I migliori film di Aprile

Buongiorno e un buon primo Maggio! Queste sono le ultime ore del mio weekend che passo in famiglia, nel pomeriggio ho il treno per tornare a Roma. Aprile è passato, e come sempre oggi condivido 5 film che ho guardato e apprezzato durante il mese appena concluso! E con Disney+, la scelta è stata ardua. Buona lettura.^^

Pomi d’ottone e manici di scopa. Visto in madrelingua, è una pellicola deliziosa invecchiata benissimo. Angela Lansbury è bravissima e le si addice perfettamente il ruolo, anche se alla fine il suo personaggio finisce castrato: da donna indipendente e strega, si ritrova compagna che abbandona la magia in favore della famiglia. Comunque, il film ci regala sequenze fantasiose e un’incantesimo di locomozione epicissimo. Da vedere assolutamente.

Abbasso l’amore. Commedia romantica con Renée Zellweger e Ewan McGregor, riprende la moda e gli stilemi romantici del cinema anni ’60, con un montaggio intelligente e una sceneggiatura brillante. Qui i due attori sono ottimi, danno due ottime prove recitative con il protagonista che utilizza più accenti (visto in originale), mentre i personaggi di contorno riescono a ritagliarsi una loro storia accattivante. Una perla.

Aliens. Protagonista del mio prossimo articolo, in senso lato, finora è il mio preferito della saga (e forse del franchise?). Se Alien è uno slasher, Aliens è un film di guerra ed elabora pesantemente l’ecologia degli Xenomorfi, regalando pure una delle frasi più iconiche (VENGONO FUORI DALLE FOTTUTE PARETIIIII) e una scena ansiogena allo stato puro (i due Facehuggers). Inoltre, il personaggio di Sigourney Weaver, Ellen Ripley, continua a vivere la sua femminilità riscoprendo questa volta il proprio lato materno, senza che questo ne intacchi le capacità o ne influenzi la caratterizzazione. Grande film, violento ma mai ovvio.

Pane, amore e fantasia. Grande cinema italiano, questa volta su Raiplay. Bello, leggero da guardare ma comunque interessante nel sottotesto. E’ la prima volta che guardo una commedia con la Lollobrugida, mentre De Sica l’ho visto in parecchie occasioni, soprattutto in commedie. Bellino, è sulla piattaforma gratis se pagate il canone.

Mon crime. Ieri sono stato al cinema, con mia mamma, e ho visto questo film francese di Ozon. Per chi mi legge, è risaputo che apprezziamo le commedie francesi d’importazione, in famiglia. Poi, i costumi sono stupendi. Ambientato negli anni ’30, c’è tutto: cinema, commedia, teatro e un giallo dalla struttura molto particolare. Un po’ mi ha ricordato il musical Chicago, ma questo è un film che dovete sicuramente recuperare nelle sale. Andate, su!

Forza, esci dalla stanza e vai al cinema!

E ora vi saluto! Questo è l’ultimo mese pieno di lezioni. A giugno avrò gli esami e poi tornerò a casa, traslocando definitivamente dal mio residence col cesso rotto. Almeno, qui, a casa mia, il bagno non ha nessun problema. Lo stesso non posso dire per il Wi-Fi. Ciaone!

I migliori film visti a Febbraio

Buongiorno! Dopo il clamoroso successo del mio ultimo articolo su One Piece: Pirate Warriors 4, con il primo del nuovo mese oggi torno a parlare di cinema consigliando 5 film che mi sono piaciuti dal mese appena trascorso: 2 cult del cinema, 1 dramma d’amore, 1 thriller commedia e 1 dramma recentissimo! Buona lettura!^^

2001: Odissea nello spazio. Parto in pompa magna con uno dei film più analizzati, omaggiati e iconici della storia del cinema! Ho avuto la fortuna di vedere la versione restaurata al cinema, mi sono perso il finale dell’ultimo atto per la stanchezza (i rumorini spaziali sono pessimi per chi è stanco, ho scoperto 😂) e ho potuto ammirare la sequenza tanto citata a scuola quando parlavamo del montaggio connotativo. Io personalmente ho preferito la prima parte: pur vedendo che le scimmie erano persone col costume addosso, i paesaggi sono bellissimi e la scena della comparsa del monolito è veramente inquietante! Un film veramente interessante, ma quanto erano inquietanti le musiche quando compariva il monolito?!

The voices. Thriller del 2014 con Ryan Reynolds che interpreta magistralmente uno psicopatico e serial killer. La trama a livello concettuale è molto semplice, ma la messa in scena è veramente ambigua: noi per tutto il tempo vediamo la storia secondo il punto di vista malato di lui, per cui la realtà è letteralmente rose e fiori, il cane e il gatto parlano e casa sua non è la casa dove sai che stai per morire; interessante il dettaglio narrativo per cui siamo in grado di capire la situazione grazie ai personaggi esterni che lo vanno a trovare e che quindi si accorgono che casa sua è una delle cose più malate di questo mondo. Un’interessante messa in scena che, grazie alla regia e al montaggio, valorizza una sceneggiatura sagace e capace di mescolare l’oppressione del thriller all’umorismo più macabro.

