Il mio John Carpenter

Buongiorno! Oggi è il compleanno di uno dei registi cult, i cui film mi hanno sempre accompagnato nella mia timida crescita cinefila tra citazioni, riferimenti, recensioni, analisi e alla fine qualche riuscita visione: sto parlando di John Carpenter!

Per celebrare il suo compleanno ho deciso di elencare i film creati dal Maestro che sono riuscito a vedere, con un breve commento ciascuno, concludendo infine l’articolo con un commento generale sul suo stile e di come l’ho recepito in quanto a spettatore. Buona lettura.^^

Halloween – La notte delle streghe

Forse il suo film più celebre e iconico? Di certo è quello che ha dato vita al franchise più longevo e fortunato, regalando al mondo la bravissima Jamie Lee Curtis e il diabolico Michael Myers! Mi ricordo che la prima volta che vidi il film ero al liceo, stavo cercando disperatamente di recuperarmi i classici dello slasher perché all’epoca era il mio genere horror preferito; purtroppo, Non aprite quella porta è rimasto introvabile. Che dire della pellicola, in verità di esatto mi ricordo più il terrore e l’ansia che essa mi ha trasmesso, questa Ombra della Strega che pian piano si ossessiona alla vittima e non la lascia in pace fino a quando finalmente la uccide, inquietantissima la scena finale quando Laurie pensa di averlo ammazzato e lui si rialza mentre lei è voltata a piangere!

Fog 

Di questo film feci un articolo, qui. Adoro le sue atmosfere, mi ha sempre ricordato Lo Squalo di Spielberg perché con le sue nebbie minaccia una città il cui sindaco si rifiuta di raccomandare ai concittadini di non uscire (e venire sbudellati). Anche qui l’ansia regna sovrana, anche qui le case non sono il posto di salvezza ma le porte d’ingresso sono miseri ostacoli di fronte all’ineluttabilità dell’assedio. La sequenza migliore? L’inseguimento nel faro, ovviamente!

1997: Fuga da New York 

Di solito non amo molto i film fantascientifici (distopici per altro) ma questa pellicola riesce a creare un mondo pericoloso, aggressivo e disperato come pochi. L’interpretazione di Kurt Russell è veramente formidabile, anche se ho empatizzato con il personaggio di Adrienne Barbeau, già attrice in Fog e protagonista della sequenza di quel film che preferisco. In aggiunta, secondo me la pellicola ha il merito di avere ispirato la famosissima saga videoludica di Batman Arkham, con il secondo capitolo chiaramente figlio di questo capolavoro.

Grosso guaio a Chinatown 

Per i lettori più attenti del mio piccolo blog, questo titolo non dovrebbe risultare nuovo: lo ho citato in almeno due liste! Indovinate, se volete, quali! Sono sempre affascinato dal mondo che Carpenter riesce a creare, quasi un micro-cosmo a sé stante dentro a San Francisco: costumi, scenografie, intere leggende e perfino un sistema magico! Con uno stupendo placebo finale! Ho adorato il ritorno di Kurt Russell e la giornalista interpretata da Kim Cattrall, forse un pelino troppo passiva alla fine.

Vampires 

Sicuramente uno dei film più cruenti e splatter di quelli che ho visto finora, Carpenter abbandona le atmosfere gotiche e preferisce ambientare il tutto nell’era moderna, usando come tematiche il dramma sociale e l’inesorabilità del destino. Qui i Vampires sono essere cruenti, guidati e tenuti in vita da un leader che funge da capobranco della nidiata; sangue e dramma si mescolano in un’opera che mescola azione e orrore in un modo veramente accattivante! E’ nato prima questo film o The Day Walker (citazione marveliana)?

The Ward – Il reparto

Torniamo con un luogo assediato da un individuo ostile, una presenza questa volta, che uccide lentamente in stile slasher paranormale le pazienti dell’ala psichiatrica di un ospedale. Lo vidi molti anni fa, ma ancora oggi mi ricordo alcuni jumpscares piazzati benissimo. Forse il meno autorevole e memorabile tra i film visionati ma la solitudine e il senso di disagio sono sempre presenti e assieme a un cast solido riescono a dar vita a un bel filmetto e a un twist finale che rende il tutto tristemente molto più realistico di quanto mi sarei mai potuto aspettare.

Commento generale sul regista e il suo stile

Premetto che sono cosciente che mi mancano ancora troppi suoi classici (La cosa, Essi Vivono, Il villaggio dei dannati…) per avere un’idea anche solo parziale ma comunque ritengo di potermi definire un suo estimatore: tutti i film che ho citato mi sono piaciuti e sono riuscito a trovare un filo conduttore tematico!

