The Others: un gotico moderno o un dramma familiare?

Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema gotico con The Others, il classico moderno con Nicole Kidman, diretto da Alejandro Amenábar.
Il film ha il merito di costruire un gotico ambientato nel Secondo Dopoguerra in una villa sperduta, con un cast ridotto (in totale meno di dieci attori) ma dal forte impatto emotivo grazie a idee espressioniste e un’interessante sceneggiatura; pure chi non ama i film gotici lo apprezzerà!

RECENSIONE SPARSA

Il film è un gotico moderno o un dramma familiare?

Nicole Kidman interpreta una donna costretta a vivere con i suoi due figli nella villa isolata in mezzo alla campagna, sempre al buio: i figli sono afflitti da una grave malattia per cui, se esposti a forti sorgenti luminosi (la luce solare), rischiano di morire. Quindi, la donna è costretta a vivere nella luce da sola o al buio con i figli, deve stare attenta a chiudere sempre le porte dietro di sé e come se non bastasse è in lutto per la scomparsa in guerra del marito.
Ad affiancarla all’inizio del film arrivano tre domestici: la governante, la cameriera e il giardiniere. Sarà la governante ad avvicinarsi maggiormente alla donna, aiutando a calmare la psiche ormai fragile di una donna sempre in tensione per la salute dei figli e il mantenimento della tenuta.
Sarà questo nucleo di conviventi a fronteggiare gli intrusi che si aggirano nei dintorni e che violano la loro casa.

Il personaggio di Nicole è fondamentale per il proseguo della vicenda, è su di lei che convertono i personaggi dei figli da una parte e dei domestici dall’altra.
Il film si apre con i titoli di testa mentre lei racconta ai figli una storia. Ma non una storia qualcosa: una storia riguardante Dio e la luce, i temi fondamentali della narrazione. Se da un lato sulla famiglia verte la spada di Damocle rappresentata dalle porte sempre chiuse per nascondere la luce solare, dall’altra il tema religioso e della fede è ciò che scandisce molto spesso i dialoghi.
Inoltre, il film si apre dopo i titoli di testa con i futuri domestici che si dirigono verso la villa per presentarsi alla loro padrona e farsi assumere. Fin da subito, vediamo il portone aprirsi e la figura di Nicole Kidman presentarsi, statuaria; poi, i domestici vengono assunti e man mano che entrano nella villa e salgono le scale per conoscere i ragazzi, la luce si oscura sempre di più.
Sempre luce e oscurità, fede e credenze personali.

Se Nicole è una donna ormai portata al limite di sopportazione, i figli iniziano a ribellarsi – o a maturare. Pur litigando, i due, una bambina e un bambino, sono molto uniti e dialogano riguardo alla fede e al comportamento della madre: instaurano fin da subito un dubbio nello spettatore, che unito ai misteriosi obiettivi dei domestici si ritrova a guardare un thriller calmo ed elegante.
Personalmente, ho tra i due ho preferito la bambina perché l’attrice è molto convincente, ha veri scontri ideologici con la madre e si è ritrovata a proteggere il fratellino in più occasioni. Perché spaventare per far capire il punto è sempre un aiuto.

The Others è un film molto elegante ma estremamente claustrofobico: inquadrature molto strette, angolate tra i cardini delle porte e i corridoi, sempre ritmato dall’aprirsi e il chiudersi delle porte, i personaggi parlano a bassa voce.
Tuttavia, a volte mi è sembrato che per le fonti luminosi diegetiche il film fosse troppo poco scuro. Non so quanta luce facciano le lampade a olio, ma troppa nel film.

Interessante il finale, la scena che dà inizio all’ultimo atto: i bambini si svegliano e urlano perché qualcuno ha tolto dalla loro camera – e da ogni finestra – le tende. Tutto il film si è basato sulla paura della madre che la luce non colpisca i figli, ma lo spettatore per quanto distratto dalla frenesia della scena non può non notare che poi i figli illuminati dal sole stanno benissimo! E quindi? Se volessimo seguire la sceneggiatura, esisterebbero due strade per questo dettaglio:
1) finalmente il film si chiude con la rivelazione finale che sono morti e quindi è solo un’anticipazione degli eventi di qualche minuto dopo
2) dopo i titoli di testa, potevano inserire un prologo in cui uno dei due figli veniva esposto alla luce da vivo e stava male; perché così si parla tanto del problema ma questo non viene mai mostrato
Per come è resa la scena, unita alle riflessioni di solitudine che fa la madre e la ripartenza del padre, mi ha fatto pensare alla gabbia mentale: una situazione di alienazione dalla quale non avrebbero mai potuto uscire da soli. Se non fosse stato per gli intrusi, avrebbero potuto vivere lontano dalla luce solare per sempre! Tutto si ricollega alla fiaba iniziale, fede e luce. Dopotutto, lo dicono loro stessi: “She only believes in what she was told”.

