La mia prima sessione di esami a Sentieri Selvaggi

Buongiorno! A grande richiesta torno a parlare di esami esponendo nei dettagli la mia sessione di esami! Sono stato tra i migliori, avendo collezionato quattro 30 e un 30L!

STORIA DEL CINEMA, PRIMO TRIMESTRE
Qui erano due dei tre prof del corso, per me è stata una boccata di aria fresca. Mi hanno chiesto di parlare delle avanguardie degli anni ’20, a me che volevo portare l’Espressionismo! Avendo visto almeno un film per ciascuna avanguardia e apprezzando molto il cinema gotico, sono riuscito a esporre con dovizia di particolari ogni cosa, stando bene attento a parlare abbastanza da non dar loro il tempo di proporre domande impossibili.
Poi mi hanno chiesto di Babylon, e dopo un’incomprensione reciproca per cui avevano capito che io avessi detto che Babylon era stato girato negli anni ’60, ci siamo chiariti e mi hanno lasciato, andare.

LINGUAGGI DEL CINEMA
Altra botta di culo: il video che mi hanno mostrato sempre quei due prof era il prologo di Gran Torino. Scena che avevamo già analizzato in classe. Quindi, facilitato dalla conoscenza dell’analisi, ho solo dovuto aggiungere tutta la teoria di ogni singola inquadratura e i significati che esse potevano nascondere. Nessun errore.

MESTIERI DEL CINEMA
Questo era l’esame che temevo di più: non sapevamo come potesse essere e l’argomento era piuttosto generale. Con me il prof si è dimostrato piuttosto amichevole e mi ha chiesto se mi fosse piaciuto il corso. Abbiamo parlato un po’ e ha capito che che mi piace il lato visivo dei film per cui… ho parlato dei costumisti! E, avendo studiato Chaplin per Storia del cinema e conoscendo Cecil Beaton per il mio speciale su My Fair Lady, ho fatto un figurone! Poi sapete quanto mi piacciano i costumi dei film, ho svariati volumi sulla moda e sui costumisti, ero preparato. E se mi avesse chiesto dei registi, avevo letto un altro libro della mia biblioteca privata per prepararmi!

PRODOTTI AUDIOVISIVI + SCRITTURE
Questi esami li ho fatti più o meno insieme in due momenti separati. La prima parte era un tema di tot caratteri sugli Emmy2022: dovevo scrivere in due ore di tempo un testo argomentativo con tema a mia scelta e un testo descrittivo, sempre sulla cerimonia utilizzando le informazioni che ci erano state insegnate durante il semestre. La seconda parte invece era l’analisi di un film prodotto da una piattaforma streaming, e dovevamo scrivere il testo a casa dopo aver guardato il prodotto a nostra scelta; poteva essere sia una serie televisiva sia un film. E io ho parlato di un film di cui voi avete già letto in qualche articolo nel blog, anche se non in un suo articolo a parte. Quale sarà questo film?

E siamo giunti alla fine della mia sessione. Sono consapevole di non avere fornito molti dettagli, ma comunque andrebbe contro la privacy mia e della scuola, comunque sono felice di averlo condiviso con voi! Qui vi saluto!
PS: per quale esame ho ottenuto la lode?

I migliori film visti a Gennaio

Buongiorno! Mi scuso se negli ultimi due giorni sono leggermente sparito ma ieri ho avuto il mio primo esame Selvaggio, un tema per Prodotti! Infatti, mentre scrivevo alle 19 di sera avevo addosso una stanchezza infinita dalla giornata e i dolori alla schiena dalla palestra del giorno prima. Comunque, quisquilie a parte, oggi inizia Febbraio e quindi ecco qui con la Top5! Quattro film sono già approdati sul blog, mentre il quinto è una piccola perla francese! Buona lettura.^^

Cantando sotto la pioggia. Cento, anzi, mille volte meglio di Babylon: un musical fresco, intelligente e originale! Una canzone iconica e un manifesto che spiega perfettamente il passaggio dal muto al sonoro, un Gene Kelly bravissimo e un Donald O’Connor con le molle ai piedi. Ma poi la storia stessa è veramente bellina, con l’odiosa biondona dalla voce stridula (Jean Hagen) giustamente nominata all’Oscar.

Susanna!. Screwball comedy con Katherine Hepburn e Cary Grant, stupenda sceneggiatura per una commedia divertente e irriverente! Adorato il film, mentre Scandalo a Filadelfia l’ho trovato molto più ingarbugliato.