Come eravamo. Dramma sentimentale con Barbra Streisand e Robert Redford, racconta della loro tormentata storia d’amore. Loro due sono due persone diversissime: lui è ricco e bello, fa una vita agiata e non gli mancano mai le migliori opportunità; lei è di umili origini, socialmente impegnata e con un caratteraccio. Da sempre innamorata di lui fin dai battibecchi del college (dove condividevano il corso di scrittura, lui con risultati nettamente migliori), anni dopo si ritrovano per iniziare una lunga e tormentata relazione dove i due mondi si scontrano spesso. Io mi sono ritrovato un sacco nel personaggio della Barbra, e anche nelle situazioni in cui lei andava a cacciarsi per colpa del suo caratteraccio, la spalleggiavo sempre! Mi è dispiaciuto molto il finale.

Sedotta e abbandonata. Questo film me lo ruba proprio dalla bocca: la terronia ha seri problemi sociali. Qui un’irriconoscibilmente giovane Stefania Sandrelli interpreta una siciliana che viene sedotta dal fidanzato della sorella e che rimane incinta; potete capire i drammi e le conseguenza dell’evento: “Disonore su di te! Disonora sulla tua mucca!“. A me il film per la reazione del padre ha ricordato il più moderno Mine Vaganti, sicuramente il film deve avere preso qualche idea da Sedotta e abbandonata. La situazione che si viene a creare è soffocante, le persone viaggiano in macchina ma si comportano come nel medioevo, con il primogenito maschio che si vede costretto a uccidere il disonoratore e con matrimoni riparatori per salvare la faccia. Film magistrale, oggi è ancora più drammatico perché ora situazioni del genere si collegano alle famiglie musulmane radicali; fa pensare no? Atteggiamenti radicali del Sud di un tempo erano identici a quelli che molti razzisti e xenofobi contestano oggi.

Gli spiriti dell’isola. Drammone irlandese che era ancora al cinema almeno fino a domenica scorsa, a me è piaciuto molto; poi, ho avuto la fortuna di andare con un’altra studentessa del mio corso e con una costumista, per cui ne abbiamo approfonditamente nel corso della nottata (mentre mi sfondravo di cibo). Intanto, ho adorato i campi lunghissimi, poi l’Irlanda ha un paesaggio che sembrava quasi un modellino, veramente bello da guardare. Il film dipinge un mondo povero, esterno a tutto, in un’isola dove tutti si conoscono e conoscono molti segreti di ciascuno. Colin Farrell un’espressività che mi ha colpito; però sono sicuro che gli hanno fatto qualcosa in faccia, era spento rispetto al solito. L’altro attore bravo sì, ma ho preferiti gli altri due comprimari: la sorella e il ragazzo. La trama senza scendere in spoiler procede spedita anche se lentamente, la situazione che si viene a creare è paradossale e insostenibile perché, se due sono stati amici una vita e in un’isola i legami sociali sono piuttosto stabili, come può uno troncare il rapporto e aspettarsi che vada tutto bene? Poi la faccenda delle dita è angosciante! Questo mi porta a una nuova comparazione: se il fattore è semplice ma conosce nel profondo nel suo mondo fino a trovarne la poesia nascosta, l’ex amico (di cui non ho nemmeno capito la professione, forse insegnante di violino? BOH) è solo un arrogante sognatore senza un briciolo di coerenza e buon gusto. Un’interessante visione, spero lo abbiate visto al cinema!

Piccolo spoiler sulla mia sessione d’esami

E siamo arrivati alla fine della lista! Conoscevate tutti i titoli citati? Quali bei film avete visto a Febbraio? Io tornerò prossimamente con due temi caldi: la mia sessione d’esami e il mio racconta per la challenge! Ciao!

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Scandalo a Filadelfia

Secondo film che ho visto con la coppia Hepburn-Grant, di nuovo un film diretto dal grande George Cukor (lo stesso di My Fair Lady), una nuova commedia romantica d’altri tempi dove melodramma e commedia sferzante si mescolano in una piacevole sceneggiatura.

Devo essere sincero, non ho fatto follie per questo film. Bellissimi i costumi di Adrian e le interpretazioni del cast artistico, ma la trama era leggermente incasinata e mi sono perso una sottotrama secondaria: a una certa Grant e Stewart non dovevano incastrare qualcuno? Ma chi? E perché poi non se ne fa più nulla? A una certa pensavo fosse il promesso sposo. Boh.

