VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Lo sceicco bianco

Questo è il secondo film di Fellini che vedo, dopo I vitelloni. Invece, la filmografia di Sordi (che interpreta lo Sceicco Bianco) non mi è nuova, anzi! Di questo film avevo saputo grazie al biopic sul celebre attore: Permette? Alberto Sordi. Lo sceicco bianco è stata una bellissima visione, tra sogno e realtà e un’amalgama tragicomica.

Commedia felliniana del 1952, parla di una crisi di coppia durante il viaggio di nozze a Roma: la mogliettina sparisce per andare a trovare il suo idolo cinematografico (anche se avevo capito fossero romanzi, boh) lasciando il marito solo ad affrontare i parenti romani mentre la sta cercando. Tra sogno e realtà, assistiamo alle vicende di queste due persone fino al finale riconciliante.

Sordi qui interpreta lo Sceicco Bianco, figura fittizia impersonata da un artista a cui il nostro attore dà corpo.
E’ in questo segmento che potremmo riassumere l’intero film: qui Wanda, interpretata da una mogia e sognatrice Brunella Bovo, finalmente incontra il suo idolo e se all’inizio tutto sembra un sogno improvvisamente si scontra con la dura realtà di un approfittatore vigliacco. Il sogno si infrange. Il suo di sogno, però! Fin dall’inizio delle riprese si capiva che la fantasia del cinema era puramente terrena, con attori che litigano con i bambini, gli attori come deportati su furgoni per andare sul set, totalmente in balia degli umori del regista; tuttavia Wanda è sognante, le pare di vivere un sogno e solamente sulla barca si accorge dell’errore di valutazione che ha commesso senza nemmeno accorgersene.
Dulcis in fundo, la lettera che le ha concesso tante speranze potrebbe essere il tipico formato che le produzioni mandano ai fan.

Dall’altra parte c’è il marito, che si ritrova abbandonato (per un solo giorno, tra l’altro), a gestire gli zii autoritari e che vogliono conoscere la nipote acquisita. Pure con lui ci sono sequenze dove realtà e finzione si mescolano: quando telefona in camera e finge di parlare con la moglie, oppure quando cerca di convincere gli zii che Wanda sta dormendo in camera. Incarnato da Leopoldo Trieste, che ho recente visto in Sedotta e abbandonata, l’uomo rende benissimo sia lo stress di dover sempre mentire cercando di stare all’immagine che deve fornire di se stesso sia il terrore di vedere il priprio onore distrutto dalla moglie fuggita.
Ironia della sorte, lui avrebbe anche avuto ragione perché tutti gli uomini che interagiscono con Wanda si rivelano porci approfittatori. Ulteriore ironia, lei rifiuta sempre perché ama il marito e gli è fedele.

Lo sceicco bianco quindi gioca sui registri della commedia e del dramma, dividendosi in due parti ben distinte: se la prima è più dialogica, con una musica più lieve e d’atmosfera sognante, la seconda diventa più impetuosa.
Anche la regia e il montaggio giocano molto con noi spettatori, creando situazioni comiche anche nel dramma, come quando Wanda si vuole suicidare, il montaggio fa capire lei si trova su un ponte, si butta e scopriamo che si trovava sulla riva del fiume. Non è morta, si è solo fatta un bel bagno! E io sono scoppiato a ridere, la musica prima di quell’attimo era tetrissima!

Il film è stupendo, credo che tra i due di Fellini che ho visto sia il mio preferito. E non fatemi una testa tanto per La dolce vita, 8 e mezzo, Casanova, Amarcord e altri: quando sarà il momento li recupero. Ciao!

Gli uomini preferiscono le bionde

Gli uomini preferiscono le bionde, Gentlemen prefer blondes in originale, è una pellicola del 1953, diretta da Howard Hawks e con Marilyn Monroe e Jane Russell come protagoniste. Adoro questo film, per me è sinonimo di eleganza e le due dive sfoggiano costumi che le valorizzano e urlano LUSSO da ogni singolo dettaglio. Stupendo.

«Don’t you know that a man being rich is like a girl being pretty? You wouldn’t marry a girl just because she’s pretty, but my goodness, doesn’t it help?»

Gli uomini preferiscono le bionde è una commedia deliziosa, basata sul romanzo di Anita Loos. Parla di due performers, la bionda Lorelei e la mora Dorothy, che sono in viaggio per lavoro verso la Francia, in crociera; se Dorothy è alla ricerca di divertimento e dell’amore, Lorelei invece è fidanzata con uno sciocco ereditiere e sta cercando di convincere il futuro suocero a concederle il benestare. Già dalle prime scene capiamo quanto le due siano antitetiche e complementari: se una sembra svampita e alla ricerca di una vita ben agiata, l’altra è più realista e alla ricerca di un amore che le faccia battere il cuore e non solo.
Inutile dire che con questo dinamico duo e gli uomini che le ronzano attorno le situazioni equivoche e divertenti siano abbondanti.

