10 madri problematiche nei film

Buongiorno! Oggi torno con altre 10 madri problematiche nei film, a un mese dalla data di pubblicazione cui avevo originariamente pensato. Sfruttatrici, manipolatrici o semplicemente anaffettive, qui la lista vede dieci mamme o figure materne che avrebbero potuto essere molto migliori!

This is where I leave you. Dramma con le tinte di commedia, è un film americano con cast stellare che vede una famiglia riunirsi per il lutto. E sapendo quanto i figli litighino sempre tra di loro, l’egoismo del personaggio di Jane Fonda regge l’intero film, dando vita a diverse situazioni e risvolti di trama.

Rapunzel. Classico Disney, che rielabora la celebre leggenda; per una volta, in maniera fedele nei grandi nodi narrativi. Qui la pessima madre è rappresentata da colei che ha allevato la protagonista solo perché quest’ultima ha i poteri in grado di ringiovanire e curare le persone! Bel filmetto, quasi quasi me lo riguardo!

Psycho. Grande cult, grande mistero: è lui che c’è o ci fa? Veramente da viva la madre lo manipolava o è stata solo la prima vittima di una mente contorta?

Scream Queens. Non è un film, è una serie televisiva, e vede tutte le famiglie delle protagoniste. Le Chanels, un gruppo di bianche privilegiate belle e spocchiose, preferiscono tornare nel campus per la Cena del Ringraziamento piuttosto che stare nelle loro fredde e deludenti famiglie, con il rischio di essere massacrate dal serial killer che si aggira nel loro college.

Beetlejuice. Bellissimo film burtoniano, protagonista del mio speciale di Halloween di qualche tempo fa. Catherine O’ Hara interpreta un’artista troppo piena di sé per capire le insicurezze della figlia e cercare di rassicurarla. Pure nel finale, alla fine le vere figure genitoriali per la ragazza sono rappresentate dai due fantasmi!

Il club delle prime mogli. Sapete, io adoro questo film. Cast stellare, commedia sagace e diversi momenti di riflessione. La madre terribile è quella di una delle protagoniste: Diane Keaton interpreta una donna insicura che è vessata sia dal compagno che la tradisce con la psicanalista sia da una madre autoritaria! Così autoritaria e dominatrice che perfino il cane ammutolisce davanti a lei.

Favola. Dramma italiano molto particolare, ve lo consiglio. Ed essendo molto interessante nella narrazione, non vi dico altro.

Carte in tavola. Whodunit con Poirot, mi ricordo la trama ma non ricordo assolutamente i dettagli. Guardatelo, raramente le trasposizioni dei romanzi di Agatha Christie deludono; al massimo, dopo le future modifiche ai suoi testi, deluderanno le nuove ristampe dei suoi romanzi.

The Others. Piccolo spoiler: sto preparando la recensione! Lo guardo un’ulteriore volta, mi prendo qualche screenshot e il post verrà pubblicato! Comunque, è un film piuttosto famoso e apprezzato tra i film gotici moderni, credo che tutti sanno a chi mi sto riferendo come madre abbastanza discutibile. E soprattutto perché.

Scream 2. Pure qui si va di spoiler, ma Scream non è mai stata una saga conosciuta per la trama o la narrazione: sono la messa in scena e la meta-cinematografia a dominare. E qui la madre è pessima perché non solo ha allevato un serial killer, ma ne assolda un secondo per vendicare la morte del figlio!

E siamo giunti alla fine dei 10 film con madri problematiche. Conoscete tutti i film, spero; o almeno i più famosi! Era da un mesetto che non pubblicavo liste a tema, sono felice. Ciaone e alla prossima!

Schitt’s Creek: quando i ricchissimi diventano poveri

Buongiorno! Oggi torno a parlare di serie televisive con Schitt’s Creek, una delle sitcom canadesi recenti più premiate degli ultimi tempi! Parla di una famiglia di divi che cade in disgrazia e si rifugia a Schitt’s Creek, un paesino dimenticato da Dio in Canada nel quale iniziano a gestire un motel.

Da sinistra: Johnny Rose, Moira Rose, David Rose, Patrick, Stevie, Alexis Rose

Per chi ama il cinema americano e quello canadese, la serie presenta alcune ricchezze: il cast è interamente canadese; è stata ideata, scritta e recitata da Eugene Levy (il papà in American Pie) insieme al figlio Dan Levy; come coprotagonista c’è Catherine O’Hara, che potreste aver visto in cosucce come Mamma, ho perso l’aereo e Beetlejuice.

Nell’arco di sei splendide e spiritose stagioni, la trama ruota attorno ai 4 componenti della famiglia:
– Johnny Rose, un imprenditore che cerca di risollevarsi cogestendo il motel, con Roland e Stevie;
– Moira Rose, un’ex attrice televisiva e teatrale che pian piano si integra nella vita della località;
– David Rose, il figlio pansessuale e futuro gestore di un emporio che offre i prodotti tipici del luogo;
– Alexis Rose, la bella figlia che dopo aver ripreso gli studi inizia una carriera nella pubblicità e nel management.

