Consiglio 5 film: Giugno

Buongiorno e buona estate a tutti! Ormai manca veramente poco al mio ritorno a Roma per un nuovo corso-laboratorio di cinema e credo che questo sarà un grande incentivo al miglioramento del blog: è un laboratorio sulla critica cinematografica!!

Comunque, tornando ad argomenti più terreni, Giugno è finalmente passato e quindi, come ogni mese, porto con me una lista di 5 film secondo me meritevoli di essere consigliati ad altri appassionati di cinema e film come me! Questa volta è stata dura, i capolavori in gioco erano tanti ma alla fine ho fatto la mia scelta: dopotutto, queste liste sono sempre soggettive!

Ecco, iniziamo:

Green Book. Deve averlo visto negli ultimi due mesi almeno 4 volte ma sai, se voglio fare un bell’articolo lunghetto è il minimo; e ne è valsa la pena, visto che il post è tra i più letti del mese! A me del film piace la chimica e la sinergia tra i due protagonisti e di come la discriminazione in senso generale venga portata con assolute freschezza e semplicità colpendo però a fondo lo spettatore.

Cube- Il cubo. Uno degli horror italiani più famosi degli ultimi 30 anni (è del’97) ne avevo sempre sentito parlare ma solo ora sono riuscito a guardarlo. Che dire, non sembra ma è tutto orrore psicologico, claustrofobico, intelligente. Cosa siamo capaci di fare se rinchiusi in gabbia, cosa possiamo fare se capiamo che l’unico modo per fuggire è sopraffare gli altri mentre gli altri hanno capito che siamo noi il vero pericolo? Ecco, il film mi ha fatto capire quanto sia importante la matematica; LOL.

The Rocky Horror Picture Show. Cult queer e dell’orrore con grandiosi rimandi a Frankenstein, di cui ho parlato sul blog qui. Che dire, le canzoni sono iconiche, è un inno alla libertà dalle costrizioni sociali. La location poi è stupenda, molto curata ma in grado di dare un senso di straniamento che caratterizza i personaggi e spoilera forse il finale. Le mie due canzoni preferite sono The Time Warp e Touch-a, Touch-a, Touch-a Touch Me, che metto a fine post sotto. Recentemente è stato fatto un remake ma ha perso la carica erotica e provocatoria, divenendo molto più casto e triste e dimenticabile!

Gosford Park. Un film storico elegante e discreto, un cast stellare su cui brillano Maggie Smith (nel tipico suo ruolo della vecchia acida ma simpatica) e Helen Mirren. Ho apprezzato molto la sceneggiatura in generale e nel particolare il fatto che il film non si concentri sull’omicidio – e quindi sull’arresto dell’assassino – ma invece sull’approfondimento dei misteri e quindi dei personaggi. Molto bello e con un’aura di fascino per nulla trascurabile, un capolavoro!

Apocalypse Now, final cut. Che dire? E’ stressante, emotivamente spossante, fisicamente stancante, una gita di 3 fottutissime ore negli orrori della guerra. Qui viene spiegato tutto, esistono personaggi tutti pazzi, sanguinari o insanguinati, con sangue proprio e altrui a ricoprirne le carni e i vestiti. Vedere quest’orrore deve essere un’esperienza che ogni cinefilo e cittadino del mondo dovrebbe fare almeno una volta nella vita. Avrei tante cose da dire ma per un film tanto intenso, andrebbero a vuoto. Dico solo una cosa: CAPOLAVORO.

Link al mio post su Green Book: qui

Link al mio post su Frankenstein: qui

Chi la riconosce???

Ecco, siamo arrivati alla fine del post. Su IG ieri avevo pubblicato le nominations dei film in gara per la mia lista di inizio mese, per cui vi consiglio di seguirmi: mi trovate come austindove_blog98 e lì pubblico anche recensioni di libri, che non trovate quasi mai sul mio blog perché sono troppe immagini per le copertine.