QUALCHE EXTRA DAL DVD

Nicole Kidman è stata il fulcro dei vari casting: dovevano trovare un’attrice per la governante con cui creare una buona chimica, mentre per il personaggio della figlia una ragazzina che non si intimidisse – perché sì, Nicole sarà pure dolce ma quando si incazza con quello sguardo gelido inquieta.

Gli attori dei due bambini inoltre hanno avuto la preparazione più tediosa per le riprese del film. Sapete, se i loro personaggi non vedevano mai il sole non potevano di certo avere la pelle abbronzata. Quindi, prima di partire per Madrid – il luogo delle riprese – per uscire dovevano sempre mettersi la crema protettiva e il berretto; poi a Madrid anche a causa del clima torrido è stata ancora più dura. Porelli!

Alejandro Amenábar ha assunto le figure di sceneggiatore regista del film, e ne ha pure composto la musica.
Ha conosciuto Nicole Kidman grazie a Tom Cruise, ed è rimasto affascinato dallo sguardo sia forte sia fragile allo stesso tempo. Per i bambini era nervoso, era la sua prima volta che collaborava con dei minorenni; e l’attrice della bambina fu molto difficile da trovare, ci vollero più di sei mesi per scegliere quella giusta.
Inoltre, essendo pure il compositore della colonna sonora, ha parlato anche delle musiche e delle esigenze che aveva. Ha parlato di due tipi di musiche: quelle per spaventare e quelle d’atmosfera; ma non capendo bene di musica lascio perdere!

SALUTI

E qui ci salutiamo! Lo so, è stato un viaggio abbastanza sconclusionato ma volevo parlare del film, era nella mia lista di buoni propositi per il 2023, eh! Ora che ho spolpato il DVD, non credo lo rivedrò a breve; sapete, non è che mi piaccia molto. Ciao e alla prossima!

Dracula 3D: il grande capolavoro gotico italiano

Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema gotico e di cinema italiano in un colpo solo, con il penultimo capolavoro di Dario Argento: Dracula 3D! Sapete bene quanto io ami il Vampiro, ne ho parlato spesso qui e non mi stanco di vedere film a tema, quindi potete capire benissimo l’orrido che ho provato. Un’occasione sprecata.
Anni fa, quando il film uscì, mi ricordo che Dario Argento in un’intervista fece una dichiarazione alquanto pericolosa. Quale? Gli chiesero cosa avesse di particolare la sua versione del Nosferatu, e lui rispose che era in 3D. Partiamo bene.

Dracula 3D non è fedele né al libro né alla celebre versione di Coppola, che diciamocelo ha settato il nuovo standard romantico.

Tutta la parte in Inghilterra è sparita, il racconto è ambientato in Transilvania mantenendo però il cast principale con i nomi inglesi.
La storia d’amore tra Dracula e Mina è rimasta (Coppola saluta), ma tutto il resto è diverso: Jonathan schiatta subito, Lucy cita tre pretendenti che non compariranno mai, Renfield diventa il postino del Conte e viene introdotto il personaggio di Zoran. Delle tre mogli di Dracula è rimasta solo una, una contadina trasformata a inizio pellicola.
E le trasformazioni di Dracula… Dracula di solito si trasforma nelle creature che infestano la notte perché incarnano i timori e le superstizioni degli ignoranti. Che senso ha trasformarlo in mosche (ciao Phenomena), scarafaggi o in un’esilarante mantide religiosa? A questo punto speravo che che la mantide restasse in scena più di qualche attimo! Essa è l’icona su cui si basa la fama del film!

Dario Argento in più di un’intervista ha affermato di essersi voluto distanziare da Bram Stoker’s Dracula e Twilight. Devo dire che c’è riuscito. Oltre al fatto che un regista che floppa da decenni non dovrebbe parlare male di fenomeni economici (e artistici) di tale portata, che rappresentano la generazione a cui vuole approcciarsi.
E qui stendiamo un velo pietoso.
I problemi del film risiedono in altri dettagli, che però sono collegabili alla sua affermazione:
– la fotografia, con luci sparate e l’impossibilità di capire se sia notte o giorno;
– la scenografia, con ambienti poveri e tristi;
– il modellino iniziale, che è ben lontano dalle capacità burtoniane;
– la CGI pietosa e il 3D non pervenuto;
– l’assenza di un’anima, di una direzione di scrittura e artistica;
– costumi che sembrano finti (solo quello di Mina alla fine è bello);
– personaggi odiosi;
– tante uccisioni fuoricampo;
– lupi che ringhiano con la bocca aperta e scodinzolando.

