The Others: un gotico moderno o un dramma familiare?

Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema gotico con The Others, il classico moderno con Nicole Kidman, diretto da Alejandro Amenábar.
Il film ha il merito di costruire un gotico ambientato nel Secondo Dopoguerra in una villa sperduta, con un cast ridotto (in totale meno di dieci attori) ma dal forte impatto emotivo grazie a idee espressioniste e un’interessante sceneggiatura; pure chi non ama i film gotici lo apprezzerà!

RECENSIONE SPARSA

Il film è un gotico moderno o un dramma familiare?

Nicole Kidman interpreta una donna costretta a vivere con i suoi due figli nella villa isolata in mezzo alla campagna, sempre al buio: i figli sono afflitti da una grave malattia per cui, se esposti a forti sorgenti luminosi (la luce solare), rischiano di morire. Quindi, la donna è costretta a vivere nella luce da sola o al buio con i figli, deve stare attenta a chiudere sempre le porte dietro di sé e come se non bastasse è in lutto per la scomparsa in guerra del marito.
Ad affiancarla all’inizio del film arrivano tre domestici: la governante, la cameriera e il giardiniere. Sarà la governante ad avvicinarsi maggiormente alla donna, aiutando a calmare la psiche ormai fragile di una donna sempre in tensione per la salute dei figli e il mantenimento della tenuta.
Sarà questo nucleo di conviventi a fronteggiare gli intrusi che si aggirano nei dintorni e che violano la loro casa.

Il personaggio di Nicole è fondamentale per il proseguo della vicenda, è su di lei che convertono i personaggi dei figli da una parte e dei domestici dall’altra.
Il film si apre con i titoli di testa mentre lei racconta ai figli una storia. Ma non una storia qualcosa: una storia riguardante Dio e la luce, i temi fondamentali della narrazione. Se da un lato sulla famiglia verte la spada di Damocle rappresentata dalle porte sempre chiuse per nascondere la luce solare, dall’altra il tema religioso e della fede è ciò che scandisce molto spesso i dialoghi.
Inoltre, il film si apre dopo i titoli di testa con i futuri domestici che si dirigono verso la villa per presentarsi alla loro padrona e farsi assumere. Fin da subito, vediamo il portone aprirsi e la figura di Nicole Kidman presentarsi, statuaria; poi, i domestici vengono assunti e man mano che entrano nella villa e salgono le scale per conoscere i ragazzi, la luce si oscura sempre di più.
Sempre luce e oscurità, fede e credenze personali.

Se Nicole è una donna ormai portata al limite di sopportazione, i figli iniziano a ribellarsi – o a maturare. Pur litigando, i due, una bambina e un bambino, sono molto uniti e dialogano riguardo alla fede e al comportamento della madre: instaurano fin da subito un dubbio nello spettatore, che unito ai misteriosi obiettivi dei domestici si ritrova a guardare un thriller calmo ed elegante.
Personalmente, ho tra i due ho preferito la bambina perché l’attrice è molto convincente, ha veri scontri ideologici con la madre e si è ritrovata a proteggere il fratellino in più occasioni. Perché spaventare per far capire il punto è sempre un aiuto.

The Others è un film molto elegante ma estremamente claustrofobico: inquadrature molto strette, angolate tra i cardini delle porte e i corridoi, sempre ritmato dall’aprirsi e il chiudersi delle porte, i personaggi parlano a bassa voce.
Tuttavia, a volte mi è sembrato che per le fonti luminosi diegetiche il film fosse troppo poco scuro. Non so quanta luce facciano le lampade a olio, ma troppa nel film.

Interessante il finale, la scena che dà inizio all’ultimo atto: i bambini si svegliano e urlano perché qualcuno ha tolto dalla loro camera – e da ogni finestra – le tende. Tutto il film si è basato sulla paura della madre che la luce non colpisca i figli, ma lo spettatore per quanto distratto dalla frenesia della scena non può non notare che poi i figli illuminati dal sole stanno benissimo! E quindi? Se volessimo seguire la sceneggiatura, esisterebbero due strade per questo dettaglio:
1) finalmente il film si chiude con la rivelazione finale che sono morti e quindi è solo un’anticipazione degli eventi di qualche minuto dopo
2) dopo i titoli di testa, potevano inserire un prologo in cui uno dei due figli veniva esposto alla luce da vivo e stava male; perché così si parla tanto del problema ma questo non viene mai mostrato
Per come è resa la scena, unita alle riflessioni di solitudine che fa la madre e la ripartenza del padre, mi ha fatto pensare alla gabbia mentale: una situazione di alienazione dalla quale non avrebbero mai potuto uscire da soli. Se non fosse stato per gli intrusi, avrebbero potuto vivere lontano dalla luce solare per sempre! Tutto si ricollega alla fiaba iniziale, fede e luce. Dopotutto, lo dicono loro stessi: “She only believes in what she was told”.