Come appena accennato, le due donne sono caratterizzate in maniera accurata e rispecchiano ciascuna una visione dell’amore diversa. Ognuna inoltre ha una canzone propria in cui espone i suoi interessi: Ain’t there anyone here for love? per la Russell e Diamonds Are a Girl’s Best Friend per la Monroe.
Nella scena di Ain’t there anyone here for love? capiamo come la Russell perda la testa per un bell’uomo muscoloso, con lei che fa uno spettacolo di cabaret utilizzando come assistenti la squadra di nuoto che si stava allenando. Interessante il fatto che siano loro a subire il famoso gaze e che siano loro a indossare solo dei microscopici pantaloncini color carne, sembrando nudi a un primo colpo d’occhio (mentre lei è bardata in un abito scuro).
La performance della Monroe, invece, si fa attendere fino alla fine del film. Già per tutta la durata della narrazione l’abbiamo vista rifiutare freddamente le avances di uomini prestanti, preferendo concentrarsi sull’anello del suo ricco fidanzato. O sulla tiara del suo ammiratore. Nella performance ribadisce come i diamanti siano i migliori amici delle donne e di come alla fine lei preferisca vivere nella ricchezza con regali costosi: preoccupandosi di come sopravvivere, come potrebbe una persona dedicarsi all’amore?

Poi, vabbeh, Diamonds Are a Girl’s Best Friend è una delle scene e delle canzoni più omaggiate nella cultura popolare. Credo sia quasi un record, tra film, video musicali e perfino canzoni.

Un’altra nota positiva, oltre alle perfette interpretazioni delle due dive, è ovviamente la regia. Sequenze molto lunghe in cui la cinepresa si muove sono alternate ad altre dove campi e controcampi si alternano veloci, anche i primi piani che interrompono i campi medi e lunghi a evidenziare le espressioni durante le esibizioni sono frequenti. In questo senso mi è piaciuta moltissimo la scena durante la quale Lorelei rimane incastrata nell’oblò! Ma dopotutto stiamo parlando di Hawks, no?

Altra perla del film è la scena interpretata dalla Russell in tribunale. Grazie a quella sequenza molto ironica capiamo che Lorelei non ha fatto altro che recitare tutto il tempo, atteggiandosi a scema e modulando la voce, per averla più soffice. Inoltre, in quella scena vengono al pettine tutte le sottotrame: la storia d’amore di Dorothy, la sparizione della tiara, viene presentato al pubblico il temuto suocero di Lorelei.

Gli uomini preferiscono le bionde è un gioiellino, adorato il lavoro di William Travilla, la Monroe è un’icona intramontabile e deve essere stato eccezionale essere uno dei suoi stilisti principali! Un vero capolavoro!

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Scandalo a Filadelfia

Secondo film che ho visto con la coppia Hepburn-Grant, di nuovo un film diretto dal grande George Cukor (lo stesso di My Fair Lady), una nuova commedia romantica d’altri tempi dove melodramma e commedia sferzante si mescolano in una piacevole sceneggiatura.

Devo essere sincero, non ho fatto follie per questo film. Bellissimi i costumi di Adrian e le interpretazioni del cast artistico, ma la trama era leggermente incasinata e mi sono perso una sottotrama secondaria: a una certa Grant e Stewart non dovevano incastrare qualcuno? Ma chi? E perché poi non se ne fa più nulla? A una certa pensavo fosse il promesso sposo. Boh.

Invece parliamo di come l’ho visto. Avete presente quando dieci/venti anni dovevate uscire ma c’era il film in tv che non volevate perdervi e quindi decidevate di registrarlo? Ecco, qui dev’essere successa la stessa cosa: qualità del video pessima e pure la pubblicità a metà film! Devono aver registrato il film alla tv per i quarant’anni di Woodstock, a sentire la ricorrenza durante le pubblicità!

Poi non so se fosse nel film originale, ma la versione che ho visto aveva tutta una serie di errori di montaggio: chiaramente mancavano dei pezzi, frasi saltate e fotogrammi mancanti. Ma credo sia la versione che ci hanno dato.^^
Dai, mi manca poco: devo guardare solo un horror (Il bacio della pantera o Dr Jekill & Mr Hyde?), un musical (Meet me in St Louis) e Quarto Potere. Poi posso tornare a vedere ciò che voglio, esplorando i film della scuola ma senza urgenza di materiale di esame!

Ciaone e a domani. Meglio le mie letture del 2022, una lista di 10 film oppure il mio 2022 su YT Music?

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Cantando sotto la pioggia

Che dire? Se non fosse al 50% tiptap rasenterebbe la perfezione!

Oggi ho visto Cantando sotto la pioggia, purtroppo la versione italiana ma con le canzoni originali, e l’ho adorato!