Asia Argento, che tanto viene criticato, ha incarnato il personaggio più simpatico. Una recitazione sopra le righe, a volte al limite del grottesco e della comicità, ma in un film del genere che altro volete? C’è, i vampiri si fanno spuntare le zanne in stile bambini mascherati ad Halloween! Lei è simpatica, fa cose durante la trama e ha un arco completo. Poi come al solito sono sempre scettico sul fatto che lei sia l’unica a mostrare tette e culo nel film diretto dal padre, ma quelle sono dinamiche familiari. In ogni caso, le smorfie che Asia ci regala poco prima di diventare una pira vampirica data alle fiamme sono iconiche!

E sono giunto alla fine. Sono soddisfatto della visione del film, bruttino forte ma con certe trovate ilari. Più che altro mi infastidisce l’arroganza di un regista che non è capace di girare un bel film da decenni e che critica franchise amati dal pubblico. Sinceramente, ho visto maggiore qualità in cortometraggi su YT o in certi film di serie Z.
Un saluto!

Dario Argento lo ha definito un personaggio raccontato svogliatamente!



Consiglio 5 film: Marzo

Buongiorno! Buon primo aprile, e no: oggi nessun pesce d’aprile. Anzi, sono venuti a trovarmi a Roma i miei genitori per cui sono costretto a fare turismo, auguratemi buona fortuna… Comunque, tornando alle cose importanti, nuovo mese, nuova Top5 dei film più belli visti a Marzo! Quattro su cinque li potete trovare su Raiplay, mentre del quinto ne avete già letto tra le mie visioni accademiche.^^

Il mio sabato

Mine Vaganti. Vi ricordate il primo di Marzo, quando paragonai Sedotta e abbandonata a Mine Vaganti? Ecco, la sera stessa che scrissi quell’articolo mi sono ispirato e mi sono riguardato Mine Vaganti! Che dire? Secondo me il paragone ci sta tutto, mostra l’omofobia di un’Italia che non è sparita del tutto, con una Lunetta Savino bravissima. E la Crescentini è proprio figa, non dice nessuna battuta ma rimane impressa più di altri personaggi con più minuti di girato.

Divorzio all’italiana. Se bisogna parteggiare per qualcuno, è la moglie la vera vittima: innamorata, affezionata, servile, vive per il marito ma in cambio del suo amore subisce una macchinazione che la porta alla morte! Daniela Rocca subisce make-up veramente ignobili, fornendo sempre interpretazioni notevoli. Una commedia veramente malinconica ma d’effetto.

Professore per amore. Io l’ho detto anche in classe: chissenefrega di The Fabelmans, non ho mai voluto dirigere o interpretare un film! A me piacciono le storie di sceneggiatori, scrittori, disegnatori e pittori! E le commedie, romantiche o nere o comiche. Qui Hugh Grant interpreta uno sceneggiatore in declino che accetta di insegnare sceneggiatura in un college pubblico, c’è la commedia romantica con Marisa Tomei, qualche battuta sagace e tanto mi basta! Mica serve spendere centinaia di milioni di dollari per fare una bella commedia, eh.

Ying (Shadow). Blockbuster cinese dello stesso regista de La foresta dei pugnali volanti, Lanterne rosse e La città proibita. Una storia sullo Ying e lo Yang, sugli opposti e sugli specchi, dove i colori sono così desaturati da avere in tutto il film sono la scala di grigi. Questa è una tragedia nel senso greco del termine, dove l’onore e il senso di libertà vengono prima di tutto, dove anche le donne all’apparenza fragili spettatrici si rivelano capaci di decidere il proprio destino. Una perla, da recuperare assolutamente.

Il bacio della pantera. Gotico, semplice, atmosfere e una storia drammatica. Una perla del cinema di serie B che è riuscita a meritarsi perfino un remake (purtroppo odiato da molti). Ne ho già parlato abbondantemente nella mia reaction, ma ci tenevo a farlo rientrare nella mia Top5!

E siamo giunti alla fine. La quota mensile di film visti è precipitata recentemente, ma sono riuscito comunque a stilare una bella lista di film consigliati. E i vostri, quali sono? Ciaone e alla prossima!

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Il bacio della pantera

Se dovessi spiegare come creare un gotico ambientato nell’era moderna, citerei questo capolavoro del cinema di serie B!

Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema con i film caldamente consigliati dai miei professori! Questa è una pellicola drammatica a forti tinte horror, quasi lovecraftiane oserei dire, che parla dell’oscuro passato di una donna che minaccia il suo presente e la sua vita matrimoniale. Molto interessante, come visione, ve la consiglio.

Uscito nei primi anni ’40, se fosse uscito dieci anni dopo avrebbe potuto benissimo essere un figlio della Guerra Fredda: la protagonista è una serba che si è trasferita in America, ma che alla fine non ha mai il velo di minaccia che la ricopre.
Un altro tema interessante è il legame gatto/pantera: se il gatto corrisponde alle donne amabili e femminili, come i gatti liberi di vivere la propria vita, la pantera invece è l’animale feroce e demoniaco che può vivere solo in isolamento, nella gabbia. Spesso il paragone tra i due animali è accennato, non a caso la protagonista trova rilassanti i ruggiti delle belve dello zoo.

