Monster Hunter

Monster Hunter è un film epico d’avventura e azione, ovviamente fantasy, trasposizione della famosa saga videoludica; ha sullo schermo in veste di protagonista Milla Jovovich nei panni di un soldato d’elite che si ritrova nel mondo apocalittico dei Monster Hunters!

PRIMA DI TUTTO, LO CONSIGLIO. COME SECONDO PUNTO, IL POST CONTIENE SPOILER DI DIVERSA IMPORTANZA SULLA TRAMA.

Sono andato al cinema a vedere Monster Hunter con mio cugino, che al momento sta giocando al Monster Hunter: World e ha un canale Twitch, sperando in una possibile collaborazione anche se poi si è tirato indietro; comunque, eccoci qui, io resto lo stesso a parlarne!

Monster Hunter parla di Natalie, una leader, un soldato d’elite che con la sua squadra dopo una tempesta di sabbia si ritrova in un mondo popolato dai parenti rispettivamente di Shelob e dei Graboid; inutile dire che della sua squadra d’elite lei è l’unica che si salvi anche perché protetta da un misterioso ragazzo: il cacciatore che dà il nome al film!

Ho apprezzato molto il personaggio di Natalie perché è una donna forte, addestrata, coraggiosa e pronta ad aiutare il prossimo.

Il fatto che sia già una guerriera professionista è vincente perché il punto debole del personaggio non è la solita ignoranza nelle tecniche di combattimento (lei è una ranger, sa come difendersi) ma sta nella totale non conoscenza del nuovo mondo in cui si ritrova e dei mostri che lo popolano! Quindi, per esempio, la tipica scena in cui il personaggio esperto insegna in un pomeriggio come combattere qui ha senso perché effettivamente lei sa già come combattere e deve solo imparare l’uso delle armi!

Natalie secondo me è una vedova perché tiene sempre con sé un anello senza però indossarlo mai; e deve avere una figlia perché ha sempre esigenza di tornare a casa non perché alla fine non trovi una famiglia ma perché è particolarmente sensibile quando capisce che il misterioso cacciatore ha perso i genitori!

E a proposito del cacciatore, il Monster Hunter, vogliamo parlare della relazione che nasce tra i due, di rispetto e amicizia? La sceneggiatura, pur essendo molto semplice, per me riesce a essere abbastanza intelligente e senza buchi di trama evidenti o convalidanti, e il rapporto tra Natalie e il cacciatore ne è la prova.

I due all’inizio non conoscendosi, essendo entrambi autoritari e potenzialmente pericolosi e non parlando nemmeno la stessa lingua, non fanno altro che combattere e catturarsi a vicenda; è solo quando si salvano la vita reciprocamente che iniziano a mettere via le armi a favore almeno della reciproca sopravvivenza. E poi Natalie inizia a insegnargli parole che conosce utilizzando il linguaggio universale dei gesti: il triangolo per indicare la casa, le dita ripetutamente alla bocca per indicare il mangiare e cose del genere.

Mi è piaciuto il loro rapporto.

Un’altra cosa che ho apprezzato non poco sono stati i mostri: enormi, ben pensati e curati nei dettagli! Quelli che mi sono rimasti più impressi, per ovvi motivi, sono tre: i ragni Nerscyllas, il mostro delle sabbie Diablos e il dragone Rathalos. Questi mostri mi dicono sia molto fedeli alle controparti videoludiche e da parte mia li ho trovati veramente interessanti a livello visivo.

Credo che siano i ragni enormi quelli che rimarranno nella memoria più a livello visivo (ma si sa, fanno sempre la loro porca figura in ogni contesto) perché vengono mostrati cacciare, rappresentano la minaccia e la salvezza più grandi e il loro mondo è soffocante e oscuro così come il loro fulmineo attacco. Le loro scene in tutto il film sono quelle che mostrano il passato del regista nei film dell’orrore con ambienti tendenti allo scuro, pieni di resti più o meno appesi e addensati in labirinti costruiti da centinaia di ragnatele; inoltre, fa anche molta paura e ansia come cerchino di entrare nel rifugio di Natalie del Monster Hunter! Come rappresentazione mi hanno portato alla mente la tana di Shelob del Signore degli Anelli ma anche la tana dei figli di lei in Lo Hobbit; un gran lavoro, bella l’idea dei tetti da cui escono di notte.

Ma tutti i mostri fanno la loro figura, il fatto più impressionante è che ho notato una cura maniacale nei dettagli, sono molto fedeli al videogioco, e sono anche molto realistici. Io osservavo gli occhi e rimanevo sbalordito per la cura delle iridi, dei riflessi, delle pagliuzze di colore. Assurdi!

Inoltre, i mostri Diablos e Rathalos mostrano come la pellicola sia rimasta fedele al videogioco: infatti, se li osservi attentamente rispetto a tutte le altre situazioni di pericolo questi due mostri rappresentano i tipici Boss di fine livello!

L’ho notato solo io?

Insomma, Monster Hunter può non essere complicato o studiato a livello di trama, ma a livello visivo e di scene d’azione è spettacolare, l’unico spiegone è ben contestualizzato (a differenza di tanti film fantasy più seri) e presenta una donna forte non perché deve rifarsi della mascolinità tossica di qualcuno ma perché è una donna formata ed esperienza nel suo settore, esperienza che dimostra in svariate occasioni. E nella battaglia finale, al culmine dell’azione, c’è un twist nella trama che mi ha conquistato!

Punta di diamante? Non è lei che dà il colpo di grazia ai mostri perché sa sopravvivere ma in quel mondo, a ragione, non è lei la più esperta e pericolosa.

La canzone del film, che secondo me assume nella trama due significati diversi