Il film è un grandissimo omaggio al cinema degli anni ’20 (e chi ha letto Amore di mamma sa bene quanto io apprezzi quella moda).
Inizia con un red carpet sul quale vengono annunciati gli attori che sfilano; all’inizio, non capendo bene in che anno esatto era ambientato non capivo la moltitudine di ammiratori, ma poi capendo che era nel 1927 ho intuito che lo star-system era bello che avviato.
Poi c’è Lina, la primadonna del mio cuore interpretata da una superba Jean Hagen, che nasconde a tutti la sua voce. Ha una voce leggermente di merda, ma tanto siamo nel cinema muto! Chissenefrega!
E infine nella scena iniziale c’è una bellissima sequenza con un narratore inaffidabile, durante la quale Kelly e O’Connor ci regalano performances straordinarie.

Il film è ambientato durante il cambiamento epocale: Il cantante di Jazz è il film del momento e tutti si devono adeguare! E Lina è fregata, lol. Il 1927 è stato un anno duro, Viale del tramonto ne racconta bene le conseguenze.

Gene Kelly e Donald O’Connor interpretano spesso numeri che mi hanno ricordato moltissimo quelli di Buster Keaton, una comicità molto più fisica e mirabolante di quella di Chaplin.
E la discussione che Don Lockwood e Kathy Selden hanno a inizio film mi ha ricordato i pregiudizi di cui ho letto sui libri di storia, per i quali il cinema era un posto disdicevole e gli attori, citando lei, facevano le orge. Non che le facciano anche ora, vedendo il caso Kevin Spacey. Ironico, comunque, che alla fine lei faccia carriera nel cinema, una volta che quest’ultimo diventa sonoro.

A parte qualche balletto di troppo, la volete sapere una chicca? Non so se qualcuno lo ha notato, ma la Disney ha citato letteralmente il plot point finale del film: la scena in cui la povera Lina fa la figura di merda più colossale della storia del cinema (roba che Milli Vanilli levatevi) a favore di Kathy. In pratica, succede la stessa cosa alla fine di A Cinderella Story: Once Upon a Song, anche se Lucy Hale è un pelino meno brava a cantare.

Un capolavoro, ho adorato il film e mi sono esaltato. Forse la rappresentazione dell’idea di Don per il film era lunga, tanto lunga, ma conteneva anche la sequenza di ballo migliore almeno secondo i miei gusti di buon intenditore. E voi? Lo conoscete? O volete mentirmi?

PS: ma quanto è bella la scena di Beautiful Girl Montage? Se solo avessi avuto una versione di maggiore qualità del film avrei fatto tutta una serie di screenshots!!

My Fair Lady, una delizia per gli occhi

My Fair Lady, di George Cukor, è uno di quei film di cui tutti hanno già detto tutto, cos’altro potrebbe dire uno come me? Quindi mi limiterò a fare qualche riflessione sparsa, e a riportare qualche chicca dagli extra del mio DVD.^^

COSTUMI

My Fair Lady è una delizia per gli occhi. Fin dai titoli di testa veniamo accolto dall’eleganza di composizioni floreali, per poi essere catapultati dalle classi aristocratiche londinesi che escono da uno spettacolo teatrale agghindate con abiti sublimi.
Successivamente, la villa del glottologo Higgins ci regala scenografie curate e con carte da parati ricche di dettagli. Oltre alla bellissima scena del bagno con il vapore che puntualmente cresce in relazione alla nudità di Eliza Doolittle, per nascondere le grazie di Audrey Hepburn.
La prossima scena celebre per il lato visivo, secondo me la più eccelsa per i suoi significati narrativi ma anche per le scenografie bianchissime e i capi di moda stupefacenti, è ovviamente quella all’ippodromo. Quando Audrey Hepburn indossa l’iconico abito bianco e nero disegnato da Cecil Beaton. Da notare, che la scena dell’ippodromo è esattamente a metà film.
Per concludere, il sublime incombe con il ballo all’ambasciata, la vera coronazione a livello sociale di Eliza e un’altra scusa per mostrare gli strabilianti ed elegantissimi abiti dell’alta società.
Nelle scene finali, il lato narrativo torna preponderante e quindi si torna a scene domestiche (sempre in ville sfarzose e abiti eleganti) ma il nocciolo sentimentale della vicenda è il punto focale, per cui l’occhio cede il posto al cervello.

Avrete capito ormai che per me il lato visivo di un film è importante quanto lo è la parte recitativa, adoro i film con costumi sfarzosi o capaci di descrivere il personaggio meglio della sceneggiatura!
Quindi, avendo un’edizione DVD con alcuni dietro le quinte, posso parlarvi della produzione di questi abiti sublimi!

My Fair Lady nasce da un musical teatrale, all’epoca lo spettacolo più longevo nella storia di New York; partendo da simili premesse, sono sicuro che i produttori abbiano avuto fiducia nel successo per stanziare la modica cifra di 17 milioni di dollari per il budget!

E che produzione!