Grazie e buona estate a tutti, buon Luglio e fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate delle mie proposte! Ciaone e alla prossima.^^

Green Book

Green Book è un dramma storico che tratta di temi come il razzismo e velatamente l’omofobia raccontando la storia di un’amicizia costruita sul rispetto reciproco tra l’autista e buttafuori Tony Vallelonga e il musicista Don Shirley: infatti, questa è una storia vera e quindi si tratta di un film biografico!

La forza di Green Book risiede nei messaggi che trasmette, come li trasmette ma soprattutto nella coppia di protagonisti che si completano e migliorano a vicenda.

Il protagonista:

Il protagonista assoluto è Tony Vallelonga, interpretato da un Viggo Mortensen in formissima, capace di delineare un uomo dai sani principi ma dal comportamento buono anche se rude, dai grandi muscoli con cui lavora alacremente facendosi rispettare ma anche caratterizzato da un sano appetito e la passione per il cibo. Di famiglia italo-americana, è doppiato con un forte accento del sud Italia.

Mi è piaciuto come Tony Vallelonga sia un ottimo lavoratore, all’apparenza docile ma in verità capace benissimo di picchiare a sangue, far piangere lo sventurato di turno e maneggiare una pistola. Pur essendo sempre mostrato con del cibo in mano o dichiarante la propria semplicità di uomo, cerca sempre di restare nella legalità (pur con qualche trucchetto) e svolge il suo lavoro con molta attenzione, cercando la miglior paga per nutrire la propria famigliola.

Durante la narrazione, in Tony avviene un lungo e graduale percorso di miglioramento: all’inizio era mostrato con forti tendenze razziste e diffidenti, capace di buttare due bicchieri per l’acqua solo perché offerti dalla moglie e usati dai tecnici neri che avevano lavorato in casa sua; alla fine, invece, non solo difende più volte il suo ‘capo’ da diverse minacce ma lo invita a casa propria per la cena della Vigilia di Natale. Tony in sé non è volutamente discriminatorio verso gli altri ma anzi è il classico esempio di una mente semplice indottrinata dalla cultura che la circonda e la nutre: non capisce cosa sia fino a fondo il razzismo che Don Shirley subisce, usa molti stereotipi e luoghi comuni, manca di rispetto facendo battute di dubbio gusto. Ma conoscendo meglio il musicista e soprattutto parlandoci e osservando di persona ciò che gli viene fatto, pian piano gradualmente (e non improvvisamente, per fortuna) cambia.

Il coprotagonista:

Don Shirley è un musicista che, nella sua prima apparizione su schermo, viene presentato riccamente vestito in un appartamento riccamente adornato di ricchezze da tutto il mondo. Molto posato e forbito, ha un carattere riservato e durante la narrazione capiamo perché.

Il suo personaggio l’ho trovato molto coraggioso, anzi, il musicista vero doveva essere molto coraggioso: queer e nero è voluto andare a suonare nel profondo sud dell’America!

Inoltre, la solitudine che permea questo uomo è risaltata in una scena emblematica, quando la macchina si impanna davanti ai coltivatori neri: qui si sente il profondo disagio che divide lui e gli altri, ampliato anche dal fatto che i due gruppi di persone non sono mai mostrati insieme nella stessa inquadratura finché Don è all’aperto esposto ai loro sguardi ma c’è un’inquadratura di loro insieme solo quando lui è rientrato nella macchina ed essa riparte.

Un’ultima riflessione sul personaggio. Mi ha profondamente colpito come sia usato quasi come una scimmietta ammaestrata dai ricchi aristocratici razzisti; gli riservano ogni onore quando impersona il grande musicista ma poi lo disprezzano in quanto ‘negro’. Una volta è tornato in hotel per andare in un bagno decente, un’altra si è rifiutato di suonare perché non gli concedevano di cenare nel ristorante per bianchi assieme ai suoi colleghi e amici; ed entrambe queste due volte erano precedute da immensi elogi ed onori da parte del personale e degli ospiti del luogo!

