
It è un film del 2017 che mi è piaciuto molto, uno dei pochi che ho visto al cinema durante questo anno.
Di questo film ho apprezzato molto la presentazione dei personaggi, di cui adesso faccio un breve elenco:
-Bill: allora, la sua funzione di leader è buona, la sua testa calda spinge i ragazzi a farsi ammazzare più di una volta ma almeno è quello che reagisce; lui ha una missione: ritrovare il fratellino scomparso ed è per questo che intraprende la lotta contro il cattivone, usando le singole conoscenze degli amici per capire cosa fare. Il modo con cui It si manifesta mette subito in luce che la sua paura più grande è quella del lutto e secondo me mostra anche il suo grande cuore che lo spinge ad aiutare gli altri e a fare entrare i nuovi tra i Perdenti.
-Mike: l’unico nero in città, almeno l’unico ragazzo, è sicuramente il personaggio più fuori luogo; viene sempre presentato mentre lavora (o uccide pecore o ne distribuisce le carni) e anche quando It fa la sua comparsa, il ragazzo sta consegnando pacchi di carne. Più che di conoscenza, la funzione di Mike è quella di mostrare uno dei grandi mali di Derry: il razzismo; infatti, lui ha ricordi della distruzione del Punto Nero ed è quella la paura, il suo dolore sicuramente evidenziato da un Penywise il quale gli ricorda che è carne da macello.
-Ben: il bambino più grasso in città, non ha amici e per questo passa tutto il suo tempo in biblioteca. Qui sviluppa un interesse per la storia della città, interesse che lo porta a scavare in tutti i disastri e a cominciare a vedere i collegamenti, un vero e proprio filo conduttore. Proprio questa sua passione lo porterà quasi alla morte: una scia di uova di Pasqua lo trascina nei sotterranei e lo fa avvicinare al cadavere acefalo di un uomo morto in un’esplosione (come poi ho scoperto su internet) causata da It; il fattore storico è evidente e infatti Ben è la chiave di svolta per capire cosa It è e può fare.
-Stan: l’ebreo dalla mente razionale e veloce. In sinagoga viene mostrato il suo lato ebreo, molto importante nella pellicola e il suo lato più normale, cosa sfruttata da It per spaventarlo a morte. Infatti, lui ha il bisogno che tutto sia giustificabile, retto, diritto, ed è per questo che viene attaccato da una donna con denti di squalo uscita da un quadro che potrebbe essere stato dipinto da Picasso; per tutto il film fuggirà It e sarà la sua preda più facile (assieme a Eddie è quello che rischia sul serio).
-Beverly: l’unica ragazza del gruppo, bellissima e dalla calda personalità è presa di mira perché si dice la dia a tutti, anche se non è vero; particolare è anche il fatto che ciò che lei teme veramente sia proprio il padre, che forse la stupra, e che fugge: cercando di non essere più la sua bambina si taglia i capelli e cerca finalmente di altre persone, i Perdenti. It infatti, non la attacca o schernisce come fa invece con gli altri ma la inonda con il sangue, sangue che indica la sua maturazione e che può essere visto solo da chi è in pubertà. La sua è sicuramente per me la storia più triste.
-Eddie: un bambino normalissimo, nemmeno troppo strano, la cui unica pecca è l’iperprotezione della madre, atto che lo spinge a temere il mondo esterno perché pericoloso ed essere asmatico; succube della figura materna, non riesce a essere se stesso per paura di farsi male e passare le giornate in ospedale, anche se in questo modo le sue amicizie vengono meno. Molto bella la scena del lebbroso che riflette la sua paura verso lo schifo e quanto tutte quelle medicine gli fanno male: sono proprio quelle a farlo indugiare davanti alla casa infestata dando al maligno il tempo di attaccarlo.
-Richie: detto Boccaccia o Quattrocchi dai bulli, porta gli occhiali ed è il clown del gruppo, caratterizzato dall’uso di battute più o meno di dubbio gusto ma comunque anche da una lealtà che risplende svariate volte nel film. Lui è l’unico a non avere avuto un incontro privato con It all’inizio ma è anche quello che dalle tracce del mostro rimane più sconvolto per la sua fobia dei clown e per la sua profonda insicurezza che si palesa ad esempio quando vede i propri volantini (dicono che è scomparso). Leggermente distante dal libro come carattere ma l’essenziale c’è.