Invece parliamo di come l’ho visto. Avete presente quando dieci/venti anni dovevate uscire ma c’era il film in tv che non volevate perdervi e quindi decidevate di registrarlo? Ecco, qui dev’essere successa la stessa cosa: qualità del video pessima e pure la pubblicità a metà film! Devono aver registrato il film alla tv per i quarant’anni di Woodstock, a sentire la ricorrenza durante le pubblicità!

Poi non so se fosse nel film originale, ma la versione che ho visto aveva tutta una serie di errori di montaggio: chiaramente mancavano dei pezzi, frasi saltate e fotogrammi mancanti. Ma credo sia la versione che ci hanno dato.^^
Dai, mi manca poco: devo guardare solo un horror (Il bacio della pantera o Dr Jekill & Mr Hyde?), un musical (Meet me in St Louis) e Quarto Potere. Poi posso tornare a vedere ciò che voglio, esplorando i film della scuola ma senza urgenza di materiale di esame!

Ciaone e a domani. Meglio le mie letture del 2022, una lista di 10 film oppure il mio 2022 su YT Music?

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Cantando sotto la pioggia

Che dire? Se non fosse al 50% tiptap rasenterebbe la perfezione!

Oggi ho visto Cantando sotto la pioggia, purtroppo la versione italiana ma con le canzoni originali, e l’ho adorato!

Il film è un grandissimo omaggio al cinema degli anni ’20 (e chi ha letto Amore di mamma sa bene quanto io apprezzi quella moda).
Inizia con un red carpet sul quale vengono annunciati gli attori che sfilano; all’inizio, non capendo bene in che anno esatto era ambientato non capivo la moltitudine di ammiratori, ma poi capendo che era nel 1927 ho intuito che lo star-system era bello che avviato.
Poi c’è Lina, la primadonna del mio cuore interpretata da una superba Jean Hagen, che nasconde a tutti la sua voce. Ha una voce leggermente di merda, ma tanto siamo nel cinema muto! Chissenefrega!
E infine nella scena iniziale c’è una bellissima sequenza con un narratore inaffidabile, durante la quale Kelly e O’Connor ci regalano performances straordinarie.

Il film è ambientato durante il cambiamento epocale: Il cantante di Jazz è il film del momento e tutti si devono adeguare! E Lina è fregata, lol. Il 1927 è stato un anno duro, Viale del tramonto ne racconta bene le conseguenze.

Gene Kelly e Donald O’Connor interpretano spesso numeri che mi hanno ricordato moltissimo quelli di Buster Keaton, una comicità molto più fisica e mirabolante di quella di Chaplin.
E la discussione che Don Lockwood e Kathy Selden hanno a inizio film mi ha ricordato i pregiudizi di cui ho letto sui libri di storia, per i quali il cinema era un posto disdicevole e gli attori, citando lei, facevano le orge. Non che le facciano anche ora, vedendo il caso Kevin Spacey. Ironico, comunque, che alla fine lei faccia carriera nel cinema, una volta che quest’ultimo diventa sonoro.

A parte qualche balletto di troppo, la volete sapere una chicca? Non so se qualcuno lo ha notato, ma la Disney ha citato letteralmente il plot point finale del film: la scena in cui la povera Lina fa la figura di merda più colossale della storia del cinema (roba che Milli Vanilli levatevi) a favore di Kathy. In pratica, succede la stessa cosa alla fine di A Cinderella Story: Once Upon a Song, anche se Lucy Hale è un pelino meno brava a cantare.

Un capolavoro, ho adorato il film e mi sono esaltato. Forse la rappresentazione dell’idea di Don per il film era lunga, tanto lunga, ma conteneva anche la sequenza di ballo migliore almeno secondo i miei gusti di buon intenditore. E voi? Lo conoscete? O volete mentirmi?

PS: ma quanto è bella la scena di Beautiful Girl Montage? Se solo avessi avuto una versione di maggiore qualità del film avrei fatto tutta una serie di screenshots!!

My Fair Lady, una delizia per gli occhi

My Fair Lady, di George Cukor, è uno di quei film di cui tutti hanno già detto tutto, cos’altro potrebbe dire uno come me? Quindi mi limiterò a fare qualche riflessione sparsa, e a riportare qualche chicca dagli extra del mio DVD.^^

COSTUMI

My Fair Lady è una delizia per gli occhi. Fin dai titoli di testa veniamo accolto dall’eleganza di composizioni floreali, per poi essere catapultati dalle classi aristocratiche londinesi che escono da uno spettacolo teatrale agghindate con abiti sublimi.
Successivamente, la villa del glottologo Higgins ci regala scenografie curate e con carte da parati ricche di dettagli. Oltre alla bellissima scena del bagno con il vapore che puntualmente cresce in relazione alla nudità di Eliza Doolittle, per nascondere le grazie di Audrey Hepburn.
La prossima scena celebre per il lato visivo, secondo me la più eccelsa per i suoi significati narrativi ma anche per le scenografie bianchissime e i capi di moda stupefacenti, è ovviamente quella all’ippodromo. Quando Audrey Hepburn indossa l’iconico abito bianco e nero disegnato da Cecil Beaton. Da notare, che la scena dell’ippodromo è esattamente a metà film.
Per concludere, il sublime incombe con il ballo all’ambasciata, la vera coronazione a livello sociale di Eliza e un’altra scusa per mostrare gli strabilianti ed elegantissimi abiti dell’alta società.
Nelle scene finali, il lato narrativo torna preponderante e quindi si torna a scene domestiche (sempre in ville sfarzose e abiti eleganti) ma il nocciolo sentimentale della vicenda è il punto focale, per cui l’occhio cede il posto al cervello.