QUALCHE EXTRA DAL DVD

Nicole Kidman è stata il fulcro dei vari casting: dovevano trovare un’attrice per la governante con cui creare una buona chimica, mentre per il personaggio della figlia una ragazzina che non si intimidisse – perché sì, Nicole sarà pure dolce ma quando si incazza con quello sguardo gelido inquieta.

Gli attori dei due bambini inoltre hanno avuto la preparazione più tediosa per le riprese del film. Sapete, se i loro personaggi non vedevano mai il sole non potevano di certo avere la pelle abbronzata. Quindi, prima di partire per Madrid – il luogo delle riprese – per uscire dovevano sempre mettersi la crema protettiva e il berretto; poi a Madrid anche a causa del clima torrido è stata ancora più dura. Porelli!

Alejandro Amenábar ha assunto le figure di sceneggiatore regista del film, e ne ha pure composto la musica.
Ha conosciuto Nicole Kidman grazie a Tom Cruise, ed è rimasto affascinato dallo sguardo sia forte sia fragile allo stesso tempo. Per i bambini era nervoso, era la sua prima volta che collaborava con dei minorenni; e l’attrice della bambina fu molto difficile da trovare, ci vollero più di sei mesi per scegliere quella giusta.
Inoltre, essendo pure il compositore della colonna sonora, ha parlato anche delle musiche e delle esigenze che aveva. Ha parlato di due tipi di musiche: quelle per spaventare e quelle d’atmosfera; ma non capendo bene di musica lascio perdere!

SALUTI

E qui ci salutiamo! Lo so, è stato un viaggio abbastanza sconclusionato ma volevo parlare del film, era nella mia lista di buoni propositi per il 2023, eh! Ora che ho spolpato il DVD, non credo lo rivedrò a breve; sapete, non è che mi piaccia molto. Ciao e alla prossima!

10 film coi vampiri

Buongiorno! Oggi torno a parlare di cinema gotico con una simpatica lista di dieci film accomunati dalla presenza dei vampiri! Il vampiro è una figura molto interessante, figura che ho ospitato nel blog con il mio racconto Tieni, Venere, mia bella Venere. Questa è la seconda parte di una lista, per cui se volete altri film sui vampiri, basta che usiate la ricerca nel blog per parola chiave, che trovate a sinistra nella versione desktop!

Hotel Transylvania. Primo titolo della lista, e già usciamo dal cinema dell’orrore per inoltrarci in quel per famiglie! Perché questo simpatico film d’animazione con un cast stellare alle voci è un piccolo gioiello, una manifesto contro la xenofobia a favore di una visione più aperta e speranzosa verso le nuove generazioni. Simpatica anche la reinterpretazione delle icone del cinema gotico, con Dracula che gestisce l’hotel per soli mostri!

Intervista col vampiro. Uno dei film più iconici e con i vampiri più romantici in circolazione, le fan di Brad Pitt e Tom Cruise gioiscono sempre per il trucco che li ricopre accentuandone tutti i lati positivi! Io della Rice, autrice del libro da cui è tratta la pellicola, ho letto uno dei libri successivi nella stessa saga nel quale compaiono anche questi due vampiri. E poi come dimenticare la bravissima Kirsten Dunst nei panni dell’eterna bambina (e tragica vampira) Claudia?

Vita da vampiro – What we do in the shadows. Esilarante commedia nera firmata Taika Waititi, da cui ora è stata tratta una serie. Nello stile del mockumentary, racconta la vita notturna di un gruppo di vampiri di differenti epoche che accettano di farsi filmare nella loro vita quotidiana. Sangue, massacri, feste per soli mostri e un esplicito riferimento vampiresco al Nosferatu del ’22! Ma tranquilli, nessun documentarista è stato sacrificato alla causa per il film (non posso dire lo stesso per le vittime…). Da recuperare assolutamente!

