Serie televisive: il mio rapporto

Buongiorno, oggi torniamo a parlare di serie televisive! O meglio, delle serie che ho guardato maggiormente nell’ultimo periodo. Come al solito, si spazia dalla comicità al poliziesco, per intervalli di spensieratezza in una vita stressata.

The Goldbergs. Complice la mia Nuzlocke (per ora fallimentare) di Pokémon Bianco, sto passando molto tempo davanti alla televisione nel primissimo pomeriggio e quindi ho iniziato a guardare la sitcom per famiglie per diverse stagioni con più episodi al giorno. La sitcom è veramente bellina e mi fa ridere tanto, anche grazie alla madre iperprotettiva e invadente, che in un certo senso mi ricorda la mia cara mammina durante la mia adolescenza.

Criminal minds, ottava stagione. Pur senza la mia amata Emily e troppo antica per il personaggio della brillante Tara, mi sono guardato gli episodi prima di pranzo, quando potevo. Blake è l’agente della stagione, su cui si concentra la trama orizzontale della stagione. Simpatica ma ho preferito altri personaggi, non c’è mai stata tanta chimica.

Mom, sesta e settima stagione. Guardare Mom e assistere alle positive relazioni interpersonali delle sue donne è molto rincuorante per me: loro erano alcoliste e si stanno risollevando dal punto sociale e affettivo, quindi anche per me che sono meno problematico c’è speranza vero? Se all’inizio della serie era il personaggio di Anna Faris il punto focale, è chiaro che con il tempo la magistrale Allison Brooks Janney è riuscita a rubarle la scena! Lei è difettosa, ma ci mette tutto l’impegno lottando tra orgoglio e testardaggine; adoro.

Cold case. Subito dopo Criminal minds c’era questa serie televisiva e pian piano le ho dato una possibilità. Ho trovato affascinante come con la scena iniziale presentino i personaggi nel passato con la vittima che interagiva per poi balzare nel futuro. Come cambiano i personaggi, anche se i rancori non passano mai! Poi la bionda è simpatica e ha un’ottima chimica col collega. Carina, vista di sfuggita ma serie tv carina.

Mike & Molly. Ho riniziato a guardarla a tempo perso quando la trovo in tv, è proprio bellina. Loro sono proprio obesi e con il passare delle stagioni il tema obesi anonimi va in sardina, ma il loro rapporto è proprio romantico e i famigliari sono esilaranti. Prima tra tutti Victoria, l’attrice è bravissima!

Schitt’s Creek. Lo so, dovrei guardarla in lingua originale per tutti i giochi di parole (e l’interpretazione della divina Catherine O’Hara) ma la guardo quando la trovo in seconda serata quando torno dal lavoro e ceno. E’ una bella serie con un gran umorismo, che in italiano non si è perso; apprezzo anche che in italiano non abbiano reso patetici i personaggi queer, cosa che spesso accade (vedi Stanley Tucci in Il diavolo veste Prada o Steve Coogan Ideal Home).

E così siamo arrivati alla fine delle serie televisive del periodo. Tempo fa avevo scritto un articolo omonimo oltre a un altro sulle mie serie poliziesche preferite e le mie serie preferite in generale. Da notare che raramente guardo serie tv fantasy/horror e a causa di mia mamma non guarderò mai i medical drama, lei (dottoressa del lavoro) li odia e mi ha trasmesso il sentimento a furia di ripeterlo.
E voi? Conoscete le serie che ho citato? Quali serie state guardando? Non ditemi tutti Strangers Things plis. Ciaoo!^^

Ma loro rimarranno sempre nel mio cuore

I Jefferson

I Jefferson è stata una serie televisiva andata in onda dal 1975 al 1985 per un totale di oltre 250 episodi e che ho riscoperto grazie alle repliche televisive.

Di genere comico, narra le vicende perlopiù quotidiane di una coppia di colore da poco arricchitasi e trasferitasi in un lussuoso appartamento di New York; con semplicità parla di temi difficili come il razzismo (non solo bianco) e della famiglia.

