Suspiria: Argento vs Guadagnino

Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema horror con un articolo di cui avevo accennato la preparazione un po’ di tempo fa: il confronto tra il Suspiria di Dario Argento e il Suspiria di Luca Guadagnino!

Entrambi i Suspiria poggiano le basi sullo stesso canovaccio, ispirato al romanzo Suspiria de Profundis. Tuttavia, è doveroso mettere in chiaro che senza il classico di Dario Argento, il nuovo film di Guadagnino non sarebbe mai esistito: infatti, la versione più recente prende dal classico i personaggi, gli eventi chiave e la sequenza delle morti; riscrivendo il tutto in modo più forbito, senza misoginia e con un simbolismo molto più eccelso ed elaborato.

TRAMA

Il Suspiria di Argento è un film horror, una fiaba nera su di una giovane ballerina che andata in una scuola tedesca per perfezionare la propria tecnica di danza classica si ritrova invischiata in un covo di streghe.

Il Suspiria di Guadagnino invece è un thriller paranormale con qualche accenno al genere horror. La trama di base è molto simile, ma qui lo spettatore sa da subito che la protagonista è in pericolo e che le insegnanti sono streghe: il punto focale del film è il percorso di formazione della protagonista in una Germania divisa dal muro di Berlino!

UCCISIONI E INCANTESIMI

Il Suspiria del Darione è un film crudo, violento, dove la morte è punitiva e non lascia scampo: le vittime scappano, ma forze quasi fiabesche le raggiungono sempre per costringerle al silenzio. Tuttavia, il sistema magico è molto semplice e non spiegato, è possibile fare ipotesi anche sugli autori degli omicidi: è stata la Mater Suspiriorum o una delle sue adette grazie alla sua influenza?

Il remake invece vantando una sceneggiatura molto più curata e approfondita spiega il tutto molto meglio: la magia è legata alla volontà e alla mente. Le streghe utilizzano il metodo delle bambole, perché quello che fanno loro si ripercuote sulla vittima, che siano lacrime per impedirle la vista o semplici movimenti che torturano chi non è pronto a compierli. Interessante inoltre che pur essendoci scene di violenza, la morte viene negata alle vittime rendendole quasi dei fantocci e saranno loro stesse a chiederla a fine film, quasi per uscire dal torpore dell’oblio.

LA DANZA

Nel cult la danza è classica, ma è di puro contorno: la scuola poteva essere di canto e la trama non sarebbe cambiata di una singola virgola. Anzi, ho contato le scene in cui la danza compare e sono solo 2 ( di cui una è spezzata in due segmenti). E in queste scene i ballerini… si muovevano, senza una direzione, senza un esercizio preciso; volteggiavano per il gusto di muoversi. Deludente.

Nel remake, invece, la danza moderna è un elemento fondamentale della narrazione e prende parte di un’interessante dicotomia: l’arte è dolore e passione, le scene in cui le ballerine danzano sono quelle in cui le vittime vengono distrutte. Inoltre, non bisogna dimenticare che la danza moderna, per sua stessa definizione, è legata alle emozioni e quindi è legabile a livello di simbolismo al sabba.

SCENOGRAFIE E MUSICHE

Suspiria in entrambi casi è iconico: se Dario Argento si concentra su scenografie grandiose e musiche intense, Luca Guadnagnino predilige ambienti semplici e musiche d’atmosfera (oltre a quelle per le scene di danza).
Personalmente, a livello scenografico ovviamente il film di Argento è memorabile, ma il merito è anche (o solo?) di Tovoli e Bassan che insieme tra fotografia e scenografia hanno creato un’esperienza visiva iconica.