Cecil Beaton, già autore delle scenografie e dei costumi dello spettacolo a New York e a Londra, lavorò per ripetere il successo nel film. Da tutto il mondo arrivarono sul set gioielli, tessuti, piume e pellicce; per mesi il Reparto Guardaroba lavorò sui modelli disegnati da Beaton, per realizzare centinaia di capi, creati nei minimi dettagli anche per una singola scena: furono creati più di mille costumi!
Un intero studio divenne il Reparto nel quale gli artisti prepararono gli attori: 17 donne addette ai costumi; 26 truccatori; 35 parrucchiere. Più di 2mila e più di 1,5mila lavori di trucco e parrucco, rispettivamente per attrici e attori. E non solo i costumi, ma anche per le parrucche, le barbe e i baffi!
E gli artisti che preparavano gli attori non erano gli unici ad avere problemi sul lavoro: abiti così costosi ed elaborati potevano presentare problemi anche per le indossatrici! Per esempio, le gonne erano così aderenti e lunghe che le povere donne non potevano piegare le gambe e quindi dovevano sedersi su altissimi sgabelli. E non potevano nemmeno entrare nelle cabine telefoniche degli studios per colpa della larghezza dei cappelli!

E tutto questo, tra preparativi pre-produzione e riprese, converse nel giorno 13 Agosto, quando le 70 cineprese Super Panavision iniziarono a filmare!

Comunque, io sto studiando cinema e quindi qualcosa da dire sul film ce l’ho. Non perché sia originale ma perché la dico io. Iniziamo.

NARRAZIONE E PERSONAGGI

My Fair Lady lo descriverei come una lotta di classi sociali.

Il film si apre con la nobiltà che esce dal teatro, dopo uno spettacolo, e vediamo queste persone agghindate a festa che si riversano nelle strade fino ad arrivare nella zona del mercato (che deve essere vicina al teatro?); è in quel momento che l’alta società si scontra con i coatti, che lavorano già di notte per preparare il lavoro del giorno successivo. E se questo confronto non è già abbastanza, si ascoltino le canzoni: i ricchi parlano di stronzate, di glottologia e dittologia i più svegli; i poveri cantano di un posto caldo dove passare la notte.
Questa scena è importante per diversi motivi: vengono presentati i protagonisti; vengono presentate le vicende principali; si notano le prime tematiche, lotta di classe e identità in primis; dura più di 10 minuti; sono presenti due canzoni, che rappresentano le due classi sociali. La dicotomia è sempre presente in questa scena, com’è presente una certa simmetria di ripresa delle colonne tra le quali Eliza cerca di vendere i suoi fiori.

Con il proseguire della narrazione, è facile capire come i due protagonisti siano Higgins e Doolittle, in una relazione tipicamente romantica: from-haters-to-lovers; lui a insegnarle l’inglese dell’alta società e i modi, lei orgogliosa delle sue origini che spesso in sua compagnia quasi si sente presa in giro.
Interessante che, sebbene il film sia cosparso di campi lunghi per mostrare le sontuose scenografie e campi medi o figure intere per descrivere le espressioni dei personaggi e il loro movimento nell’ambiente, il primo piano venga introdotto dalla regia solo quando Eliza riesce a pronunciare uno dei terribili scioglilingua!

Lo spettatore è partecipe dello sforzo dei personaggi, anche se credo, ascoltando i dialoghi e le canzoni, che gli sceneggiatori parteggiassero un po’ troppo per il personaggio maschile mentre è Eliza la vera eroina! E’ lei che sceglie di mettersi in gioco, di tornare a scuola e di imparare a parlare anche se parlare (e scrivere) lo sa fare benissimo, è lei che sceglie di rinunciare alla propria identità per cercare qualcosa di nuovo e più adatto ai suoi sogni! Inoltre, sia all’inizio sia dopo il ballo lei subisce l’oggettivazione: non è più una donna ma la cavia dell’esperimento, in quei momenti! Ed è lei che subisce lo scherno e la compassione perfino della servitù prima e lo sdegno di Higgins dopo, quando è cambiata! E, infatti, la seconda parte di My Fair Lady si basa proprio sul suo conflitto di identità: anche se sa parlare rimane l’operaia di inizio film o può aspirare veramente a qualcosa di meglio?
Per me, il suo personaggio è scritto benissimo e Audrey Hepburn lo interpreta benissimo!

ANNOTAZIONI TECNICHE

My Fair Lady è un esempio del cinema americano classico e quindi è possibile notare i tipici raccordi. Secondo me questo film aiuta molto a capire il raccordo di sguardo, perché molte volte la cinepresa è situata in modo da ottenere la prospettiva della persona guardante; e in scene come quella in biblioteca, dove due persone discorrono da piani d’altezza diversi, ciò si nota particolarmente.

Parlando invece del raccordo di direzione di movimento, ho notato un piccolo errore in una transizione: si vedeva chiaramente che Higgins era entrato e quindi vedere lui che entra nell’edifico nella scena prima (dal punto di vista sulla strada) e vedere lui che entra dalla strada nell’edificio in quella dopo (dal punto di vista nella hall) è veramente straniante e ridondante; credo abbiano scelto un montaggio del genere per introdurre il piano sequenza e la carrellata per mostrare la hall e come lui rifletta a fine film, ma non era un montaggio invisibile.