Commento:

Scoperta grazie alle repliche su Spike, canale 49, l’ho seguita per diversi mesi fino alla sua cancellazione dal palinsesto a favore ( e sfavore per noi ) di Un papà da oscar. Devo dire che la trovo esilarante e la consiglio vivamente!

I Jefferson narra la quotidianità della coppia di coniugi George e Louise Jefferson, proprietari di una catena di lavanderia, alle prese con le problematiche di routine tra il figlio Lionel, la domestica Florence e i vicini: i Willis (Helen e Tom) e il signor Bentley.

La forza di I Jefferson si basa sulla sua coppia di protagonisti, scritti e interpretati benissimo!

George Jefferson è l’orgoglioso proprietario di ben sette lavanderie in tutta NY e si definisce il re del lavaggio. Dal carattere burbero e orgoglioso, non si fa amare facilmente anche perché grazie alla propria scalata sociale – dovuta esclusivamente aii suoi meriti – sminuisce spesso gli altri o si eleva a grande Dio; e non ha problemi a dire gli altri cosa pensa, a meno che non abbia un tornaconto affaristico che gli renda la vita più rosea. Nel corso delle stagioni, tuttavia, dimostra un grande spirito umanitario e la tendenza a proteggere le persone che lo circondano, mettendo in atto donazioni o buoni consigli anche a chi non li richiedeva.

Louise Jefferson invece è una donna, una casalinga senza niente da fare per colpa della governante Florence, che si è ritrovata senza lavoro dopo una vita passata a pulire le case altrui. Di carattere generoso e materno, con l’amica e vicina di appartamento Helen svolge volontariato presso un centro sociale; molte volte, è impegnata in opere di beneficienza, ad aprire gli occhi a George verso le necessità delle altre persone e ad assisterlo come interprete per farlo interagire benevolmente con il resto dell’umanità.

Insieme sono una coppia felice, molto contrastante nei caratteri singoli ma uniti nelle decisioni più importanti.

I personaggi di contorno sono anch’essi ben caratterizzati, ognuno con un le proprie caratteristiche e il topic su cui ruotano le vicende e le battute. Per me, il personaggio secondario più simpatico è indubbiamente Florence: la sfaticata governante che battibecca sempre con George, riesce a fare lavorare gli altri al posto suo e si lamenta del proprio stipendio! Invece, purtroppo, il portiere è il personaggio più stereotipato e noioso.

Cambiando argomento, gli ambienti della serie sono molto eleganti. Essendo una serie televisiva prettamente sulla quotidianità della coppia, la narrazione è impostata perlopiù nel loro appartamento, nel loro salotto per essere precisi; certe volte, vediamo anche l’ufficio o le lavanderie di George Jefferson! Tuttavia non bisogna pensare che la serie si limita a soli tre spazi, ma le località spesso cambiano a seconda dello svolgimento della trama dell’episodio, con una buona varietà di ambienti e stili!

La comicità della serie per me è esilarante, si basa su una serie di battute di vario tipo. Con semplicità e umorismo portano argomenti come la realizzazione personale, la sicurezza economica, la povertà e i problemi sociali della popolazione e ovviamente il razzismo.

Riguardo al razzismo, I Jefferson non porta solo il razzismo dei bianchi verso i neri, ma anche il contrario! E’ una visione totalitaria, inclusiva che riporta addolciti i pregiudizi ma non li rende mai importanti per la trama, o almeno vengono smentiti dalle azioni dei protagonisti. George, pur avendo un cuore d’oro, usa spesso le battute razziste per schernire bonariamente i suoi vicini di casa – i Willis – perché sono una coppia mista: li chiama Zebre! Inoltre, fa riflettere come tutti siano amici ma non appena si va sul proprio orgoglio di ‘razza’ si finisce per litigare, finendo di nuovo nel razzismo di fondo.

Per concludere, consiglio vivamente di recuperare questa serie televisiva, porta tematiche importanti e di certo non annoia! So che è una costola di Arcibaldo, che non ho mai visto, ma anche come serie a se stante fa un lavoro egregio!