Underworld. Ho visto il primo film, la Beckinsale figa e brava, ma non ho fatto follie. Poi non amo quei film che ad ogni capitolo della saga cambiano i personaggi secondari e pure quelli primari tranne la protagonista, infatti pure la saga di RE dopo il primo film non la guardo mai. Carino, niente di che. Bella la fotografia e bello il trucco.

Dal tramonto all’alba. Iconico, iconica Salma Hayek con la sua danza, iconico Tarantino che recita al posto di dirigere. Ma alla regia c’è Rodriguez, e quindi sparatorie, sangue e un bel massacro! Non che Tarantino non sia da meno, ma hanno stili completamente diversi, diciamo che Tarantino lo vedo più contenuto nelle stragi! Un film stupendo, tanto sangue ma vanta i vampiri più originali tra quelli della lista! Perché alla fine, il vampiro è pur sempre legato all’Empusa e il fatto di accostare un locale di spogliarelli alla trappola perfetta orchestrata un gruppo di vampiri dimostra che gli autori lo hanno capito benissimo!

Nosferatu. Dopo averlo citato in un altro film, eccolo qui il capolavoro di Murnau! Film espressionista, l’anno scorso ha compiuto i 100 anni! Il vampiro qui è un demone portatore di malattie, ben lontano dall’iconografia del romantico dannato! Capolavoro.

La leggenda dei 7 vampiri d’oro. Vi avverto, qui si scade prepotentemente nel cinema di serie B (infatti la casa di produzione è la Hammer). A me è piaciuto perché unisce le leggende occidentali con le tradizioni dell’oriente. Pure la rappresentazione dei vampiri è interessante: rapiscono bellissime fanciulle dai villaggi vicini per omaggiare Dracula, dragando il loro sangue dalle tavole su le pongono e facendo confluire il sangue in un enorme calderone. Non potete negare l’idea scenografica e soprattutto vincente. Poi nel cast, tra i salvatori, c’è pure Peter Cushing!

Eat locals. Altra commedia nera, questa volta con humour inglese e nella contemporaneità. Un gruppo di vampiri si riunisce dopo tot anni per discutere la spartizione del territorio, da qui si capisce che i vampiri vivono secondo una gerarchia e regole precise. Nel mentre, un esercito li sta sorvegliando per massacrarli sotto la guida della Chiesa. E nella storia c’è pure l’obbligo dell’esercito di lasciarne vivo almeno uno per i fini misteriosi di una casa farmaceutica. Come sopravvivranno i vampiri e il ragazzotto ingenuo che l’affascinante vampira si è portata dietro? Tante risate assicurate!

Vampires vs The Bronx. Altro film ambientato ai giorni nostri, questa pellicola per famiglie riprende il topos secondo il quale i vampiri non possono entrare in un luogo se non invitati (o non lo possiedono). I protagonisti della vicenda sono tre ragazzini neri del Bronx che notano un incremento inquietante delle sparizioni, sparizioni che coinvolgono equamente negozianti e criminali del quartiere. Nessuno gli crede, allora saranno i tre ragazzi a indagare in una commedia simpatica che dimostra quanto il tema dei vampiri possa ancora essere rielaborato.

Day shift. Torniamo al cinema per adulti con un film d’azione con battute sferzanti e scene abbastanza inquietanti. Il protagonista, sempre ai giorni nostri, come lavoro segreto è un cacciatore di vampiri che lavoro nel turno diurno per un’agenzia americana. Effetti speciali bellini, bel numero di morti e un finale carino (ma che non spiega molte cose). Da guardare per Jamie Foxx e il suo esilarante collega, interpretato da Dave Franco.

Ed eccoci qui alla fine dell’articolo! Conoscete tutti i film della lista? Alcuni li ho visti in tv, altri spulciando il catalogo Netflix, qualche titolo su Raiplay e Nosferatu su YT! Ciao!