Le crime est notre affaire. Scovata per caso su Netflix mentre scartavo film su film cercando qualcosa di decente da guardare, questa è una perla francese del cinema investigativo che fonde Agatha Christie alla commedia familiare. Catherine Frot è la protagonista, il film riprende ammorbidendo i tratti della storia Istantanea di un delitto: chi vede il delitto sul treno opposto è l’anziana zia della protagonista e Catherine si finge vedova (anche se è sposata con un commissario, che non crede alla zia) e si fa assumere nella tenuta come governante per indagare per conto suo; a complicare le cose ci sono i tre aitanti figli del proprietario terriero, di cui uno si dimostra molto interessato a lei!

Il gabinetto del dottor Caligari. Suvvia, chi a Visioni Sentieri Selvaggi non si sarebbe aspettato di trovare questo film nella lista? La mia reaction era troppo entusiastica! E che altro dire? L’espressionismo riesce a rendere la messa in scena così contorta da farla sentire quasi onirica, una visione veramente stravolgente! Da guardare!

Gli uomini preferiscono le bionde. Me lo sono rivisto per un compito di mestieri: scegliere una star maschio o femmina, guardarla in un film e riflettere sull’interpretazione e parlarne in classe; alla fine ho fatto tutto, scegliendo Marilyn Monroe e il film in questione, ma in classe lui non ne ha fatto parola preferendo invece discutere dell’intervista che ci aveva mostrato la settimana scorsa a Monica Vitti. Anche qui, che dire? L’ho citato così spesso nelle varie Top5 e liste tematiche che non aggiungo altro, se non che prossimamente potreste trovarlo come articolo singolo del blog!

E siamo giunti alla fine! I prossimi esami sono il 6 e l’8, per cui aspettatevi mie sparizioni in quel periodo. Ma voi, come state? E quali sono i vostri film del mese?

E si torna con l’ansia da esami 🙂

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Il gabinetto del dottor Caligari

Finalmente sono riuscito a vedermi questo capolavoro di Wiene, oltre a Nosferatu, per cui posso affermare di avere una buona base del cinema avanguardistico tedesco! Della scuola del montaggio ho già visto La corazzata Potemkin di Ejzenstejn del ’25. Mi manca un film impressionista, secondo voi La rosa sui binari va bene?

La versione che ho visto io è quella restaurata a Bologna, che potete trovare sottotitolata in italiano su YT. La colonna sonora che hanno messo è veramente inquietante, ha delle basi sicuramente elettroniche, almeno nella prima parte, e unita alle scenografie claustrofobiche dava veramente una sensazione straniante e agghiacciante.

L’espressionismo è famoso per le sue messe in scena, la recitazione esagerata degli attori e i contrasti di colori e scenografici con cui i personaggi vivono le loro azioni. Per capire anche quanto l’espressività conti, basti pensare al cerone e alle matite nere con cui i visi degli interpreti sono mascherati!
Le scenografie infatti sono claustrofobiche e oniriche: linee diagonali attraversano le inquadrature, pareti incurvate si protendono verso i personaggi e forme geometriche impossibili compongono scenari da incubo. I colori di cui erano imbibite le bobine di certo non aiutano: già è inquietante ‘sto corridoio che diventa sempre più stretto e ‘sto tizio che fa la faccia da schizzato, poi se il tutto è di un giallo smorto qui diventiamo il castello degli orrori! Dulcis in fundo: a volte mi sono sorpreso che alcune scenografie erano costruite e non fossero fondali dipinti da quanto contorte erano!

So che la sceneggiatura in questi film non è il focus principale ma ammetto che non conoscendo perfettamente la storia a una certa mi ero abbastanza perso. Mi ero completamente dimenticato che si trattasse di una storia raccontata (e possibilmente fittizia o alterata) e quindi a fine film con il cambio di registro non ho capito molto di quello che stesse succedendo. Invece, è normale che fosse diviso in atti? Non mi ricordo se Nosferatu fosse suddiviso o meno in atti… Dovrei rivederlo, boh.

Invece bravissimi gli attori, su Wikipedia noto che questi erano attori di primo piano che sono riusciti a lavorare bene anche dopo l’avvento del sonoro!

Dal punto di vista registico e del montaggio, il tutto è abbastanza semplice per permettere alla scenografie e al reparto costumi/trucco di brillare. Ecco, ho notato diversi primi piani e riduzioni dell’inquadratura per risaltare solo il personaggio mostrato in primo piano. E poi ci sono diversi split screen, nel senso che ci sono sovraimpressioni per indicare piani diversi di narrazione nella stessa inquadratura (come quando leggono il diario del dottore pazzo).

Un capolavoro, veramente bello! Per ora, l’espressionismo è il mio movimento preferito al cinema, ma dopotutto io ho uno spirito gotico no?