A me la messa in scena è piaciuta moltissimo: il film gioca moltissimo sulle ombre e sul non visto, preferendo concentrarsi sugli sguardi di terrore delle vittime. Il trucco spesso valorizza lo sguardo femminile, mentre gli uomini sono sempre impeccabili e distanti: sono le trame che portano avanti l’intreccio drammatico. Dopotutto, si parla di felini, no?
La protagonista è interpretata da una bravissima Simone Simon, che è capace di interpretare la dicotomia tra il voler essere accettata e amata ma di non essere capace di accettare se stessa perché distrutta dal passato. Altro tema che la caratterizza è la solitudine, manifestata chiaramente quando si approccia agli animali amorevoli per definizione: gli animali domestici (gatti o canarini che siano), che la evitano spaventati.

Il film è capace di parlare di un dramma e di virare nel fantasy come una normale evoluzione degli eventi. Veramente un bel film, da guardare, scorre benissimo ed è molto affascinante. Ciao!

10 film coi vampiri

Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema gotico con una simpatica lista di dieci film accomunati dalla presenza dei vampiri! Il vampiro è una figura molto interessante, figura che ho ospitato nel blog con il mio racconto Tieni, Venere, mia bella Venere. Questa è la seconda parte di una lista, per cui se volete altri film sui vampiri, basta che usiate la ricerca nel blog per parola chiave, che trovate a sinistra nella versione desktop!

Hotel Transylvania. Primo titolo della lista, e già usciamo dal cinema dell’orrore per inoltrarci in quel per famiglie! Perché questo simpatico film d’animazione con un cast stellare alle voci è un piccolo gioiello, una manifesto contro la xenofobia a favore di una visione più aperta e speranzosa verso le nuove generazioni. Simpatica anche la reinterpretazione delle icone del cinema gotico, con Dracula che gestisce l’hotel per soli mostri!

Intervista col vampiro. Uno dei film più iconici e con i vampiri più romantici in circolazione, le fan di Brad Pitt e Tom Cruise gioiscono sempre per il trucco che li ricopre accentuandone tutti i lati positivi! Io della Rice, autrice del libro da cui è tratta la pellicola, ho letto uno dei libri successivi nella stessa saga nel quale compaiono anche questi due vampiri. E poi come dimenticare la bravissima Kirsten Dunst nei panni dell’eterna bambina (e tragica vampira) Claudia?

Vita da vampiro – What we do in the shadows. Esilarante commedia nera firmata Taika Waititi, da cui ora è stata tratta una serie. Nello stile del mockumentary, racconta la vita notturna di un gruppo di vampiri di differenti epoche che accettano di farsi filmare nella loro vita quotidiana. Sangue, massacri, feste per soli mostri e un esplicito riferimento vampiresco al Nosferatu del ’22! Ma tranquilli, nessun documentarista è stato sacrificato alla causa per il film (non posso dire lo stesso per le vittime…). Da recuperare assolutamente!

Underworld. Ho visto il primo film, la Beckinsale figa e brava, ma non ho fatto follie. Poi non amo quei film che ad ogni capitolo della saga cambiano i personaggi secondari e pure quelli primari tranne la protagonista, infatti pure la saga di RE dopo il primo film non la guardo mai. Carino, niente di che. Bella la fotografia e bello il trucco.

Dal tramonto all’alba. Iconico, iconica Salma Hayek con la sua danza, iconico Tarantino che recita al posto di dirigere. Ma alla regia c’è Rodriguez, e quindi sparatorie, sangue e un bel massacro! Non che Tarantino non sia da meno, ma hanno stili completamente diversi, diciamo che Tarantino lo vedo più contenuto nelle stragi! Un film stupendo, tanto sangue ma vanta i vampiri più originali tra quelli della lista! Perché alla fine, il vampiro è pur sempre legato all’Empusa e il fatto di accostare un locale di spogliarelli alla trappola perfetta orchestrata un gruppo di vampiri dimostra che gli autori lo hanno capito benissimo!

Nosferatu. Dopo averlo citato in un altro film, eccolo qui il capolavoro di Murnau! Film espressionista, l’anno scorso ha compiuto i 100 anni! Il vampiro qui è un demone portatore di malattie, ben lontano dall’iconografia del romantico dannato! Capolavoro.

La leggenda dei 7 vampiri d’oro. Vi avverto, qui si scade prepotentemente nel cinema di serie B (infatti la casa di produzione è la Hammer). A me è piaciuto perché unisce le leggende occidentali con le tradizioni dell’oriente. Pure la rappresentazione dei vampiri è interessante: rapiscono bellissime fanciulle dai villaggi vicini per omaggiare Dracula, dragando il loro sangue dalle tavole su le pongono e facendo confluire il sangue in un enorme calderone. Non potete negare l’idea scenografica e soprattutto vincente. Poi nel cast, tra i salvatori, c’è pure Peter Cushing!