Inoltre, il sonoro qui è molto importante: oltre al fatto che è un musical, i rumori del mercato si sentono e i grammofoni del glottologo sono i protagonisti di alcune scene, sia che esse siano discussioni sia che esse siano canzoni.

Per concludere, vi riporto questa citazione in madrelingua che ho preso dal film. E’ qui che la lotta di classe si sente, è qui che si sente tutta la solitudine di Eliza:

He always showed me that he felt and thought about me as I were something better than a common flower girl. You see, Mrs. Higgins, apart from the things one can pick up, the difference between a lady and a flower girl is not how she behaves, but how she is treated. I shall always be a flower girl to Professor Higgins, because he treats me as a flower girl and always will. But I know I shall always be a lady to Colonel Pickering because he always treats me as a lady and always will.

Un vero capolavoro. Una delizia per gli occhi e un esempio di come la Hollywood classica era; altro che ‘sti schermi verdi tristissimi che vanno di moda ora senza un briciolo di sceneggiatura!

10 film con bei costumi

Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema con una bella lista, l’ottava parte per l’esattezza, a tema costumi. Come al solito, qui non ci sono solo costumi d’epoca ma anche vestiti normali in grado di rappresentare il personaggio e caratterizzarlo senza il bisogno di battute; anche se molti film qui raccontano alla fine altre epoche, diverse dalla nostra.

Buona lettura.^^

Notting hill. Celebre commedia con Julia Roberts e Hugh Grant, che ho portato qui sul blog mesi fa, si distingue anche per il guardaroba: se Julia indossa sempre la compostezza fatta veste, con un’eleganza innata che rispecchiano la gentilezza e l’autocontrollo del personaggio (almeno finché non si incazza), Hugh ha una tenuta molto più romantica, che mi ha ricordato di molto l’iconografia di Dylan Dog. E poi a fine film c’è pure il guardaroba in costume, meglio di così!

Only you – Amore a prima vista. Divertente commedia con la splendida Marisa Tomei (ora elevata a milfona internazionale in quanto zia dell’arrampicamuri) e Robert Downey Jr, qui lei indossa outfit pazzeschi in grado di far risplendere al meglio la sua linea invidiabile. Non amo i capelli corti, ma qui lei ha dei look splendidi.

Pene d’amor perdute. Commedia sceneggiata firmata da Branagh e basata sull’opera di Shakespear, si tratta di un’opera piacevole anche se lentina. Più che altro mi sorprende la grande ecletticità di ruoli di Matthew Lilliard, mai abbastanza celebrato. Bei costumi, tra l’altro, assieme agli ambienti creano un mondo moderno ma quasi fatato.

Ultima notte a Soho. Thriller a tinte paranormali con la carismatica Anya Taylor-Joy che ruba la scena a tutti, la prima parte è molto potente mentre la seconda l’ho trovata parecchio deludente. Il tutto è in buona parte ambientato negli anni ’60, con una moda spettacolare. Il film ha come protagonista una studentessa di moda, per cui ciò si sposa benissimo con la narrazione principale; perché sì, per me la narrazione principale è con Anya, il personaggio di Thomasin (anche se lei è bravissima) è veramente evanescente. Dal punto di vista visivo e auditivo film pazzesco.

Cover girl. Mi sa che questo è l’unico film con la grande Rita Hayworth che sono riuscito a reperire finora; e devo dire, che pur essendo una ballerina, si vedeva che lei era l’attrice e le altre vere ballerine. La storia è bellina, il film è degli anni ’40 e ci regala vestiti da ballo e da sera splendidi, con lei imbellettata e vincitrice di un concorso di bellezza. Consigliatissimo, lei canta benissimo in playback.

Bohemian Rhapsody. Rami Malek interpreta Freddie Mercury in un biopic pazzesco, costumi fighi e musica potente. E’ un film recentissimo che ha fatto un boom assurdo, devo aggiungere altro?

Le ragazze di Wall Street. Dramma con Jennifer Lopez, su di lei ci vanno molti discorsi che feci anni fa per Monica Bellucci in Malena (clicca qui per leggere la riflessione). Il tutto è ambientato in un club in cui ci sono poledancers e strippers, quindi potete immaginare gli outfits; a risplendere è ovviamente la grande Jenny from the block, aggraziata da una serie di pellicce e abitini molto ini che trasmettono sia la sua autorevolezza nell’ambiente sia valorizzano le sue forme generose. Splendida la sua entrata introduttiva.

Favola. Dramma italiano a scarse tinte di commedia ambientato nell’America degli anni ’50, ovviamente qui ci sono outfit dell’epoca che ho adorato. Ampi e lunghi abiti a stampe di vario tipo, foulard, grandi tacchi per pulire casa, ambienti colorati e nonsense a manetta. Avviso che è un’opera esplicitamente queer, è anche molto coraggiosa nella messa in scena.

