10 film coi vampiri

Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema gotico con una simpatica lista di dieci film accomunati dalla presenza dei vampiri! Il vampiro è una figura molto interessante, figura che ho ospitato nel blog con il mio racconto Tieni, Venere, mia bella Venere. Questa è la seconda parte di una lista, per cui se volete altri film sui vampiri, basta che usiate la ricerca nel blog per parola chiave, che trovate a sinistra nella versione desktop!

Hotel Transylvania. Primo titolo della lista, e già usciamo dal cinema dell’orrore per inoltrarci in quel per famiglie! Perché questo simpatico film d’animazione con un cast stellare alle voci è un piccolo gioiello, una manifesto contro la xenofobia a favore di una visione più aperta e speranzosa verso le nuove generazioni. Simpatica anche la reinterpretazione delle icone del cinema gotico, con Dracula che gestisce l’hotel per soli mostri!

Intervista col vampiro. Uno dei film più iconici e con i vampiri più romantici in circolazione, le fan di Brad Pitt e Tom Cruise gioiscono sempre per il trucco che li ricopre accentuandone tutti i lati positivi! Io della Rice, autrice del libro da cui è tratta la pellicola, ho letto uno dei libri successivi nella stessa saga nel quale compaiono anche questi due vampiri. E poi come dimenticare la bravissima Kirsten Dunst nei panni dell’eterna bambina (e tragica vampira) Claudia?

Vita da vampiro – What we do in the shadows. Esilarante commedia nera firmata Taika Waititi, da cui ora è stata tratta una serie. Nello stile del mockumentary, racconta la vita notturna di un gruppo di vampiri di differenti epoche che accettano di farsi filmare nella loro vita quotidiana. Sangue, massacri, feste per soli mostri e un esplicito riferimento vampiresco al Nosferatu del ’22! Ma tranquilli, nessun documentarista è stato sacrificato alla causa per il film (non posso dire lo stesso per le vittime…). Da recuperare assolutamente!

Underworld. Ho visto il primo film, la Beckinsale figa e brava, ma non ho fatto follie. Poi non amo quei film che ad ogni capitolo della saga cambiano i personaggi secondari e pure quelli primari tranne la protagonista, infatti pure la saga di RE dopo il primo film non la guardo mai. Carino, niente di che. Bella la fotografia e bello il trucco.

Dal tramonto all’alba. Iconico, iconica Salma Hayek con la sua danza, iconico Tarantino che recita al posto di dirigere. Ma alla regia c’è Rodriguez, e quindi sparatorie, sangue e un bel massacro! Non che Tarantino non sia da meno, ma hanno stili completamente diversi, diciamo che Tarantino lo vedo più contenuto nelle stragi! Un film stupendo, tanto sangue ma vanta i vampiri più originali tra quelli della lista! Perché alla fine, il vampiro è pur sempre legato all’Empusa e il fatto di accostare un locale di spogliarelli alla trappola perfetta orchestrata un gruppo di vampiri dimostra che gli autori lo hanno capito benissimo!

Nosferatu. Dopo averlo citato in un altro film, eccolo qui il capolavoro di Murnau! Film espressionista, l’anno scorso ha compiuto i 100 anni! Il vampiro qui è un demone portatore di malattie, ben lontano dall’iconografia del romantico dannato! Capolavoro.

La leggenda dei 7 vampiri d’oro. Vi avverto, qui si scade prepotentemente nel cinema di serie B (infatti la casa di produzione è la Hammer). A me è piaciuto perché unisce le leggende occidentali con le tradizioni dell’oriente. Pure la rappresentazione dei vampiri è interessante: rapiscono bellissime fanciulle dai villaggi vicini per omaggiare Dracula, dragando il loro sangue dalle tavole su le pongono e facendo confluire il sangue in un enorme calderone. Non potete negare l’idea scenografica e soprattutto vincente. Poi nel cast, tra i salvatori, c’è pure Peter Cushing!

Eat locals. Altra commedia nera, questa volta con humour inglese e nella contemporaneità. Un gruppo di vampiri si riunisce dopo tot anni per discutere la spartizione del territorio, da qui si capisce che i vampiri vivono secondo una gerarchia e regole precise. Nel mentre, un esercito li sta sorvegliando per massacrarli sotto la guida della Chiesa. E nella storia c’è pure l’obbligo dell’esercito di lasciarne vivo almeno uno per i fini misteriosi di una casa farmaceutica. Come sopravvivranno i vampiri e il ragazzotto ingenuo che l’affascinante vampira si è portata dietro? Tante risate assicurate!

Vampires vs The Bronx. Altro film ambientato ai giorni nostri, questa pellicola per famiglie riprende il topos secondo il quale i vampiri non possono entrare in un luogo se non invitati (o non lo possiedono). I protagonisti della vicenda sono tre ragazzini neri del Bronx che notano un incremento inquietante delle sparizioni, sparizioni che coinvolgono equamente negozianti e criminali del quartiere. Nessuno gli crede, allora saranno i tre ragazzi a indagare in una commedia simpatica che dimostra quanto il tema dei vampiri possa ancora essere rielaborato.