Avrete capito ormai che per me il lato visivo di un film è importante quanto lo è la parte recitativa, adoro i film con costumi sfarzosi o capaci di descrivere il personaggio meglio della sceneggiatura!
Quindi, avendo un’edizione DVD con alcuni dietro le quinte, posso parlarvi della produzione di questi abiti sublimi!

My Fair Lady nasce da un musical teatrale, all’epoca lo spettacolo più longevo nella storia di New York; partendo da simili premesse, sono sicuro che i produttori abbiano avuto fiducia nel successo per stanziare la modica cifra di 17 milioni di dollari per il budget!

E che produzione!

Cecil Beaton, già autore delle scenografie e dei costumi dello spettacolo a New York e a Londra, lavorò per ripetere il successo nel film. Da tutto il mondo arrivarono sul set gioielli, tessuti, piume e pellicce; per mesi il Reparto Guardaroba lavorò sui modelli disegnati da Beaton, per realizzare centinaia di capi, creati nei minimi dettagli anche per una singola scena: furono creati più di mille costumi!
Un intero studio divenne il Reparto nel quale gli artisti prepararono gli attori: 17 donne addette ai costumi; 26 truccatori; 35 parrucchiere. Più di 2mila e più di 1,5mila lavori di trucco e parrucco, rispettivamente per attrici e attori. E non solo i costumi, ma anche per le parrucche, le barbe e i baffi!
E gli artisti che preparavano gli attori non erano gli unici ad avere problemi sul lavoro: abiti così costosi ed elaborati potevano presentare problemi anche per le indossatrici! Per esempio, le gonne erano così aderenti e lunghe che le povere donne non potevano piegare le gambe e quindi dovevano sedersi su altissimi sgabelli. E non potevano nemmeno entrare nelle cabine telefoniche degli studios per colpa della larghezza dei cappelli!

E tutto questo, tra preparativi pre-produzione e riprese, converse nel giorno 13 Agosto, quando le 70 cineprese Super Panavision iniziarono a filmare!

Comunque, io sto studiando cinema e quindi qualcosa da dire sul film ce l’ho. Non perché sia originale ma perché la dico io. Iniziamo.

NARRAZIONE E PERSONAGGI

My Fair Lady lo descriverei come una lotta di classi sociali.

Il film si apre con la nobiltà che esce dal teatro, dopo uno spettacolo, e vediamo queste persone agghindate a festa che si riversano nelle strade fino ad arrivare nella zona del mercato (che deve essere vicina al teatro?); è in quel momento che l’alta società si scontra con i coatti, che lavorano già di notte per preparare il lavoro del giorno successivo. E se questo confronto non è già abbastanza, si ascoltino le canzoni: i ricchi parlano di stronzate, di glottologia e dittologia i più svegli; i poveri cantano di un posto caldo dove passare la notte.
Questa scena è importante per diversi motivi: vengono presentati i protagonisti; vengono presentate le vicende principali; si notano le prime tematiche, lotta di classe e identità in primis; dura più di 10 minuti; sono presenti due canzoni, che rappresentano le due classi sociali. La dicotomia è sempre presente in questa scena, com’è presente una certa simmetria di ripresa delle colonne tra le quali Eliza cerca di vendere i suoi fiori.

Con il proseguire della narrazione, è facile capire come i due protagonisti siano Higgins e Doolittle, in una relazione tipicamente romantica: from-haters-to-lovers; lui a insegnarle l’inglese dell’alta società e i modi, lei orgogliosa delle sue origini che spesso in sua compagnia quasi si sente presa in giro.
Interessante che, sebbene il film sia cosparso di campi lunghi per mostrare le sontuose scenografie e campi medi o figure intere per descrivere le espressioni dei personaggi e il loro movimento nell’ambiente, il primo piano venga introdotto dalla regia solo quando Eliza riesce a pronunciare uno dei terribili scioglilingua!

