Perché fare o parlare di cinema? Cosa abbiamo da dire?

Buongiorno! Oggi torno con una riflessione, un po’ come quella che feci tempo fa sulle nostre ossessioni. In pratica, il prof di mestieri, detentore dell’unica abilità di farci sentire caprette brucanti, ci ha posto questa domanda: perché vogliamo fare cinema? Cosa ci spinge e cosa abbiamo da dire?

Il prof poi continuava affermando che nel cinema esistono tante professioni ma tutte sono accomunate dalle 4T: Talento, Tempestività, Team e Testardaggine. Non possiamo nemmeno immaginare una carriera nel mondo del cinema se deficiamo di una di queste caratteristiche.
Nel senso.
Uno sceneggiatore collabora con più figure, ma lavora per non vedere mai realizzata la propria da sé ma solo da altri; non può essere tutto ego, quindi. Il regista e il direttore della fotografia devono essere in grado di gestire reparti interi, devono essere capaci di prendere decisioni.

Da quello che ho capito, chiunque nel cinema deve riuscire a collaborare con gli altri ma anche avere una propria idea di cinema e dell’opera a cui sta lavorando in quel momento. Deve avere qualcosa da dire, in pratica.

E io cosa ho da dire?

Per rispondere uso le solite due cose affermazioni che cito di solito:
1. Scrivo perché non so disegnare
2. Sono stato ai Campi Scout e Vecchio Lupo per anni per regalare anni migliori dei miei agli adolescenti e ai bambini

Già con queste affermazioni secondo me ho detto tutto. Il mio desiderio è imparare a comunicare quello che ho in testa, riuscire finalmente a trovare immagini capaci di trasmettere le mie riflessioni. Io mi sono appassionato a molti generi, che possono anche essere piuttosto differenti tra di loro, e mi piacerebbe un giorno contribuire alla causa di quei generi facendo in modo che anche altre persone si possano appassionarvi. Non dico regista o sceneggiatore, ma anche come giornalista o critico, come insegnante, come colui che riesce a far scoprire un lato nuovo del film.
Un po’ per questo motivo mi piacerebbe lavorare in una libreria, una videoteca o in un cinema. Per questo motivo un pochino romantico.

Dopotutto, nei miei racconti ho sempre privilegiato il mio lato di utente, mettendo al centro dei soggetti le ossessioni di quei periodi: Pokémon, letteratura e cinematografia horror come metafora, videogiochi vari e storie mai vissute. E se un giorno riuscissi a dare una storia che possa appassionare altre persone, venendo pagato nel farlo? Non dico una storia mia (ma saria beo eh!) ma in generale.

Emozionante non trovate?

Per concludere, vi lascio una piccola soddisfazione: abbiamo corretto dei lavori che dovevamo fare per scritture, cosette piuttosto infami.
Il mio lavoro, a parte uno o due errori di grammatica (ma mica avevo un editore o un capo che mi controllava prima delle pubblicazione, eh) e un appunto sulle ripetizioni, appunto che io non approvo (a me piacciono molto)… il mio lavoro come dicevo è andato piuttosto bene. Meglio del 90% degli altri lavori, per dire! Beh, sono soddisfazioni, no?^^

Che poi, cosa vuol dire essere uomo?

Non capisco perché una ragazza possa giocare a calcio ma un ragazzo non possa imparare a truccare. Me lo chiedo perché sui siti di giochi online i trucchi, i vestiti, i capelli sono tutti giochi da ragazze e quindi proibiti ai ragazzi non da una regola precisa ma dal buon costume: bisogna inculcare nella loro testolina che l’uomo non deve avere paura di prendere decisioni e deve essere virile. Che poi, cosa vuol dire essere uomo?

Secondo me, i bambini dovrebbero disegnare maggiormente, guardare cartoni con una grafica migliore come i vecchi anime o i cartoni anni 2000 o ancora meglio quelli disegnati a mano, dovrebbero allenare l’occhio al colore perché sennò lo perderanno e da grandicelli non sapranno neanche disegnare una mucca. E ho visto che succede facendo l’animatore in quella fascia d’età.

Ecco.