Day shift. Torniamo al cinema per adulti con un film d’azione con battute sferzanti e scene abbastanza inquietanti. Il protagonista, sempre ai giorni nostri, come lavoro segreto è un cacciatore di vampiri che lavoro nel turno diurno per un’agenzia americana. Effetti speciali bellini, bel numero di morti e un finale carino (ma che non spiega molte cose). Da guardare per Jamie Foxx e il suo esilarante collega, interpretato da Dave Franco.

Ed eccoci qui alla fine dell’articolo! Conoscete tutti i film della lista? Alcuni li ho visti in tv, altri spulciando il catalogo Netflix, qualche titolo su Raiplay e Nosferatu su YT! Ciao!

Consiglio 5 film, agosto

Buongiorno! Agosto è passato e con ciò tre date si avvicinano prepotentemente:
-il matrimonio di mia sorella
-la fine del mio lavoro
-il mio compleanno
Ma oggi siamo qui per parlare di cinema e quindi, come ogni primo del mese, ecco qui la Top5 delle mie visioni mensili!

Cute girl. Debutto cinematografico del regista Hou Hsiao-hsien, è una commedia taiwanese del 1980 ambientata tra Taipei e le campagne circostanti. La storia ruota attorno all’amore tra due giovani, lei di ottima famiglia e lui presentato come un architetto; dopo essersi conosciuti per vie traverse in campagna dove lui era lì per lavoro e lei per sfuggire dagli impegni e dalla famiglia, si ritrovano in città. Dovranno lottare per il loro amore. Il film è veramente delizioso, ha una comicità elegante che gioca sulla regia e le angolazioni per stupire lo spettatore, oltre a mostrare un cast affiatato e scene molto allegre. Le musiche aiutano tantissimo a creare questa atmosfera molto giocosa e piena di speranza. A costruire il dramma, esiste il lato sociale e familiare del Taiwan e della Cina: lei è già impegnata e quindi sa già che il loro amore non è destinato a durare! Lo consiglio vivamente, lo trovate su Raiplay.

Scarpette rosse e i sette nani. Intelligente film d’animazione che rielabora le fiabe europee, in una storia che riflette sull’immagine e sull’importanza che essa detiene nei rapporti umani e sociali. I dettagli di trama e grafica sono ammirevoli e tutto fila tranquillamente con il giusto mix di avventura, magia e umorismo: una piacevole commedia per bambini e adulti con personaggi molto interessanti.

Questo pazzo sentimento. Commedia con una Bette Midler in ottima forma, semplice e senza pretese; quando la scelsi su TimVision pensai fosse tipo a It’s Complicated con Meryl Streep, anche se qui la relazione adulterina tra ex-coniugi è non solo plateale ma fonte di scandali. Molto simpatico come film, niente di innovativo ma i protagonisti forniscono buone prove di recitazione, il cast di supporto lavora bene. Consigliata per una serata di tranquillità.

Batman Returns. Ne ho parlato abbastanza qui.

Occhi senza volto. Cult, gotico moderno in bianco e nero del 1959 che potete trovare su Raiplay. Stupendo, elegante e profondo. Non mostra mai l’orrore ma l’angoscia e la disperazione regnano sovrani, almeno nella villa, aiutati da una colonna sonora potente; tutto ciò contrasta moltissimo con le scene all’aperto, dove la folla urbana e un allegro motivetto risollevano il morale ed esaltano la cupezza della villa degli orrori. In un certo senso, lo scienziato pazzo è anche capibile: come dice lui, il suo lavoro potrebbe fornire all’umanità un successo senza precedenti! Ma ciò che colpisce veramente è la maschera della figlia, un volto inespressivo che mostra la disperazione solo attraverso gli occhi che rappresentano l’unico punto della ragazza visibile. Capolavoro, lo dovete vedere.

E siamo giunti alla fine. Conoscete tutti i film che ho citato? Qual è la vostra Top5 del mese? Ciaoo!^^

Scream: metacinema, sangue e femminismo!

Buongiorno! Oggi torniamo a parlare di cinema horror con una delle saghe più iconiche degli ultimi anni: Scream, che è stata in grado di revitalizzare il genere slasher e l’horror in generale grazie ad attente sceneggiature e giocando sugli stereotipi del genere.

Finora, la saga di Scream è composta da ben 5 episodi: il primo risale al 1996 mentre l’ultimo (ma probabilmente solo per ora) è del 2022; appena uscito. I protagonisti assoluti sono due: Sidney Prescott e Ghostface, il serial killer mascherato che, in ogni film con un’incarnazione diversa, perseguita Sidney e i suoi amici compiendo stragi prima di venire ucciso.