Lo spettatore è partecipe dello sforzo dei personaggi, anche se credo, ascoltando i dialoghi e le canzoni, che gli sceneggiatori parteggiassero un po’ troppo per il personaggio maschile mentre è Eliza la vera eroina! E’ lei che sceglie di mettersi in gioco, di tornare a scuola e di imparare a parlare anche se parlare (e scrivere) lo sa fare benissimo, è lei che sceglie di rinunciare alla propria identità per cercare qualcosa di nuovo e più adatto ai suoi sogni! Inoltre, sia all’inizio sia dopo il ballo lei subisce l’oggettivazione: non è più una donna ma la cavia dell’esperimento, in quei momenti! Ed è lei che subisce lo scherno e la compassione perfino della servitù prima e lo sdegno di Higgins dopo, quando è cambiata! E, infatti, la seconda parte di My Fair Lady si basa proprio sul suo conflitto di identità: anche se sa parlare rimane l’operaia di inizio film o può aspirare veramente a qualcosa di meglio?
Per me, il suo personaggio è scritto benissimo e Audrey Hepburn lo interpreta benissimo!

ANNOTAZIONI TECNICHE

My Fair Lady è un esempio del cinema americano classico e quindi è possibile notare i tipici raccordi. Secondo me questo film aiuta molto a capire il raccordo di sguardo, perché molte volte la cinepresa è situata in modo da ottenere la prospettiva della persona guardante; e in scene come quella in biblioteca, dove due persone discorrono da piani d’altezza diversi, ciò si nota particolarmente.

Parlando invece del raccordo di direzione di movimento, ho notato un piccolo errore in una transizione: si vedeva chiaramente che Higgins era entrato e quindi vedere lui che entra nell’edifico nella scena prima (dal punto di vista sulla strada) e vedere lui che entra dalla strada nell’edificio in quella dopo (dal punto di vista nella hall) è veramente straniante e ridondante; credo abbiano scelto un montaggio del genere per introdurre il piano sequenza e la carrellata per mostrare la hall e come lui rifletta a fine film, ma non era un montaggio invisibile.

Inoltre, il sonoro qui è molto importante: oltre al fatto che è un musical, i rumori del mercato si sentono e i grammofoni del glottologo sono i protagonisti di alcune scene, sia che esse siano discussioni sia che esse siano canzoni.

Per concludere, vi riporto questa citazione in madrelingua che ho preso dal film. E’ qui che la lotta di classe si sente, è qui che si sente tutta la solitudine di Eliza:

He always showed me that he felt and thought about me as I were something better than a common flower girl. You see, Mrs. Higgins, apart from the things one can pick up, the difference between a lady and a flower girl is not how she behaves, but how she is treated. I shall always be a flower girl to Professor Higgins, because he treats me as a flower girl and always will. But I know I shall always be a lady to Colonel Pickering because he always treats me as a lady and always will.

Un vero capolavoro. Una delizia per gli occhi e un esempio di come la Hollywood classica era; altro che ‘sti schermi verdi tristissimi che vanno di moda ora senza un briciolo di sceneggiatura!

10 film con bei costumi

Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema con una bella lista, l’ottava parte per l’esattezza, a tema costumi. Come al solito, qui non ci sono solo costumi d’epoca ma anche vestiti normali in grado di rappresentare il personaggio e caratterizzarlo senza il bisogno di battute; anche se molti film qui raccontano alla fine altre epoche, diverse dalla nostra.

Buona lettura.^^

Notting hill. Celebre commedia con Julia Roberts e Hugh Grant, che ho portato qui sul blog mesi fa, si distingue anche per il guardaroba: se Julia indossa sempre la compostezza fatta veste, con un’eleganza innata che rispecchiano la gentilezza e l’autocontrollo del personaggio (almeno finché non si incazza), Hugh ha una tenuta molto più romantica, che mi ha ricordato di molto l’iconografia di Dylan Dog. E poi a fine film c’è pure il guardaroba in costume, meglio di così!

Only you – Amore a prima vista. Divertente commedia con la splendida Marisa Tomei (ora elevata a milfona internazionale in quanto zia dell’arrampicamuri) e Robert Downey Jr, qui lei indossa outfit pazzeschi in grado di far risplendere al meglio la sua linea invidiabile. Non amo i capelli corti, ma qui lei ha dei look splendidi.

Pene d’amor perdute. Commedia sceneggiata firmata da Branagh e basata sull’opera di Shakespear, si tratta di un’opera piacevole anche se lentina. Più che altro mi sorprende la grande ecletticità di ruoli di Matthew Lilliard, mai abbastanza celebrato. Bei costumi, tra l’altro, assieme agli ambienti creano un mondo moderno ma quasi fatato.

Ultima notte a Soho. Thriller a tinte paranormali con la carismatica Anya Taylor-Joy che ruba la scena a tutti, la prima parte è molto potente mentre la seconda l’ho trovata parecchio deludente. Il tutto è in buona parte ambientato negli anni ’60, con una moda spettacolare. Il film ha come protagonista una studentessa di moda, per cui ciò si sposa benissimo con la narrazione principale; perché sì, per me la narrazione principale è con Anya, il personaggio di Thomasin (anche se lei è bravissima) è veramente evanescente. Dal punto di vista visivo e auditivo film pazzesco.

