Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema gotico e di cinema italiano in un colpo solo, con il penultimo capolavoro di Dario Argento: Dracula 3D! Sapete bene quanto io ami il Vampiro, ne ho parlato spesso qui e non mi stanco di vedere film a tema, quindi potete capire benissimo l’orrido che ho provato. Un’occasione sprecata.
Anni fa, quando il film uscì, mi ricordo che Dario Argento in un’intervista fece una dichiarazione alquanto pericolosa. Quale? Gli chiesero cosa avesse di particolare la sua versione del Nosferatu, e lui rispose che era in 3D. Partiamo bene.

Dracula 3D non è fedele né al libro né alla celebre versione di Coppola, che diciamocelo ha settato il nuovo standard romantico.
Tutta la parte in Inghilterra è sparita, il racconto è ambientato in Transilvania mantenendo però il cast principale con i nomi inglesi.
La storia d’amore tra Dracula e Mina è rimasta (Coppola saluta), ma tutto il resto è diverso: Jonathan schiatta subito, Lucy cita tre pretendenti che non compariranno mai, Renfield diventa il postino del Conte e viene introdotto il personaggio di Zoran. Delle tre mogli di Dracula è rimasta solo una, una contadina trasformata a inizio pellicola.
E le trasformazioni di Dracula… Dracula di solito si trasforma nelle creature che infestano la notte perché incarnano i timori e le superstizioni degli ignoranti. Che senso ha trasformarlo in mosche (ciao Phenomena), scarafaggi o in un’esilarante mantide religiosa? A questo punto speravo che che la mantide restasse in scena più di qualche attimo! Essa è l’icona su cui si basa la fama del film!
Dario Argento in più di un’intervista ha affermato di essersi voluto distanziare da Bram Stoker’s Dracula e Twilight. Devo dire che c’è riuscito. Oltre al fatto che un regista che floppa da decenni non dovrebbe parlare male di fenomeni economici (e artistici) di tale portata, che rappresentano la generazione a cui vuole approcciarsi.
E qui stendiamo un velo pietoso.
I problemi del film risiedono in altri dettagli, che però sono collegabili alla sua affermazione:
– la fotografia, con luci sparate e l’impossibilità di capire se sia notte o giorno;
– la scenografia, con ambienti poveri e tristi;
– il modellino iniziale, che è ben lontano dalle capacità burtoniane;
– la CGI pietosa e il 3D non pervenuto;
– l’assenza di un’anima, di una direzione di scrittura e artistica;
– costumi che sembrano finti (solo quello di Mina alla fine è bello);
– personaggi odiosi;
– tante uccisioni fuoricampo;
– lupi che ringhiano con la bocca aperta e scodinzolando.
Asia Argento, che tanto viene criticato, ha incarnato il personaggio più simpatico. Una recitazione sopra le righe, a volte al limite del grottesco e della comicità, ma in un film del genere che altro volete? C’è, i vampiri si fanno spuntare le zanne in stile bambini mascherati ad Halloween! Lei è simpatica, fa cose durante la trama e ha un arco completo. Poi come al solito sono sempre scettico sul fatto che lei sia l’unica a mostrare tette e culo nel film diretto dal padre, ma quelle sono dinamiche familiari. In ogni caso, le smorfie che Asia ci regala poco prima di diventare una pira vampirica data alle fiamme sono iconiche!
E sono giunto alla fine. Sono soddisfatto della visione del film, bruttino forte ma con certe trovate ilari. Più che altro mi infastidisce l’arroganza di un regista che non è capace di girare un bel film da decenni e che critica franchise amati dal pubblico. Sinceramente, ho visto maggiore qualità in cortometraggi su YT o in certi film di serie Z.
Un saluto!