L’articolo conterrà pesanti spoiler sia sui film precedenti sia su quello appena uscito.

Se dovessi descrivere Scream in tre parole userei metacinema, sangue e femminismo! Questa saga è perfetta per i cinefili e i cultori del cinema horror in generale, grazie alle sue citazioni dotte, ma non si scorda nemmeno degli spettatori che vogliono solamente svuotare la mente e vedere uno psicopatico sbucare da dietro le porte o da dentro l’armadio per sbudellare poveri adolescenti ignari! E per concludere, secondo me questa è anche un saga femminista: qui non solo le protagoniste sono donne, ma queste donne ragionano e si difendono da sole, scappano da sole e da sole fanno il culo al killer (ovviamente se non rappresentano l’offerta al dio Slasher essendo carne da macello)!

SIDNEY:

Sidney Prescott è il personaggio più rappresentativo dell’intera saga e infatti incarna i tre concetti appena elencati.

Sidney è una sopravvissuta. E’ sopravvissuta a un fidanzato psicopatico, a un fratellastro furibondo e a una cugina gelosa; ora perfino a dei fan morbosi; è una sopravvissuta perché lei sa scappare, sa quando sparire e negli anni impara ad affrontare le proprie paure e a insegnare ad altre vittime come sopravvivere. Secondo me è Sidney la vera trama della saga; non Gale o Linus e nemmeno Ghostface; è il personaggio interpretato dalla Campbell che regge su di sé tutti i film e quando esso manca dallo schermo l’interesse per le vicende ne soffre terribilmente!

GHOSTFACE:

Ghostface, invece, è il jolly: un assassino che unisce il cinema alla psicopatia, mette nello spettatore uno stato d’animo tra l’inquietudine e l’impazienza di scoprire come attaccherà le vittime. Sempre usando la sorpresa e la crudeltà. Credo che i migliori Ghostface della saga siano quelli del primo e del quinto film, mentre l’assassina (in generale) più interessante sia Jill Roberts.

Ghostface è uno dei killer più caratteristici non solo per la maschera ispirata all’Urlo di Munch ma anche perché ad esso è associata tutta la questione della metacinematografia: celebri sono le sue telefonate alle vittime in cui pone loro domande riguardanti il mondo del cinema horror, per poi sbucare dietro la vittima, sbudellarla e appendere trionfante il cadavere dove può essere notato! E con il fatto che in ogni film la persona dietro alla maschera sia diversa, rende il tutto anche un thriller, con le speculazioni su chi ogni volta possa essere l’assassino; ciò non mi ha mai interessato personalmente, io voglio vedere uno slasher non La signora in giallo.

MA FA PAURA?

Molti mi chiedono se la saga di Scream faccia paura, paragonandola ai film recenti come The Conjuring o ai mostri sacri come Halloween. Secondo me, dipende dalla sensibilità individuale.

Scream non si basa sui jumpscares ma non si basa nemmeno su crudità del calibro di Saw: vediamo l’orrore dell’inseguimento, la tensione della telefonata, siamo portati a tenere d’occhio ogni angolo e ogni porta vicino al personaggio al telefono, ma alla fine vediamo a malapena le coltellate iniziali. E’ un orrore più psicologico che visivo, come quando nella primissima scena di Scream i genitori di Casey ascoltano impotenti al telefono i gemiti di morte prossima della loro unica figlia. Forse è Scream (’22) il più violento, anche se come tensione nessuno Scream si è mai tirato indietro.

Ecco, di solito la scena più violenta o bella (a livello psicologico o visivo) è quasi sempre la prima; e il successivo picco è nell’atto finale, mentre la narrazione centrale serve solo a mostrare il sangue, dare la morte ai personaggi e l’adrenalina agli spettatori!

METACINEMATOGRAFIA & STAB

Metacinematografia è uno dei concetti fondamentali per apprezzare la saga (l’ho messo pure nel titolo dell’articolo!) e quindi non si può non sapere che, all’interno del mondo narrato in questa prolifica saga, esiste una saga di film horror chiamata Stab!

Il primo film di Stab esce all’interno di Scream2 ed è basata sugli eventi di Scream1; in Scream3 gli omicidi sono legati all’ordine di morte dei personaggi di Stab3 e la trama di Stab8 è alla base della nuova strage di Scream5. Impossibile quindi scindere Scream dalla sua metacinematografia interna!

Inoltre ovviamente sono innumerevoli le citazioni di titoli celebri degli horror e non, con una particolare propensione agli slasher (Halloween, Venerdì 13, Nightmare) e a Psycho e L’esorcista. Stupendi pure i camei, anche se il mio preferito rimane il cameo di Wes Craven nel suo stesso film interpretando uno dei propri personaggi più celebri: un bidello con le sembianze di Freddy Krueger – per chi mi segue sa benissimo quanto io ami quella saga!