IMPRESSIONI PERSONALI

Da questo rapido e piccolo confronto tematico e di sceneggiatura, è intuibile che io preferisca la versione di Luca Guadagnino anche se non bisogna che senza il classico argentiano non ci sarebbe stato nulla. Quel film nei decenni è entrato nell’immaginario collettivo.
Ma Guadagnino crea un film profondo, un dramma che fa dell’orrore solo l’ennesimo strumento espressivo. Inoltre è apprezzabile come il corpo della donna, sebbene senza paura venga mostrato nudo o in posizioni possibilmente eccitanti, venga normalizzato e mai eroticizzato. Un bellissimo film, il suo Suspiria; peccato abbia floppato, sarei stato curioso di vedere i seguiti e Una terza madre decente.

E voi? Avete mai visto uno dei due Suspiria? Quali pensieri avete a riguardo? Se avete voglia di leggere il mio articolo sul Suspiria di Luca Guadagnino lo trovate a questo link. Ciao!

Dario Argento: Occhiali neri

Dario Argento è un regista italiano che divide molto la critica e il pubblico, tra chi lo ama e chi lo odia; di solito, questi due gruppi non sono divisi a livello sociale ma a livello temporale: se a inizio carriera sono stati prodotti cult del calibro di Profondo rosso e Suspiria, dagli anni ’90 la qualità ha iniziato a incrinarsi fino a film orridi come Il cartaio e La terza madre.

Il miglior Argento degli ultimi anni, in collaborazione con Dylan Dog

Recentemente sono andato al cinema per l’ultima fatica del Darione nazionale e quindi ho deciso di condividere con voi la mia opinione sul film. Prima però riassumo in tre grandi categorie i film del regista che sono riuscito a guardare, per farvi capire meglio i miei gusti e come questo si pone con i film del passato.

Film che mi sono piaciuti. Suspiria. Profondo rosso. Trauma. Phenomena. Inferno. L’uccello dalle piume di cristallo.

Film che non mi sono piaciuti. Il cartaio. La terza madre. La sindrome di Stendhal.

Film meh. Tenebre. Il gatto a nove code. Opera.

Come potete capire, per me Dario Argento è ricollegabile al giallo all’italiana, all’horror esoterico. Sempre in palazzi dalle scenografie particolari, oniriche, dei bellissimi mondi paralleli alla realtà in cui l’orrore può scatenare le proprie pulsioni. Sempre con un ristretto numero di candidati e vittime sempre collegate al protagonista. Bellissime ed evocative colonne sonore e le famose soggettive del serial killer. Il mio Argento preferito? Se seguite le mie liste potete benissimo immaginare che si divide tra Profondo Rosso e Suspiria.

Purtroppo, Occhiali neri è un meh. Ma è già meglio degli ultimi film!

La misoginia di Argento c’è tutta, con queste donne prostitute che non hanno altra caratterizzazione, brave solo a sedurre o creare problemi per poi aspettare pazientemente di farsi sbudellare. Molte inquadrature delle tette della protagonista. Non c’è donna che si salvi, l’unica nota positiva del genere femminile è rappresentata da Asia Argento, un personaggio positivo e solare.

La trama è lineare e banale, con omicidi frettolosi che cercano solo per un brevissimo tempo di ricreare le inquietanti soggettive del killer dei tempi d’oro preferendo mostrare per la maggior parte del tempo l’omicidio in terza persona. Per la maggior parte del tempo, ci sono la protagonista e il bambino cinese, noiosetto forte. La Pastorelli è anche brava a interpretare la cieca, ma purtroppo perfino il suo personaggio manca di approfondimento; lei è cieca, punto.

Secondo me il problema maggiore della pellicola è il killer e il suo furgoncino bianco. Sembra che in tutta Italia il suo sia l’unico furgoncino bianco! E poi c’è stato uno sbaglio di casting: come può Argento credere che un figo di quel calibro inizi a uccidere perché ripudiato perfino dalle prostitute? Hanno provato pure a fargli crescere barba e baffi per inselvatichirlo, ma hanno ottenuto l’effetto contrario. LOL.

Insomma, Occhiali neri non è agli infimi livelli dei film brutti (Dracula 3D mi manca ancora) ma non è neanche un film propriamente decente. Io ero abbastanza annoiato; sinceramente mi aspettavo una caccia più spietata, perché sennò non mi spiego la scelta di ambientare la maggior parte delle scene in strada/campagna e non in casa. Però belle le musiche, anche se mi ricordavano l’ultimo Halloween.