Eat locals. Altra commedia nera, questa volta con humour inglese e nella contemporaneità. Un gruppo di vampiri si riunisce dopo tot anni per discutere la spartizione del territorio, da qui si capisce che i vampiri vivono secondo una gerarchia e regole precise. Nel mentre, un esercito li sta sorvegliando per massacrarli sotto la guida della Chiesa. E nella storia c’è pure l’obbligo dell’esercito di lasciarne vivo almeno uno per i fini misteriosi di una casa farmaceutica. Come sopravvivranno i vampiri e il ragazzotto ingenuo che l’affascinante vampira si è portata dietro? Tante risate assicurate!

Vampires vs The Bronx. Altro film ambientato ai giorni nostri, questa pellicola per famiglie riprende il topos secondo il quale i vampiri non possono entrare in un luogo se non invitati (o non lo possiedono). I protagonisti della vicenda sono tre ragazzini neri del Bronx che notano un incremento inquietante delle sparizioni, sparizioni che coinvolgono equamente negozianti e criminali del quartiere. Nessuno gli crede, allora saranno i tre ragazzi a indagare in una commedia simpatica che dimostra quanto il tema dei vampiri possa ancora essere rielaborato.

Day shift. Torniamo al cinema per adulti con un film d’azione con battute sferzanti e scene abbastanza inquietanti. Il protagonista, sempre ai giorni nostri, come lavoro segreto è un cacciatore di vampiri che lavoro nel turno diurno per un’agenzia americana. Effetti speciali bellini, bel numero di morti e un finale carino (ma che non spiega molte cose). Da guardare per Jamie Foxx e il suo esilarante collega, interpretato da Dave Franco.

Ed eccoci qui alla fine dell’articolo! Conoscete tutti i film della lista? Alcuni li ho visti in tv, altri spulciando il catalogo Netflix, qualche titolo su Raiplay e Nosferatu su YT! Ciao!

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Il gabinetto del dottor Caligari

Finalmente sono riuscito a vedermi questo capolavoro di Wiene, oltre a Nosferatu, per cui posso affermare di avere una buona base del cinema avanguardistico tedesco! Della scuola del montaggio ho già visto La corazzata Potemkin di Ejzenstejn del ’25. Mi manca un film impressionista, secondo voi La rosa sui binari va bene?

La versione che ho visto io è quella restaurata a Bologna, che potete trovare sottotitolata in italiano su YT. La colonna sonora che hanno messo è veramente inquietante, ha delle basi sicuramente elettroniche, almeno nella prima parte, e unita alle scenografie claustrofobiche dava veramente una sensazione straniante e agghiacciante.

L’espressionismo è famoso per le sue messe in scena, la recitazione esagerata degli attori e i contrasti di colori e scenografici con cui i personaggi vivono le loro azioni. Per capire anche quanto l’espressività conti, basti pensare al cerone e alle matite nere con cui i visi degli interpreti sono mascherati!
Le scenografie infatti sono claustrofobiche e oniriche: linee diagonali attraversano le inquadrature, pareti incurvate si protendono verso i personaggi e forme geometriche impossibili compongono scenari da incubo. I colori di cui erano imbibite le bobine di certo non aiutano: già è inquietante ‘sto corridoio che diventa sempre più stretto e ‘sto tizio che fa la faccia da schizzato, poi se il tutto è di un giallo smorto qui diventiamo il castello degli orrori! Dulcis in fundo: a volte mi sono sorpreso che alcune scenografie erano costruite e non fossero fondali dipinti da quanto contorte erano!

So che la sceneggiatura in questi film non è il focus principale ma ammetto che non conoscendo perfettamente la storia a una certa mi ero abbastanza perso. Mi ero completamente dimenticato che si trattasse di una storia raccontata (e possibilmente fittizia o alterata) e quindi a fine film con il cambio di registro non ho capito molto di quello che stesse succedendo. Invece, è normale che fosse diviso in atti? Non mi ricordo se Nosferatu fosse suddiviso o meno in atti… Dovrei rivederlo, boh.

Invece bravissimi gli attori, su Wikipedia noto che questi erano attori di primo piano che sono riusciti a lavorare bene anche dopo l’avvento del sonoro!

Dal punto di vista registico e del montaggio, il tutto è abbastanza semplice per permettere alla scenografie e al reparto costumi/trucco di brillare. Ecco, ho notato diversi primi piani e riduzioni dell’inquadratura per risaltare solo il personaggio mostrato in primo piano. E poi ci sono diversi split screen, nel senso che ci sono sovraimpressioni per indicare piani diversi di narrazione nella stessa inquadratura (come quando leggono il diario del dottore pazzo).