CONCLUSIONI:

Per concludere questa mia leggera trattazione, ho deciso di condividere la mia personalissima lista di gradimento dei 5 capitoli della saga di Scream: qui c’è solo la mia opinione.

  • Primo posto: Scream (’96). Il capostipite, il cult, senza di esso non esisterebbe niente. La prima scena con Drew Barrymore è famosissima, si empatizza con lei solo per poi vederla sbudellata e impiccata! E poi tutti i personaggi sono genuini, nel cast sono presenti molti attori che amo e la trama procede veloce fino a un atto finale che ho lodato!
  • Secondo posto: Scream 2. L’uccisione della ragazza nella sala del cinema è uno dei momenti più ironici dell’intera saga! Una ragazza viene uccisa davanti a un’intera platea di spettatori e nella follia del debutto di Stab nessuno se ne accorge! Anche l’inseguimento di Gale nel college è stupendo, tiene veramente con il fiato sul collo. Nell’insieme un film ricco di tensione e di inseguimenti pensati benissimo!
  • Terzo posto: Scream 4. Questo lo vidi al liceo e ho ricordi vaghi, ma quello che mi ricordo è bello: la prima scena è una matrioska di film, poi c’è il personaggio di Jill interpretato da una bravissima Emma Roberts che regala una delle rivelazioni del killer migliori dell’intera saga. E poi, cosa più importante, i personaggi storici si mischiano perfettamente con la nuova generazione, riuscendo quindi a integrare nuovi personaggi senza dimenticare le basi su cui si poggia la saga.

  • Quarto posto: Scream (’22). Se il capitolo precedente era riuscito ad amalgamare personaggi storici e nuovi con efficacia, questo fallisce clamorosamente: troppo poca Sidney, troppi personaggi poco approfonditi e troppo tempo alla nuova survivor-wannabe. Gli omicidi in sé sono belli, la prima scena è un grandissimo remake della prima scena dello Scream capostipite, ma il minutaggio del cuore pulsante della saga è veramente troppo esiguo. Qui spesso mi è venuto in mente ripensando alla trama al termine fanfiction, ma alla fine vedendo le tematiche del film potrebbe anche essere voluto.

  • Quinto posto: Scream 3. La tensione abbandona la scena e si vira prepotentemente verso la commedia horror, senza nemmeno i grandi inseguimenti che avevano caratterizzato i capitoli precedenti. Adoro l’ambientazione del film in uno studio cinematografico, dettaglio che porta la questione metacinema alle stelle, ma niente dei personaggi nuovi rimane impresso e la relazione tra Gale e Linus al posto di essere un piacevole contorno diventa centrale, con un oscuramento importante delle vicende della vera protagonista Sidney.

La saga l’ho un po’ riscoperta il weekend prima della visione al cinema di Scream5 e devo dire che la amo molto, mi è piaciuta. Potrei comprare il cofanetto dei cinque film quando l’ultimo uscirà, perché veramente sono rimasto colpito.

E voi? La apprezzate?

The Rocky Horror Picture Show: pensieri sparsi

Che dire di un cult?

In (pre)-adolescenza ne avevo sentito parlare spesso e mi ero fatto un’idea confusa della pellicola: sapevo che miscelava eros con thanatos, ma ciò com’era possibile? Inoltre, quando di soppiatto guardavo la copertina del DVD nelle videoteche (comunque era un horror e io piccolo) vedevo sempre questi due labbroni rossi in primo piano nel fronte e questo cast strano di figuri sul retro. Non ero mai riuscito a farmi un’idea precisa.

Poi finalmente comprai il DVD di The Rocky Horror Picture Show.

La nascita di una star

Il film ruota attorno a una coppia borghese di ragazzi che dopo essersi persi in una notte di temporale vengono accolti nel castello dell’ambiguo Frank-N-Furter, genio senza inibizioni di bene o male che ricerca il piacere assoluto e che pian piano li inizierà ai piaceri e ai dolori della carne e dello spirito.

Che dire di un cult?

Il film è un musical e vanta al suo interno ben 14, roba da tenere testa a molti album recenti. Tutta la trama si basa esclusivamente sulle interpretazioni musicali del cast anche perché il film è l’adattamento cinematografico di un musical teatrale. Le mie canzoni preferite sono sicuramente Touch-a, Touch-a, Touch-a Touch Me e l’iconica The Time Warp. Il cast è composto da ottimi attori e cantanti, su cui per me svettano Tim Curry per canto e ballo, la dolcezza della voce di Susan Sarandon e la sua espressività, la tragicità del personaggio di Nell Campbell e il suo canto acuto ed il comportamento esuberante.

Che dire di un cult?