Pet Sematary

Buongiorno, oggi voglio parlare della mia terza lettura kinghiana: Pet Sematary, che ho percepito come un dramma familiare che sfortunatamente è scaduto nell’orrore. Una lettura molto bella e scorrevole, lo consiglio.^^

pet sematary

Trama:

Il dottor Louis Creed ha appena accettato l’incarico di direttore sanitario dell’Università del Maine, e con un certo entusiasmo: posizione di prestigio, magnifica villa di campagna dove Eileen e Gage, i suoi bambini, possono crescere tranquilli, vicini gentili e generosi in una cittadina idilliaca lontana dal caos metropolitano. Persino Winston Churchill, detto Church, il loro pigro e inseparabile gattone, sembra subito godere dei vantaggi della nuova situazione. Ben presto, però, la serena esistenza dei Creed viene sconvolta da una serie di episodi inquietanti.

Commento:

Questo mi è stato consigliato caldamente da chiunque apprezzi lo scrittore Stephen King anche se sono stato avvertito di leggerlo a piccole dosi per gli argomenti trattati al suo interno: morte, lutto familiare e in minima parte moralità etica. Ciononostante, finiti gli esami me lo sono spolpato velocemente nel tempo libero.

Articolato in tre parti,  più l’epilogo, questo romanzo sembra trattare tre storie diverse per temi e ritmi per ciascuna: prima si ha la famigliola felice e la costruzione della tragedia, quindi la tragedia si scatena sulla famiglia distruggendone il felice equilibrio per poi concludersi nell’ultima parte. La scrittura è sempre molto colloquiale, lo stile è informale, certe volte il narratore onnisciente sembra leggere dentro l’animo dei suoi personaggi e da ciò deriva una lettura profondamente immersiva, anche se nella parte del lutto familiare quasi morbosa.

I personaggi sono tutti delineati con le loro funzioni all’interno del racconto anche se alla fine l’unico a cui mi sia veramente affezionato è Church: micione affettuoso prima ed essere certe volte in cerca di affetto dopo, è la vera vittima della faccenda; veramente, gli ho voluto bene e mi si è spezzato il cuore quando tutti lo trattavano male soprattutto perché lui non ha colpe e in ogni caso era rimasto fedele alla famiglia fino alla fine! Povero piccolo Church, altro che Gage! Della prima parte la voce narrante più interessante ovviamente è Louis mentre nella seconda è il dolore di Rachel, anche se molte volte viene messo in secondo piano.

Secondo me l’ambientazione è fatta molto bene, riusciamo a vedere molto bene i boschi in cui i personaggi sono immersi, sia che siano quelli spettrali governati da fuochi sinistri e gigantesche figure demoniache sia quelli umani come l’aperta ostilità di Irwin verso Louis che sicuramente ha appesantito ulteriormente gli animi. Molto bella la descrizione della casa di Jud verso la fine del terzo grande capitolo del libro, veramente inquietante!

Insomma, un bel libro facile da leggere e che dà tanto. Consigliatissimo anche se avrei tolto la parte del cimitero demoniaco e lo avrei un dramma in toto.

Black Mirror lives!

Il Governo cinese sta sviluppando un grande database che attribuirà a tutti i cittadini un punteggio in base a competenze, comportamenti, errori e relazioni!

Un «social credit», un punteggio social per tutti gli utenti registrati. I telefilm diventano realtà in Cina, dove il governo sta progettando e costruendo un sistema «onnipotente» per «schedare» e dare un voto alla credibilità di ogni utente social.

Entro il 2020, ogni cittadino cinese sarà obbligatoriamente inserito in un gigante database nazionale che conterrà informazioni personali, fiscali e politiche, incluse piccole «violazioni» della legge, tasse pagate o non pagate, che contribuiranno a calcolare un punteggio dedicato e inserire l’individuo nella classifica globale dei cittadini. Un esempio? Salire su un mezzo senza biglietto farà perdere punti, avere una laurea con un ottimo voto finale ne farà guadagnare e così via.

Meglio cercare di stare simpatici a tutti. Proprio come accade in una puntata di Black Mirror, serie televisiva britannica che muove grandi critiche alle nuove tecnologie (il titolo si riferisce allo schermo nero di ogni televisore, monitor o smartphone), gli utenti saranno infatti incoraggiati a dare punteggi o critiche ad amici, conoscenti e colleghi.

Al sistema sono state già mosse critiche di ogni genere: da molti è considerato orwelliano o lesivo dei diritti personali. In effetti, pensate a una vita costantemente, non solo monitorata, ma giudicata con un punteggio che varia in base a rapporti, azioni, successi e fallimenti. Del resto il finale della puntata Caduta libera, che racconta la storia di una donna che tenta una disperata scalata sociale migliorando il suo social rating è eloquente… E ora la Caduta libera, immaginazione fantascientifica di un regista, sta per diventare realtà.