Una sintesi veramente semplice e chiara del razzismo dell’epoca, capace di colpire nel profondo.

Come lavorano insieme i due personaggi insieme:

La coppia protagonista lavora molto sinergicamente in un rapporto simbiotico: a Don serve protezione, sia fisica che psicologica, a Tony invece la cultura sia scolare (per esempio le lettere) sia umana per come rapportarsi alla diversità.

Insieme i due si completano a vicenda ed è sul loro rapporto che si basa il film. Nella gif che ho scelto secondo me si nota benissimo il divario stilistico e culturale tra i due, infatti, la scena mostra una delle loro sedute a chiacchierare e l’opinione che Don ha delle lettere che Tony scrive alla moglie (interpretata da una bravissima ed espressiva Linda Cardellini); il bello è che la cosa non finisce qui per mostrare la superiorità intellettuale del musicista ma continua con l’artista che aiuta il suo autista a migliorare la propria scrittura!

Ed è su questo rapporto di mutuo aiuto che si basa il film!

Un altro momento del loro rapporto che mi è piaciuto è come Tony vada a salvare un ‘frocio negro’ in più di un’occasione perché ha osato avventurarsi in pub per bianchi ed è stato arrestato dalla polizia per atti osceni (?). In quei momenti Tony avrebbe potuto anche licenziarsi o prendere le distanza da Don ma invece lo capisce e rafforza, cercando di stimolarlo a livello sociale dopo averlo finalmente compreso.

E poi, quanto sono simpatiche le loro interazioni in macchina?

L’atmosfera che si respira:

Sono gli anni ’60 e ho adorato gli interni dei locali, i costumi ma non le tradizioni.

Nel film si sente una forte aura opprimente soprattutto perché per quasi tutta la sua durata i due protagonisti sono due pesci fuori dall’acqua: solo nel locale jazz Don riuscirà a esprimere se stesso e non essere discriminato ed è nella propria famiglia che Tony sorride e si rilassa.

Si sentono un forte classismo e una grande ipocrisia di fondo che permeano sia i protagonisti sia i personaggi secondari sia il mondo circostante: tutti vogliono apparire ciò che non sono, apparire al meglio e fare bella figura. Come Don che appare seduto glorioso su un trono ma che poi è solo, come Tony che dice che ha amici neri ma che poi è innatamente e involontariamente razzista, come gli spettatori di Don che prima lo elogiano e poi gli ricordano che è di una razza inferiore.

Per me l’esempio di razzismo più eclatante ma indiretto e non mostrato con visibilità avviene quando Tony e Don fanno per entrare nel negozio di alta moda: quando passano accanto a due donne bianche, esse li osservano di sottecchi borbottando e infatti, per evidenziare questo particolare, ci viene mostrato un altro nero che per non passare accanto alle due donne deve attraversare la strada e cambiare marciapiede!

Conclusioni:

Questo film ha trionfato agli Oscar e ai Golden Globe anche se leggendo Wikipedia ha ricevuto alcune critiche sul rapporto umano dei due protagonisti (c’è chi dice non fossero amici e chi sì) e che alla fine il film sia razzista perché mostra l’arco di cambiamento di un bigotto a nuova luce.

Personalmente a me il film è piaciuto molto, comunque trasmette un bel messaggio e ricorda in ogni caso un artista che ha osato veramente tanto mettendo a rischio la propria vita e facendo quasi della propaganda antirazzista. Non sapremo mai esattamente quale sia stato il loro rapporto e quanto ci sia di vero nella pellicola, ma io mi sento di consigliare di guardare Green Book perché riesce a parlare di temi importanti senza sembrare pesante e i due attori protagonisti sono molto bravi.

Peccato solo che Viggo non abbia vinto agli Oscar e ai Golden Globe!