Buongiorno!
Oggi parlo di God of War, il capitolo del 2018, il soft reboot della saga che sposta le vicende dall’antica Grecia alle terre del Nord. E sì, questo vuol dire Odino, Thor e compagnia bella! Questo è un videogioco che ho comprato a metà prezzo usato, mi ha accompagnato per due mesi buoni, giocato a difficoltà Esperienza equilibrata che equivale al Normale: combattimenti impegnativi ma non impossibili.
E sono qui a raccontarvi della mia esperienza dopo aver platinato il gioco!

Trama:
Kratos vive nelle terre del Nord da diversi anni, dopo essersi congiunto con una donna del posto ed essere diventato padre del piccolo Atreus. Quando la moglie muore, le fanno il funerale e iniziano un viaggio verso la vetta più alta dei 9 mondi della mitologia nordica per spargerne le ceneri. A contrastarli, c’è una divinità nordica a loro sconosciuta che dà loro la caccia.
In un viaggio lungo diversi mesi tra mondi diversi, situazioni pericolosi e nemici divini, il legame tra padre e figlio, finora sempre molto sfilacciato, inizierà ad approfondirsi.
Gameplay e il mondo circostante:
Giochiamo controllando solo Kratos in terza persona in un mondo abbastanza aperto e vasto, esistono tre tipi di combattimenti: a mani nude, con il Leviatano e con le Lame del Caos; inoltre, Atreus prende parte alle lotte meno pericolose attaccando i nemici con le sue frecce.
La telecamera è posta dietro alle spalle di Kratos e quindi pur essendo mobile segue le torsioni naturali del collo.
Il mondo circostante è molto elaborato e colmo di dettagli, dalla storia e dai collezionabili è possibile ricevere una bella infarinatura della cultura nordica (ho controllato con il mio dizionario a tema, le informazioni sono affidabili) e durante la storia principale è molto difficile bloccarsi sempre con lo stesso nemico. E se ciò succedesse, è sempre possibile cambiare la difficoltà di gioco.
I personaggi tra alleati e nemici sono tanti, ma sono sempre funzionali alla trama: pur essendoci sempre accampamenti con il fuoco acceso e animali pronti per essere cucinati, i soli personaggi randomici che si incontrano sono nemici sovrannaturali e gli spiriti dei caduti. Ecco, più procediamo con il gameplay e più vuote si rivelano le mappe.
Ogni tanto per andare avanti con il cammino dobbiamo risolvere alcuni enigmi ambientali. Ecco, se perdiamo troppo tempo, Atreus fornisce grossi indizi per la risoluzione; il figlio non deve avere un’altissima opinione dell’intelligenza paterna. E ciononostante, con alcuni io non sono riuscito ad avere successo, dovendo ricorrere ai video su YouTube.
Difficoltà e boss:
Le difficoltà che il gioco propone sono 4, solo le ultime due per i giocatori più esperti. Durante la trama principale i nemici sono fattibili, il gioco con le sfide minori ci prepara per quelle più difficili allenandoci con determinati nemici a certe meccaniche di combattimento.
Invece, i boss del postgame sono tra i più difficili. E sto parlando delle Valchirie, esseri imprigionati in stanze nascoste: per affrontarle bisogna aver completate tutte le missioni precedenti in modo da avere un’armatura e abilità in grado di competere con i loro attacchi. Boss finale del gioco è la Regina delle Valchirie e… e nulla, un nemico rotto per cui ho dovuto abbassare la difficoltà per batterla (morendoci una volta pure nella difficoltà più semplice).
Un altro punto negativo è Niflheim: è un mondo ricoperto da una nebbia tossica per cui bisogna attraversare un labirinto prima che la nebbia ci ammazzi (c’è un timer) per recuperare oggetti. Questi oggetti servono sia a potenziare l’armatura in modo da aumentare il timer della nebbia sia per sbloccare le sfide di quel posto. L’ho trovato un posto snervante e inutilmente punitivo, forse il punto peggiore del titolo.
Collezionabili e trofei:
Prima ho detto che ho platinato God of war. E’ vero, ma non sono riuscito a ottenere il 100% da ogni mappa per una pecca ingiustificabile: un collezionabile è reperibile solo in un punto preciso della trama principale, se non lo prendiamo in quel punto bisogna rifare tutto daccapo!
Per fortuna i trofei che servono a platinare il gioco (cioè sbloccare tutti i trofei del videogioco, soddisfacendo alcune richieste) non erano legati a quel collezionabile in particolare, ma per uno che vuole il 100% prima di passare ad altro è un dettaglio veramente evitabile.
Gli altri collezionabili sono fattibili, e perlopiù si sbloccano a fine gioco. Sì, alcuni sono cattivi, ma con tanta pazienza e al massimo una guida si fa tutto.
Top5 best features:
– mondo vastissimo
– Vethurgard
– trama capibile anche per chi non ha giocato i titoli precedenti
– bella evoluzione del rapporto padre-figlio
– musiche stupende e veramente trascinanti
Top5 worst features:
– Atreus non cambia i dialoghi a seconda del gameplay, diventa fastidioso esplorare
– la Regina delle Valchirie
– salvataggio manuale, solo dopo aver completato tutto il percorso o la lotta
– le Redivive sono nemici un po’ troppo OP
– pessima gestione dei dialoghi durante la barca, si passa dal lungo silenzio a conversazioni subito interrotte

Il rapporto tra Kratos e Atreus:
“Sfoga pure il tuo dolore ma lascia a me il mio.”
Kratos è presentato come un uomo molto aggressivo e protettivo, che preferisce assicurarsi che il figlio non muoia piuttosto che fornirgli un supporto emotivo. Kratos ha un passato che vuole dimenticare, che ha taciuto ad Atreus. Ha taciuto al figlio pure di essere un dio greco, dettaglio che porterà a situazioni abbastanza tragiche.
All’inizio tra i due c’è un muro di silenzio e imbarazzo. Non sappiamo prima della morte della moglie quanto lui stesse con il figlio, ma dalle prime linee di dialogo e dalle conversazioni sulla barca possiamo capire che i due fossero quasi sconosciuti.
Man mano che il bambino scopre chi è e chi è destinato a essere, il rapporto si incrina maggiormente: Atreus vuole la libertà e il padre che forse non ha mai veramente avuto, Kratos è spaventato e in lutto e cerca solo di proteggerlo e di formarlo. Sarà quando Kratos lo salva che finalmente tra i due inizierà a esserci un rapporto crescente, uniti anche dalle nuove informazioni che scoprono sul passato della defunta madre di Atreus.
Un rapporto molto toccante, fatto di silenzi iniziali e un climax di reciproca comprensione.
E così sono arrivato alla fine dell’articolo. E’ una piccola riflessione sul videogioco per chi stesse pensando se comprarlo o meno. A me è piaciuto, tutto sommato, anche se soprattutto verso la fine mi ha lasciato un leggero senso di fastidio e irritazione; infatti, non ho subito ricominciato la Nuova Partita Plus ma mi sono dedicato a finire Doom2.
E voi? Conoscevate la saga? Ciao!