Voi lo andrete a vedere?

Purtroppo non siamo ai suoi livelli…

La mia opinione su Trauma: qui

La mia opinione su Opera: qui

La mia opinione su Profondo Nero (Dylan Dog): qui

Articoletto su Pronfondo Rosso: qui

Profondo Nero

copertina dylan dog010.jpg

Questo numero di Dylan Dog vede la collaborazione del visionario regista italiano Dario Argento con Stefano Piani per la sceneggiatura e con il disegnatore Corrado Roi. Già questo eleva il numero prima ancora di leggerlo perché questo evento può fare da apripista per ulteriori collaborazioni tra il mondo fumettistico e quello cinematografico, componenti importanti dell’orrore artistico.

Parlando più nel dettaglio del numero in questione, devo ammettere che seppur scettico per colpa degli ultimi film del regista ho apprezzato molto questo fumetto per diverse ragioni. Premesso che i dialoghi non rappresentano alcuna di queste ragioni, ho invece apprezzato la trama in generale e come è stato trattato il tema sadomasochismo; ho amato i disegni con le loro sfumature e mi sono piaciuti i temi sociali proposti nello svolgimento delle investigazioni.

Trama: è semplice, non lineare, ma presenta alcuni colpi di scena molto interessanti. Molte volte le successioni di eventi reali e onirici sono miscelati in un amalgamo intrigante, mentre altre è la realtà che la fa da padrona mostrando scene tristi e violente sotto diversi aspetti.

SM: sono ignorante di questo mondo, ma per fortuna non utilizzano questo tema per mostrare nuda violenza ma la vestono di passione e ogni passo viene sempre spiegato regalando informazioni per rendere partecipe il lettore man mano che la trama procede.

Disegni: sono bellissimi, sono carni riposte su carta, sembrano reali e mi sembrano gli stessi che guardavo quando avevo 14 anni: eleganti, onirici grazie alla sfumatura, primi piani intensi e dettagli stupendi; la cosa migliore di Profondo Nero!

Temi: si varia molto ma alla fine il focus è l’oppressione del cittadino onesto per problemi sociali quali la nullità dei nobili (realtà inglese?), una polizia che sa solo multare per poi non rimborsare se sbaglia e tutti i servizi troppo lenti. Ecco forse potevano essere meno schiaffati in faccia al lettore…

Citazioni: a p 58 è possibile trovare due citazioni ai cult del regista.

Questo è mio commento senza spoiler, mi è piaciuto come Dylan Dog e lo consiglio anche se non bisogna aspettarsi nulla di eccezionale.

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Secondo me riassume tutti i valori della storia^^

L’inizio del declino?

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Film da sei.
Mi è piaciuto molto l’obbligo subito dalla protagonista a osservare gli omicidi, tutto sommato spiegato con la storia passata del serial killer. Gli omicidi erano abbastanza originali, soprattutto quello della manager, anche se le dinamiche erano molto irrealistiche.
La storia è abbastanza carina, mi piace l’ambiente dello spettacolo, è tutto molto luccicante e ricco e il film mostra un poco la noiosa fabbrica dello spettacolo atta a fabbricare le postapocalittiche atmosfere della rappresentazione di Macbeth.

Le pecche?

La recitazione forse un poco falsa, l’attore del serial killer e la musica durante gli omicidi!!!!

Profondo rosso: Miglior film della settimana

profondo rosso7
Profondo Rosso

Storia intrigante, con suspense che non finisce mai e colpi di scena spettacolari.

Scenografia stupenda, con arredi semplicemente belli.

E  gli attori? Azzeccatissimi, soprattutto Clara Calamai.

Ovviamente, lo consiglio al mondo intero^^

Gladiatori

Il gatto, per gli Indiani Pawnee, rappresenta:…

Splendore

La cattura