Buongiorno! Oggi torno a parlare di letteratura e cinema in senso lato, non come blogger o aspirante critico ma più come compratore: infatti, voglio parlare delle mie preferenze sulle copertine dei libri e sui poster dei film!
L’idea del post mi è venuta fuori dopo una discussione che a me sembrava amichevole, ma che forse dall’altra parte è stata percepita fastidiosa, con la bookblogger RedValentine (che seguo da tempo) riguardante la copertina dell’ultimo libro da lei recensito. La prima anima: il rito (cliccare sul titolo per andare al suo post e alla discussione).

Forse per chi mi legge come commentatore ma non mi legge come blogger posso risultare come una persona parecchio polemica e puntigliosa; cose tutte vere, non c’è che dire. Tuttavia, sono dell’opinione di ritenere il blog mio e altrui un luogo fonte di dibattito e che il dibattito in sé sia più importante dell’articolo in sé, a volte.
Perché è l’opinione altrui e la tua capacità di stimolarne la condivisione la tua forza di blogger.
Tagliando la testa al toro, lei recensisce questo libro fantasy e io sono veneto, ho studiato vicino a Venezia e frequento la città lacustre sin da bambino; mi ci perdo ancora ma come ecologia la conosco abbastanza anche perché viene spesso usata come fonte di esempio per i processi ecologici da parte dei miei ormai ex professori universitari.
Inutile sottolineare che il libro è ambientato a Venezia.
E che la copertina del libro non c’entri una minchia con Venezia.

In pratica, la copertina mostra i due personaggi che si danno le spalle (lui da le spalle a lei, che è in primo piano rispetto al resto del paesaggio). Questi due ragazzi stanno su delle rocce nere molto grosse in un mare in tempesta osservando un castello che si intravede nella nebbia con alcune gondole che sbucano dalla cornice dell’immagine.
Per chi è stato a Venezia, sa che questa immagine non c’entra nulla con la laguna di Venezia: la nebbia di notte è così fitta che di certo non vedi oggetti in lontananza, l’ambiente è lagunare e non scogliero, e di certo se il mare è così mosso la nebbia non c’è. Potremmo dire che è ambientato nel passato (niente Mose per le onde, quindi), ma gli abiti sono moderni. Lasciamo un velo di speranza sul castello, essendo il libro un fantasy ci sta come il castello di Hogwarts.
E una gondola non fa Venezia: se uno disegna il Big Ben sulla Luna vuol dire che Londra è finita in orbita?

Qui non sto a criticare il libro in sé ma la copertina del libro. Perché la copertina di un libro, o di un film, è il suo biglietto da visita.
E quindi qui voglio fare un discorso a parte proprio su questo dettaglio: un libro può essere anche scritto in maniera splendida, ma se ha una copertina di merda, ha una copertina di merda.
Mi ricordo da piccolo che mia mamma era scoppiata a ridere quando volevo comprare un libro in libreria. Perché? Perché era lo stesso libro che avevo disdegnato nella biblioteca di casa nostra, ma in quel momento avendo una copertina diversa e accattivante per i miei gusti mi aveva interessato!
Secondo la mia opinione di fruitore e quindi di sborsa i soldi per acquistare un’opera altrui, la copertina ha un ruolo importante. Molte volte scelgo i film perfino per il cast: se un film ha attori che non rientrano nella mia scelta estetica, esso deve avere una trama veramente forte per interessarmi. Un po’ come ho fatto prima per The Middle e poi con The Goldbergs.
Un libro deve avere una copertina accattivante, curata, se racconta di un luogo reale o mostra un dettaglio importante o se vuole raccontare il luogo che sia almeno verosimile!

So che questo è un discorso campato in aria da un maniaco del controllo, ma per me l’estetica deve essere importante. E anche la grafica.
Per ora, i libri con le copertine più brutte sono o i classici nelle edizioni economiche (sono classici, qualche gonzo che te li compra lo trovi lo stesso 😂) e gli young adults. Mi ricordo che Hunger Games aveva copertine con un senso logico; e cos’ha fatto la saga di Divergent? Scopiazzato malissimo, con copertine che non hanno senso di esistere. Anche Starcrossed si salva, ma già con il super best seller di After si cade in basso.
Per i film invece è tutto un altro discorso. Là si va direttamente con lo spoiler : poster e copertine pesanti, piene, horror vacui a manetta, con il retro del DVD ricolmo di immagini teoricamente stimolanti l’interesse. Poster titanici.
E i film hanno anche un altro problema: i trailer.

Ma quanto sono brutti i trailer di oggi?
Ormai rivelano tutto il film, o quasi. Più di due minuti di roba, più trailer dello stesso film che sembrano narrare pellicole diverse. Caratterizzati, soprattutto se da grandi case di produzione, da una o due scene super veloci tipo jumpscare e poi una seconda parte super lenta (in cui vengono date moltissime informazioni).
Mi ricordo il caso più eclatante di trailer gestito malissimamente con il film Dream House, un thriller uscito nel 2011 con Daniel Craig e Rachel Weisz. Il trailer mostrava letteralmente tutto, con il botteghino floppato miseramente e il cast che si rifiutava di pubblicizzarlo.

Insomma, per me la copertina è un elemento essenziale dell’opera da commerciare. Sinceramente, preferisco un’immagine astratta o misteriosa come si usa per i thriller italiani piuttosto di queste immagini mirabolanti che alla fine destabilizzano la realtà o c’entrano poco con l’opera in sé.
E voi? Alla fine ho scritto questo post di pura pazzia anche per giustificarmi. La blogger, che continuerò a seguire e che non voglio minimamente attaccare usando questo post, mi ha scritto questo:
Mi sembra inoltre che qui si stia giudicando – in modo affrettato – un libro dalla sua copertina: infatti se tu provassi a leggere questo romanzo noteresti subito che la scrittrice è della zona, la quale conosce benissimo Venezia, che viene descritta alla perfezione nelle piazze, nelle vie, negli edifici, nel cibo e nelle isole della laguna.
Concentrarsi su queste banalità e non sulla struttura della trama è proprio il tipo di pregiudizio che chi ha un blog/pagina/sito, e si occupa di recensioni, dovrebbe evitare per essere credibile.
Io infatti stavo commentando la copertina come lavoro a sé. Non ho letto quel libro e sinceramente con tutti i libri che ho da leggere non sono interessato a un romance paranormale.
Ma quindi non è possibile parlare di una copertina senza parlare dell’opera che essa introduce?
PS: la blogger in questione poi mi ha risposto (commento a cui non voglio dare seguito) consigliandomi altri libri che secondo lei rispettano il mio ‘senso di protezione verso Venezia’; e sono tutte guide turistiche.
Io sono sempre stato garbato, vi ho linkato l’articolo e potete leggere la discussione; ma questo mi sembra un attacco personale, una derisione da un tipo di blogger che pretende solo apprezzamenti e che non è capace di discutere. ORA il fatto di seguirla ancora dopo questo ultimo commento è messo in discussione perché l’ho interpretato come una derisione verso la mia persona e la mia voglia di fare un dibattito con un altro blogger perdendo mio tempo.
Assurdo.