Carpenter è un regista, sceneggiatore e compositore; sono sue molte delle colonne sonore dei suoi film e dei sequel di Halloween! E composizioni come le sue riescono sempre a creare un’atmosfera terrificante, trascinante e accattivante; memorabile come la semplicità della colonna sonora di Halloween ti entri nelle ossa! Inutile ribadire che parlando di questo artista non bisogna mai dimenticarsi del suo lato di musicista.

Nei suoi film di Carpenter ho notato come tematiche la paura costante, il senso di angoscia e solitudine, perfino dentro alle proprie abitazioni dove invece dovremmo sentirci al sicuro. Inoltre, Carpenter è un regista con una fantasia infinita che è riuscito a produrre i suoi capolavori con budget ridicoli; ciò dice molto. E una critica sociale anche, di come gli outsiders e gli innocenti spesso siano sempre quelli lasciati vivere, perché un senso di vendetta (umano o divino) è sempre rintracciabile!

Insomma, Carpenter è un artista che ci ha dato tanto e secondo me, anche solo con le colonne sonore, ci può dare ancora molto. E voi, quali ricorda vi sblocca leggere questo articolo? Avete un suo film preferito o che con rammarico vi manca?

Non è l’Halloween originale ma ho adorato sentirla durante i titoli di testa!

HALLOWEEN KILLS spoilers

Buongiorno! Ieri sera sono andato a vedere il sequel di Halloween 2018, diretto da David Gordon Green, e sono qui per parlarvene; credo che farò qualche spoiler, per cui se non lo avete visto state attenti e continuate a vostro giudizio.

Halloween Kills si dispone rispetto al precedente film del franchise come un seguito diretto agli eventi appena conclusi, con i pompieri che accorrono a spegnere l’incendio in casa Strode per poi venire massacrati dall’Ombra della Strega mentre le tre donne Strode vanno a farsi ricoverare in ospedale inconsapevoli che il serial killer sia stato salvato dalle fiamme.

A me il film è piaciuto, rispetta le tematiche del primo, l’Halloween di Carpenter, lo omaggia con una serie di citazioni, riferimenti e comebacks; tuttavia, per come sceglie di narrare la figura di Michael Myers si pone in netto contrasto col film del ’18 perché se quello mostrava un pazzo che è ossessionato dalla sorella da uccidere, qui egli diventa effettivamente l’Uomo Nero.

Halloween Kills si lascia guardare, non ha jumpscares ma lascia soggezione; purtroppo, a differenza dei due predecessori non credo invogli la ri-visione perché è un film troppo carico di tensione, tensione che non regge una seconda visione.

Le tematiche principali sono ovviamente la follia umana ma non solo come quella dei pazzi ma intesa anche isteria di massa, la stessa che nel Rinascimento ha portato alla caccia alle streghe. Quindi altri temi importanti sono l’impotenza dell’uomo contro gli eventi del mondo, il peso delle emozioni come la paura nelle scelte che facciamo e l’importanza della famiglia non solo nel senso di consanguinei ma anche di persone legate da un certo vincolo o peso emotivo.

Altro tema ricorrente è il riflesso, inteso sia come analisi personale sia come curiosità verso lo sconosciuto: in molte stanze sono presenti superfici rinfrangenti e specchi, tanto che il regista gioca con questi per creare morti più o meno a sorpresa, dettaglio che ho apprezzato molto. Inoltre, il mistero dietro alla camera della sorella maggiore di Michael è veramente interessante, anche se mi ha fatto supporre in anticipo l’ultima scena.

Comunque, ora vorrei entrare nello specifico nelle cose che mi sono piaciute.

Ho adorato i titoli di testa, caratterizzati da scritte arancioni statiche molto anni ’70, mentre a lato c’erano inquietanti zucche che prendevano fuoco. Lo stesso stile è usato per i titoli di coda, senza le zucche.

Le musiche, curate anche stavolta da Carpenter, sono stupende (sempre lo stesso tema, eh) e il coro angelico con quelle due sole note è una delle cose più angoscianti e d’atmosfera possibili, veramente ben fatte!

Il cast è in parte, mai sopra le righe e sempre sul pezzo. Su tutti regnano Jamie Lee Curtis e Judy Greer, quest’ultima nel difficile ruolo di una donna che cerca vendetta ma che spera di mantenere la sua umanità fino all’ultimo. Purtroppo, alcuni personaggi secondari e molti di contorno hanno solo le battute o il minutaggio necessari a renderli carne da macello e quindi forse abbassano leggermente la partecipazione emotiva.

