VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Ombre rosse

Ormai l’idea che mi sono fatto è proprio questa: ‘sti western so’ tutti uguali! Questa volta il racconto è un viaggio da una cittadina di frontiera all’altra, per una comitiva formata da un gruppo piuttosto eterogeneo di individui.
Sempre diretto da John Ford e con John Wayne tra i protagonisti (questa volta tecnicamente un fuorilegge), Ombre rosse mi ha sorpreso per la quasi totale assenza di piani americani!

Il paesaggio qui è sempre il protagonista della scena, con una quantità assurda di campi lunghissimi, lunghi e medi; sono ugualmente frequenti i fondali dipinti e gli schermi proiettati dietro alla carrozza.
Ecco, forse le musiche a una certa erano leggermente ripetitive.

Un film chiaramente americano, fiero della sua americanità, con l’esercito americano che rappresenta il deus-ex-machina e i due outsider (interpretati rispettivamente da Wayne e Trevor) che, forti della propria americanità, si dimostrano i veri personaggi positivi e da ricordare; e che si guadagnano il lieto fine. E ovviamente, essendo un film chiaramente americano, gli Apache sono i cattivi scotennapersone, che si alleano con un celebre criminale del West.

Film molto interessante, con una leggera critica sociale: la presidentessa della buon costume di città ha il marito che ruba gli stipendi! Assurdo. Comunque, preferisco Sentieri selvaggi.

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Sentieri selvaggi

Se dovessi descrivere Sentieri selvaggi userei tre dettagli tecnici: campi lunghi, campi americani e profondità di campo (il deep-shot).

Guardare il film è stata dura per diversi motivi. Per chi mi segue è nota la mia poca vicinanza al genere western, e a peggiorare il tutto c’è la questione temporale della narrazione: passano gli anni e noi poveri spettatori dovremmo capirlo… come? Ok, capisco che se all’inizio Debbie era ‘na cea e alla fine è ‘na tosa qualcosa deve essere passato, ma a parte qualche lettera e uno o due dialoghi a riguardo, il passare del tempo è proprio accessorio!

Comunque, Sentieri Selvaggi è un bel film, un cast iconico, John Ford confeziona un racconta di avventura e non di vendetta, una ricerca costante che termina nella riunione familiare che prevale sull’odio razziale.
Il colore rosso domina le scene, come queste panoramiche dentro alle quali gli eroi si muovono a cavallo. Campi lunghi e il medio-lungo sono i paesaggi più frequenti, con queste alture di roccia rossa e marrone che si stagliano nello sfondo, sempre con le nuvole bianchissime ad incorniciare il tutto.
Inoltre, sono presenti le scene in cui la profondità di campo e l’illuminazione regnano: gli inseguimenti e le entrati nei luoghi di riparo. Cinepresa fissa, sono i personaggi ad avvicinarsi, ad allontanarsi dalla luce del deserto per entrare nell’ombra di una casa o di una caverna; ed è con questa modalità che Sentieri selvaggi si apre e si chiude.

Personalmente ho preferito il personaggio di Jeffrey Hunter: lui è il classico meticcio che fa prevalere il lato familiare, lui che l’amore e la misericordia della famiglia l’ha provata sulla sua pelle di accolto. E’ lui che rappresenta il lato civile e la coscienza del protagonista, perché lui rappresenta l’unione dei due mondi. E poi Jeffrey era un gran figo, scoperto ora che morì giovane!

Un bel film, dopotutto. Ho scelto di guardare il film perché sono usciti gli argomenti d’esame, e dobbiamo vedere almeno 2 film per le seguenti categorie: western, commedia, musical e noir; ovviamente, tra quelli caricati nel Drive della scuola (e, sempre ovviamente, non ho capito come cambiare la lingua dal doppiaggio a quella originale, ma intanto l’ho visto).

E voi? Cos’altro avete da dire riguardo a questo grande classico? Ho trovato interessante che film, regista e generi li avessi già studiati nei miei libri!^^