The Rocky Horror Picture Show è un film che combina la commedia con una patina di orrore e sfidava i costumi sociali dell’epoca: infatti, si tratta di una pellicola del 1975 che contrappone la libertà sessuale e di genere ai costumi dell’epoca, anche se la trama ci fa supporre che alla fine la società attuale non fosse pronta per una cosa tanto rivoluzionaria. Inutile dire che il film si è guadagnato un nutritissimo numero di seguace, l’identità di cult e ci sono ancora rappresentazioni teatrali e cinematografiche del soggetto dopo quasi 50 anni!

Che dire di un cult?

Le scenografie e i costumi sono stupendi, esagerati, liberatori e creano un ambiente volutamente ambiguo: sembra ‘normale’, solito e borghese ma poi ci sono punte di follia, di voyeurismo e ribollimento sessuale sempre dietro l’angolo. Nelle stanze private, quelle in cui il genio e gli istinti primordiali vengono alla luce, si vede la vera ricerca della bellezza e del gusto, ma anche dell’orrore per la morte e l’invenzione. La stanza più ambigua? Quella in cui cenano, così rincuorante perché quasi dozzinale ma che nasconde un orribile segreto.

Che dire di un cult?

The Rocky Horror Picture Show è un film stupendo, basa il soggetto sulla simbologia del Moderno Prometeo e quindi ci sovrappone anche tematiche di identità di genere e di sesso. Un film stupendo, è invecchiato benissimo.

E voi, cosa ne pensate di questo cult?

Questa è tutta la colonna sonora del film e in copertina c’è l’iconico Tim Curry

10 film con i licantropi

Buongiorno!

Questo è post programmato perché quando lo leggerete o sarò a lezione o sarò a pranzo; comunque, sarò a Roma nell’intervallo tra la lezione teorica e il laboratorio pratico pomeridiano! Quindi, ovviamente, ho scelto di programmare un post veloce da scrivere.

Per chi mi segue da un po’, sarà stato facile notare una mia certa predilezione per il gotico, passione che ho omaggiato con diversi post a tema: il Dracula, il post sui fantasmi e ovviamente Crimson Peak, per dirne alcuni. Oggi quindi desidero parlare di 10 film con i Licantropi!

Piccolo approfondimento sulla figura del Licantropo nel cinema:

Le bestie malvagie che popolavano le leggende europee erano gli abitanti notturni della foresta e delle montagne: pipistrelli, topi e lupi. Dai molti racconti morali e mitologici che li vedono protagonisti sono nati due celeberrimi personaggi cinematografici: il vampiro e il lupo mannaro. Entrambi sollecitano i nostri desideri notturni e hanno a che vedere con la sessualità e il dominio fisico. Entrambi ci spaventano perché fanno emergere tutta la nostra fragilità: chiunque può essere trasformato in un vampiro o in un licantropo.

Tuttavia, la raffinatezza del vampiro è ciò che manca al lupo mannaro ed è questo il motivo per cui i film dedicati ai licantropi sono più semplici, più prosaici, più viscerali. Nella maggior parte dei casi, tutto inizia con una violenza da cui scaturisce un’altra violenza: un innocente è aggredito da un ‘mostro’ e diventa mostro a sua volta.

Nei decenni la figura del licantropo è cambiata molto assumendo connotati e significati diversi e con il passare degli anni ne assumeranno ancora di nuovi. Infatti, lupi mannari e vampiri continueranno a infestare le nostre case, guidandoci nel viaggio dal giorno alla notte, dall’innocenza all’esperienza.

Fonte: Cinema Horror: I migliori film dell’orrore di tutti i tempi, a cura di P. Duncan e J. Muller

Un lupo mannaro e soprattutto letale in famiglia

La lista sui 10 film con i licantropi:

In questa lista ho scelto di includere, come mio solito, film che contengano la figura del lupo mannaro senza che però questa sia il tema centrale della pellicola. Questa mia selezione ha dato vita a una lista molto variegata e contenente pellicole di vario genere e qualità. Spero che la troviate interessante, anche per la grande varietà di modi in cui la mitologia gotica viene trattata!

  • Dark shadows
  • Nightmare before Christmas
  • Un lupo mannaro americano a Londra
  • Hotel Transylvania
  • Cappuccetto rosso sangue
  • I fratelli Grimm e l’incantevole strega
  • It (miniserie cult)
  • Vita da vampiro
  • Harry Potter
  • Cursed – Il maleficio

Ecco, questa è la lista. Dovreste conoscere tutti i titoli, alcuni li ho già portati sul blog, altri li cito spesso. Quali titoli conoscete voi? Fatemelo sapere, ciao!


PS: vi lascio qui sotto i link dei miei commenti ai film sopracitati.

Qui puoi leggere cosa ne penso di Hotel Transylvania.

Qui puoi leggere cosa ne penso di It.

Qui puoi leggere cosa ne penso di Vita da vampiro.