Colazione da Tiffany. Anche qui non mi dilungo, ho visto il cult e chiaramente è finito in lista.

La principessa e il povero. Miniserie italiana noiosetta forte, è in costume e ambientata in un medioevo magico. Ci sono solo tre motivi per guardarla: le tette della Falchi, i manzi-attori nel cast e i costumi. Se non c’è interesse per inquadrature vergognose meglio lasciar perdere; ma avendo il film bei costumi è finito comunque in lista. Imbarazzante.

Ma niente batterà l’eleganza di ‘Dracula by Bram Stoker’, di Coppola!

E siamo arrivati alla conclusione dell’articolo. Conoscevate tutti i film proposti? Spero che almeno i cult sì, ovviamente. Ciaooo.^^

I migliori film di Marzo!

Buongiorno! Oggi niente pesce d’Aprile, Marzo è passato e con sé tante novità.

La prima è che il mio corso di scrittura creativa che stavo seguendo è stato sospeso, per colpa di uno stron*o arrogante ed egocentrico che alla fine si è messo a litigare con il prof (dopo settimane che lo importunava sulle lezioni); è il secondo corso di scrittura con la Arci che non concludo.

La seconda è che ho finalmente ottenuto la mia Laurea! Non ho ancora capito se ci sarà la cerimonia o se salterà. Vedremo i prossimi giorni, intanto sono laureato!

Comunque, tornando ad argomenti cinematografici senza dubbio più interessanti, oggi siamo qui per i migliori 5 film che ho avuto la fortuna di guardare durante il mese di Marzo! Ben 2 visioni sono al cinema, indovinate la seconda che è meno scontata! Buona lettura. ^^

Nosferatu. Perla del cinema muto, horror, in generale. Film veramente espressivo, di cui ho già parlato in questo articolo.

Dracula di Bram Stoker. Uno dei miei film preferiti, non lo riguardo spesso perché non riguardo spesso i film (soprattutto se eterni) ma questo non solo si basa su una trama veramente suggestiva ma è una gioia per gli occhi! Ovviamente, potete approfondire il mio amore per esso in questo post.

Mamma Roma. Tragedia di Pasolini, inizia benino, ha il picco con il figlio che trova il lavoro, scende in disgrazia alla fine; una vera parabola discendente. La Magnani veramente brava, ma quello che mi ha colpito maggiormente è la povertà di quella Roma tanto idealizzata che alla fine offre poco di buono e invece tante disgrazie. Un film veramente amaro.

Spencer. Meraviglioso, elegante, costumi e scenografie sublimi, Kristen figa in biondo ed veramente espressiva con lo sguardo, atmosfere claustrofobiche e quasi da thriller. L’ho amato. Purtroppo tra le immagini rilasciate non c’è quella di quando lei apre le tende, l’avrei immessa nel mio sistema di foto del blog! Una fotografia spettacolare, aiutata da musiche veramente evocative e opprimenti.

Lezioni di piano. Bellissimo dramma in costume diretto dalla Campion (la stessa che ha vinto l’Oscar anche quest’anno), parla dell’amore proibito tra due persone. Il titolo originale della pellicola The Piano esplicita quanto tutta la vicenda e la psiche della protagonista ruoti attorno allo strumento, che incarna quasi la voce della donna. Corredato da potenti immagini e sonori silenzi, il film è veramente bello da guardare, anche se fino alla fine è toccante in tristezza.

E qui vi saluto. Piccola domanda: preferite un racconto mio (horror o avventura) o tre esercizi di scrittura presi da un blogger che seguo su questa piattaforma, su cui mi sono esercitato? E auguratemi buona fortuna per dopo, che ho una serata di prova come cameriere presso un’osteria!

10 film con bei costumi 7.0

Buongiorno! Oggi si torna alle liste di film, con una lista che ormai ha fatto radici dentro al mio piccolo blog: dieci film da guardare per i costumi, che siano d’epoca o eleganti manifestazioni delle personalità dei personaggi! Buona lettura.

Zoolander. Divertente commedia con Ben Stiller e Owen Wilson nei ruoli di due modelli all’apice del successo che rivaleggiano per essere i più richiesti nel mondo della moda. Parodia demenziale del mondo della moda, offre moltissimi costumi e trucchi stupendi, e trovate visive veramente carine.

Pane e burlesque. Commedia italiana con Laura Chiatti, parla di una ballerina di burlesque che, tornata nel suo paesino per l’eredità paterna e trovatasi in difficoltà, assume alcune sue compaesane per aiutarla nei suoi spettacoli. Come con il Burlesque con Xtina, il trucco e gli abiti, in cui prevale l’eros, sono sempre belli da guardare; inoltre, alla commedia si unisce benissimo al tipico sessismo (mostrato stavolta come tossico) che piace tanto all’Italia e alle sue produzioni.