Un capolavoro, veramente bello! Per ora, l’espressionismo è il mio movimento preferito al cinema, ma dopotutto io ho uno spirito gotico no?

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Aurora

A dire la verità, ogni lunedì mattina guardiamo a scuola, durante le ore di Visioni, opere legate alla lezione di Storia appena svolta. Un giorno abbiamo guardato i cortometraggi Lumiere montati insieme, per dire.
Non ne parlo perché raramente sono cose finite, film veri e propri e poi li guardo a distanza di ore da quando accendo il computer.
Oggi abbiamo guardato Aurora (del 1927), il primo film di Murnau in America ed il primo film ad avere la colonna sonora sincronizzata con la narrazione filmica: non a caso è considerato l’ultimo capolavoro del cinema muto, con il sonoro che sarebbe esploso negli anni seguenti.

Aurora dura un’oretta e mezza, anche se ho percepito la lunghezza della pellicola come doppia. Di Murnau avevo già visto Nosferatu, il grande cult del cinema horror e gotico, sinceramente ritengo sia un film più accessibile di Aurora e avrei scelto quello per presentare i film di quell’epoca.
Inoltre, molti dei miei compagni di classe non sono abituati a film del genere (io non faccio testo, sono col cell in mano anche se guardo Biancaneve della Disney, non ho grandi capacità di attenzione) e quindi per la maggior parte della visione, soprattutto verso la fine, diciamo che il silenzio non era di casa. Con le ragazze in prima fila che hanno giustamente manifestato rimostranze.

Il film parla di un fedifrago campagnolo che viene convinto dall’amante di città ad annegare la moglie in mare. Già qui mi immaginavo una trama drammatico, ben sapendo dalla mia guida al cinema erotico e porno che gli amanti che osano andare contro il matrimonio e le autorità fanno fini ben tapine (figuriamoci negli anni ’20). Tuttavia, il film prende un’altra direzione: lui ha i rimorsi e si riscopre innamorato della moglie, con la quale passa tutto il resto della giornata cercando di farsi perdonare prima e come fidanzatini e neo-sposi poi. Ecco, questa seconda parte l’ho trovata fin troppo piena.

Il film è vincitore di 3 Oscar, nell’anno di lancio della cerimonia. L’attrice che interpreta la moglie è la prima attrice nella storia a vincere l’Oscar alla migliore attrice!
Come si può intuire, il cast è eccelso, con una mimica facciale e l’espressione corporale veramente parlanti. Murnau d’altro canto ha il merito di unire l’espressionismo tedesco con lo sfarzo e la narrazione americani.

Il film dal punto di vista tecnico è veramente interessante: sovraimpressioni, montaggio alternato, trucchi gotici e una colonna sonora che finalmente sposa la scena!

Un bel film, forse troppo lungo, ma sicuramente molto bello da guardare forse in condizioni migliori che non siano l’aula scolastica pure fredda! E voi, lo conoscete? 😁

L’uccisione del Licantropo: come non scrivere un romanzo

Buongiorno! Oggi torno a parlare di letteratura gotica con uno degli ultimi libri terminati: L’uccisione del Licantropo, di Gabriele Bologna. Ora non so se l’autore abbia scritto altre opere nel frattempo, ma di certo non ve le consiglio perché questo affare è risibile e per niente professionale.
Ho comprato L’uccisione del Licantropo in una libreria per cui questa stronzata è stata scelta, editata (dal risultato spero di no per gli editori) e pubblicata dalla casa editrice Albatros; l’unica nota positiva è che parte dei miei CAZZO DI 12 EURO PER ‘STA PORCHERIA andranno a finanziare dei laboratori di scrittura creativa.

Trama e contenuti:

Il romanzo breve si dipana in meno di 90 pagine senza alcun capitolo come se fosse un grandissimo racconto. Segue le vicende di un gruppo di cacciatori inglesi che ai tempi di Dracula vanno in Transilvania per dare la caccia a una grossa bestia leggendaria. Qui troveranno l’amore e tante belle coppiette si formeranno mentre le budella volano attorno al villaggio ospitante la vicenda.

Commento:

Ho detto che sembra un grande racconto. Preciso. Sembra una cazzo di fanfiction di Dracula con i licantropi al posto del Nosferatu. E potrei terminare il discorso qui.

Quello che mi ha dato maggiormente fastidio è che l’autore nemmeno ci prova a essere originale creando personaggi stereotipati e situazioni viste perfino ne I fratelli Grimm e l’incantevole strega!
I personaggi non hanno personalità, poi la maggior parte delle persone rumene si chiamano con nomi inglesi. Mary, Matt, Peter. Forse l’unica che si salva è Eleonor ma solo perché mi ricorda il nome originale di Elisabetta Bathory; potrebbe essere inglese pure quello. Che poi, a me è bastato digitare nomi rumeni per trovare decine di nomi ben più peculiari.
I due protagonisti non si distinguono, si professano cacciatori ma trovano le trappole e le tecniche per uccidere bestie del folclore rumeno utilizzando libri che si sono portati da Londra e che per metà libro manco si ricordavano di avere!