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Fonte

Vedi questo articolo per la puntata, avevo scritto un piccolo commento mesi fa.

It, miniserie televisiva

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Ho recentemente guardato questa bella miniserie televisiva e devo dire che mi è piaciuta molto, anche se ovviamente la mia esperienza da spettatore è stata inquinata da diversi fattori: lo ho visto dopo molti anni dalla sua originale pubblicazione, ho avuto esperienze con film horror molto più intensi, non ho letto il libro e molte scene famose le conoscevo già.

Quindi il mio commento è solo su ciò che ho visto, prendendolo come opera a sé.

Questa miniserie, vista come un unico film da tre ore, mi è piaciuta molto perché mostrava quanto It sia un fenomeno legato alla nostra intimità, alle nostre paure più grandi e alla nostra infanzia. Almeno io lo ho inteso così. Mi ha sorpreso come hanno utilizzato i due spazi narrativi, molto distanti nel tempo: vedere che hanno impostato la storia dei bambini come un ricordo degli adulti mi ha subito dato un’atmosfera di mistero e notare come i Perdenti dopo trent’anni si rifiutano di chiedere l’aiuto di altri esterni alla vicenda mi ha fatto pensare che It sia proprio qualcosa di intimo, di loro, che faccia parte della città e quindi sia intimo, inalienabile.

Tim Curry è perfetto per interpretare Pennywise. Il suo aspetto da similumano è estremamente empatico e simpatico, la voce di Carlo Reali è calda, amichevole ma anche strana e minacciosa a tratti, quando deve. Quando si presenta alla prima vittima sembra veramente bonaccione, quasi uno spirito paterno, ma in verità è solo un’emanazione delle nostre peggiori paure: infatti, nessuno sano di mente conosce la sua vera forma. Credo che mi abbia fatto più impressione quando rapisce Audra, che è ipnotico con gli occhi illuminati dalla cosiddetta Luce dei Morti.

Come metro di giudizio solo quello che ho visto nel film, i personaggi dei Perdenti mi sono piaciuti abbastanza. Sicuramente quello più carismatico è Bill, ma comunque dovrebbe esserlo essendo lui il capobanda, colui che ha un motivo personale per odiare It e la mente attiva del gruppo. D’altra parte, ho odiato Stan bambino perché a differenza degli altri non ha valori spirituali o affettivi con cui combattere il mostro, ma solo il suo dovere di Scout, che conoscendo l’organizzazione è razionale contro un essere irrazionale. Eddie invece mi ha allarmato nella versione adulto: non si è mai fatto una famiglia? Nemmeno fidanzato? Era ovvio che nella miniserie sarebbe stato il secondo a morire perché prima muore quello senza difese mentali contro le proprie paure e poi ovviamente quello che non è riuscito ad andare avanti, quello senza una vita al di fuori dell’infanzia. Beverly è perfetta, la femminilità del gruppo in entrambe le versioni, forse un poco troppo intima con gli altri ma ok.

Le scene che mi sono piaciute, oltre alla scena famosa di George, più sono:

-la scena della foto di George; non mi aspettavo che si muovesse!!

-il già citato rapimento di Audra: ipnotico e inquietante il clown ma incredibili gli occhi;

-la scena delle docce, che mi ricorda molto Nightmare 2;

-quando Mike adulto si risveglia in biblioteca e vede le orme strane e poi il palloncino al suo fianco;

-quando entrano nelle fogne e vedono i tunnel da cui esce l’acqua; ispirazione per Harry Potter 2?

Alla fine raccomando a tutti questa miniserie anche solo perché ha avuto il merito di far conoscere ai più l’opera di King anche se semplificata e quindi anche se presenta omissioni e forti semplificazioni; il messaggio di It come qualcosa di intimo all’uomo e legato all’infanzia c’è e anche il più della storia. Poi ovviamente è un’opera vacchiotta, fatta con un altro spirito e adattatasi alla televisione.^^

Prima prova

caprone

Ciao^^

Oggi ho svolto la prima prova di maturità; per chi ha sentito le tracce al TG può capire subito dall’immagine che ho scelto quale è stata la prova di letteratura scelta per testare la mia maturità in italiano. (Che frase contorta ho scritto.)