Cover girl. Mi sa che questo è l’unico film con la grande Rita Hayworth che sono riuscito a reperire finora; e devo dire, che pur essendo una ballerina, si vedeva che lei era l’attrice e le altre vere ballerine. La storia è bellina, il film è degli anni ’40 e ci regala vestiti da ballo e da sera splendidi, con lei imbellettata e vincitrice di un concorso di bellezza. Consigliatissimo, lei canta benissimo in playback.

Bohemian Rhapsody. Rami Malek interpreta Freddie Mercury in un biopic pazzesco, costumi fighi e musica potente. E’ un film recentissimo che ha fatto un boom assurdo, devo aggiungere altro?

Le ragazze di Wall Street. Dramma con Jennifer Lopez, su di lei ci vanno molti discorsi che feci anni fa per Monica Bellucci in Malena (clicca qui per leggere la riflessione). Il tutto è ambientato in un club in cui ci sono poledancers e strippers, quindi potete immaginare gli outfits; a risplendere è ovviamente la grande Jenny from the block, aggraziata da una serie di pellicce e abitini molto ini che trasmettono sia la sua autorevolezza nell’ambiente sia valorizzano le sue forme generose. Splendida la sua entrata introduttiva.

Favola. Dramma italiano a scarse tinte di commedia ambientato nell’America degli anni ’50, ovviamente qui ci sono outfit dell’epoca che ho adorato. Ampi e lunghi abiti a stampe di vario tipo, foulard, grandi tacchi per pulire casa, ambienti colorati e nonsense a manetta. Avviso che è un’opera esplicitamente queer, è anche molto coraggiosa nella messa in scena.

Colazione da Tiffany. Anche qui non mi dilungo, ho visto il cult e chiaramente è finito in lista.

La principessa e il povero. Miniserie italiana noiosetta forte, è in costume e ambientata in un medioevo magico. Ci sono solo tre motivi per guardarla: le tette della Falchi, i manzi-attori nel cast e i costumi. Se non c’è interesse per inquadrature vergognose meglio lasciar perdere; ma avendo il film bei costumi è finito comunque in lista. Imbarazzante.

Ma niente batterà l’eleganza di ‘Dracula by Bram Stoker’, di Coppola!

E siamo arrivati alla conclusione dell’articolo. Conoscevate tutti i film proposti? Spero che almeno i cult sì, ovviamente. Ciaooo.^^

La Top5 di Febbraio

Buongiorno! Anche Febbraio è passato e con esso quasi tutto il Carnevale e la visione di molti film. Alcuni pure cult, sono felice. La tesi è quasi stilata completamente, ieri ho curato l’impaginazione con mio papà (io non ci capisco molto di Microsoft purtroppo)! Quindi Marzo inizia con una bella soddisfazione.

Per la Top5 di oggi ho scelto due cult, due film non recentissimi molto belli e poi un brillante thriller in costume. Buona lettura.^^

Schindler’s List. Toccante dramma biografico sul genocidio degli ebrei da parte dei nazisti con protagonista assoluto Liam Neeson, l’ho guardato per la prima volta in vita mia. Ho una storia particolare con questa pellicola: alle medie ci fecero imparare a suonare con il flauto la celebre soundtrack e io la portai all’esame finale. Ancora oggi mi ricordo il motivo. Il film è emotivamente pesante, ma è veramente bello e mostra fino in fondo il clima di terrore dei campi di concentramento.

Il matrimonio del mio migliore amico. Divertente commedia con Julia Roberts mentre rivaleggia in amore con l’innocente Cameron Diaz, una frescata di aria fresca. Lo consiglio vivamente e consiglio la lettura di questa bellissima recensione di Raffa.

Ideal home. Esilarante commedia gay sull’essere genitori, impreparati sull’esserlo ma poi felici di esserlo diventati; i protagonisti sono Steve Coogan e Paul Rudd, che si ritrovano il nipote del primo dopo che il figlio è finito in carcere. Una bella miscela di culture diverse per la creazione di una famiglia strana ma sinergica.

Mississippi burning. Ne avevo sentito parlare ma finalmente l’ho visto; altro film pesantino ma da vedere. Mi ha colpito profondamente il razzismo insito nei cuori della popolazione del Sud: chi non odia gli uomini di colore, semplicemente non li vede uomini ma bestie. Willem Dafoe e Gene Hackman sono gli agenti federali mandati nella cittadina rurale per la sparizione dei militanti dei diritti civili dei neri e dovranno abbattere un muro di razzismo e omertà per catturare i criminali (pur condannandoli per pene brevissime!).

The Limehouse Golem. Thriller in costume nella Londra vittoriana, un serial killer più spietato di Jack lo squartatore e un assassinio domestico; sono questi i casi investigati da Bill Nighy nell’ambiente teatrale. Ho adorato la sceneggiatura e il montaggio, con più piani narrativi esposti come ipotesi e un twist che rende il tutto molto più inquietante. Ovviamente i costumi e il trucco sono stupendi, il cast sul pezzo e il metateatro/metacinema/metaeverything è alle stelle. Ve lo consiglio, è su Raiplay.

