I migliori film di Novembre

Buongiorno! Come ogni primo giorno del mese, anche oggi torno per condividere le 5 visioni migliori del mese appena trascorso! E visto che durante Novembre ho guardato molta roba, questa lista sarà ancora più soggettiva del solito: sapete benissimo che le visioni accademiche sono state tante, per cui ho preferito stilare una Top5 più di cuore che di mente.

Buona lettura.^^

Nightbooks. Gioiello su Netflix, parla di un bambino che ama scrivere racconti del terrore ma che, per fatalità, si ritrova a doverne scrivere forzatamente per soddisfare una malvagia strega. Horror per pre-adolescenti, è un film dalle belle atmosfere, costumi azzeccati per descrivere i personaggi e una sensazione di inquietudine costante; sensazione che sfocia in un finale che omaggia una delle fiabe europee più celebri, momento che regala le scene più creepy anche per un pubblico adulto meno avvezzo all’orrore.

La città incantata. Capolavoro Ghibli, racconto di formazione di una stupidella che si ritrova a dover lavorare per esseri soprannaturali. Qui si respira la cultura orientale a pieni polmoni con le loro divinità, l’importanza al bagno e all’ospitalità. Un mondo lontano e misterioso, pieno di magia e situazioni meraviglianti. Una fiaba che si dipana in due con lenta dolcezza. Stupendo.

Nausicaa della valle del vento. Altro capolavoro dello Studio Ghibli, questa volta il genere è fantascientifico con tematiche ecologiste. Pure qui le ambientazioni e il world-building sono straordinari, con una protagonista che si rende legame necessario tra l’umanità in declino e la natura sempre più inospitale. Con un finale strappalacrime (da cui Pokémon con il suo primo lungometraggio deve essersi ispirato) e una protagonista coraggiosa, il film racconta di un mondo lontano nella distopia ma possibile nella sua realizzazione: se non staremo attenti con la chimica, l’inquinamento e le bombe atomiche, potremmo ritrovarci anche noi con gli insetti giganti che ci minacciano!

Il monello. Unica visione selvaggia della lista, è il film che più mi ha colpito. Una storia semplice che racconta di un rapporto meraviglioso. Non avrà molti dialoghi, ma non ne ha nemmeno bisogno: dolce, semplice, d’impatto. Charlie Chaplin confeziona la storia genitoriale perfetta, capace di commuovere anche solo con la loro mimica facciale e fisica.

Glass Onion: A Knives Out Mystery. Ultimo film visto al cinema, mai fatte tante risate di recente come con questo film! Rispetto al primo, che sapete ho adorato, la struttura è stata rinnovata: cast più debole (anche se con qualche nome di spicco) anche se in parte, un’indagine che si riscopre con una sorpresa verso la fine, plot-twist fantastici, il detective ora chiacchierone e molto più umano, battute e tempi comici perfetti. Bravissime Kate Hudson e Kathryn Hahn (lei finalmente è esplosa, anche se sempre come supporto). Musiche assurde. Film da recuperare e finanziare al cinema (o se non ci riuscite, su Netflix) assolutamente!

PS: ho dovuto scegliere tra 27 film!
PPS: preferite per dicembre una lista sui film ispirati a fiabe e racconti popolari oppure una nuova con i vampiri?

VISIONI SENTIERI SELVAGGI: Il monello

Struggente lungometraggio di Charlie Chaplin, il suo primo e forse il suo capolavoro, parla di un uomo povero che per compassione adotta un orfanello trovato neonato per strada e delle loro avventure nel passare degli anni.

Chaplin ritrae un uomo abbastanza egoista anche se con le migliori intenzioni: più volte lo vediamo sfruttare il bambino per lavori più o meno onesti oppure sottrargli le coperte mentre dormivano vicini; tuttavia il protagonista è anche un uomo dolce e amorevole, che infatti accoglie in casa senza problemi il trovatello e fa di tutto per accudirlo.
Il bambino invece è adorabile: è premuroso verso il padre, lo aiuta a racimolare soldi, gli prepara la colazione e gli è sempre fedele e affettuoso anche quando potrebbe avere una vita migliore.

La trama pur essendo molto semplice è struggente perché il legame padre-figlio tra i due è forte ed evidente nonostante le difficoltà in cui i due vivono. Per tutto il film questa coppia cerca di sopravvivere insieme e anche quando le forze sociali tentano di separarli, preferiscono fuggire che per l’appunto separarsi.

Il film dal punto di vista tecnico è veramente interessante: un cinema muto in bianco e nero, anche se capiamo che sul set i dialoghi scorrevano a fiumi, e una colonna sonora che accompagna e impreziosisce la narrazione. I dialoghi fondamentali, tuttavia, sono riportati come cartelloni e proiettati dopo la nostra visione sorda della conversazione.
La macchina da presa è sempre statica: sono gli attori che recitano muovendosi nei riquadri che essa riprende (che siano le abitazioni o i vicoli della città); per le diverse inquadrature nella stessa scena, è la cinepresa a spostarsi creando campi lunghi, campi medi e primi piani con l’avvicinarsi o meno di essa all’oggetto; una serie di stacchi e inquadrature rappresentano quindi la narrazione del film.
La recitazione invece è molto iperbolica, una comicità slapstick adatta a farsi capire senza l’uso della parola. Ma nei momenti toccanti, che devono essere impattanti nel nostro cuore di noi spettatori, Chaplin riesce benissimo a trasmettere l’emozione!

E questo è il primo articolo del nuovo format che, con la mia costanza alla prova, mi farà pubblicare articoli fuori orario man mano che visiono i film indicati dalla scuola Sentieri Selvaggi. Ciao!