Avrò fatto abbinamenti osceni ma comunque mi sento soddisfatto perché ho allenato l’occhio agli abbinamenti cromatici e forse un giorno farò lavori artistici meno banali e brutti ma invece più originali.

 

La diva del tubo

Ciao^^

Ho iniziato a seguire questa youtuber qualche giorno fa, dopo averla scoperta per alcuni battibecchi che lei ha avuto con un’altra youtuber che seguo. Molti la insultano perché si è costruita su YT un personaggio molto sessualizzato o perché ha delle teorie che non seguono proprio la massa ma che comunque nel suo contesto riesco a capire; oppure perché non è bella, o meglio non è la tipica bellezza che siamo soliti apprezzare in musica, cinema e moda.

Ma io non capisco perché venga insultata.

D’accordo, non è una santa. Continua a mostrare le tette e il lato B. Ma dove? Molto meglio delle attrici dei film dei cinepanettoni che lo fanno in pellicole anche adatte ai bambini! Molti dicono che ha un comportamento scorretto e contro la legge, oltre a opinioni a dir poco discutibili; anche qui no: il suo canale non è un confessionale ma un canale d’intrattenimento e quindi non è detto che ciò che afferma nei video lo faccia sul serio. Ultima cosa. Lei si fa chiamare la Diva del Tubo perché si sente la diva di YouTube; che c’è di male? Perché tutti le dicono che è cessa e troia? In primis, esistono diverse tipi di dive; poi non bisogna essere belle per sentirsi dive, comunque secondo me vuole trasmettere un bel messaggio sulla bellezza fisica; e poi, è brava anche solo perché anche se brutta lei nel suo canale ci mette la faccia ogni giorno e secondo me è apprezzabile anche solo per questo. E per i contenuti: lei si è costruita un’immagine e quindi farà discorsi che siano coerenti; tuttavia, se non si cercano i video più superficiali (chirurgie varie, canzoni, shopping o mostra del corpo) si possono trovare anche alcuni con visioni sociali molto interessanti e consigli molto utili.

La Diva del Tubo non sarà la perfezione ma è una buona youtuber.^^

diva del tubo.png

Vacanza vs studio

La definizione che offre il Treccani è:

Intervallo di riposo, di uno o più giorni, che, nella ricorrenza di una festività o per altra circostanza, viene concesso agli studenti e agli impiegati, mentre le scuole e gli uffici rimangono chiusi.

Se è un periodo di rilassamento dal lavoro (e il lavoro dello studente è studiare), perché si è sempre oberati di compiti, anche durante un breve intervallo dalla scuola? E se sono in quinta, perché la professoressa (o sarebbe meglio chiamarla maestrina a questo punto) ci impone di correggere i compiti per casa?

Questo contrasto ormai mi ha stufato. Oltre al fatto che la prof e io ci odiamo, mi secca che non ci dia fiducia: siamo maggiorenni solo per votare e la prigione, per il resto siamo ancora bambini. Ed è frustrante.

In pratica, oggi è successo che ha corretto i compiti di latino e italiano e non avevo nulla (chi controlla il primo giorno, poi??). Poi la prof ha scoperto che ero in buona compagnia  e da allora la mattinata con lei (ben tre ore su sei avevamo) è declinata nell’Inferno.

Cosa ne pensi? E’ giusto dare compiti assurdi devastando il giusto riposo dello studente, considerando che la prof si fa invece la sua bella vacanza?

Il gatto, per gli Indiani Pawnee, rappresenta:…

Per gli Indiani Pawnee dell’America del Nord, il gatto selvatico è un simbolo di destrezza, di riflessione e di ingegnosità; per questo è ritenuto un animale sacro, che non può essere ucciso se non per fini religiose e secondo certi riti.

Dalla destrezza e dell’ingegnosità si passa al dono della chiaroveggenza; per questo nell’Africa centrale molti sacchetti per le medicine sono fatti di pelle di gatto selvatico.

Fonte: “DiziOLYMPUS DIGITAL CAMERAonario dei simboli” di Jean Chevalier e Alain Gheerbrant

Splendore

Fuochi d’artificio

Eccolo