Ebbene sì! Non sapendo scrivere un benedetto saggio breve o un articolo decenti, ho sempre optato per una semplice analisi del testo in cui, come dice la mia prof di italiano, qualcosa si riesce sempre a fare. Molto facile, devo dire; molto facile? Lo spero, spero di non avere fatto un disastro! Ma la poesia era facile, Versicoli quasi ecologici, e le domande ripetitive… forse l’approfondimento è andato male, ma vabbeh! Non si può avere tutto.

Giorgio Caproni, autore non studiato e nemmeno sentito nominare, grazie^^

 

Versicoli+quasi+ecologici

Che bello l’Enpa di Treviso, che è sovvenzionato^^

Ecco a voi alcuni messaggi che ho collezionato per farvi capire la situazione orribile, cafona e dittatoriale.

una ragazza che si è lamentata:

Oggi chiamo l’ Empa x aiutare un cagnolino a sopravvivere senza dover essere abbandonato o soppresso e la risposta della volontaria molto sgarbata qual’e’ stata?? Non possiamo prenderlo richiama domani che ci mandi una foto e vediamo se qualcuno lo vuole…ma scherziamo??? Serve aiuto subito non forse e in pericolo cosa devo fare???

Un uomo  che apprezza l’Enpa:

Le persone che si lamentano possono sempre adottare un peluche.
Che giusto quello siete capaci di tenere al sicuro.
Capre.

 

Una donna che si lamenta:

C’è gente maleducata e con manie di protagonismo tra i volontari…poco pazienti e impertinenti e qsto non credo faccia del bene alla CAUSA!

Una donna che apprezza l’Enpa:

5 stelle per i volontari che si sono rifiutati di dare in adozione i cagnolini alle persone che hanno votato con due o una stella perche’ dei volontari e ribadisco volontari hanno rifiutato inquanto gli animali avrebbero dormito fuori! Il cane/gatto sono animali da famiglia, vanno trattati come una membro della stessa, ma voi mettereste i vostri figli a dormire in giardino? Sotto la tettoia dell’auto? In una cuccia quando di notte la temperatura invernale arriva anche a meno 5 gradi? Non credo, quindi nemmeno i nostri amici a quattro zampe! Il mio Ciko dorme a letto ma questa e’ una sua scelta approvata da noi, in ogni caso potrebbe almeno dormire in una poltrona o in un suo cuscinone ma dentro casa come tutti i cristiani!!!!!! Chiunque faccia qualcosa di buono per gli animali abbandonati merita 5 stelle e 10 con lode ……. far dormire fuori gli animali ……ZERO! Non li meritate!

Una donna lavoratrice:

Non mi hanno dato un cagnolino perché vivo in appartamento con il terrazzo…e lavoro.

Un uomo:

Non mi è stata concessa l’adozione di un pastore tedesco nato e cresciuto in canile perché la notte avrebbe dormito fuori.

Un uomo che apprezza l’Enpa:

Oggi siamo stati al rifugio e devo dire che le volontarie sanno fare bene il loro lavoro, si occupano con passione e tanto amore dei loro ospiti a quattro zampe e se a volte sembrano severe è proprio perché amano quelle bestiole e vogliono essere sicure che le famiglie a cui vengono affidati siano a posto !

Una donna con già un gatto da anni:

Molto delusa dal comportamento dell’associazione. Volevo adottare un gattino (tra l’altro zoppo) e non mi è mai arrivato perché la volontaria, quando mi ero proposta di adottarlo,mi aveva risposto acidamente e nonostante le avessi dato i dati e assicurato delle ottime condizioni di casa mia e di chi vi abita,mi ha detto che probabilmente non me lo avrebbero portato perché ” hai un giardino troppo grande e abiti di fronte ad una strada trafficata”.

Pensiero di un VETERINARIO:

Per me, prendersi cura di un animale vuol dire anche fargli vivere la sua vita da animale. E’ vero che puoi considerarlo un membro della famiglia ma un animale è un animale.
Stanno esagerando e non sarebbe compito loro indagare in questo modo.

 

E non bisogna dimenticarsi che… sì! Enpa di Treviso riceve tante sovvenzioni quanti sono i cani!