Le morti sono veramente tante, questo non è uno slasher: è un massacro! Se il precedente voleva essere lo slasher per eccellenza, qui invece si distacca molto dal genere. Infatti, l’azione non è circoscritta in un luogo e le morti non coinvolgono solo adolescenti (anzi, di adolescente ne muore 1 solo); e non ci sono nemmeno scene di sesso o pelle al vento. Questo film prende il filone dell’isteria di massa, di un essere invincibile che assedia una cittadina, seminando panico e morte fino a segnarne profondamente la cittadinanza e la memoria collettiva.

Forse le morti sono troppe, perdi la paura anche perché secondo riesci a immedesimarti solo se c’è una vittima su schermo, non undici! Comunque, quelle singole (le vere Halloweenate) sono terrificanti, come l’assedio della macchina oppure lo scontro con la nipote di Laurie Strode. Le altre ci sono, fanno figo ma non sono emotivamente impattanti, non come lo è l’omicidio finale di Karen, un grandissimo omaggio al cult!

Insomma, Halloween Kills è un gran film per Halloween ma non mi sento di consigliarlo ai non appassionati del franchise perché si basa sugli omaggi all’originale. Ora temo che Michael possa diventare come lo zombie Jason: una figura infermabile che fa solo morte rovinando così una bella nuova saga.

Vedremo. Voi lo avete visto? O lo andrete a vedere?

PS: ma secondo voi lo ha ucciso veramente il bambino vestito da scheletro? Sarebbe la sua prima morte infantile e il suo cadavere non era come al solito in posa con gli altri, per cui secondo me no, era solo per fare scena. Per voi?

Halloween (film 2018)

Halloween è un film horror del 2018 diretto da David Gordon Green. Si tratta dell’undicesimo capitolo della serie horror dedicata a Halloween. Tra gli interpreti principali vi sono Jamie Lee Curtis e Nick Castle che, a distanza di 40 anni dal primo film, tornano ad interpretare rispettivamente i panni di Laurie Strode e dell’assassino Michael Myers.

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Commento:
Il film mi è piaciuto molto anche perché di recente avevo visto l’originale di Carpenter ed ero abbastanza fresco dell’inquietudine di Michael e dell’orrore subito da Laurie; ecco, il film si basa su questi due concetti, elevandoli al quadrato e mostrando così una situazione di puro terrore.
La trama è abbastanza lineare e parte con l’ospedale psichiatrico fino ad arrivare allo scontro tra carnefice e carne da macello, anche se alla fine non si capisce chi sia chi: da una parte c’è un malato di mente con la passione per la morte, dall’altra una traumatizzata che ha passato la vita a prepararsi allo scontro arrivando a rovinare la vita sua e della figlia. Alla fine i veri protagonisti sono l’assassino seriale e gli Strode e quindi il film ruota da una parte agli omicidi casuali di un mostro inarrestabile ma capace di un inspiegabile carisma e dall’altra di una profonda paura che sfocia in un ossessione violenta. Nessuno dei due è mai riuscito a voltare pagina e infatti per tutta la pellicola si rincorreranno.
Le ambientazioni sono molto belle, le case accoglienti (ecco, non quella della protagonista) ma gli esterni sempre freddi e se non c’è gente anche abbastanza spettrali; ironico è che la maggior parte delle morti non avvenga all’aperto ma in luoghi chiusi quasi a indicare la falsità delle nostre credenze. Il luogo più misterioso e ansiogeno: la casa di Laurie alla fine, per colpa del labirinto e della quantità di oggetti che la caratterizza!
Michael Myers lo vedo come l’istinto omicida, uccide non per una motivazione specifica ma perché non può farne a meno: è estremamente forte, ha movimenti robotici perché sembra non sappia fare altro che uccidere, uccidere è la sua conversazione; ma non è imbattibile, è vecchio, entra se trova aperto, non sfonda nulla e attacca di sorpresa sfruttando le fragilità delle persone.
Le tre donne protagoniste per me rappresentano i tre tipi di forza: Laurie è quella segnata che ha scelto di reagire, Rachel è la madre e la figlia allo stesso tempo ed è quella più affettuosa, Allyson è la più innocente. Una forza tutta femminile, che mostra anche come le paure possano essere trasmesse dalla traumatizzata Laurie che stressa la figlia alla nuova traumatizzata Allyson.

Scene belle:
-Il manicomio
-Nascondino finale
-Ogni scena con Laurie solista
-La scoperta dei cadaveri

Rimandi:
-La babysitter coperta con il lenzuolo
-Il ragazzo appeso al muro con il coltello
-Laurie che guarda Allyson a scuola
-Michael non uccide il neonato