Potiche – La bella statuina. Brillante commedia con Catherine Deneuve, sempre fonte di eleganza e classe, nel ruolo di un’anziana donna che dopo una vita come moglie-trofeo si ritrova a capo dell’azienda del marito almeno fino a quando lui non si rimette. I costumi sono sempre stupendi, sia quelli dalla narrazione presente sia quelli dalla narrazione nel passato. Vi consiglio vivamente questa piccola perla, veramente un film che unisce eleganza e lotta sociale interna alla famiglia (si può parlare di femminismo?).

Millie. Esilarante commedia musicale ambientata negli anni ’20 con la frizzantissima Julie Andrews come protagonista, questo è il regno del tiptap e del canto, regno che si unisce allo splendore alle vesti e agli ambienti più ricchi dell’aristocrazia; io ho adorato il film, l’intreccio della trama poi rivela alcune sorprese veramente gradite e non si smette mai di ridere! E poi sono gli anni ’20, adoro quella moda!

The young Victoria. Film d’epoca, la protagonista è una regina; che altro devo dire? Interni e costumi riccamente decorati, con una brava Emily Blunt nel ruolo della celebre regina inglese. La narrazione procede con calma, dividendosi in parte tra la relazione tra i due sposini reali e la lotta di lei per mantenere la propria autorità, perfino con il marito. Da vedere (credo sia ancora su Raiplay).

Underworld. Horror fantasy d’azione con Kate Beckinsale e Michael Sheen, trattadi temi come razzismo e rivoluzione sociale uniti a figure gotiche quali i vampiri e i licantropi. La fotografia è sempre molto cupa, con il chiarore delle pelli che viene risaltato, e sempre questi costumi che si dividono tra i vestiti in pelle nera dei combattimenti e la raffinatezza degli outfit per le feste private dei ricchi e raffinati vampiri.

L’impareggiabile Goldfrey. Non me lo ricordo ma deve avere degli ottimi costumi.

Pretty woman. Grande classico, ne parlai qui molto tempo fa. Mi è sempre piaciuta l’importanza che il vestiario vanta all’interno della pellicola: ogni giorno lei ha un outfit diverso, la classificazione sociale che subisce dipende da ciò che indossa e la scena vendicativa di lei che torna dalle commesse stronze mi galvanizza ogni volta. Ma l’abito migliore è ovviamente lo scollato rosso con la cascata di riccioli sul viso.

Via col vento. Vediamo se esiste al mondo qualche capretta che ancora non l’ha visto. Se l’avete visto sapete già perché l’ho messo qui.

Emma (’96). Versione con Gwyneth Paltrow e diretta da Douglas McGrath, questa Emma è molto più dolce e posata della versione interpretata da Anya Taylor-Joy che vidi al cinema due anni fa. I costumi ovviamente sono stupendi, come gli interni, ma è la recitazione che è squisita, elegante e posata; il film spruzza gentilezza e classe da ogni poro. E questa Emma è veramente gentile, nella scena in cui senza volere insulta l’amica anziana e povera quasi non avevo percepito l’offesa!

Ecco, siamo arrivati alla fine dell’articolo. Io ora sto lavorando alla prima correzione della bozza per la tesi, erano anni che non vedevo tanto rosso in un mio scritto! Ma vedo la fine e sono veramente felice! Ciao!

10 film da guardare per i costumi 6.0 + The Xmas Carols: Natale, neve e cioccolato

Buongiorno! Oggi torniamo a parlare di cinema con una lista tutta da rimirare: dieci titoli con costumi d’epoca favolosi o costumi moderni in grado di descrivere perfettamente il personaggio che li indossa!

Quindi, senza indugi, proseguiamo con la lista vera e propria!

Gosford Park. Thriller drammatico con la mirabile Helen Mirren, il film vanta una selezione di costumi del primo ‘900 veramente notevole. Tra i costumi, il cast ricchissimo (su cui svetta un’acida Maggie Smith come lei solo sa essere) e una trama basata su lavoro e importanza delle classi sociali, il film è una perla che nessuno si deve far sfuggire.

Amiche da morire. Commedia italiana con protagoniste Cristiana Capotondi e Claudia Gerini, parla di tre amiche che ai giorni nostri si fingono amiche per coprirsi a vicenda essendo tutte coinvolte in un omicidio involontario. Ecco, questo è il classico esempio il cui il vestiario rispecchia la personalità: infatti, i vestiti non rimarranno mai statici nel loro tema ma si evolveranno con le vite delle tre donne; commedia molto simpatica tra l’altro.

Il ladro di Bagdad. Film fantasy in costume del ’61, è una bellissima fiaba in cui un ladro gentiluomo compie un lungo viaggio per salvare e sposare la principessa di uno stato arabo, aiutato da una sorta di genio. Io vi consiglio di guardarlo, è veramente una fiaba!