Eccoci alla fine. Visto che su IG nessuno mi ha filato, ve lo chiedo qui: preferite un post su Doom o Pokémon Platino? Ho finito le run di nuovo di entrambi e vi lascio la scelta; sennò sceglierò io. Con questo vi saluto e spero che per Aprile sarò laureato. Ciao!!

PS: e ovviamente, speriamo che l’Ucraina si salvi e Putin venga dimesso, sia politicamente che come uomo.

Giratina vi attende pure in un racconto, prossimamente…

10 film con bei costumi 7.0

Buongiorno! Oggi si torna alle liste di film, con una lista che ormai ha fatto radici dentro al mio piccolo blog: dieci film da guardare per i costumi, che siano d’epoca o eleganti manifestazioni delle personalità dei personaggi! Buona lettura.

Zoolander. Divertente commedia con Ben Stiller e Owen Wilson nei ruoli di due modelli all’apice del successo che rivaleggiano per essere i più richiesti nel mondo della moda. Parodia demenziale del mondo della moda, offre moltissimi costumi e trucchi stupendi, e trovate visive veramente carine.

Pane e burlesque. Commedia italiana con Laura Chiatti, parla di una ballerina di burlesque che, tornata nel suo paesino per l’eredità paterna e trovatasi in difficoltà, assume alcune sue compaesane per aiutarla nei suoi spettacoli. Come con il Burlesque con Xtina, il trucco e gli abiti, in cui prevale l’eros, sono sempre belli da guardare; inoltre, alla commedia si unisce benissimo al tipico sessismo (mostrato stavolta come tossico) che piace tanto all’Italia e alle sue produzioni.

Potiche – La bella statuina. Brillante commedia con Catherine Deneuve, sempre fonte di eleganza e classe, nel ruolo di un’anziana donna che dopo una vita come moglie-trofeo si ritrova a capo dell’azienda del marito almeno fino a quando lui non si rimette. I costumi sono sempre stupendi, sia quelli dalla narrazione presente sia quelli dalla narrazione nel passato. Vi consiglio vivamente questa piccola perla, veramente un film che unisce eleganza e lotta sociale interna alla famiglia (si può parlare di femminismo?).

Millie. Esilarante commedia musicale ambientata negli anni ’20 con la frizzantissima Julie Andrews come protagonista, questo è il regno del tiptap e del canto, regno che si unisce allo splendore alle vesti e agli ambienti più ricchi dell’aristocrazia; io ho adorato il film, l’intreccio della trama poi rivela alcune sorprese veramente gradite e non si smette mai di ridere! E poi sono gli anni ’20, adoro quella moda!

The young Victoria. Film d’epoca, la protagonista è una regina; che altro devo dire? Interni e costumi riccamente decorati, con una brava Emily Blunt nel ruolo della celebre regina inglese. La narrazione procede con calma, dividendosi in parte tra la relazione tra i due sposini reali e la lotta di lei per mantenere la propria autorità, perfino con il marito. Da vedere (credo sia ancora su Raiplay).

Underworld. Horror fantasy d’azione con Kate Beckinsale e Michael Sheen, trattadi temi come razzismo e rivoluzione sociale uniti a figure gotiche quali i vampiri e i licantropi. La fotografia è sempre molto cupa, con il chiarore delle pelli che viene risaltato, e sempre questi costumi che si dividono tra i vestiti in pelle nera dei combattimenti e la raffinatezza degli outfit per le feste private dei ricchi e raffinati vampiri.

L’impareggiabile Goldfrey. Non me lo ricordo ma deve avere degli ottimi costumi.

Pretty woman. Grande classico, ne parlai qui molto tempo fa. Mi è sempre piaciuta l’importanza che il vestiario vanta all’interno della pellicola: ogni giorno lei ha un outfit diverso, la classificazione sociale che subisce dipende da ciò che indossa e la scena vendicativa di lei che torna dalle commesse stronze mi galvanizza ogni volta. Ma l’abito migliore è ovviamente lo scollato rosso con la cascata di riccioli sul viso.

Via col vento. Vediamo se esiste al mondo qualche capretta che ancora non l’ha visto. Se l’avete visto sapete già perché l’ho messo qui.

Emma (’96). Versione con Gwyneth Paltrow e diretta da Douglas McGrath, questa Emma è molto più dolce e posata della versione interpretata da Anya Taylor-Joy che vidi al cinema due anni fa. I costumi ovviamente sono stupendi, come gli interni, ma è la recitazione che è squisita, elegante e posata; il film spruzza gentilezza e classe da ogni poro. E questa Emma è veramente gentile, nella scena in cui senza volere insulta l’amica anziana e povera quasi non avevo percepito l’offesa!