Non parliamo delle descrizioni ambientali o dei vestiti, che sapete che su di me fanno sempre molta presa. Parliamo dello stile.

Se dovessi citare la critica più frequente sceglierei la ripetizione: non potete capire quante volte Bologna ripeta le stesse parole.
Disse, chiese e rispose sono i verbi del parlato più frequenti in assoluto. Poi andò, raggiunse e via dicendo per il movimento.

Inoltre, l’aut… Bologna ha la chiara tendenza a ripetere le ultime parole del periodo per iniziare il successivo, forse per dare continuità alla narrazione o perché teme che un punto possa straniare il lettore e fargli saltare le prossime 100 pagine e finire il libro prima. Ok, mi può anche stare bene che tu mi dica che va a lavare le pentole; ma la frase successiva deve per forza iniziare con lui che finisce di lavare le pentole e va a fare altro? E poi che torna alle pentole perché ha lasciato il coltello tra le pentole mentre stava lavando le pentole? Aspetta, cosa stava facendo? Ah, sì, stava lavando le pentole.

E ultima critica: troppi dettagli. Infatti, se vi indico qualcosa, voi poi riferite quale dito di quale mano ho usato per indicarvelo?
Ecco, l’intera narrazione è ricolma e strabordante di simili dettagli inutili e appiattenti.

Fosse stata una fanfiction su Wattpad poteva anche starci, non ci sono pompini o relazioni tossiche, ma qui ho speso 12 euro! E sticazzi! Ho speso meno per roba di maggiore qualità!
Io personalmente consiglierei a Bologna di allenarsi moooolto di più o riceverà critiche sempre maggiori da gente che ha pagato per un servizio di certo non pochi soldi e si è ritrovata monnezza tra le mani.

E voi? Qual è il libro peggiore dell’anno per voi? Ho deciso di parlarne qui perché di certo non perdo tempo a scriverne su IG. Ciao!

Ecco, il mio Dylannone era una bestia feroce migliore

PS: dulcis in fundo, Bologna nella nota finale conclude il romanzo affermando che queste erano le gesta dei due cacciatori contro il crudele servo di Dracula; ovviamente, Dracula nel romanzo non è mai stato citato. Ciao!

Consiglio 5 film, agosto

Buongiorno! Agosto è passato e con ciò tre date si avvicinano prepotentemente:
-il matrimonio di mia sorella
-la fine del mio lavoro
-il mio compleanno
Ma oggi siamo qui per parlare di cinema e quindi, come ogni primo del mese, ecco qui la Top5 delle mie visioni mensili!

Cute girl. Debutto cinematografico del regista Hou Hsiao-hsien, è una commedia taiwanese del 1980 ambientata tra Taipei e le campagne circostanti. La storia ruota attorno all’amore tra due giovani, lei di ottima famiglia e lui presentato come un architetto; dopo essersi conosciuti per vie traverse in campagna dove lui era lì per lavoro e lei per sfuggire dagli impegni e dalla famiglia, si ritrovano in città. Dovranno lottare per il loro amore. Il film è veramente delizioso, ha una comicità elegante che gioca sulla regia e le angolazioni per stupire lo spettatore, oltre a mostrare un cast affiatato e scene molto allegre. Le musiche aiutano tantissimo a creare questa atmosfera molto giocosa e piena di speranza. A costruire il dramma, esiste il lato sociale e familiare del Taiwan e della Cina: lei è già impegnata e quindi sa già che il loro amore non è destinato a durare! Lo consiglio vivamente, lo trovate su Raiplay.

Scarpette rosse e i sette nani. Intelligente film d’animazione che rielabora le fiabe europee, in una storia che riflette sull’immagine e sull’importanza che essa detiene nei rapporti umani e sociali. I dettagli di trama e grafica sono ammirevoli e tutto fila tranquillamente con il giusto mix di avventura, magia e umorismo: una piacevole commedia per bambini e adulti con personaggi molto interessanti.

Questo pazzo sentimento. Commedia con una Bette Midler in ottima forma, semplice e senza pretese; quando la scelsi su TimVision pensai fosse tipo a It’s Complicated con Meryl Streep, anche se qui la relazione adulterina tra ex-coniugi è non solo plateale ma fonte di scandali. Molto simpatico come film, niente di innovativo ma i protagonisti forniscono buone prove di recitazione, il cast di supporto lavora bene. Consigliata per una serata di tranquillità.

Batman Returns. Ne ho parlato abbastanza qui.

