Gilliam. Il film è ambientato in un mondo distopico, in cui la burocrazia ha preso il sopravvento in ogni attività dell’uomo e, combinata al cinismo spietato dei potenti, uccide chi tenta di ribellarsi e i pochi che ancora riescono a sognare.

Trama:
In un futuro distopico Sam Lowry è un semplice impiegato che decide di accettare la promozione al Dipartimento informazioni con il semplice scopo di rintracciare una donna che gli è apparsa in sogno e di cui si è subito innamorato; per incontrarla deciderà di andare contro ogni legge in un mondo controllato dalla burocrazia e dalla tirannia dei ricchi, finendo spesso in situazioni al limite del grottesco.ù
Cast principale:
Jonathan Pryce: Sam Lowry
Kim Greist: Jill Layton
Michael Palin: Jack Lint
Ian Holm: Mr. Kurtzmann
Robert De Niro: Archibald “Harry” Tuttle
Katherine Helmond: Ida Lowry, la madre di Sam
Informazioni generali:
Regia: Terry Gilliam
Soggetto: Terry Gilliam
Genere: fantascienza, grottesco, drammatico
Durata: 132 min
Sceneggiatura: Terry Gilliam, Tom Stoppard, Charles McKeown
Produttore: Arnon Milchan
Fotografia: Roger Pratt
Montaggio: Julián Doyle
Effetti speciali: Ron Burton
Musiche: Michael Kamen, Kate Bush, Ray Cooper
Scenografia: Norman Garwood
Temi:
– ricchezza e povertà: molto importanti, dimostrano come i ricchi siano agevolati e vivano al sicuro in posti spaziosi e belli e possono permettersi le proprie bizzarrie.
-la ricerca ossessiva della bellezza: le vecchie cercano di essere belle lasciando perdere cose più importanti della loro vita come perfino la dignità e la famiglia.
-la società e il malessere: è presente una forte critica alla società, tanto che per vivere bene bisogna vivere come eremiti lontani da tutto.
-l’ingiustizia: in una società quasi dittatoriale la giustizia è arbitraria e le leggi sconosciute ai più; i torti sono troppi.
Commento:
Mentre i miei genitori lo hanno definito subito spazzatura, io ho provato a guadagnare tempo per continuare lo zapping aspettando la pubblicità; infatti, non sapevamo che film fosse perché non conoscevamo il titolo ma già da quando avevo iniziato a seguirlo (dal sequestro dell’uomo sbagliato) ho notato una trama particolare e qualcosa di misterioso e intrigante come le scene del sogno.
Andando avanti con la visione mi hanno colpito questi palazzi altissimi, queste riprese che fanno venire le vertigini, esterni freddi ma caotici, quasi sempre pieni di gente mai contenta, infelice. Invece, gli spazi interni più frequenti, cioè quelli della povera gente, sono claustrofobici, disordinati, continuamente danneggiati dalle forze pubbliche e soffocanti (esempio è l’appartamento del protagonista); al contrario, gli ambienti dei ricchi sono colorati, spaziosi, ricchi di decorose eccessive al limite del barocco e del terrore vacui e le persone perdono tempo a inseguire sogni effimeri come una bellezza perenne perdendo tempo e famigliari, quasi a sottolineare la vacuità della loro presenza e il loro distacco da quel mondo opprimente grazie alla loro ricchezza.
La parte più interessante è stata la rappresentazione del sogno che il protagonista continua ad avere ad occhi aperti, grazie a cui possono notarsi alcune caratteristiche di quel mondo: le bambole minacciose sono gli impiegati statali, la ragazza da salvare è la gente povera e impotente, il ninja simboleggia la società politica e la polizia aggressiva che la rappresenta e la tiene a bada. Infatti, appena nel sogno cerca di combattere questi nemici, perde inevitabilmente le ali.
Il finale mostra che per vivere bene bisogna scappare da questa società che applica favoritismi e nepotismi, dove il debole non viene aiutato ma sfruttato per il bene dei ricchi. Infatti, il protagonista per vivere serenamente sceglie di ribellarsi e fuggire, anche se alla fine si scoprirà che è impossibile fuggire. Una scena molto amara.
Questo film mi è piaciuto moltissimo, ha delle inquadrature che si focalizzano riguardo all’altezza, alla claustrofobia e alle emozioni umani, come quando lui va dalla vedova. Lo consiglio a tutti, ma guardando la reazione dei miei genitori al film forse non tutti potrebbero apprezzarlo come ho fatto io…