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Chiamami col tuo nome

Consigliato dal mio prof di mestieri nel cinema, Chiamami col tuo nome fa parte della sua lista di film da guardare assolutamente; uno dei pochi recenti, a dire il vero.

Chiamami col tuo nome è un bel film, solo un po’ lungo, e potremmo riassumerlo con l’andamento ormonale dell’estate di Elio.
In pratica, la prima parte è tutta basata sul raccordo di sguardo e semi-soggettive, mentre la seconda allarga la visuale alternando campi più lunghi a figure intere; potremmo dire che la cinepresa adora posarsi su Timothée Chalamet alias Elio, ma il personaggio di cui Elio è invaghito è Oliver e quindi ci sono un sacco di particolari sull’attore Armie Hammer alias Oliver.

And everybody’s watchin’ her But she’s lookin’ at you, ooh, ooh“, citando Rihanna.

Il film si dipana in tre atti, con la realizzazione carnale e non più platonica solo nell’ultimo, ironicamente. Un bel film. Ecco, schifo forte per la scena della pesca, poi io sono estremamente schizzinoso!
A livello visivo invece la cinepresa valorizza la bellezza maschile, sembra quasi di vedere le statue dei titoli di testa. Meglio Guadagnino che Schumacher, rimanendo in tema di come la cinepresa accarezza il corpo maschile, eh! Ma alla fine a parte qualche primo piano di chiappe, è più potente il fuoricampo: il sesso etero viene quasi reso imbarazzante dalla messa in scena, mentre quello tra i due è caricato di molta aspettativa ed espressività recitativa.

Personalmente ho visto abbastanza film del regista e posso notare alcune costanti: la natura preponderante, quasi bucolica; l’amore per il tempo passato; il gioco di sguardi; l’eleganza nella messa in scena; l’importanza della musica; la preferenza verso la bellezza maschile, con il nudo femminile presente ma mai oggettivato; l’amore e la passione come qualcosa di doloroso.

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: La corazzata Potëmkin

Studiata a scuola Sentieri Selvaggi per il cinema sovietico post WWI, ho ritrovato gran parte delle informazioni che già conoscevo:

  • una narrazione e un montaggio molto semplici per farsi capire da più plebei possibili
  • una reiterazione delle azioni per evidenziarne l’importanza
  • una grande cura verso i dettagli, spesso per allungare la durata delle scene madri
  • un’iperbolizzazione della crudeltà delle autorità zarista e la pessima vita della popolazione sfruttata
  • la non presenza di un protagonista lungo tutta la narrazione ma invece la presenza di masse viventi

La corazzata Potëmkin è un film molto più guardabile e digeribile (e soprattutto corto) di quanto Fantozzi, con la sua cagata pazzesca, avesse fatto credere in Italia. Un bel film, forse lunghetto nell’ultimo atto e non ho ben capito come si passi dalla corazzata ad Odessa, ma comunque si lascia guardare benissimo. Poi la musica, presente nel filmato che ho visto trovato su YT, è azzeccatissima; ho visto la versione restaurata. Per concludere, La corazzata Potëmkin riesce benissimo a creare la tensione soprattutto in due punti: ovviamente lungo la scalinata durante la strage e poi alla fine poco prima di scoprire che le corazzate che si stavano avvicinando erano alleate.

Un bel film comunque.

Qui rido io

Qui rido io è un film biografico diretto da Mario Martone del 2021 su Eduardo Scarpetta, un famoso commediografo napoletano della commedia dialettale moderna, interpretato dal bravissimo Toni Servillo.

Qui rido io, dopo una mezz’ora passata a mostrare la vita lavorativa e famigliare dell’attore, pone al centro della narrazione il processo in tribunale che Scarpetta subisce con l’accusa di plagio da parte del poeta e drammaturgo Gabriele D’Annunzio.

Sono andato a vedere il film al cinema colto e piccolino vicino a casa mia, che fa sconto studentesco, assieme a mia mamma; è stata lei a chiedermi di accompagnarla e dopo un iniziale rifiuto (se mi leggete, avrete capito che non amo il cinema italiano attuale e non lo cito spesso) ho cambiato idea dopo un’attenta valutazione dei trailer.

Sono rimasto soddisfatto? Lo consiglio?

Sì, lo consiglio! E’ solo un po’ lunghetto nella seconda parte ma concentrandosi sulle noie giudiziarie e sui figli pronti a spiccare il volo (divergenze familiari) ha dovuto rallentare il ritmo per usare i toni del dramma.