Child’s Play: la bambola assassina

child's play dolls (3)

Anno di uscita: 1988

Regia: Tom Holland

Sceneggiatura: Don Mancini, John Lafia, Tom Holland

Cast:

Catherine Hicks as Karen Barclay

Chris Sarandon as Mike Norris

Alex Vincent as Andy Barclay

Brad Dourif as Chucky

Dinah Manoff as Maggie Peterson

child's play

La storia del Child’s Play:

L’ispirazione per la creazione della bambola Chucky vanta principalmente due prodotti dell’immaginario dark fantasy: l’idolo Zuni armato di lancia direttamente dalla Trilogia del Terrore (1975) e la bambola Tina presa da Ai confini della realtà; molto importanti furono anche i film Devil Dolls (1964) e il Dolls di Gordon.

In mezzo a tutte queste bambole, Mancini ebbe l’idea per creare la sua, di bambola. All’inizio, l’opera doveva chiamarsi Batteries Not Included, poi il titolo deviò in Blood Buddy per poi diventare Child’s Play, per giocare sia con le menti in cui il marketing regnava potente, sia per creare in noi il ricordo dei nostri giocattoli infantili e deturparlo con l’immagine di loro come assassini feroci.

Nato per essere uno di quei bambolotti tipo Ciccio Bello da accudire dandogli dell’erba medicinale, la concezione della magia nera si concretizzava con il bambino protagonista del film che si feriva accudendo la bambola e mescolando, quindi, il proprio sangue con gli alimenti da fornirgli; inevitabile, secondo questa visione, sarebbe stato il legame psichico tra i due e il rapido declino degli eventi: Chucky sarebbe così diventato una manifestazione della rabbia del bambino stesso contro chi lo trattava male o contro la persona che il bambino riteneva fosse la causa dei propri guai. Tuttavia, quest’idea molto mistica e in un certo senso conturbante, non piacque alla casa di produzione (la MGM) e venne scartata.

Il secondo concept pensato per Chucky fu quello di un serial killer morente che aveva legato la propria anima in un bambolotto per sopravviver e un giorno, forse, tornare in un corpo umano; questa visione fu scelta per essere quella definitiva e il resto è storia.

Così, tre menti si unirono a creare un psicodramma contro i valori più cari a noi: la famiglia, l’infanzia e l’ingenuità infantile. Il bambolotto rappresenta quindi il prodotto seriale di una generazione di teen consumers -avidi e consumatori prima e futuri consumisti dopo- figli inconsapevoli dell’insicurezza insita negli adulti; non è un caso che al suo debutto, Child’s Play fu subito un successo e proiettò il suo personaggio coprotagonista Chucky direttamente nell’Olimpo dei più grandi personaggi dell’orrore mai creati!

Il grande genio artistico che fu il pilastro su cui si fondò il successo della bambola assassina era un giovane effettista statunitense specializzato nel make-up: Kevin Yagher, di ritorno dal successo di Nightmare 3. Capace di manovrare le bambole animatroniche con l’uso di speciali maschere sensoriali facciali e appositi joysticks, riusciva a far avere loro gestualità ed espressioni del tutto verosimili, tutte poi copiate da attori di bassa statura o da bambini per le riprese in campo lunghi o per le sequenze ansiogeni in cui Chucky doveva spaventare la vittima designata.

Tuttavia, il merito della riuscita del film e poi della saga non è da attribuire solo all’elettronica: infatti, prima di tutto ci furono tutti gli studi attuati per trovare il designe adatto da conferire al bambolotto. Un numero inquantificabile di artisti modellarono, truccarono e vestirono i vari Chucky in modo da seguire un’intera parabola lunga tutto il film che vedeva la prima bambola bella e sorridente, perfetta, diventare sempre più umana con un taglio di capelli molto più realistico, smagliature nella pelle e un logoramento sempre maggiore, assieme al cambio di espressione.

Così, quando tutto fu pronto, la gente andò al cinema per vedere le proprie peggiori paure prendere vita. Infatti, i ricordi infantili rappresentano i capisaldi della nostra identità e pensare che uno dei nostri giocattoli, improvvisamente, potesse prima afferrare un coltello da cucina e poi farci la festa è una delle nostre paure più profonde, così come per noi è terrificante l’idea di lasciare i nostri bambini nelle mani di una potenziale macchina di morte. Ecco, la gente che andò alla prima del film non sapeva a cosa sarebbe andata in contro, ma in cuor suo sono sicuro che un’idea se la stesse facendo quando, all’interno del corridoio che conduceva alla sala, si vedeva inghiottita ai lati da tutti gli studi artistici e tutte le bambole usate per realizzare il film. Una concezione del genere dell’orrore fece scuola e infatti Child’s Play è diventato cult non appena uscì relegandosi un posticino dentro al cuore delle nostre paure ataviche.

child's play dolls (2)

Commento spoileroso al Child’s Play:

La visione del film per me è stata abbastanza travagliata per via del mio videoregistratore: quello della televisione del soggiorno si era bloccato (col disco appena comprato dentro!) e quindi ho dovuto scaricare un lettore DVD per il mio computer e guardarlo da lì; ciò è interessante perché la maggior parte dei film di cui leggete poi sul mio blog alla fine li vedo quasi tutti al computer!

