Qui rido io

Qui rido io è un film biografico diretto da Mario Martone del 2021 su Eduardo Scarpetta, un famoso commediografo napoletano della commedia dialettale moderna, interpretato dal bravissimo Toni Servillo.

Qui rido io, dopo una mezz’ora passata a mostrare la vita lavorativa e famigliare dell’attore, pone al centro della narrazione il processo in tribunale che Scarpetta subisce con l’accusa di plagio da parte del poeta e drammaturgo Gabriele D’Annunzio.

Sono andato a vedere il film al cinema colto e piccolino vicino a casa mia, che fa sconto studentesco, assieme a mia mamma; è stata lei a chiedermi di accompagnarla e dopo un iniziale rifiuto (se mi leggete, avrete capito che non amo il cinema italiano attuale e non lo cito spesso) ho cambiato idea dopo un’attenta valutazione dei trailer.

Sono rimasto soddisfatto? Lo consiglio?

Sì, lo consiglio! E’ solo un po’ lunghetto nella seconda parte ma concentrandosi sulle noie giudiziarie e sui figli pronti a spiccare il volo (divergenze familiari) ha dovuto rallentare il ritmo per usare i toni del dramma.

Qui rido io è un film diviso in due atti. Il primo è più una commedia e il secondo un dramma; la figura centrale è ovviamente questo commediante che ha creato un personaggio teatrale commerciale e popolare capace di riempire i teatri – il Sciosciammocca – e ritendendosi quasi un dio della commedia spadroneggia sia sul palco sia in casa: è un uomo autoritario, padronale ma abbastanza ricco e influente da far vivere nel lusso non solo la propria famiglia ufficiale ma anche quelle delle sue amanti; e i numerosi figli e figliastri.

Grande spazio nella narrazione è il teatro, luogo in cui non solo ottenere attenzioni e approvazione ma anche simbolo di espressione e libertà, quella libertà che tutti i figli prima o poi ricercano perché soverchiati dall’ombra paterna. Vengono mostrate le commedie, il dietro le quinte, le prove, le ‘iniziazioni’ dei figli al teatro man mano che crescono quasi come se fosse una sorta di tributo che pagano al padre. E’ una performance teatrale la prima scena, quella d’apertura, ed è il verdetto sulla commedia-parodia di Scarpetta (quella che ha fatto arrabbiare D’Annunzio) l’ultima apparsa su schermo.

Altro tema fondamentale della pellicola è la famiglia. La famiglia di Scarpetta è numerosa, sembra più un clan che una famiglia e questo è dovuto alle indomite capacità amatorie del grande commediante: con svariate amanti ha sfornato un fottio di figli, tutti che vivono nell’agio anche se non sempre riconosciuti. Fin dall’inizio è possibile notare la soggezione che tutti provano nei suoi confronti (forse solo la moglie ne è immune) ma comunque si nota un legame che li unisce, lui si interessa ai figli e alle sue donne e loro di ricambio mostrano interesse; ecco, nella seconda parte questo legame si spezza forse a causa della stanchezza del suo egocentrismo o perché ormai i tempi sono maturi e la pressione paterna. E il film si appesantisce tutto d’un tratto mostrando ancora di più il dramma della situazione.

Comunque, la narrazione procede a ritmo spedito, le due ore e passa non si fanno sentire troppo. Il film mostra con fierezza la napoletanità del suo protagonista usando scenografie e palazzi sublimi e soprattutto sfoggiando un dialetto napoletano stretto incapibile per chi non è del luogo (per fortuna ci sono i sottotitoli) e che permane per quasi tutta la durata del film. Anche i costumi sono molto curati e particolari. E le musiche, napoletane del tempo, accompagnano l’ambientazione creando una Napoli molto caratterizzata.

Come approfondimento, vi consiglio il mio articolo su Il cattivo poeta, soprattutto per paragonare le due rappresentazioni di Gabriele D’Annunzio; qui, anche se il Vate secondo me è mostrato in un modo volutamente macchiettistico, è comunque notabile un contrasto tra gli Scarpetta e la corte del poeta, composta da modelli e prostitute belli, silenti ed eterei, come a consacrare la stupenda villa a santuario trascendente.

Qui vi saluto. Il post è pieno di spoiler perché è un film biografico su una figura storica, non c’è molto con cui sorprendere lo spettatore (sì, all’improvviso Eduardo Scarpetta non viene rapito dagli alieni, tranquilli). Scarpetta inoltre è da ricordare come il padre dei fratelli De Filippo ed è grazie a lui che ora la satira è protetta dalla legge.

Ciao!

Consiglio: i film di Settembre

Buongiorno! Ottobre è arrivato e la scadenza per lo speciale di Halloween, che combacia con uno dei miei buoni propositi del blog per quest’anno, si sta avvicinando; la cosa mi fa ansietta.

Comunque, finalmente mi sto sbloccando a livello universitario con l’accesso alle lezioni di inglese fornite dalla uni con il nuovo ordinamento e quindi spero che finalmente si concretizzi anche il successivo esame, che fino a un mese fa era una volta al mese.

Ma tornando a chiacchiere più allegre, in queste settimana ho visto tantissimi film molto belli, numerosi cult o pellicole di alto valore nei loro generi, che hanno reso difficile la scelta di soli 5 di essi. Ecco qui la mia selezione!

Frenzy. Penultimo film dal grande regista Hitchcock, è ambientato a Londra ed è uno spietato thriller su di un serial killer e un uomo ingiustamente accusato dei crimini. Quello che mi ha colpito maggiormente è stato il montaggio accompagnato alla regia: è un film crudo, violento e che lascia molto all’immaginazione; almeno dopo il primo omicidio, esplicito e profondo nella messa in scena.

Qui rido io. Film biografico di Martone e interpretato dal grandissimo Toni Servillo; non dico altro perché lo leggerete presto sui miei schermi.

Pretty Woman. Bellissima fiaba con Julia Roberts e Richard Gere, apprezzo sempre quando lei torna alla boutique dopo aver fatto shopping, quella boutique dove la avevano cacciata e sfancula quelle stronze! Qui c’è il mio commento esteso al film, se volete.

Taxi Driver. Cult di Martin Scorsese con l’iconico Robert De Niro, mi ha colpito per il montaggio e la regia. Poi il personaggio interpretato da Jodie Foster tocca al cuore e quasi giustifica il massacro finale, raccontato quasi con un piano sequenza. Stupendo, dopo averne sentito parlare in tutte le salse ho preso coraggio, lo ho guardato e non me ne sono pentito.

American Psycho. Intensa interpretazione di Christian Bale, è un cult moderno tratto da un romanzo di Bret Easton Ellis. Durante tutta la pellicola è il corpo di Patrick il vero protagonista: ci sono numerose scene di nudo parziale o integrale, moltissime scene lo ritraggono allenarsi con infiniti esercizi o plasmarsi con numerose creme e trattamenti di bellezza. Un omicidio lo compie nudo e con una motosega, nella tipica simbologia fallica!

Ecco, questa era la lista. Conoscete tutti i titoli? Beh, almeno conoscerli spero di sì. Fatemi sapere cosa ne pensate e… Ciaone burlone!^^