Qui rido io è un film diviso in due atti. Il primo è più una commedia e il secondo un dramma; la figura centrale è ovviamente questo commediante che ha creato un personaggio teatrale commerciale e popolare capace di riempire i teatri – il Sciosciammocca – e ritendendosi quasi un dio della commedia spadroneggia sia sul palco sia in casa: è un uomo autoritario, padronale ma abbastanza ricco e influente da far vivere nel lusso non solo la propria famiglia ufficiale ma anche quelle delle sue amanti; e i numerosi figli e figliastri.

Grande spazio nella narrazione è il teatro, luogo in cui non solo ottenere attenzioni e approvazione ma anche simbolo di espressione e libertà, quella libertà che tutti i figli prima o poi ricercano perché soverchiati dall’ombra paterna. Vengono mostrate le commedie, il dietro le quinte, le prove, le ‘iniziazioni’ dei figli al teatro man mano che crescono quasi come se fosse una sorta di tributo che pagano al padre. E’ una performance teatrale la prima scena, quella d’apertura, ed è il verdetto sulla commedia-parodia di Scarpetta (quella che ha fatto arrabbiare D’Annunzio) l’ultima apparsa su schermo.

Altro tema fondamentale della pellicola è la famiglia. La famiglia di Scarpetta è numerosa, sembra più un clan che una famiglia e questo è dovuto alle indomite capacità amatorie del grande commediante: con svariate amanti ha sfornato un fottio di figli, tutti che vivono nell’agio anche se non sempre riconosciuti. Fin dall’inizio è possibile notare la soggezione che tutti provano nei suoi confronti (forse solo la moglie ne è immune) ma comunque si nota un legame che li unisce, lui si interessa ai figli e alle sue donne e loro di ricambio mostrano interesse; ecco, nella seconda parte questo legame si spezza forse a causa della stanchezza del suo egocentrismo o perché ormai i tempi sono maturi e la pressione paterna. E il film si appesantisce tutto d’un tratto mostrando ancora di più il dramma della situazione.

Comunque, la narrazione procede a ritmo spedito, le due ore e passa non si fanno sentire troppo. Il film mostra con fierezza la napoletanità del suo protagonista usando scenografie e palazzi sublimi e soprattutto sfoggiando un dialetto napoletano stretto incapibile per chi non è del luogo (per fortuna ci sono i sottotitoli) e che permane per quasi tutta la durata del film. Anche i costumi sono molto curati e particolari. E le musiche, napoletane del tempo, accompagnano l’ambientazione creando una Napoli molto caratterizzata.

Come approfondimento, vi consiglio il mio articolo su Il cattivo poeta, soprattutto per paragonare le due rappresentazioni di Gabriele D’Annunzio; qui, anche se il Vate secondo me è mostrato in un modo volutamente macchiettistico, è comunque notabile un contrasto tra gli Scarpetta e la corte del poeta, composta da modelli e prostitute belli, silenti ed eterei, come a consacrare la stupenda villa a santuario trascendente.

Qui vi saluto. Il post è pieno di spoiler perché è un film biografico su una figura storica, non c’è molto con cui sorprendere lo spettatore (sì, all’improvviso Eduardo Scarpetta non viene rapito dagli alieni, tranquilli). Scarpetta inoltre è da ricordare come il padre dei fratelli De Filippo ed è grazie a lui che ora la satira è protetta dalla legge.

Ciao!

Free Guy

Buongiorno!

Oggi parlo di Free Guy, un film fantastico con Ryan Reynolds ambientato su due mondi paralleli ma anche incidenti: la realtà nostra reale e la realtà virtuale di un videogioco; infatti, il protagonista del film è un NPC di un videogioco stile GTA!

Questo è solo un mio piccolo commento senza spoiler, quindi tutti lo possono leggere, e alla fine ho solo elencate le ispirazioni e le citazioni che ho colto durante la visione al cinema. Spero vi piaccia leggerle!^^

Allora.

Free Guy è un film molto bello, riesce ad amalgamare bene le narrazioni nei due mondi perché, a differenza di film come il recente Godzilla-Re dei mostri, esse sono complementari le une alle altre e non rubano minutaggio prezioso a scene fondamentali per la trama. Insomma, tutto quello che appare è funzionale alla trama e seppur ci siano numerose scene create quasi solo per l’ambientazione, a una più precisa analisi è notabile che ognuna porta un tassello fondamentale per la riuscita della missione.

Infatti, i due protagonisti sono una reale e l’altro virtuale, proprio a farci capire come i due mondi abbiano bisogno l’uno dell’altro.