La visione di Child’s Play è stata molto interessante e accattivante, con una trama molto semplice e lineare ma che giocava sull’innocenza dei bambini e l’impossibilità degli adulti di credere nel soprannaturale: come avete già letto prima, gli adulti molte volte si dimostrano insicuri o recalcitranti, con le loro azioni, verso la salvezza del bambino (lo si nota per esempio quando il bambino afferma di sapere chi ha buttato l’amica della madre giù dalla finestra, o durante la scena dello psichiatra infantile) e quindi spetta al piccolo Andy fronteggiare le proprie paure per sopravvivere.

Il personaggio con cui chiunque empatizza è ovviamente il piccolo Andy.

Fin dalle prime scene lo vediamo caratterizzato da due elementi: la propria voglia di aiutare la mamma e sentirsi utile, come quando le prepara la (pessima) colazione, e la sua passione per i Good Guy, un franchise di giocattoli. Ecco, queste sono le sue caratteristiche, caratteristiche che per tutta la durata del film verranno messe a discussione. Molte volte ho pensato “Ma povero piccolino, cerca solo di aiutare” o “Poverino, non gli crede nessuno”. Insomma, la vera vittima di tutto non è rappresentata dalla gente uccisa dal pazzo assassino ma è il povero bambino prima orfano del padre – di cui vediamo una sua foto in cameretta e questo prova la grande mania per i dettagli della pellicola, poi privato della madre perché viene giudicata inadatta al suo ruolo e infine Andy rischia pure di diventare l’incubatore per l’anima del serial killer; insomma, povero piccolo!

Il secondo personaggio, a pari merito, che domina la scena è ovviamente Chucky, la bambola assassina! Fin dall’inizio sappiamo che che la bambola è viva e conserva lo spirito di un folle strangolatore (anche se strangola poco) ma la vera paura che scatena l’orrore è la repulsione verso qualcosa che invece dovrebbe darci gioia e divertimento. La prima vittima di tutto ciò è il piccolo Andy che, dopo aver ricevuto per il compleanno la sua agognata bambola, la vede cercare di manipolarlo, infrangere tutte le regole a cui lui ubbidiva con tanta solerzia e infine pure cercare di ucciderlo. Chucky è sadico e crudele, cinico e senza rimorso; non uccide per il gusto di farlo, non solo almeno, ma invece lo fa per seguire un piano di vendetta che vedrà sfociare il vero orrore durante la seconda parte del film. Quell’orrore che senti quando una bambola semi-fusa cerca di accoltellarti alla testa dall’altra parte della porta!

Insomma, il film è veramente bello, stupenda l’inquadratura al minuto 1h07′, gli ultimi minuti sono di tensione vera mentre la prima parte della pellicola secondo me parla di una famiglia distrutta dalla perdita del padre. Molto bello, fa anche pensare una frase che dice uno dei personaggi: se nessuno ci crede, è vero quello che è successo?

Su questa nota, vi lascio e vi invito a lasciare una vostra impressione riguardo al film, la sua storia e ai temi trattati in esso! Ciaone e alla prossima!^^

child's play shadow

 

Pet Sematary

Buongiorno, oggi voglio parlare della mia terza lettura kinghiana: Pet Sematary, che ho percepito come un dramma familiare che sfortunatamente è scaduto nell’orrore. Una lettura molto bella e scorrevole, lo consiglio.^^

pet sematary

Trama:

Il dottor Louis Creed ha appena accettato l’incarico di direttore sanitario dell’Università del Maine, e con un certo entusiasmo: posizione di prestigio, magnifica villa di campagna dove Eileen e Gage, i suoi bambini, possono crescere tranquilli, vicini gentili e generosi in una cittadina idilliaca lontana dal caos metropolitano. Persino Winston Churchill, detto Church, il loro pigro e inseparabile gattone, sembra subito godere dei vantaggi della nuova situazione. Ben presto, però, la serena esistenza dei Creed viene sconvolta da una serie di episodi inquietanti.

Commento:

Questo mi è stato consigliato caldamente da chiunque apprezzi lo scrittore Stephen King anche se sono stato avvertito di leggerlo a piccole dosi per gli argomenti trattati al suo interno: morte, lutto familiare e in minima parte moralità etica. Ciononostante, finiti gli esami me lo sono spolpato velocemente nel tempo libero.