Oltre ai quattro componenti della famiglia nel cast principale ci sono pure Emily Hampshire nel ruolo di Stevie e Chris Elliott, che interpreta il socio, al motel di Johnny, Roland Schitt. Dalla terza stagione viene introdotto anche il personaggio di Patrick, interpretato da Noah Reid.

Schitt’s Creek è una piccola perla. L’ho adorata: era il mio appuntamento il martedì notte dopo il mio turno di lavoro!

Ho iniziato a guardarla dalla seconda stagione, a pezzi e quando capitava, ma è dalla terza stagione che ho provato un forte interesse quando viene introdotto il personaggio di Patrick e shippavo tantissimo lui e David. E spoiler, la foto che ho scelto ritrae il cast nell’ultimo episodio, quando giravano il loro matrimonio!
Infatti, Schitt’s Creek è una sitcom esplicitamente queer, dove la storia d’amore tra David e Patrick è volutamente normalizzata senza alcun accenno di omofobia nel villaggio: i Levy hanno voluto regalare una serie che possa mostrare una romance senza ostacoli e drammi nel mezzo, coronata da una serie di battute.

Quindi, le tematiche sono:
– la caduta dalla ricchezza alla povertà, con la costruzione di nuove abitudini e legami affettivi e sociali;
– la comunità queer;
– tutto il gossip e il dietro le quinte del cinema, della televisione e del teatro;
la ricerca dell’amore e della propria identità;
– tante risate, anche interne alla trama.

Come avrete capito, io ho adorato la serie, mi faceva sognare e martedì scorso quando è andata in onda l’ultima replica mi si è spezzato il cuore. Dovevo parlarne sul blog!

Comunque, Schitt’s Creek non si concentra su un solo personaggio ma dà spazio a tutti: vediamo i drammi esagerati di Moira alla povertà e come il marito cerca di rincuorarla mentre manda avanti il motel, il percorso di maturazione dei figli.
Anzi, il personaggio meglio caratterizzato è Moira Rose, incarnata da una Catherine O’Hara in splendida forma. Mi è dispiaciuto aver guardato la serie in italiano perché in originale era l’attrice stessa a modificare il proprio copione utilizzando un antico linguaggio anglo-canadese; non mi sorprende che abbia catalizzato la quasi totalità dei premi: lei è elegante, iperbolica, una diva delle soap che prima si deve adattare e poi con il proprio narcisismo si butta a capofitto nella vita sociale e artistica del villaggio. Da adorare.

Gli episodi, inoltre, sono molto corti e con un ottimo ritmo. Riescono a mostrare la progressione delle loro vite alternando tutto ciò con grandi dosi di umorismo sempre ilare e graffiante. E la storia procede bene, con continui paragoni tra il lusso della bella vita e la ruralità della località.
Alexis, poi, nei dialoghi continua a citare le feste e le celebrità che era solita incontrare in quanto ereditiera mentre i genitori confrontano spesso la loro realtà attuale agli sfarzi del passato. Solo David apprezza la nuova vita: trova la scopamica Stevie, che diventa poi la sua migliore amica, apre il suo emporio e conosce Patrick. A fine serie, sarà David l’unico a rimanere a Schitt’s Creek col marito e l’amica.

La theme song è molto ritmata con dei tamburi tipo da orchestra militare (quelli piccolini da suonare con le bacchette, per capirci) e pur essendo molto carina mi ha sempre ricordato una cosa militare per l’appunto; la colonna sonora generale invece è molto pop e varia diventando funzione narrativa della scena.

I costumi, il trucco e gli ambienti invece rispecchiano perfettamente i personaggi e la loro astrazione sociale: se perlopiù le scenografie sono semplici perché rispecchiano i gusti di un quartiere canadese immerso nella campagna, i costumi sono caratteristici e descrivono perfettamente i personaggi che li indossano.
Moira, David e Alexis in particolare sono caratterizzati da un vestiario specifico: Moira è la diva che indossa sempre parrucche, trucco pesante e abiti appariscenti e d’alta moda; David è fissato con i maglioni e gli abiti scuri; Alexis è la modaiola che veste sempre sexy e tiene al suo look.
E fanno contrasto con i look più semplici degli abitanti di Schitt’s Creek.

Schitt’s Creek quindi è una perla della televisione canadese che vorrei recuperare guardandola non più dalle 11 all’1:30 di notte ma in prima serata con calma e freschezza; in inglese sub inglese, se possibile.
Una serie fresca, pop, con numerose citazioni e tanti giochi di parole, mai oscena e con tante buone intenzioni che vengono sempre portate avanti con successo grazie a una scrittura intelligente e un cast di primordine. Consigliatissima!