Guardarlo al cinema è un’esperienza unica perché Free Guy gode di effetti speciali spettacolari e di una colonna sonora epica a tratti e potere guardare ogni singola citazione in un grande schermo è utile intanto per vederle chiaramente e poi vedere l’insieme di tutte le cose portate su schermo: lo schermo era veramente pieno d’azione e lo sguardo non poteva cogliere tutto, però avevamo la sensazione di splendida pienezza!

Un problema che ho riscontrato è stato l’adattamento italiano.

Ciò che rende il film adatto solamente a chi mastica di videogiochi e Youtube (oltre a vari camei) è il linguaggio videoludico: io stesso mi trovo più volte a spiegare ai miei parole semplici come ‘skin’; ed è con questa parola che esplico il problema dell’adattamento.

In inglese ‘skin’ vuol dire sia pelle sia look del personaggio (più o meno) e quindi ci sono state varie battute nel film proprio che giocavano sull’ambiguità della parola originale. In italiano però ‘skin’ non vuol dire sia pelle sia look e quindi è stato straniante sentire i poliziotti che intimavano il protagonista di togliersi la skin e lui che rispondeva che non poteva togliersi la pelle.

Insomma, già la terminologia per quelli che non giocano è astrusa, come anche tutti i riferimenti ai videogiochi sparsi per il film e la struttura narrativa stessa del film, se si mettono a pasticciare pure con i dialoghi non ne veniamo fuori!

Chiudendo ora il commento veloce, parlo dei personaggi.

Il protagonista è interpretato da un bravissimo Ryan Reynolds al culmine della sua ingenuità, mentre gli altri personaggi NPC del suo mondo sono caratterizzati da una ancora maggiore ingenuità, anche nel look; ciò è divertente perché i personaggi PC sono invece molto aggressivi nel modo di vestire e nell’atteggiamento. Nel mondo reale gli umani importanti sono tutti resi in modo molto accattivante anche se a rubare la scena è sicuramente il villain interpretato da un esilarante e intenso Taika Waititi.

Free Guy è un bel film da guardare al cinema o molto, molto, ma molto vicino allo schermo del computer con un ottimo impianto audio; verso la fine mi sono commosso! Porta anche interessanti riflessioni su come giochiamo ai videogiochi e sulla morale nei videogiochi, da vedere!

Ispirazioni/citazioni filmiche:

  • Matrix
  • Se solo fosse vero
  • Infinity War
  • The Truman Show
  • I franchise della Disney
  • Cartoni degli anni ’50
  • Ricomincio da capo
  • I guardiani del destino
  • Il diavolo veste prada

Ispirazioni/citazioni videoludiche:

  • Street fighter
  • GTA
  • Portal
  • Fortnite
  • Halflife
  • Hitman
  • The Sims

E con queste references che ho colto, vi saluto e vi invito a lasciare una vostra riflessione, sull’importanza dell’adattamento delle opere, sui videogiochi al cinema, per chi ha visto Free Guy sul film.

Ciaone e alla prossima! L’esame di statistica si avvicina e io torno a studiare.^^

PS: date un’occhiata a quest’altra recensione da La Bara Volante, che ho letto prima di vedere il film e che fornisce una visione diversa dalla mia. Ciao! 🙂

E questo film ci dimostra che non solo Bones lo è

Consiglio 5 film: Agosto

Buongiorno! Come state? Settembre si sta avviando e con esso si compiono i miei 23 anni di luce su questo grigio oblio che chiamate Terra.

Agosto è stato un mese non troppo denso, caratterizzato da grandi visioni filmiche, ore passate a studiare ‘sta benedetta statistica e qualche frescura in montagna; oggi, quindi, siamo qui per scoprire i 5 migliori film guardati nel mese appena trascorso!

Come al solito, la mia è una scelta di preferenza personale e cerco di citare film di cui non ho già parlato nel blog; sono quindi giunti qui 5 film molto belli, la maggior parte più vecchi di 20 anni e tutti con uno stile molto particolare e riconoscibile. Spero che possa convincervi a guardarli!

Marie Antoinette. Grande film biografico su Maria Antonietta interpretata dalla bellissima Kirsten Dunst (quella che ci ha regalato l’iconico bacio sotto la pioggia di Spiderman). Che dire? Non a caso il film ha vinto l’Oscar per i migliori costumi perché sono a dir poco fenomenali, ma spesso ci si dimentica della bravura del cast attoriale e la scelta di musiche pop in un contesto storico che lo rendono sicuramente più trascinante. Da vedere in assoluto, l’ho adorato e voglio portare un piccolo approfondimento nei tempi futuri qui sul mio piccolo blog.