3X1, Black Mirror

Qualche giorno fa ho guardato assieme ad alcuni amici la prima black mirrorpuntata della terza stagione di Black Mirror. Non l’avessi mai fatto… Ignorante della serie, sapevo che fa venire ansia e alienazione, ma non mi sarei mai immaginato di arrivare a tali livelli.

Trama:

Questo episodio parla di una realtà in cui tutti sono legati a un’app con la quale recensire le persone in una scala da 1 a 5; peccato che più il proprio punteggio è alto, più il benessere sociale della persona in questione, inclusi favoritismi e offerte di lavoro, aumenta.

La protagonista, Lacie Pound, è un’impiegata con il sogno di vivere in una costosissima villetta, accessibile a prezzo scontato a tutti quelli con i Punteggi più alti; Lacie, pur di arrivare a tale Punteggio (abbastanza ambizioso e che indica un tasso di popolarità troppo alto per essere spontaneo), accetta di essere la damigella d’onore dblack mirror 1i un’amica d’infanzia che non vede da anni a causa di una terribile lite; tuttavia, il giorno del matrimonio, dopo avere visto il suo Punteggio calare da 4.2 a quasi 2 a causa di alcuni disguidi, Lacie viene rifiutata dall’amica perché è troppo impopolare e comprometterebbe l’immagine pubblica del matrimonio; quindi, non solo Lacie si presenta al matrimonio, ma fa un discorsetto in cui denuncia l’amica per il trattamento subito negli anni, venendo però arrestata; il punto più triste è proprio in prigione.

Commento:

What an episode! All’inizio non capivo l’importanza del Punteggio delle persone, anche se vedevo che ognuno compariva con un punteggio al suo fianco e nessuno si staccava dall’app per recensire le persone, a colpirmi era stato il paesaggio: tutto era perfetto, lindo, gli edifici bianchi, la natura rigogliosa e le strade ordinate e pulitissime, come se gli uomini avessero rinunciato a dare una loro impronta personale all’ambiente. Quando ho capito l’importanza del Punteggio, sono rimasto inorridito: gente con il punteggio basso può noleggiare solo macchine scassate, non può fare certi lavori, viene emarginata; e questo scatena una falsità assurda dei rapporti interpersonali, attuata solo per incrementare il proprio Punteggio; infatti, Lacie sarà sincera e spensierata solo in prigione: finalmente mostra naturalezza nel urlarsi contro, assieme a un altro carcerato: “FUCK YOU!”, proprio perché essendo stata rinchiusa è libera dalle ristrettezze di quella terribile società (le vengono sequestrate l’app di giudizio e la lente a contatto con cui vedere i Punteggi degli altri).

Voto: 9

Il finale di Friends, riflessione

Oggi ho finalmente finito di guardare la serie televisiva Friends, le cui repliche sono trasmesse da Italia 1 dalle cinque e mezza alle sei e mezza.

Ho visto l’ultimo episodio.

Sarà perché la guardavo da molto tempo, sarà perché ormai mi ero affezionato ai personaggi,sarà che i finali di serie sono sempre tra le puntate più importanti, guardando quell’episodio mi sono veramente commosso.

Di finali di serie non ne ho visti tanti: solo quello di Charmed il quale essendo passionale solo verso la fine, negli ultimi minuti, meraviglia ma per me non coinvolge così tanto.

Per Friends, invece, è stato diverso. Per tutto l’episodio ho sentito una certa passione e malinconia e voglia di ricominciare che in altre serie non ho mai percepito. Basta pensare al simpatico e ingenuo Joey: da tempo aveva creato un’atmosfera di malinconia che almeno a me è riuscito a trasmettere; inoltre, tutti i nodi della stagione sono lentamente giunti a pettine, anche se già da tempo intuivo che la fine della serie era vicina: tutti i loro sogni si stavano avverando.

Mi è proprio piaciuta questa fine di Friends, l’ho trovata molto coinvolgente ed emotiva. Mi spiace solo che sia finito, dopotutto. ^^

friends