Zoolander. Su, chi non lo conosce il cretino modello interpretato da Ben Stiller? Qui trucco e costumi sono legati all’alta moda, con trovate sempre molto originali; purtroppo, non seguendo molto la moda, non so se quegli stili siano verosimili o parodistici.

Cruella. Per chi mi segue credo sappia che considero questo remake merda. Però la colonna sonora si salva (sticazzi, sono tutte canzoni pop amate dagli spettatori) e i costumi: qui i costumi sono stupendi, moda pura, eleganti, rivoluzionari, armi con cui fronteggiare gli avversari. Peccato che il film sia monnezza.

True Legend. Unico film asiatico della lista, qui vediamo che è veramente antiamericano per alcune scene finali. Ma di cosa parla? Arti marziali, vendetta e onore; e ovviamente costumi, ambienti, attori e morti… Tutto figo e fatto come solo i cinesi sanno fare. Andate in pace e riscoprite questa perla!^^

Maria Antonietta – La storia vera. Film documentaristico guardato su RaiPlay e… dai, si capisce dal titolo perché è qui! Invece, leggete qui il mio articolo in cui parlo di questo e di Marie Antoinette confrontandoli!

L’età dell’innocenza. Purtroppo non lo ho visto tutto, ma gli outfits della Pfeiffer sono sempre eleganti e dimostrano la delicatezza del personaggio; grande film.

Miss Pettigrew. Ho adorato questo film! E’ ambientato poco prima della Seconda Guerra Mondiale e ha come protagonista una bravissima Frances McDormand. Ma vogliamo parlare degli interni? Di tutti quei palazzi galattici con carte da parati assurde e mobili elegantissimi? E degli abiti sfoggiati da Amy Adams? Stupendo.

Moschettieri del re – La penultima missione. Altra commedia italiana, questa volta in costume e con un chiaro soggetto letterario alle spalle, ma rivisitato. Carini i costumi e carina la trama, ma niente di che.

E qui abbiamo finito. Come al solito, vi lascio alcuni link interessanti ma letti gli articoli che essi nascondono non scappate: abbiamo la nuova puntata di The Xmas Carols e un dramma che minaccia l’intera collaborazione!

10 film da guardare per i costumi: qui

10 film da guardare per i costumi 2.0: qui

10 film da guardare per i costumi 3.0: qui

10 film da guardare per i costumi 4.0: qui

10 film da guardare per i costumi 5.0: qui

Oggi tocca a due sorelle, che potrebbero essere benissimo le sorelle Brontë di WordPress Italia! Le due per tutto l’anno propongono sempre dei racconti che durano alcune puntate, quasi sempre con risultati molto buoni ( e credo che loro sappiano a quale storia si riferisca quel quasi ). Oggi ci hanno regalato una bella storia di una giovane donna che tramite il caso incontra colui che potrebbe risollevarle in Natale, togliendo la malinconia di fondo che regnava nel testo e ponendo la speranza che tanto a noi serve in questi tempi!

Buona lettura, cliccate qui.

E ora vorrei finire con un’incomprensione: qualcuno nei commenti ha ferito nei commenti Paola Pioletti, che ha pubblicato ieri quel video sul Canto di Natale; lei oggi ha scritto un articolo in cui annuncia il ritiro dalla collaborazione e ciò mi dispiace molto perché The Xmas Carols, diciamocelo, non è solo una piacevole collaborazione per aspettare Natale ma anche un faro per richiamare nuovi possibili ed eventuali lettori.

Mi dispiace che ciò sia successo anche perché infatti ognuno è orgoglioso del proprio lavoro, soprattutto se riesce a usare un media che gli altri non hanno ancora utilizzato. E bisogna stare attenti con l’ironia, soprattutto tra gente conosciuta solo su Internet.

Detto ciò, vi invito a leggere il mio lavoro se non lo avete ancora fatto e vi saluto. Ciao!^^

10 film con bellissimi costumi 3.0!

Buongiorno! Oggi, dopo la piacevole parentesi sui buoni propositi a cui molti da quanto ho potuto notare hanno aderito nei commenti, torno a scrivere di liste! E non una qualsiasi, ma una lista di altri dieci film da guardare perché caratterizzati da costumi stupendi, abiti sublimi con dettagli decorativi al millimetro!

Interessante è che la maggior parte di questi titoli rappresentino film storici dove le esigenze di ambientazione hanno spinto i produttori a ricercare i migliori stilisti e i migliori sarti per ricreare ambientazioni dei tempi che furono!

Ecco i dieci titoli:

  • Jane Eyre (1996)
  • Il principe e la ballerina
  • Ragione e sentimento (1995)
  • Aenne Burda
  • Emma (2020)
  • La maschera di ferro (1998)
  • Via dalla pazza folla
  • Mansfield Park
  • Hysteria
  • Chiavi in mano

Ecco, questi erano i dieci titoli. Li avete visti tutti? Ve ne manca qualcuno? Se vi interessa, qui sotto potete trovare anche le liste precedenti. Ciao.^^

La prima lista: qui

La seconda lista: qui