Fantozzi. Grande cult italiano interpretato e basato sui libri di Paolo Villaggio, è da mettere negli annali del cinema italiano anche solo per la scena di apertura: da sola rispecchia tutte le tematiche della saga, elevandosi a manifesto, grazie a una regia curata e una grande spinta recitativa che sono in grado di mostrare l’importanza della ditta e la piccolezza del lavoratore, quasi come se fosse un grande alveare di piccole api operaie disumanizzate.

La brava moglie. Unico film visto al cinema quest’estate della lista, l’ho scelto a favore di una mia lettrice. Che dire che non abbia già detto? Juliette Binoche interpreta una donna elegante e retta, una direttrice di un istituto per brave mogli che alla morte del marito e la riscoperta del suo vecchio amore riscopre l’amore e l’importanza della propria persona in quanto donna, rompendo i suoi schemi e capendo che gli anni ’60 equivalgono a rivoluzione anche di genere.

Billy Elliot. Altro film celebre sulla danza che tratto qui, Jamie Bell è uno di quei rari attori maschi (le ragazze sono più fortunate di solito) che sono cresciuti bene essendo sbocciati da piccoli. Il film parla della passione per la danza di un piccolo inglese, ostacolata da un padre che la vede come cosa per bambine e che è impegnato in una protesta contro la Thatcher: il film, infatti, accompagna temi socio-temporali a temi come passione, scoperta di identità e sessuale e affermazione dell’io. Credo che il momento più imbarazzante dell’intero film sia l’audizione, mentre la ship più forte è quella Billy-Michael per come si scoprono a vicenda e si supportino nonostante le differenze.

Millie. Musical con la divina e giovane Julie Andrews, è una commedia che annovera al suo interno tutta una serie di star del genere riuscendo a regalare una pellicola fresca, ricca di performance e spirito e un twist a metà film che ne cambia leggermente il genere. Basato leggermente su Come sposare un milionario e ambientato negli anni ’20, il film offre una varietà di costumi stupendi da lasciare senza fiato, mentre le performance di canto o ballo (principalmente tip-tap) sono veramente variegate. Una piccola chicca che ti apre il cuore: Beatrice Lillie, che interpreta la villain, all’epoca iniziava a soffrire di alzheimer e quindi Julie le diceva le battute fuori campo per aiutarla a recitare!

Ecco, questi sono i miei film di Agosto; voi quali avete visto? Li conoscete tutti? Prima di salutarvi, vi lascio due link che potrebbero interessarvi!

-Questo è il link per una riflessione sulla figura di Maria Antonietta in due film diversi: qui

-Questo è il link ai film che ho visto al cinema, ci sono alcuni commentini sui più interessanti: qui

Ciaone e alla prossima!^^

Blog personale: un’estate al cinema

Buongiorno!

Mi è stato detto che le mie liste, soprattutto su argomenti generali come trucco o costumi si assomigliano troppo e quindi che mi devo sforzare maggiormente per migliorarle; grazie per la segnalazione, devo tornare agli antichi sfarzi di quando avevo iniziato a proporle.

Oggi torno a parlare di cinema con un blog personale, sia perché con statistica che preme non so bene di cos’altro parlare sia perché mi è piaciuta l’idea di creare un post che racchiudesse questa strana estate al cinema.

Finora, senza contare il film che andrò a vedere stasera, sono stato al cinema 11 volte; alcune volte facendomi spennare dalla catena grossa e costosa, altre volte risparmiando usando cinema più piccoli e vantaggiosi per gli studenti universitari. Questo sarà solo un post di ciacole, come quello che proposi sui film Oscar che vidi al cinema un mese o due fa.^^

Intanto, iniziamo con la lista (non in ordine di visione, la mia memoria non è così specifica):

  • Promising Young Woman
  • Minari
  • Nomadland
  • The Father
  • Il cattivo poeta
  • Monster Hunter
  • Old
  • The Croods 2
  • La brava moglie
  • Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Cairo
  • Cruella

E stasera vedrò Free Guy!

Sì, è stata un’estate bella piena e sono molto soddisfatto di ciò: nonostante la pandemia sono riuscito ad andare al cinema moltissime volte; anzi, c’è stata un’evoluzione della mia permanenza!

All’inizio, infatti, ci andavamo con la mascherina senza potere mai toglierla nemmeno per ingurgitare popcorn (non si potevano comprare), poi solo il mio piccolo cinema d’autore era aperto e infatti è lì che ho visto gran parte dei film degli Oscar. Poi la situazione è evoluta fino alla possibilità di potere consumare cibo dentro alle sale prima e di mostrare anche il green pass per potere accedere al film dopo.