Passati in rassegna tutti i Perdenti, ecco una mia opinione su loro come gruppo. Non tutti si conoscevano dall’inizio, c’era il gruppetto Stan-Eddie-Bill-Richie ma gli altri o erano nuovi o semiconosciuti: è stato It a riunirli, It e i bulli. Caratterizzati da una forte unione, si amalgamano perfettamente dall’inizio anche perché sono emarginati dagli altri bambini e bersagliati da un’oscura forza malvagia. Le sequenze più belle sono sicuramente il bagno e la casa di Ben, in cui il legame tra i sei (Mike ancora non c’era) si rafforza. Poi c’è la lotta finale, ma ne parlo più avanti.
Altro punto importante: It.
It è fantastico. È un mostro mutaforma, è la città stessa, è gli anziani che si voltano quando i bambini soffrono, è i bulli che armati di coltello vanno a caccia di Perdenti, è l’essere che veste un abito senza tempo argentato con richiami alle mode rinascimentale e medievale, è l’entità che si cela dietro innumerevoli apparizioni che sanno di finto ma che sono vere perché lavorano sulla psiche della vittima; It è il male che governa Derry. Sadico, si diverte a terrorizzare, gode del terrore, sicuro di sé, cinico e vigliacco, potrebbe essere umano: un perfetto essere squilibrato che uccide bambini per puro divertimento e che se sopraffatto fugge. Tuttavia, è incredibilmente intelligente, sa come dividerli, sa come spingerli verso la morte, sa le loro peggiori paure e le sfrutta per decimarli, per isolarli: da soli il buio è pieno di mostri, insieme è pura mancanza di luce. Questo It è fantastico, riesce a essere tutto ciò che chiunque teme e qualunque cosa possa spaventarci.
L’ambientazione degli anni ’80 mi è piaciuta tantissimo. È vicina a noi, ci sono le macchine, la televisione a colori, il telefono, la boyband dell’epoca. Si respira un’aria totalmente diversa ma identica ai giorni nostri e non hanno paura a mostrarlo. Gli ambienti sono bellissimi, le fogne sono un labirinto orgiastico pieno di tunnel inquietanti, la casa infestata ha qualcosa di gotico e trasandato che mette tristezza per chi ci abita ma anche inquietudine perché se quel posto è così, anche loro potrebbero diventarlo. Tutto è minaccioso, perché tutto è di It.
E ora, la lotta finale, il fulcro dell’intero film.
La lotta finale avviene in quella che potrebbe essere la tana di It per la presenza di numerosi trofei che ha collezionato nel tempo: un’altissima torre domina la stanza, torre formata dagli oggetti che tenevano i bambini uccisi e raccolti nei secoli, testimoni del numero di atrocità compiute da questo essere; un’altra caratteristica notevole della stanza sono i cadaveri fluttuanti, sempre annunciato da It e finalmente proposto sullo schermo! Una visione quasi onirica. Ma cambiando argomento improvvisamente, molti la hanno criticata perché rappresenta solo sette ragazzini che pestano un clown psicopatico, forti solo della rabbia e non di un percorso di formazione; per me non è così. I Perdenti hanno sviluppato un forte legame che certe volte non è spiegabile anche se con la benedetta Tartaruga di mezzo tutti direbbero che il loro comportamento avrebbe senso, un legame che li spinge a sostenersi a vicenda, a non sputtanarsi con imbarazzanti gruppi pop, a lavare il sangue che porterebbe alla follia, a seguire la vendetta giusta di un fratello, a salvare un ragazzo dal linciaggio del razzismo, portare fuori un amico col braccio rotto e salvare una fanciulla rapita. È questo legame che li salva e dà loro la forza di scendere in quella stanza e di combattere le proprie paure; infatti, It per salvarsi ricrea velocemente tutte le loro paure: il fratellino per Bill, il padre per Beverly, schifo per Eddie, una mummia (accenno al libro?) per Ben, braccia carbonizzate per Mike, la donna deforme per Stan e niente per Richie; questa lotta è all’insegna dell’amicizia: solo perché uniti sono riusciti a salvarsi e tutti loro lo sanno bene.
Giudizio di fine film: i jampscares funzionano benissimo, sono preceduta da un forte senso di attesa e sono sempre funzionali. La storia è bella anche senza parti horror e infatti anche chi mi ha detto che lo ha fatto ridere lo ha apprezzato, è un film sull’amicizia e sull’orrore della solitudine e della discriminazione. Lo consiglio a tutti.