Ecco, siamo arrivati alla fine dell’articolo. Io ora sto lavorando alla prima correzione della bozza per la tesi, erano anni che non vedevo tanto rosso in un mio scritto! Ma vedo la fine e sono veramente felice! Ciao!

Dieci film su Jane Austen

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Buongiorno a tutti!

Durante questi mesi ho letto e commentato Orgoglio e Pregiudizio e da quel punto mi sono interessato alle rappresentazioni in costume, arrivando a guardare diverse trasposizioni cinematografiche dei libri di Jane Austen. Quindi, in questa lista troverete film che narrano i suoi specchi di realtà letteraria oppure di strutture che si sono ispirate a quelle della libreria dell’autrice.  Ecco la lista!

La miniserie di Orgoglio e Pregiudizio

Orgoglio e Pregiudizio, (2005)

Alla ricerca di Jane

Persuasione, (2007)

Ragione e sentimento, (2008)

Emma, (1996)

Ragazze a Beverly Hills

Jane-Il ritratto di una donna contro

Amore e Inganni, (2016)

Il diario di Bridget Jones

 

Questa è la mia lista, cosa ne pensate? Avete forse visto alcuni di questi film? Per ora la mia trasposizione preferita è Amore e Inganni, mentre il film con la struttura derivata più bello è sicuramente Bridget Jones; Jane invece è un ritratto su pellicola su una giovane Jane Austen in procinto di divenire una celebre scrittrice. Li conoscevate tutti? Vi piacciono i film in costume? A me sì!**

giphy

Enchanted

Buongiorno a tutti!

Oggi voglio condividere con voi quanto mi piaccia Come d’Incanto, meglio conosciuto attraverso il mondo come Enchanted! Questa commedia è un piccolo gioiellino che riunisce i grandi punti saldi che hanno reso celebre la Disney uniti a una visione più innovativa e al passo con i tempi come la principessa che salva attivamente il proprio amore oppure il principe bellone ma tonto regalando finalmente il potere decisionale a lei! Un film proprio bello!^^

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Sarà che Amy Adams la trovo un’attrice molto simpatica e da una bellezza semplice ma d’impatto, lei è perfetta per il ruolo e costruisce un personaggio allegro ma comunque estremamente interessante: una ragazza che pian piano scopre il mondo invadendolo con la propria allegria e infine sconfiggendo il proprio ostacolo al lieto fine che tanto sogna iniziando a ragionare da sola  e compiendo decisioni fuori dagli schemi in cui è sempre vissuta. L’espressività di Amy è fantastica, per saperlo basta rimirare la gif qui sopra e nella canzone How do you know i suoi sorrisi riscaldano l’ambiente, le sue movenze quasi fiabesche catturano lo sguardo e la sua voce anche se non fortissima esprime delicatezza e speranza perché lei crede in ciò che canta! Per non parlare dei vestiti che indossa: adoro il vestito da sposa, sembra quasi che indossi una nuvola con un diadema che ne testimonia quanto brilla nella NY grigia e triste, e il semplice vestito azzurro che secondo me tutti le associano.

Parlo esclusivamente di Giselle perché è lei a reggere il film: la Strega cattiva è una donna forte che difende la propria autorità ma compare poco, il principe è un belloccio ebetino che le permette alla fine di capire cosa lei vuole davvero mentre Robert è veramente triste come persona e serve solo a fare risplendere ancora meglio la positività e la gioia della protagonista. Comunque, mi piacciono un casino anche il servitore Nathaniel e lo scoiattolino: ogni volta che cerca di farsi capire mi fa morire dal ridere perché al massimo dimostra solo la stupidità di un povero ragazzo che vive nel mondo delle favole. xD

Cambiando radicalmente argomento, durante il film ho colto diverse citazioni ai classici Disney, per questo secondo me il film è al tempo stesso parodia e celebrazione della sua cinematografia:  iniziando dall’uccisione della rivale come in Biancaneve, ho apprezzato la dimostrazione di abilità di Giselle quando ha citato Tutti assieme appassionatamente e Mary Poppins anche se il picco innovatore nella tradizione si ha quando viene  citata La bella addormentata nel bosco. E parlando di innovazioni e parodie, ecco gli elementi che secondo me lo testimoniano: per una volta viene fatto notare che iniziano a cantare senza una ragione nel bel mezzo del discorso; a differenza di Biancaneve, dopo che gli animali hanno pulito la casa i padroni la disinfestano; è lei a salvare Robert e non viceversa; è lei a decidere cosa vuole e sceglie una relazione vera perché alla fine si accorge che conosce molto meglio Robert piuttosto che Edward.

Ecco, qui finisce il mio breve commento. A voi il film è piaciuto? E soprattutto, dopo che qui avevo promesso un commento leggermente più approfondito e con maggiori riflessioni di uno dei film nella lista, vi aspettavate avrei commentato questo?

Ciaone e grazie di essere passati!^^