Sarà un’estate da ricordare per i cinefili!

Ma visto che si lamentano (‘plebs’ LOL) che i miei articoli sono troppo scarni di opinioni e riflessioni, ho deciso di trattare velocemente qualche film. Alcuni, inoltre, li ho pure commentati qui sul blog!

1) Iniziamo con il film che maggiormente mi ha deluso (anche se non mi aspettavo molto): CRUELLA. Cruella ha un cast stellare, un reparto trucco, parrucco e costumi invidiabile e una colonna sonora veramente coinvolgente – ci credo, conosciamo tutte le canzoni eh. Ma allora perché mi ha deluso? Perché la trama è inesistente, non c’entra nulla con il cartone e Cruella cambia personalità con la stessa frequenza con cui cambia i vestiti (citando la mia beniamina Katy Perry).

2) Il film che può piacere alle femministe? LA BRAVA MOGLIE! Si tratta di un’esilarante commedia francese di stampo storico ambientata negli anni ’60 e vede come protagonista una bravissima ed elegantissima Juliette Binoche. Costumi, interni, sceneggiatura e interpreti veramente raffinati, con il cast di ragazze che sono espressive e coinvolgenti. Con allegria e leggerezza tratta anche di temi molto pesanti come il suicidio e l’orientamento sessuale, senza mai sminuirli.

3) Il film citazionista e comico allo stesso tempo? AGENTE SPECIALE 117 AL SERVIZIO DELLA REPUBBLICA – MISSIONE CAIRO. Una perla francese, sempre una commedia ma questa volta di stampo spionistico e parodistico, del 2006 di nuovo al cinema! Il personaggio fittizio è realmente francese e nei libri è veramente una spia al pari di James Bond; infatti, molte volte la parodia si concentra su quella saga per deridere e ridere assieme ai topi del genere! Se dovessi accostarlo a un altro film, citerei senza dubbi Frankenstein Junior!

4) Il film premiato agli Oscar che ho preferito? PROMISING YOUNG WOMAN. Sarò coatto dentro ma un bel film deve avere: una trama, dei personaggi e dei bei costumi/make up. Nomadland va fuori perché non ha la trama; The Father escluso perché non si riguarda AKA troppo pesante; Minari bellissimo ma è la miseria fatta film. PYW invece è denso, è sviluppato negli episodi di Tarantino e ha una bravissima interprete che gestisce bene il film da sola. Consigliatissimo!

Ecco, questa è stata la mia estate al cinema. In un commento a parte cito l’unico film d’animazione dicendo che è da guardare perché ha delle trovate fantastiche, anche se la narrazione spesso confonde i protagonisti della storia ma in alcuni punti sono scoppiato a morire dal ridere.

Sento che questa estate l’ho passata da vero cinefilo e non rimpiango molto; forse solo che non ho lavorato come invece speravo di fare ma almeno spero che tutto il mio studio serva a farmi laureare prima di marzo.

La situazione nei cinema l’ho vissuta molto bene: porelli, cercano di farci stare comodi e allo stesso tempo di tenere bada alle norme igieniche. Ho trovato molto buona la rintracciabilità anonima con nome/cognome/telefono da inserire in una scatola tipo urne e anche la facile dimostrazione del green pass prima di entrare.

Certo però che le sale non erano mai piene come prima della pandemia, forse solo le primissime settimane dell’apertura.

Qual è stata la vostra? Che titoli siete andati a vedere al cinema? Fatemelo sapere nei commenti e ciaone! Come al solito, qui sotto vi linko le mie recensioni e riflessioni dei film di cui ho già parlato più approfonditamente.^^

Recensione di Promising Young Woman: qui

Recensione di Monster Hunter: qui

Riflessione per Il cattivo poeta: qui

Sentieri Selvaggi: corso operativo di critica cinematografica

Dal 12 al 16  luglio 2021 con Sergej Sozzo, cinque giornate per orientarsi nella professione del critico cinematografico tra visioni, scrittura ed esperienza redazionale!

Buongiorno, oggi voglio portare la mia testimonianza del corso di cinema che ho sostenuto durante il mese di luglio assieme ad altri 4 ragazzi e al direttore del giornale online Sentieri Selvaggi Sergio Sozzo.

INNANZITUTTO, DOVE SI TROVA?

Il corso che ho seguito era tenuto nella sede centrale della scuola di cinema Sentieri Selvaggi, ubicata a Roma vicino al Colosseo. Si tratta di un bell’edificio moderno suddiviso su due piani e vicino a un parco e al centro storico.

COM’ERANO GLI INTERNI?