Occhi senza volto. Cult, gotico moderno in bianco e nero del 1959 che potete trovare su Raiplay. Stupendo, elegante e profondo. Non mostra mai l’orrore ma l’angoscia e la disperazione regnano sovrani, almeno nella villa, aiutati da una colonna sonora potente; tutto ciò contrasta moltissimo con le scene all’aperto, dove la folla urbana e un allegro motivetto risollevano il morale ed esaltano la cupezza della villa degli orrori. In un certo senso, lo scienziato pazzo è anche capibile: come dice lui, il suo lavoro potrebbe fornire all’umanità un successo senza precedenti! Ma ciò che colpisce veramente è la maschera della figlia, un volto inespressivo che mostra la disperazione solo attraverso gli occhi che rappresentano l’unico punto della ragazza visibile. Capolavoro, lo dovete vedere.

E siamo giunti alla fine. Conoscete tutti i film che ho citato? Qual è la vostra Top5 del mese? Ciaoo!^^

Consiglio 5 film: Luglio

Buongiorno! Prima di tutto volevo condividere con voi questa meravigliosa notizia: il mio contratto di lavoro è stato ampliato fino al 15 settembre!
Tornando a parlare di cinema, la selezione della mia Top5 dei film visti durante il mese appena trascorso è stata lunga e difficile perché dovendo guardare i film durante il mattino (se mi sveglio abbastanza presto) li guardo da solo e quindi la qualità media dei film visti si alza nettamente. Questo mese la lista è molto varia, anche se c’è almeno un film che forse, per chi mi conosce, era ovvio trovare nei Top5.

Buona lettura.^^

La leggenda dei 7 vampiri d’oro. Su, ormai sapete che io e il cinema gotico andiamo a braccetto, quando ho letto di questo titolo i miei occhi si sono trasformati in cuoricini! Unire l’immaginario gotico della Hammer con il cinema di arti marziali asiatico è stata un’idea che ho apprezzato moltissimo, poi a livello puramente estetico il film presentava idee molto carine: per esempio, le donne venivano rapite e uccise in lettini attorno a un grande calderone, dentro al quale veniva raccolto il sangue. Gli effetti speciali erano pietosi e la trama semplice, ma i costumi e il trucco erano sul pezzo!

Los ojos de Julia. Inquietante thriller spagnolo (dall’orrido titolo italiano) su una donna con una malattia degenerativa agli occhi che va in casa della sorella gemella a indagare convinta che quest’ultima, già cieca per la stessa malattia, non si sia suicidata ma sia stata invece uccisa. Interessante dal punto di vista registico con trovate che ci danno il punto di vista della donna e l’importanza della luce; l’attrice stessa (Belen Rueda) è molto brava e riesce a mostrarci il suo disagio e l’orrore verso una situazione medica che minaccia di essere permanente. Ottima sceneggiatura; un esempio? Lei è un’astronoma e la sorella una musicista: per entrambe la vista era indispensabile per lavorare e sfogare il proprio estro.

Al di là delle montagne. Toccante dramma in tre atti cinese diretto da Jia Zhangke, parla della vita di due generazioni di cinesi, una grande famiglia. Interessante è che ogni atto è distante diversi anni dagli altri e la macchina da presa ha un formato e una qualità diversi a seconda degli anni di riferimento (un elogio a Raiplay per non aver uniformato il formato, dove potete ancora trovarlo). Questo film è come tecnica e sceneggiatura, come modi di intendere il cinema, totalmente diverso dal cinema occidentale a cui siamo abituati, anche se è un film moderno: le inquadrature sono lunghe, superano i cosiddetti 10 secondi, c’è molto risalto verso i primi piani e i sentimenti e i drammi sono esaltati senza però scadere nel melodramma. Un’esperienza veramente unica che ho ripetuto con Green green grass of home qualche giorno fa.

Le follie dell’Imperatore. Su, ne ho parlato fin troppo in questi anni!

Notre Dame. Versione del ’39 con la splendida Maureen O’Hara nei panni di Esmeralda e Charles Laughton come Quasimodo, ho guardato la versione restaurata a colori che è reperibile su Raiplay. Che dire? Capolavoro. Una sceneggiatura brillante da cui ho anche trascritto una linea di dialogo, un film estremamente impegnato e che non ha paura a mostrare la volontà delle autorità che spesso prevalica le intenzioni del popolo. La Parigi del film è sporca, abietta, popolata dalla peggio feccia, il solo Re è la speranza grazie alla sua politica illuminata ma che è quasi sempre marginale, lasciando troppo potere all’ipocrita Frollo. Unica pecca? Pensavo che nella scena finale dopo l’assedio, Quasimodo si buttasse dalla torre o venisse linciato.

Eccoci, siamo arrivati alla fine. Mi sembra strano che tra tre mesi inizieranno le lezioni della scuola di cinema, sono veramente elettrizzato! Comunque, vi ricordo di non sparire: domani esce il mio speciale per celebrare l’anniversario della nascita del maestro Wes Craven! Ci vediamo!