Articolato in tre parti,  più l’epilogo, questo romanzo sembra trattare tre storie diverse per temi e ritmi per ciascuna: prima si ha la famigliola felice e la costruzione della tragedia, quindi la tragedia si scatena sulla famiglia distruggendone il felice equilibrio per poi concludersi nell’ultima parte. La scrittura è sempre molto colloquiale, lo stile è informale, certe volte il narratore onnisciente sembra leggere dentro l’animo dei suoi personaggi e da ciò deriva una lettura profondamente immersiva, anche se nella parte del lutto familiare quasi morbosa.

I personaggi sono tutti delineati con le loro funzioni all’interno del racconto anche se alla fine l’unico a cui mi sia veramente affezionato è Church: micione affettuoso prima ed essere certe volte in cerca di affetto dopo, è la vera vittima della faccenda; veramente, gli ho voluto bene e mi si è spezzato il cuore quando tutti lo trattavano male soprattutto perché lui non ha colpe e in ogni caso era rimasto fedele alla famiglia fino alla fine! Povero piccolo Church, altro che Gage! Della prima parte la voce narrante più interessante ovviamente è Louis mentre nella seconda è il dolore di Rachel, anche se molte volte viene messo in secondo piano.

Secondo me l’ambientazione è fatta molto bene, riusciamo a vedere molto bene i boschi in cui i personaggi sono immersi, sia che siano quelli spettrali governati da fuochi sinistri e gigantesche figure demoniache sia quelli umani come l’aperta ostilità di Irwin verso Louis che sicuramente ha appesantito ulteriormente gli animi. Molto bella la descrizione della casa di Jud verso la fine del terzo grande capitolo del libro, veramente inquietante!

Insomma, un bel libro facile da leggere e che dà tanto. Consigliatissimo anche se avrei tolto la parte del cimitero demoniaco e lo avrei un dramma in toto.

Wes Craven’s New Nightmare

Nightmare-Nuovo incubo è un film horror del 1994 il secondo diretto da Wes Craven e secondo me pensato per chiudere definitivamente la saga originale.

Informazioni generali:new nightmare
Titolo: Nightmare – Nuovo incubo
Titolo originale: Wes Craven’s New Nightmare
Produzione: Americana
Durata: 112 minuti
Regia: Wes Craven
Soggetto: Wes Craven
Sceneggiatura: Wes Craven
Musiche: J. Peter Robinson
Fotografia: Mark Irwin
Montaggio: Patrick Lussier
Effetti speciali: William Mesa

Interpreti:
– Robert Englund: Se stesso / Freddy Krueger
– Heather Langenkamp: Se stessa / Nancy Thompson
– Wes Craven: Se stesso
– Miko Hughes: Dylan Porter
– David Newsom: Chase Porter
– Tracy Middendorf: Julie
– Fran Bennett: Dott.ssa Christine Hefner
– John Saxon: Se stesso

Trama:
Heather Langenkamp, protagonista dei primi film della serie “Nightmare”, è preoccupata da terremoti domestici nonché da incubi determinati dal freddy kruegermostro Freddy Krueger anche perché il nuovo artiglio che il marito Chase Porter,    maestro di effetti speciali, progetta per l’ultimo film con Englund, sembra animato di vita propria. Ma i guai di Heather si moltiplicano in quanto il figlioletto Dylan manifesta preoccupanti fenomeni: sta alzato la notte a guardarsi spezzoni dei film di Freddy alla televisione anche se questa non è collegata con l’impianto elettrico.

Temi:
-metacinema: il vero punto forte e innovativo del film rispetto al resto della saga;
-il peso della fama, forse uno dei significati simboleggiati dalla persecuzione di Freddy;
-l’essere genitori: infatti, uno dei maggiori problemi è il comportamento da tenere con il piccolo.

Commento:
Questo film mi è piaciuto molto^^
Ho trovato che il metacinema sia stata un’idea geniale per creare una sorta di pellicola di orrore e mistero che circonda la povera protagonista, illusa così tante volte da non riuscire più a capire dove finisce la realtà e dove inizia la fantasia.
La figura di Freddy Krueger concepita come trappola per il più generico Uomo Nero mi è piaciuta perché, oltre a dare uno spessore culturale al personaggio, si ricollega al primo film dove si canta: “L’uomo nero non è morto…”. Inoltre, gli omicidi sono ovviamente più cruenti e la prima scena ovviamente è stata una sorpresa visto che non mi sarei mai aspettato due morti del genere xD.
Robert Englund mi ha divertito perché lo ho sempre concepito assieme al suo personaggio, almeno nella saga, e vedendolo calmo e perfino premuroso nei confronti della protagonista mi ha fatto riflettere sull’iconocità di Freddy.
E poi, dulcis in fundo: il bambino. Come al solito uno dei personaggi più terrificanti (come potrebbe essere altrimenti in un film horror?); concepito bene, soprattutto come trappola umana per ‘Nancy’.

Voto: 3,5/4 su 5

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