Gli interni della scuola sono ben pensati, ricavati in modo da creare alcune stanze più o meno strette ma in grado di sfruttare perfettamente lo spazio a disposizione. Noi eravamo dentro all’aula: una stanza capace di contenere una decina abbondante di persone, dei banchi di scuola e la scrivania del professore (munita di vetro separatore per isolarlo da noi).

La struttura è piena di gel disinfettanti e avvisi di tenersi puliti e lavare spesso le mani.

La scuola in sé ha interni molto belli perché appese alle pareti e sui mobili ci sono immagini, fotografie e cartelloni di film molto famosi; è come entrare in un piccolo grande cinema! Credo che l’immagine che mi ha colpito maggiormente sia stata quella estrapolata da What we do in the shadows per ricordare di tenere tutto pulito! Adoro.

E COM’ERA L’AULA?

L’aula era stata organizzata in modo da essere in regola con le prevenzioni Covid: pochi banchi con noi studente mascherati, il professore dietro a un separé di plastica e una lavagna interattiva per spiegarci e mostrarci meglio le lezioni. Era molto comoda, insonorizzata e con l’aria condizionata privata.

Ogni volta che dovevamo uscire per un caffé usavamo una porta laterale per non disturbare la classe affianco, di recitazione.

MA QUINDI, ‘STE LEZIONI COM’ERANO?

Le lezioni erano suddivise tra la mattina (lezioni teoriche) e il pomeriggio (il laboratorio).

Alla mattina il primo giorno ci ha fatto un’introduzione alle recensioni e ai vari tipi di articoli che un giornalista di cinema può scrivere; il resto delle giornate, ovviamente oltre alle parti teoriche correggevamo gli elaborati scritti durante la giornata precedente. Credo che la lezione più interessante sia stata quando ci ha consigliato il libro Lavoro, quindi scrivo! e abbiamo parlato dei differenti schemi di struttura del testo critico.

Al pomeriggio, invece, dopo un’oretta di solito tra le 13,30 e le 15 (dipendeva da quando finivamo) ci riunivamo davanti alla scuola dopo aver pranzato e andavamo ‘al cinema a guardare il film consigliato’. Poi, durante il pomeriggio e la serata dovevamo scrivere un articolo secondo le indicazioni del professore e mandarlo entro le 22; potevamo stare a scuola sfruttando le loro attrezzature fino alle 19, ora in cui chiudono.

Mi sono piaciute molto queste lezioni, all’ultimo giorno al posto di un film abbiamo visto un documentario in produzione e abbiamo intervistato i registi, ex studenti della scuola Sentieri Selvaggi!

Il prof ogni volta che leggeva i miei testi^^

E GLI ALTRI STUDENTI? CHI TROVO ANDANDO A QUESTI CORSI?

Quest’anno, in vista della mia prossima laurea triennale e dipartita dal mondo scientifico, ho avuto molta fortuna: eravamo in tutto 5 studenti, di cui tre erano studentesse della scuola che avevano deciso di aderire a questo corso per una rinfrescata e un ulteriore allenamento prima dell’esame di settembre.

Ciò mi ha permesso di parlare con loro e farmi un’idea frutto dell’esperienza di come siano veramente i corsi e gli esami della scuola di cinema Sentieri Selvaggi; inoltre, durante quella stessa settimana il direttore della scuola è stato così gentile da fissare un appuntamento privato per farmi una specie di Open Day personale!

MI è SERVITO PER IL BLOG?

Certamente. Innanzitutto, un articolo scritto come compito per casa l’ho già pubblicato sul blog qui e poi anche solo parlare con queste persone dello staff della scuola e con queste ragazze è stato molto istruttivo.

Inoltre, non è la prima volta che frequento quella scuola: c’ero andato anche l’anno scorso per il laboratorio di sceneggiatura, di cui ho conservato la testimonianza qui. Ecco, la critica alla fine l’ho trovata molto ma molto ma molto più interessante della sceneggiatura, anche perché il prof ci ha spiegato aneddoti della sua vita lavorativa e che un critico non deve solo scrivere su un media ma anche collaborare per rassegne e tanto altro.

CONCLUSIONI:

Se non si è capito, io ho amato il corso e la sera se avessi voluto avrei potuto uscire e ubriacarmi fin dalle 17, ora in cui ci salutavamo fuori dal ‘cinema’ dopo la visione del film: era un corso che permetteva benissimo la vacanza.

Se avete altre domande o curiosità, scrivetemi nei commenti. Io vi dico come al solito ciaone e spero di vedervi ad agosto! Ciao!

Eravamo così in aula e per Roma, mi sembra abbastanza Covid-free…